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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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PARTE SECONDA: i Sacramenti

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2010 16:23
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26/08/2010 16:14

PARTE SECONDA: I SACRAMENTI


IL BATTESIMO




166. Necessità di parlare spesso del Battesimo


Da quanto abbiamo detto intorno ai sacramenti in generale si può ricavare quanto sia necessario, per ben intendere la dottrina e ben esercitare la pietà cristiana, capire quel che la Chiesa propone a credere su ciascuno di essi. Ma leggendo l'Apostolo con maggiore attenzione, ognuno ne dedurrà con sicurezza quanto sia necessaria ai fedeli una perfetta cognizione del Battesimo. Egli, con frequenza e con parole solenni e piene dello spirito di Dio, rinnova la memoria di questo mistero, ne rileva la divinità e ci pone con esso sotto gli occhi la morte, la sepoltura e la risurrezione del Redentore, per farne oggetto di contemplazione e di imitazione (Rm 6,3 1Co 6,11 1Co 12,13 Ga 3,27 Col 2,12).

I Parroci quindi non pensino mai di avere speso troppe fatiche e troppo zelo nel trattare di questo sacramento; colgano anzi l'occasione di parlarne anche al di fuori di quei giorni in cui, secondo la tradizione, si dovrebbero in maniera tutta speciale spiegare i divini misteri del Battesimo, cioè nel sabato di Pasqua e Pentecoste, quando la Chiesa, un tempo, soleva con grande devozione e solennissime cerimonie amministrare questo sacramento. Per esempio, sarebbe assai opportuna la circostanza quando, dovendo amministrare il Battesimo a qualcuno, essi notino l'intervento di molto popolo per assistere alla cerimonia. Sarà allora molto facile, se non richiamare tutti i capi che si riferiscono a questo sacramento, almeno spiegare l'uno o l'altro elemento, cosicché i fedeli vedano espressa dalle cerimonie battesimali la dottrina che ascoltano, e la meditino con animo attento e devoto. Ne seguirà che ognuno, colpito da quello che vede compiere su di un altro, riandrà dentro di sé all'obbligazione contratta con Dio nel ricevere il Battesimo, e insieme si domanderà se la sua vita e i costumi lo mostrino quale esigerebbe la sua professione di cristiano.

167. I vari nomi del Battesimo


Affinché quanto dovrà essere insegnato riceva la spiegazione più limpida possibile, dopo avere fissato il significato del vocabolo, mostreremo quali siano la natura e la sostanza del Battesimo. Tutti sanno che battesimo è parola greca, la quale indica nella sacra Scrittura non solamente l'abluzione connessa col sacramento, ma ogni genere di abluzione (2Es 4,23; Mc 7,4-8 He 9,10), e perfino la passione (Mc 10,38 Lc 12 Lc 50). Tuttavia negli scrittori ecclesiastici esprime non un qualsiasi lavacro corporale, ma il lavacro unito al sacramento, accompagnato dalla prescritta formula verbale. In questo significato appunto l'hanno di frequente usata gli apostoli, in seguito all'istituzione di nostro Signor Gesù Cristo.

I santi Padri hanno adoperato anche altri vocaboli per esprimere il medesimo rito: sant'Agostino, per esempio, lo denomina sacramento della fede, poiché chi lo riceve, fa professione di fede integrale nella religione cristiana. Altri lo denominarono illuminazione; poiché la fede professata nel Battesimo irradia i cuori di luce. Già l'Apostolo del resto aveva detto, alludendo all'istante del Battesimo: Ricordate i primi giorni, quando, dopo essere stati illuminati, affrontaste la grave prova delle afflizioni (He 10,32). E il Crisostomo, nel discorso ai battezzati (Jn Cr. 10,5), parla promiscuamente di purificazione, in quanto mediante il Battesimo eliminiamo il vecchio fermento e ci trasformiamo in una nuova sostanza (1Co 5,7); parla pure di sepoltura, di piantagione e di croce di Cristo. La giustificazione di tutti questi appellativi può desumersi dalla lettera di san Paolo ai Romani (Rm 6,4). E' chiaro pure perché san Dionigi chiami il Battesimo inizio dei santissimi precetti (Della Gerarch. eccl. 2). Questo sacramento infatti è come la porta che dischiude l'adito alla partecipazione della vita cristiana, e da esso prende inizio la nostra obbedienza ai divini comandamenti. Tutto ciò dovrà essere brevemente spiegato a proposito del nome.

