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Commento alle XXIV Tesi del tomismo: IX Tesi

(materia e forma non hanno l’essere per se stesse)


d. CURZIO NITOGLIA

25 maggio 2012

www.doncurzionitoglia.com/9a_tesi_tomismo_commento.htm

IX Tesi del Tomismo: materia e forma non hanno l’essere per se stesse



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“Né la materia né la forma hanno l’essere per se stesse, non sono prodotte per sé, non si corrompono per sé e si trovano in uno dei 10 predicamenti per riduzione o indirettamente in quanto co-princìpi sostanziali”[1].

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● Qual è il ruolo e la natura di materia e forma? Entrambe sono incomplete, nessuna di esse basta a se stessa, sono piuttosto dei co-princìpi, ossia solo unendosi mutuamente formano un qualcosa di completo. La materia dice potenzialità e la forma attualità. Quindi la materia è attuata dalla forma e così unite formano una sostanza completa. Per esempio il corpo umano (materia) riceve l’anima (forma) e così uniti formano l’uomo.



● La materia ha l’essere non in sé né per sé, ma lo riceve dalla forma nel composto di materia e forma. Forma dat esse, ma la forma non è il suo essere, lo dà alla materia, ma a sua volta lo riceve in maniera finita e partecipata dall’Essere stesso sussistente. Tuttavia ciò che esiste in senso proprio non è né la sola forma né tantomeno la sola materia, ma il composto di esse. Esse si trovano in uno dei 10 predicamenti (sostanza) per riduzione o indirettamente in quanto co-princìpi sostanziali.



● La ‘materia prima’ è completamente indeterminata, senza alcun atto, né forma, né essere. Essa può ricevere ogni atto, ‘forma sostanziale’, essere partecipato. Una volta che la materia prima creata da Dio ha ricevuto una forma sostanziale (per esempio la forma di oro, di albero, di animale, di uomo), abbiamo una sostanza completa o ‘materia seconda’, la quale è ancora in potenza a ricevere la ‘forma accidentale’, che la rende questo pezzo di oro qui, con tutte le altre caratteristiche accidentali (caldo/freddo ecc. …), o questo albero, questo animale e questo uomo particolare e definitivo. La sostanza o essenza è ancora in potenza rispetto all’essere che è l’atto ultimo di ogni perfezione o essenza che, una volta ricevuto l’essere per partecipazione dall’Essere a se o per se stesso sussistente, esiste realmente, ossia esce fuori dal nulla e dalle sue cause. Ens est essentia habens esse.



● Come si vede, vi è un’analogia tra queste realtà. La forma completa la materia, l’atto determina la potenza, l’essere ultima l’essenza. L’ente reale risulta dalla loro composizione.





d. CURZIO NITOGLIA

25 maggio 2012

www.doncurzionitoglia.com/9a_tesi_tomismo_commento.htm

[1] Cfr. S. Th., I, q. 45, a. 4; De potentia, q. 3, a. 3, ad 3.