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CAPITOLO VIII

LA MORTE D'AMORE: L'ASSUNZIONE


Sommario:
- Il peccato e la morte
- La morte per amore
- L'assunzione.

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Il peccato e la morte. - Eccoci alla fine delle nostre analisi. Non è soltanto uno studio psicologico che abbiamo voluto tracciare, ma anche una storia mariana. Una storia che differisce da tutte le biografie comuni perché i fatti che abbiamo raccolti sono tutti interiori, per così dire. Quegli stessi che furono esteriori non possono essere compresi che guardandoli interiormente. Così è un fatto storico che Gesù è nato da Maria; ma la maternità del la Vergine non può essere valutata che spiritualmente. Essa fu molto più Madre per il suo amore invisibile che per il pianto visibile. «Ella concepì con lo spirito prima di concepire con la carne» (76).
Dal punto di vista biografico non sappiamo nulla di Lei e si può dire che non conosciamo neppure i particolari della sua vita. Questa nostra ignoranza in proposito è stata voluta da Lei, dagli apostoli e da Dio stesso. Perché tutta la sua gloria è interiore. Il nome stesso dei suoi genitori è giunto a noi attraverso tradizioni non canoniche. - Ma a che cosa ci servirebbe conoscere il luogo della sua nascita e della sua morte? Siamo meglio informati sulla sua concezione senza macchia e sulla sua morte d'eccezione attraverso il ragionamento e la meditazione più che non lo potremmo essere per le testimonianze contemporanee. Tali testimonianze non potrebbero fornirci che l'esteriore e il solo titolo di Madre di Dio ci ha manifestato più notizie che gli stessi libri sacri i quali, senza quel titolo, prenderebbero tutto un altro senso (77).
E poiché non conosciamo alcuna delle circostanze che accompagnarono la morte della Vergine, ricorriamo ancora al titolo di Madre di Dio per avere lumi su questo punto.
Abbiamo visto precedentemente che il magistero della Chiesa ha solennemente confermato il giudizio del senso cristiano per il quale il peccato è incompatibile con la maternità divina. Perciò il dogma dell'Immacolata Concezione è implicitamente rivelato in quello della divina maternità della Vergine.
Ma la morte è il castigo del peccato originale. Non è questo il momento per dimostrarlo e noi supponiamo che tale principio sia bene conosciuto dai nostri lettori (78).
Esente dal peccato originale Maria avrebbe dunque potuto essere esente dalla morte. Ma noi l'abbiamo contemplata ai piedi della Croce. Con Bossuet abbiamo detto: questa incomparabile madre avrebbe voluto morire col suo Divin Figliolo. Da allora la sua vita diventa una specie di miracolo, di eroismo. Essa vive per obbedienza e per amore. Ma ricevuta una missione da Gesù agonizzante, compirà tale missione fino alla fine. Ma quando il suo compito sarà finito, quando finalmente l'ora sarà suonata, il miracolo cesserà da sé. Avendo sopravvissuto per amore, non potrà morire che per amore, onde imitare il suo Gesù anche nella morte.

La morte per amore. - «Voi pretendete - ha detto ancora Bossuet - di capire l'unione di Maria con Gesù Cristo? Se non siete capaci di intendere la sua forza e veemenza credete di potervi immaginare i suoi movimenti e slanci? Cristiani, tutto ciò che noi possiamo capire è questo: che non vi fu al mondo uno sforzo superiore a quello fatto da Maria per riunirsi al suo Gesù, né una violenza simile a quella che Maria sopportò per questo distacco. Se voi siete del mio parere, o anime sante, non avrete bisogno di ricercare altre cause della sua morte. Questo amore era così ardente, forte ed infuocato che non poteva trarre un respiro senza rompere i legami del suo corpo mortale, non poteva formulare un desiderio per il cielo senza attirare con esso anche l'anima di Maria» (79).

L'Assunzione. - Potremo fermarci a questo punto. Maria ha avuto la più bella delle morti. Non le rincresceva nulla della terra: aveva vissuto nell'eterno prima d'essere madre d'un Dio. La sua divina maternità l'aveva elevata ancor più al disopra delle contingenze terrene. Dopo la morte, resurrezione ed ascensione del suo Gesù, la sua esistenza si può concepire solo come un esilio eroicamente accettato. La morte fu per lei la grande liberazione poiché andava a raggiungere suo figlio e il suo Dio. Essa non pensava affatto al suo premio, ma Dio vi pensava per lei. E la corona proporzionata al suo amore dovette essere incomparabile.
Si potrebbe credere di avere detto tutto su di Lei quando la si mostra in atto di prendere in cielo il suo posto di regina, a fianco di Cristo-Re. Invece la tradizione cristiana ha voluto per Lei un segno particolare. Se essa ha subito la morte per assomigliare a suo figlio, non poteva però subire la corruzione della tomba. La somiglianza con suo figlio giunge fino alla morte, ma le impedisce la dissoluzione ...
S. Giovanni Damasceno citava nell'VIII secolo il passo d'uno storico nel 5° secolo nel quale era riportata la testimonianza del patriarca Giovenale del medesimo tempo (80). Questi affermava che «un'antica e molto vera tradizione» assicurava che il corpo di Maria, deposto al Getsemani in una tomba che fu venerata per lungo tempo, non vi era rimasto che tre giorni (come quello di Cristo) e che gli apostoli, non trovandola più nel sepolcro non poterono pensare che così «allo stesso modo ch'era piaciuto al Verbo e Signore della gloria d'incarnarsi in Lei e divenire uomo, come aveva voluto conservare tutta pura la sua verginità, così gli era ugualmente piaciuto, quando Ella ebbe lasciato questo mondo, di onorare il suo corpo intatto e immacolato con l'incorruttibilità e la assunzione al Cielo prima della risurrezione universale e comune ».

Questa antica e molto vera tradizione può contenere degli elementi leggendari. Se un giorno il fatto dell'Assunzione sarà eretto a dogma, esso non si fonderà solo su questa tradizione ma anche e principalmente sul titolo di Madre di Dio e sul dogma dell'Immacolata Concezione.
Se Maria ha dovuto sottostare alla morte ciò non avvenne per un debito personale. Preservata da ogni macchia, ebbe la morte che doveva avere: Maria Santissima morì d'amore e il suo corpo verginale fu portato in Paradiso dagli Angeli!