168. Definizione del Battesimo


Parecchie definizioni del Battesimo possono ricavarsi dagli scrittori ecclesiastici. Più conveniente e opportuna di ogni altra appare però quella tratta dalle parole del Signore in san Giovanni e dell'Apostolo agli Efesini. Il Salvatore dice: Chi non rinascerà dall'acqua e dallo Spirito santo non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5). E l'Apostolo, alludendo alla Chiesa, afferma che Gesù l'ha purificata in un lavacro d'acqua con la parola di vita (Ep 5,26). Ne risulta che il Battesimo può giustamente essere definito il sacramento della rigenerazione mediante l'acqua e la parola. Noi nasciamo da Adamo figli d'ira per natura (Ep 2,3); ma in virtù del Battesimo rinasciamo in Cristo figli di misericordia, poiché a quanti lo accolsero, ai credenti nel suo nome, diede potere di diventare figli di Dio: i quali, non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono nati (Jn 1,13).

Del resto, quali che siano i vocaboli con cui piacerà di fissare la natura del Battesimo, importa sopra tutto insegnare al popolo che questo sacramento consiste, come sempre dichiararono i santi Padri, in una abluzione, alla quale devono essere applicate, secondo l'istituzione del Salvatore, determinate e solenni parole (Mt 28,19). Ciò emerge fra l'altro dalla nettissima testimonianza di sant'Agostino: La parola si applica all'elemento, e si ha il sacramento (In Jn tr. LXXX,3). Speciale diligenza dovrà essere usata in tale spiegazione, affinché i fedeli non cadano nell'errore di credere, come suoi dirsi volgarmente, che l'acqua stessa, conservata nel sacro fonte per l'amministrazione del Battesimo, costituisca il sacramento. Esso invece è compiuto solo quando l'acqua viene usata per lavare qualcuno, pronunziando insieme le parole stabilite da nostro Signore.

E poiché, come abbiamo detto da principio parlando genericamente di tutti i sacramenti, ciascuno di questi consta di materia e di forma, i Pastori dovranno mostrare quali esse siano nel Battesimo.

169. Materia del Battesimo


Materia, o elemento di questo sacramento è ogni genere di acqua naturale, sia di mare come di fiume, di palude, di pozzo o di fonte: quella che suoi dirsi acqua, senza aggettivi specificativi. Insegno infatti il Salvatore: Chi non rinascerà per acqua e Spirito santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5). E l'Apostolo: La Chiesa è stata purificata in un bagno di acqua (Ejes. 5,26). Nella lettera di san Giovanni leggiamo: Tre sono i testimoni sulla terra: lo Spirito, l'acqua e il sangue (1Jn 5,8). E altre testimonianze della Scrittura lo confermano.

A questo proposito la frase di Giovanni Battista, secondo la quale il Signore doveva venire per battezzare nello Spirito santo e nel fuoco (Mt 3,11), non deve affatto essere riferita alla materia del Battesimo. Essa si riferisce all'azione interiore dello Spirito santo, o sicuramente al miracolo avvenuto il giorno della Pentecoste, quando lo Spirito santo scese dal cielo sugli apostoli sotto l'aspetto di fuoco (Ac 2,3). Il fatto era stato predetto in altro luogo da nostro Signor G. Cristo con le parole: Giovanni battezzo in acqua; voi però sarete battezzati nello Spirito santo, di qui a non molti giorni (Ac 1,5).

Possiamo ricavare dalle sacre Scritture che la medesima verità era già stata indicata da Dio nei simboli e negli oracoli profetici. Il Principe degli apostoli nella sua prima lettera (1P 3,20) mostra come il diluvio, da cui il mondo fu purificato, quando la malvagità degli uomini era giunta al colmo e la preoccupazione di ogni cuore avviata al male (Gn 6,5), racchiudeva la figura e l'immagine di quest'acqua. San Paolo poi, scrivendo ai Corinzi, mostra come il passaggio del Mar Rosso è una figura della medesima acqua (1Co 10,1). Senza dir poi del lavacro del siriano Naaman (2R 5,14), né della mirabile efficacia della piscina probatica (Jn 5,2), né di molti altri episodi affini, in cui è facile scorgere il simbolo di questo mistero.

Nel dominio poi delle profezie nessuno può revocare in dubbio che le acque, a cui con tanto zelo Isaia invita tutti gli assetati (Is 4,1), o quelle che Ezechiele vide in ispirito zampillare dal tempio (Ez 47,1), o la fonte che Zaccaria preannunciò alla stirpe di Davide e agli abitanti di Gerusalemme per la purificazione del peccatore e della donna impura (Za 13,1), vogliano alludere alla salutifera acqua battesimale.

