00 02/07/2013 11:08

XVII. - LO STATO DEMOCRATICO

Poche parole sono così attuali come questa: Democrazia. Ma poche altre sono così incomprese, malintese, piegate da ciascu­no a significare e difendere le proprie ideologie e gli interessi propri e del proprio gruppo politico. Democrazia non cessa, cio­nonostante, di essere una bellissima parola, di un altissimo con­tenuto, che va inteso, rispettato, praticato.

Pluralità di forme statali.

Nella storia, come anche al tempo d'oggi, si sono date e si danno numerose forme d'organizzazione e reggimento degli Stati. E purché esse non violino i diritti naturali e cerchino di realizzare il fine della società, il bene comune, hanno pieno diritto di cittadinanza, salvo la libertà, per i singoli cittadini, di avere, ciascuno, le proprie preferenze. Pio XII riporta e fa sua, a tal proposito, la frase di Leone XII nell'Euciclica. « Libertas » : « La Chiesa non riprova nessuna delle varie forme di governo, purché adatte per sé a procurare il bene dei cittadini ». Quando però un popolo ha raggiunto un dato grado di maturità - se pur non facilmente valutabile -, è più consono, evidentemente, al­l'umana dignità e al senso del progresso ch'esso si governi con sistema democratico. È certo, comunque, che nella vita sociale l'uomo, come tale, lungi dall'esserne l'oggetto e un elemento passivo, ne è invece, e deve esserne e rimanerne, il soggetto, il fondomento, il fine » (Pio XII, Radiomessaggio Natale 1944).

 

Elementi essenziali dello Stato democratico.

Lo Stato democratico - che qua e là, a seconda dei tempi, costumi e aspirazioni dei vari popoli, ha aspetti diversi - è caratterizzato da alcuni elementi essenziali, che possono ridursi ai seguenti

a) il riconoscimento ai cittadini dei diritti politici, ciò che permette loro di partecipare attivamente, anche se indirettamen­te, all'esercizio dei poteri statali;

b) la tutela dei diritti naturali dei cittadini;

c) la distinzione dei tre « poteri », il legislativo (Parla­mento), l'esecutivo (Governo), il giudiziario (Magistratura), pur convenientemente coordinati ed armonizzati tra loro;

d) il metodo democratico, che respinge le soluzioni di forza ed afferma il sistema delle libere discussioni e delle libere vo­tazioni, con il diritto alla maggioranza di governare e, alla mino­ranza, quello di controllare, criticare e cercare, con mezzi leciti, di divenire maggioranza a sua volta.

Va notato che il criterio della maggioranza non può appli­carsi agli imperativi della legge morale, ma solo alle cose opi­nabili; si aggiunga che esso obbliga ad un rispetto esteriore, ma non ad aderire in coscienza ad una tesi che non si condivide.

 

Democrazia e Cristianesimo.

Tra democrazia e Cristianesimo non solo non v'è contrasto. ma, a bene approfondire le cose, profonda convergenza. Infatti:

a) la democrazia vuole la partecipazione dei cittadini alla vita della nazione; ciò è in perfetta corrispondenza con quanto il Cristianesimo proclama intorno alla dignità dell'uomo, in genere, e di ogni uomo, in particolare;

b) la democrazia è una forma di organizzazione politica essenzialmente pluralistica, che ammette, cioè, vari soggetti di diritto: gli individui, le famiglie, società diverse. Pluralistica è anche, come tutti sanno - e perciò aliena da ogni dittatura e da ogni forma di statalismo - la concezione sociale cristiana;

c) la democrazia non può durare, né, tanto meno, prospe­rare, dove non c'è maturità intellettuale e saggezza morale. Il Cristianesimo, con le sue verità e le sue norme di vita superiori può essere considerato base, anima e coronamento della vita po­litica democratica. « Se l'avvenire apparterrà alla democrazia - dice Pio XII nel citato Radiomessaggio del Natale 1944 - una parte essenziale del suo compimento dovrà toccare alla religione di Cristo e alla Chiesa »;

d) di fatto la Chiesa guarda all'autentica democrazia con chiara simpatia; « al tempo nostro la forma democratica di go­verno apparisce a molti come un postulato naturale - dice, sen­za avanzare alcuna riserva, Pio X11 -, imposto dalla stessa ra­gione » (ivi).

 

Estensione dello democrazia.

La democrazia deve essere considerata e realizzata nel senso più vasto: deve perciò estendersi dal campo politico a quello so­ciale, culturale, economico, ecc. Essa deve tendere, tra l'altro:

a) a diffondere tra tutti i cittadini il grande bene della cul­tura, dando a tutti i capaci e volenterosi le possibilità d'ascesa ai più alti studi;

b) a realizzare un diffuso benessere in ogni categoria so­ciale, superando, anzitutto, con un'azione energica, il triste fe­nomeno della miseria;

c) ad estendere, per quanto possibile, ad ogni famiglia la proprietà privata, garanzia di sicurezza, base di libertà, segno di dignità;

d) a formare i cittadini al senso sociale, allo spirito di tolleranza, all'esigenza della collaborazione, alla coscienza della responsabilità, all'attivismo della intraprendenza, ad un costume di vita profondamente retto.