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XVIII. - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

Non c'è, quasi, cittadino, uomo o donna, che non si interessi oggi - ma discutendo le notizie lette sul giornale o ascol­tate alla radio - dei problemi della sua nazione e del mondo. Molto bene. Il male comincia però quando - ed è costume, pur­troppo, - assai diffuso - il cittadino si contenta di fare, intorno ai problemi sociali, le sue « chiacchiere », senza intervenire, poi, in alcun modo, a collaborare al bene della società. Spesso non conosce nemmeno i suoi diritti o, comunque, trascura di esercitarli, magari perché gli costano qualche scomodità; non si parli, poi, di doveri. È evideatte quanto questo modo d'agire sia irragione­vole, ingiustificabile, dannoso.

Diritti e doveri.

È diffusa oggi la convinzione, in molti, d'avere solo dei diritti - rispetto agli altri e rispetto allo Stato - e non dei doveri. Un tal modo di pensare e d'agire è evidentemente irragionevole e rovinoso, frutto d'egoismo e di prepotenza, nonché di cortezza di vedute: perché la riflessione dimostra (e la storia l'ha sempre provato) che, a lungo andare, il rivendicare solo i diritti, senza riconoscere e praticare i doveri, conduce gli uomini e i popoli alla rovina.

Il cittadino, perciò - come l'uomo - deve, insieme, cono­scere diritti e doveri, e rivendicare i primi, mentre adempie i secondi.

 

I diritti.

I diritti d'un cittadino sono anzitutto quelli che gli vengo­no, perché uomo, dal diritto naturale; essi sono fondamentali, irrinunziabili, inviolabili, base di tutti gli altri diritti, e devono, esplicitamente o implicitamente, essergli riconosciuti dallo Stato. Ciò premesso, ecco i fondamentali diritti del cittadino.

a) Diritti civili. Essi affermano, chiariscono, sviluppano, quelli naturali. Fra i principali diritti civili vanno ricordati i seguenti: libertà di coscienza, di culto, di manifestazione del pensiero, di scelta dello stato e della professione, di movimento; diritto di proprietà, di scelta del domicilio, di segreto epistolare; diritto alla difesa attiva, nei termini consentiti dalla legge, di sé e dei propri diritti.

Come i diritti umani sono limitati, perché sottoposti alla leg­ge morale, così i diritti civili, riconosciuti dallo Stato, sono limi­tati dal dovere di rispettare e promuovere il bene comune, non­ohé dall'esistenza dei correlativi diritti degli altri cittadini.

b) Diritti politici. Sono i diritti che conferiscono al cittadi­no la facoltà di prendere parte all'amministrazione del proprio Paese, e, conseguentemente, alla vita pubblica, da quella del co­mune a quella della nazione e a quella internazionale.

Il principale diritto politico è il voto, attivo (eleggere) e pas­sivo (essere eletto), libero e segreto. Si aggiungano quelli di poter fondare partiti politici, iscriversi e militare in essi, nonché di svolgere attività critica ed anche opposizione al governo, nei li­miti e nei modi consentiti dal diritto naturale e dalla legge.

c) Diritti di difesa. Sono i diritti - provenienti dalla legge naturale come dalla legge dello Stato - che danno al cittadino la facoltà di resistere al male, passivamente o attivamente, di ricorrere a determinate autorità contro ogni forma d'ingiustizia, di applicarsi per una migliore organizzazione della società.

Va qui ricordato che le leggi si presumono sufficientemente giuste ed il cittadino è tenuto ad osservarle; in caso, però, di legge evidentemente ingiusta, il cittadino non ha tale obbligo, anzi, in determinati casi, ha il dovere di non ubbidire.

 

I doveri.

Ai diritti corrispondono, come s'è osservato, i doveri. Ecco quelli fondamentali, che comprendono tutti gli altri.

a) Obbedire alle giuste leggi della comunità sociale. Ciò per le ragioni e nei limiti già detti.

b) Partecipare alla vita della comunità politica. La realizza­zione del bene comune deve essere raggiunta con la coopera­zione, in qualche modo, di tutti. Ciò, a più forte ragione, in uno Stato democratico. La principale forma di partecipazione alla vita politica è l'esercizio del diritto di voto (elezioni sindacali, amministrative, politiche). Ciò è sempre un dovere; esso è grave e può essere gravissimo in circostanze particolarmente impe­gnative - come sono, certo, le attuali condizioni in cui si svolge la vita politica italiana -.

A tale proposito occorre

1) impedire che si facciano brogli nelle compilazioni del­le liste elettorali nonché nelle operazioni di voto e di scrutinio;

2) zelare l'iscrizione propria e. dei familiari aventi diritto al voto; prestarsi a fungere da membri dei seggi;

3) cooperare - nei giorni di elezione - affinché nessuna violenza, fisica o morale, tolga la libertà e la segretezza del voto;

4) recarsi a votare ed invitare gli altri ad adempiere a così alto dovere civico;

5) votare secondo coscienza, e cioè dare il voto a liste e ad uomini che diano sicuro affidamento di voler realizzare il vero bene, materiale e spirituale, della comunità (categoria professio­nale, comune, nazione), nella luce dei princìpi sociali cristiani.

c) Corrispondere i tributi, data la necessità, per lo Stato, di imporli (cfr. cap. XIII).

La possibilità che le imposte siano mal distribuite o esage­rate non annulla la realtà fondamentale ch'esse sono necessarie è che, perciò, devono essere pagate; se poi fondati motivi convin­cono, in particolari casi, di una loro ingiustizia, la coscienza e il consiglio dei pastori di anime - maestri qualificati della vita morale -. dirà come regolarsi.