Scrivendo ad Oceano, san Girolamo espone con molti argomenti quanto bene rispondesse alla natura e all'efficacia del Battesimo che l'acqua fosse prescelta come sua materia (Lett. CXIX,6). I Pastori potranno accennare in proposito alla circostanza, che essendo questo sacramento indispensabile a tutti per il conseguimento della vita, l'acqua era la materia più opportuna, trovandosi dovunque, e da tutti potendosi facilmente procurare. In secondo luogo, l'acqua esprime magnificamente l'effetto del Battesimo. Come infatti l'acqua elimina la sporcizia, così può indicare l'azione efficace del Battesimo, mediante il quale sono cancellate le macchie dei peccati. Infine, come l'acqua è l'elemento più indicato per rinfrescare i corpi, così mediante il Battesimo si estingue in gran parte il fuoco delle passioni.

Dobbiamo però osservare che, sebbene l'acqua semplice, priva di ogni altro elemento commisto, è materia atta all'amministrazione del sacramento, quando sia urgente amministrarlo, tuttavia in base a una tradizione apostolica, la Chiesa cattolica ha sempre rispettato l'uso di unirle il sacro crisma, quando il Battesimo viene amministrato con solennità, affinché l'effetto del sacramento fosse meglio espresso. Infine, sebbene talora vi possa essere qualche dubbio, se questa o quella sia la vera acqua più idonea al sacramento, si dovrà rilevare assolutamente che il sacramento del Battesimo non può essere mai e per nessuna ragione amministrato con altra materia, che non sia l'acqua naturale.

170. Forma del Battesimo


Spiegata diligentemente l'una delle due parti del Battesimo, e precisamente la materia, i Pastori cercheranno di illustrare con la medesima diligenza la seconda parte, ugualmente necessaria: ossia la forma. Porranno singolare cura e zelo in tale spiegazione del sacramento, non solo perché la conoscenza di così sacro mistero può naturalmente recare vivo diletto ai fedeli, come si verifica sempre in ogni studio delle cose divine, ma anche perché giova enormemente nelle contingenze quasi quotidiane. Come meglio mostreremo a suo luogo, si offrono innumerevoli circostanze, nelle quali è necessario che il Battesimo sia amministrato da gente del popolo, spessissimo anche da donne. Occorre dunque che tutti i fedeli senza distinzione conoscano bene quanto si riferisce alla sostanza di questo sacramento.

I Pastori dunque, con parole chiare e accessibili a tutti, diranno che questa è la forma perfetta e assoluta del Battesimo: " Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo ". Così stabili il nostro Signore e Salvatore, quando comando agli apostoli: " Andate a istruire tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Dall'espressione, battezzandole, la Chiesa cattolica, divinamente illuminata, dedusse con ragione che nella forma di questo sacramento doveva essere significata l'azione del ministro; per questo è detto: " Io ti battezzo ". E poiché era necessario indicare, oltre la persona del ministro, quella del battezzato e la causa principale operatrice nel Battesimo, furono aggiunti il pronome " ti ", e la menzione specificata delle tre Persone divine. Sicché la forma completa del sacramento è contenuta, come abbiamo detto, nelle parole: " Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo ". Che non la sola Persona del Figlio, di cui scrisse Giovanni: Questi è che battezza (Jn 1,33), bensì tutte le Persone della santa Trinità operano insieme nel sacramento del Battesimo. Il dire: " nel nome ", invece che " nei nomi ", esprime l'unica natura e divinità della Trinità. Qui infatti il nome si riferisce non già alle Persone, ma alla sostanza, alla virtù, alla potenza: una e identica nelle tre Persone.

171. Che cosa è necessario nella forma


A proposito di questa forma, che abbiamo mostrato integra e perfetta, si deve notare che alcune sue parti sono così strettamente necessarie, che se si omettono, il sacramento non si compie; altre invece non sono così essenziali che, mancando, rendano nullo il valore del sacramento. Così è il pronome io, il valore del quale è implicito nella parola battezzo. Nella Chiesa Greca, anzi, cambiata la frase, esso fu soppresso, pensando che l'accenno al ministro non fosse affatto necessario. La forma consueta del Battesimo per i greci è così concepita: Sia battezzato il servo di Cristo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Il concilio Fiorentino sentenzio e definì valido il sacramento così amministrato, essendo abbastanza spiegata da quella formula la vera natura del Battesimo, cioè il lavacro compiuto in quel momento.

Si deve forse riconoscere che vi fu un periodo nel quale gli apostoli battezzarono semplicemente nel nome di nostro Signor Gesù Cristo. E noi dobbiamo allora ritenere per certo che così fecero per ispirazione dello Spirito santo, affinché sugli albori della nascente Chiesa la loro predicazione fosse meglio illustrata dal nome di Gesù Cristo e più ampiamente fosse esaltata la sua divina e immensa virtù (Ac 2,38 Ac 8,12). Del resto, a ben considerare la cosa, comprendiamo agevolmente che in tale formula non manca nessuna delle parti prescritte dallo stesso Salvatore; infatti chi nomina Gesù Cristo, contemporaneamente esprime la Persona del Padre da cui riceve l'unzione, e quella dello Spirito santo, nel quale la riceve.

Dopo tutto è lecito mettere in dubbio che gli apostoli abbiano mai usato, nel battezzare, simile formula. Se vogliamo seguire l'autorevole interpretazione di S. Ambrogio (Dello Spirito Santo, I,3) e di S. Basilio (Dello Spinto santo, 12), padri di così insigne santità e autorità, con la frase relativa al battesimo conferito nel nome di Gesù Cristo si sarebbe voluto solo indicare il Battesimo istituito da nostro Signor Gesù Cristo, distinto da quello di Giovanni. Sicché gli apostoli non si sarebbero discostati dalla formula usuale contenente i nomi distinti delle tre Persone. Anche san Paolo nella Lettera ai Galati adopera questo modo di esprimersi, dicendo: Tutti voi che siete stati battezzati in G. Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (Ga 3,27). E vuoi significare semplicemente che erano stati battezzati nella fede di G. Cristo, non già con una forma diversa da quella imposta dallo stesso Salvatore e Signor nostro.

172. I tre tipi di abluzione


Basterà quanto sopra all'istruzione dei fedeli circa la materia e la forma, elementi sostanziali e fondamentali del Battesimo. Ma nell'amministrazione del Sacramento occorre anche rispettare le modalità dell'abluzione prescritta. Quindi i Pastori dovranno impartire l'istruzione anche su questo argomento. Dovranno cioè brevemente spiegare come, secondo la comune consuetudine ecclesiastica, il Battesimo può essere amministrato in uno di questi tre modi: immergendo nell'acqua il candidato, o versando dell'acqua sopra di lui, o aspergendolo d'acqua.

Qualunque dei tre sia il rito osservato, dobbiamo credere che il Battesimo è regolarmente compiuto. Infatti l'acqua è adoperata nel Battesimo per esprimere l'abluzione dell'anima che esso opera; e per questo il Battesimo è detto dall'Apostolo lavacro (Ep 5,26). Ora l'abluzione non cessa di esser tale, sia che uno si immerga nell'acqua, come fu praticato a lungo nei primi tempi della Chiesa; sia che riceva dell'acqua versata, come è usato oggi; sia che ne riceva l'aspersione, come risulta aver fatto san Pietro, quando in un solo giorno converti e battezzo tre mila individui (Ac 2,41).

Non ha importanza che l'abluzione sia unica o triplice. Risulta chiaramente dalla lettera di san Gregorio Magno a Leandro che l'una e l'altra maniera di conferire il Battesimo è stata in vigore nella Chiesa, e può esserlo tuttora (lib. I, lett. 43). Ad ogni modo, i fedeli si uniformeranno al rito seguito nella loro chiesa. Occorre piuttosto ammonire che deve essere bagnata non una qualsiasi parte del corpo, ma precisamente il capo, centro di tutti i sensi esterni e interni; e chi battezza deve pronunziare le parole della forma sacramentale nel momento stesso in cui si compie l'abluzione, e non prima, né dopo.

173. Istituzione del Battesimo


Dopo aver esposto tutto ciò, converrà insegnare e ricordare ai fedeli che il Battesimo, come tutti gli altri sacramenti, fu istituito da nostro Signore Gesù Cristo. I Pastori torneranno di frequente su questo punto, spiegando i due momenti del Battesimo: il primo, quando il Salvatore lo istituì; il secondo, quando impose l'obbligo di riceverlo.

Il Battesimo risulta istituito dal Signore quando egli stesso, battezzato da Giovanni, infuse nell'acqua la capacità di santificare. Secondo san Gregorio Nazianzeno (Discorsi XXXVIII,16) e sant'Agostino (Discorsi, CXXXVI,1), in quell'istante appunto l'acqua ricevette la capacità di generare alla vita spirituale. Altrove lo stesso sant'Agostino ha scritto: Da quando Gesù Cristo si immerse nell'acqua, l'acqua cancella tutti i peccati (Discorsi, CXXV,4). E ancora: il Signore si fa battezzare, non perché bisognoso di purificazione, ma perché le acque, purificate al contatto della sua carne immacolata, acquistino la forza di lavare spiritualmente (In Lc lib. 11, n. 83).

Tale verità apparisce dal fatto che in quel momento la santissima Trinità, nel nome della quale il Battesimo viene amministrato, manifesto chiaramente la sua presenza (Mt 3,26 Mc 1,20 Lc 3,21). Fu percepita infatti la voce del Padre; la persona del Figlio era presente; lo Spirito santo discese in forma di colomba. Inoltre si dischiusero i cieli, di cui appunto il Battesimo ci apre l'accesso. Oltrepassa la capacità della nostra intelligenza il sapere in che modo così insigne e divina virtù sia stata dal Signore infusa nelle acque. Ma sappiamo senza ombra di dubbio che, avendo il Signore ricevuto il Battesimo, l'acqua rimase consacrata per il salutifero uso battesimale dal contatto del suo corpo purissimo e immacolato. Perciò dobbiamo credere che per quanto istituito prima della passione, questo sacramento già da allora attingeva forza e virtù dalla passione stessa, essendo questa il fine di tutte le azioni di Gesù Cristo. Né sussiste possibilità di dubbio sul tempo, in cui fu emanato il precetto del Battesimo.

Gli scrittori ecclesiastici sono concordi nel ritenere che tutti gli aspiranti alla salvezza eterna cominciarono ad essere vincolati dal precetto del Battesimo nell'istante in cui, dopo la resurrezione, il Signore comando agli apostoli: Andate ad istruire tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo (Mt 28,19). Ciò risulta dalla testimonianza autorevole del Principe degli apostoli: Ci rigenero in una speranza viva, con la resurrezione di Gesù Cristo dai morti (1P 1,3). Si può arguire pure da san Paolo: Diede se stesso per lei (ossia per la Chiesa), per santificarla, purificandola in un lavacro d'acqua, con la parola (Ep 5,26). L'uno e l'altro apostolo infatti fissano l'obbligo del Battesimo al tempo che segui la morte del Signore. Per cui appare ragionevole riferire al periodo che doveva seguire la passione, le parole stesse del Salvatore: Chi non rinascerà per acqua e Spirito santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5).

Se i Pastori esporranno con cura queste verità, i fedeli riconosceranno indubbiamente la straordinaria dignità del Battesimo, e concepiranno per esso la più schietta venerazione. Rifletteranno sopra i ricchi e magnifici doni, simboleggiati nei miracoli verificatisi nell'istante in cui nostro Signor Gesù Cristo fu battezzato, e che sono distribuiti a tutti i battezzati per intima virtù dello Spirito santo. In verità, se i nostri occhi, come quelli del servo di Eliseo (2R 6,17), si aprissero in modo da scorgere le celesti realtà, certamente nessuno sarebbe così stolto da non essere portato alla più intensa ammirazione dei divini misteri battesimali. Perché non pensare che lo stesso possa accadere, qualora i Pastori spieghino le ricchezze del Battesimo, in modo da rendere i fedeli capaci di contemplarle, non certo cogli occhi corporei, ma con lo sguardo dell'intelletto, illuminato dallo splendore della fede?

174. Triplice categoria di ministri del Battesimo


E ora non soltanto utile, ma necessario, mostrare da quali ministri debba essere conferito il Battesimo, sia perché coloro cui principalmente è affidata tale funzione cerchino di adempierla con sentimento di pia religiosità, sia per evitare che qualcuno, valicando i propri confini, penetri disordinatamente, o irrompa audacemente in terreno non proprio. Ammonisce infatti, l'Apostolo di rispettare l'ordine stabilito in tutte le cose (1Co 14,40).

Si deve dunque insegnare ai fedeli che vi sono tre categorie di ministri del Battesimo.

Alla prima appartengono i vescovi e i sacerdoti, ai quali spetta di diritto, non in virtù di un potere straordinario, compiere simile ufficio. Ad essi, nella persona degli apostoli, fu comandato dal Signore: Andate e battezzate (Mt 28,19). In pratica poi i vescovi usarono rilasciare il ministero battesimale ai sacerdoti, per non essere costretti a trascurare il più grave dovere della istruzione. I sacerdoti del resto compiono tale funzione per diritto proprio, sicché possono amministrare il Battesimo anche alla presenza del vescovo, come risulta dalla dottrina dei Padri e dalla prassi della Chiesa. Se infatti i sacerdoti furono istituiti per la consacrazione dell'Eucarestia, sacramento di pace e di unità, era naturale che fosse loro concessa la facoltà di amministrare tutti i mezzi necessari a ciascuno per partecipare a quella pace e a quella unità. Qualche Padre, è vero, sostenne che i sacerdoti non posseggono l'autorità di battezzare, senza il permesso del vescovo; ma tale restrizione deve intendersi di quel Battesimo che, secondo l'uso, viene amministrato solennemente in determinati giorni dell'anno. I diaconi rappresentano la seconda categoria di ministri. Molte testimonianze dei santi Padri assicurano che ad essi non è lecito amministrare il Battesimo, senza permesso del vescovo, o del sacerdote.

Infine alla terza categoria appartengono coloro che in caso di necessità possono battezzare, senza lo spiegamento solenne delle cerimonie. In questo numero rientrano tutti, anche le persone del volgo, maschi o femmine, a qualsiasi setta appartengano. Quando urge il bisogno, anche agli ebrei, ai pagani e agli eretici è permesso di battezzare, purché si propongano di compiere quello che compie la Chiesa cattolica nell'amministrazione del sacramento. Numerosi decreti di Padri e di Concili garantiscono questa possibilità; e il sacro concilio di Trento emano sentenza di scomunica contro chi sostenga che il Battesimo amministrato dagli eretici nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, con l'intenzione di fare quel che fa la Chiesa, non è un vero Battesimo.

Possiamo ammirare in questo l'infinita bontà e sapienza di nostro Signore. Dovendo tutti necessariamente ricevere questo sacramento, Egli scelse per materia l'acqua, l'elemento più comune che esista; e non volle escludere nessuno dalla capacità di amministrarlo. Naturalmente non a tutti è consentito svolgere le solenni cerimonie, perché queste rivestono, non già maggiore dignità, bensì minore necessità del sacramento. Si badi inoltre che tale facoltà non spetta a tutti in modo generico; ma si deve rispettare una certa gerarchia di ministri. Né la donna qualora siano presenti degli uomini, né un laico alla presenza di un chierico, né infine un chierico alla presenza di un sacerdote, si arrogheranno il diritto di amministrare il Battesimo. Però non sono da rimproverarsi le levatrici, che sogliono battezzare qualche volta, anche alla presenza di un uomo per nulla pratico di simile amministrazione sacramentale, e compiono un rito che normalmente sarebbe più appropriato ad un uomo.

175. Perché nel Battesimo sono necessari i padrini


Oltre ai ministri che impartiscono il Battesimo e di cui abbiamo trattato finora, per antichissima prassi della Chiesa cattolica è usanza richiedere nella celebrazione del battesimo un'altra categoria di ministri. Sono quelli che i teologi chiamavano in altri tempi, con parola generica: difensori, responsabili, garanti; e che oggi si chiamano padrini. I Pastori spiegheranno coscienziosamente il loro ufficio, trattandosi di funzioni spettanti pressoché a tutti i laici, affinché i fedeli comprendano ciò che è necessario per svolgerle bene.

Occorre innanzi tutto spiegare le ragioni, che indussero ad aggiungere nel Battesimo ai ministri del sacramento i padrini o compari. Tali ragioni appariranno decisive a chi ricordi che il Battesimo è una rinascita spirituale, da cui usciamo figli di Dio. Così ne parla san Pietro: Come neonati, desiderate il latte spirituale e puro (1P 2,2). Come l'infante e il fanciullo hanno bisogno della nutrice e del pedagogo per svilupparsi, educarsi, istruirsi col loro sussidio e la loro opera, così è necessario che i neobattezzati, muovendo i primi passi nel sentiero della vita spirituale, siano affidati alla fede e alla prudenza di qualcuno, da cui attingeranno i precetti della religione cristiana e l'iniziazione alle regole della pietà; cosicché adagio adagio crescendo in Gesù Cristo assurgano alla qualità di uomini perfetti, con l'aiuto del Signore. Infatti ai Pastori cui è affidata la pubblica cura delle parrocchie, non rimane tanto tempo da poter assumere anche quella privata della formazione religiosa dei fanciulli.

Abbiamo in san Dionigi una luminosa testimonianza su questa vetusta consuetudine. Egli dice: Pensarono i nostri divini condottieri (così egli chiama gli apostoli) e ritennero conveniente di provvedere ai fanciulli in questa santa maniera: che i genitori naturali li affidassero a persone dotte nelle verità divine, come a pedagoghi; sotto la loro sorveglianza, come sotto gli occhi di un padre spirituale e di un garante dell'eterna salvezza, trascorressero il resto della loro vita (Della Jr eccl. VIII,3-11). L'autorità di Igino conferma la medesima sentenza (presso Graz. 3d 4, 3, d. 4, e. 100).

176. Doveri dei padrini


Con molta sapienza la santa Chiesa stabili che un vincolo di affinità stringa non solamente colui che battezza e il battezzato, ma anche il padrino con colui che rileva al fonte battesimale, e con i suoi genitori. Fra tutti costoro non sono possibili matrimoni legittimi e, se già contratti, siano disciolti.

Inoltre i fedeli devono essere istruiti sul compito dei padrini. In realtà questa materia nella Chiesa è così trascurata, che può dirsi non sia rimasto ormai della delicata funzione altro che il nome; e gli uomini non sembrano neppure sospettare gli elementi di santità che essa implica. In linea generale i padrini riflettano assiduamente alla legge strettissima, per cui i figli spirituali sono loro affidati per sempre; quindi curino in essi quanto riguarda lo sviluppo della vita cristiana, e si rivelino sempre nella vita, quali promisero di essere nella cerimonia solenne. Ascoltiamo san Dionigi nell'atto di esprimere le parole del padrino: Quando questo fanciullo sarà pervenuto alla conoscenza delle sante verità, prometto di indurlo, con le mie assidue esortazioni, a rinunciare a quanto è in conflitto con esse, a professare ed eseguire i precetti divini, che oggi promette di rispettare. E sant'Agostino: Ammonisco innanzi tutto voi, uomini e donne che teneste fanciulli al Battesimo, di ricordarvi che vi siete fatti garanti per loro presso Dio, quando li accoglieste al sacro fonte (presso Graz. 3D 4, 3, d. 4, e. 105).

E sommamente ragionevole, del resto, che colui il quale assunse un incarico, mai si stanchi di adempierlo con diligenza. Chi si costituì pedagogo e custode di un altro, non può tollerare che rimanga abbandonato colui che fu accolto nella propria tutela e patrocinio, finché lo sappia bisognoso di sorveglianza e di appoggio. Il medesimo sant'Agostino, sempre parlando dei doveri dei padrini, riassume brevemente gli insegnamenti da impartire ai figli spirituali: Devono instillare in loro la custodia della castità, l'amore della giustizia e della carità; innanzi tutto devono insegnare il Simbolo, l'Orazione dominicale e il Decalogo, in una parola, i primi rudimenti della religione cristiana (presso Graz., ibid.; Discorsi,168,3; 265,2; 267,4).

Ciò posto, non sarà difficile precisare a qual tipo di uomini non sia affatto da confidarsi l'esercizio di questa santa tutela: sono quelli che non vogliano adempierlo fedelmente o non sappiano farlo con illuminata assiduità. Sono quindi assolutamente da escludere, oltre i genitori, cui non è lecito assumere tale tutela, data la distanza che separa la formazione spirituale da quella carnale, gli eretici, gli ebrei, i pagani, la cui cura insistente è di annebbiare la verità della fede col mendacio e di sovvertire tutta la religione cristiana.

Il Concilio di Trento ha stabilito che non più di un padrino assista al fonte il battezzato, uomo o donna; o al massimo un uomo e una donna!. Primo, per non turbare con la pluralità dei maestri, l'ordine della iniziazione e della istruzione; in secondo luogo, per impedire che una troppo complessa rete di affinità produca un arresto delle legittime unioni matrimoniali fra gli uomini.

177. Necessità del Battesimo anche per i bambini


La conoscenza di tutte queste verità è senza dubbio utilissima ai fedeli. Ma nessun insegnamento è più necessario di questo: che la legge del Battesimo è prescritta dal Signore per tutti gli uomini. I quali, se non rinascono a Dio con la grazia del Battesimo, sono procreati dai loro genitori, siano questi fedeli o no, per la miseria e la morte eterna. Molto spesso i Pastori dovranno commentare la sentenza evangelica: Chi non rinascerà per acqua e Spirito santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5).

L'universale e autorevole sentenza dei Padri dimostra che questa legge va applicata non solo agli adulti, ma anche ai fanciulli, e che la Chiesa ha ricevuto simile interpretazione dalla tradizione apostolica. Come si potrebbe credere del resto che nostro Signor Gesù Cristo abbia voluto negare il sacramento e la grazia del Battesimo a quei bambini, di cui disse un giorno: Lasciate i fanciulli, e non impedite loro di venire a me; che di tali è il regno dei cieli? (Mt 19,14); e che abbracciava, benediva, accarezzava? (Mc 10,16). Inoltre, quando leggiamo che Paolo battezzo un'intera famiglia, apparisce chiaro che anche i fanciulli di quella furono bagnati al fonte della salvezza (1Co 1,16 Ac 16,33).

Inoltre la circoncisione, simbolo del Battesimo, raccomanda fortemente tale consuetudine. E noto infatti che i fanciulli solevano essere circoncisi nell'ottavo giorno dalla nascita. Nessun dubbio che se la materiale circoncisione, con l'eliminazione di un elemento corporeo, giovava ai bambini, ai medesimi dovrà recare giovamento il Battesimo, che è la circoncisione di Gesù Cristo, non operata da mano di uomo (Col 2,11).

Finalmente, se è vero, come proclama l'Apostolo, che la morte ha esteso il suo regno a causa della colpa di un solo individuo, a più forte ragione coloro che ricevono l'abbondanza della grazia, dei doni e della giustizia, devono regnare nella vita, per opera di un solo, Gesù Cristo (Rm 5,17). Orbene: poiché a causa del peccato di Adamo i bambini contraggono la colpa originale, a più forte ragione, per i meriti di nostro Signor Gesù Cristo, potranno essi conseguire la grazia e la giustizia, per regnare nella vita; cosa però impossibile senza il Battesimo.

Perciò i Pastori insegneranno che i bambini devono assolutamente essere battezzati. Poi, adagio adagio, la puerizia dovrà essere educata alla vera pietà, inculcandole i precetti della religione cristiana. Poiché disse il Savio: Quando l'adolescente abbia preso la sua via, non se ne allontanerà più, neppure da vecchio (Pr 22,6). E non è lecito porre in dubbio che i bambini battezzati ricevano realmente i sacramenti della fede. Se ancora non credono con adesione positiva del loro intelletto, si fanno forti però della fede dei genitori, se questi sono credenti; se non lo sono, supplisce, per usare le parole di S. Agostino, la fede della Chiesa, ossia della società universale dei santi (Lett. a Bonif. XCVIII,5). In verità possiamo dire che essi sono offerti al Battesimo da tutti coloro che bramano di offrirli, e per la carità dei quali entrano a far parte della comunione dello Spirito santo.

Occorre esortare costantemente i fedeli perché portino i loro figli, non appena possono farlo senza pericolo, alla chiesa e li facciano battezzare con la solenne cerimonia. Si pensi che ai piccoli non è lasciata alcuna possibilità di guadagnare la salvezza, se non è loro impartito il Battesimo. Quanto grave dunque è la colpa di coloro che li lasciano privi di questa grazia più del necessario, mentre la debolezza dell'età li espone a innumerevoli pericoli di morte.

178. Il Battesimo degli adulti


Diverso metodo deve seguirsi, secondo l'antico uso ecclesiastico, a proposito di adulti, che, nati da infedeli, hanno raggiunto il pieno uso della ragione. Ad essi deve essere proposta la fede cristiana, e con ogni cura devono essere esortati, spinti e condotti ad accoglierla. Convertiti a Dio, dovranno poi essere ammoniti a non differire il sacramento del Battesimo oltre il tempo fissato dalla Chiesa. Ricordando il motto biblico: non ritardare di giorno in giorno la tua conversione al Signore (Si 5,8), si mostrerà loro che la conversione perfetta consiste nella rinascita battesimale. Inoltre si farà rilevare che quanto più tardi accederanno al Battesimo, per altrettanto tempo dovranno restare privi della partecipazione e della grazia degli altri sacramenti, sostanza della religione cristiana, ai quali non si può giungere senza il Battesimo. Infine così essi rimangono privi del più grande frutto della rinascita battesimale: la cancellazione delle colpe commesse e l'ornamento della grazia, col sussidio della quale è dato per l'avvenire di evitare il peccato, e di custodire la giustizia e l'innocenza; cose che costituiscono l'essenza di tutta la vita cristiana.

Ciò nonostante fu consuetudine della Chiesa di non concedere subito a questa classe di individui il sacramento del Battesimo; stabili al contrario di ritardarlo per un certo tempo. Per essi del resto la dilazione non implica il pericolo, che incombe per i bambini. In caso improvviso di pericolo, chi ha l'uso della ragione, pur impossibilitato a purificarsi nell'acqua sacramentale, può conseguire la grazia e la giustizia col semplice proposito di ricevere a suo tempo il Battesimo, unito al pentimento dei peccati commessi.

Questo ritardo comporta parecchi vantaggi. Innanzi tutto, dovendo la Chiesa evitare con cura che qualcuno si avvicini al sacramento con animo insincero ed ipocrita, c'è così modo di scandagliare la volontà di coloro che chiedono il Battesimo. Proprio per questo fu stabilito da antichi sinodi che coloro i quali passavano dal giudaismo alla fede cattolica, prima di ricevere il Battesimo, trascorressero qualche mese fra i catecumeni. In secondo luogo essi vengono meglio iniziati alla dottrina della fede che dovranno professare, e alle regole della vita cristiana. Infine si tributa al sacramento maggiore rispetto religioso, ammettendo gli adulti al Battesimo solamente nei determinati giorni di Pasqua e Pentecoste, con cerimonie solenni. Talora però ci sono ragioni che vietano di differire il Battesimo, come il pericolo imminente di morte, o la piena conoscenza che i destinati al Battesimo posseggono dei misteri della fede. Così fecero Filippo e il principe degli apostoli: il primo battezzando senza indugio l'eunuco della regina Candace (Ac 8,38); l'altro battezzando Cornelio (Ac 10,48), non appena costoro enunciarono la loro adesione alla fede.

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