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Come deve comportarsi il fedele costretto a prendere la sacra Ostia sulla mano?


La pratica della Comunione sulla mano è gravemente illecita per le ragioni che abbiamo visto e non si può usare nemmeno qualora fosse resa obbligatoria: In coscienza si è obbligati soltanto a rifiutarla. Tuttavia la condizione del laico non è la stessa che quella del Sacer­dote. Il sacerdote può e deve sempre astenersi dal dare la Comunione sulla mano, sia quando fosse richiesta dal comunicando, sia quando e dove fosse obbligatoria. E il fedele laico che deve fare? Innanzi tutto, non deve mai chiedere di ricevere la sacra Ostia sulla mano. Ma se si trova costretto, come purtroppo qualche volta avviene, a prenderla in mano ed a comunicarsi da sé, che deve fare? Deve rifiutarla? No, non lo deve. Se prevede che nel tale luogo, o dal tale sacerdote, sarà costretto a prendere l'Ostia in mano, potendo, deve evitare quel luogo o quel sacerdote.


Se però, nemmeno questo gli è possibile, egli non è obbligato in coscienza a rifiutare la Comunione sulla mano, come invece è obbligato in coscienza il sacerdote ad astenersi dal deporla sulla mano del fedele che pur la richiedesse. Il fedele laico non ha possibilità di ricevere la Santa Comunione altro che dal sacerdote. Se la dovesse rifiutare per non toccare la Sacra Ostia o per non disperderne i frammenti, e non potesse rimediare diversamente, sarebbe costretto a rinunciare a comunicarsi. Questo no. Pertanto, il fedele costretto a ricevere la comunione sulla mano, la prenda con tutto il rispetto e con tutta la cura perché nulla vada perduto, ma non può rinunciare a cibarsi del Corpo di Cristo per colpa di uno sciagurato, che se ne assume tutta la responsabilità davanti a Dio.


 


La Comunione sulla mano non è giustificata nemmeno da ragioni di igiene


La Comunione sulla mano come è praticata oggi, non può essere motivata da alcuna ragione, neppure da quelle dell'igiene. I sostenitori di questa abominevole pratica, infatti per giustificare in qualche modo il loro ghiribizzo (sì, la volontà e la decisione di cambiare il modo di dare e di ricevere la sacra Ostia, non è altro che un ghiribizzo di gente in difetto di buon senso, oltre che di fede e di rispetto per il SS. Corpo del Signore), portano le ragioni dell'igiene: il sacerdote, nel distribuire la Comunione direttamente nella bocca del comunicando, ne tocca la lingua o le labbra e con le dita bagnate dalla saliva di quello, preleva la sacra Particola dalla pisside e tocca la lingua o le labbra del seguente, trasmettendogli eventualmente, germi infettivi. Può succedere effet­tivamente, che le dita del sacerdote vengano a contatto con la bocca del comunicando. Bisogna dire però, che mai in tutta la storia della Chiesa si siano trasmesse malattie attraverso l'assunzione dell'Eucaristia nel modo tradizionale.


Poi, se il sacerdote sta un po' attento, con la collaborazione dei fedeli, si può ridurre di molto il caso in cui le dita del ministro vengano a contatto con la bocca del fedele. La sacra Particola va estratta dalla pisside e tenuta coll'indice in alto e col pollice in basso e non viceversa. Se si toccano la lingua o le labbra del comunicando, è soprattutto perché questi non apre bene la bocca, non consente di depositare con sicurezza la sacra Ostia sulla lingua, o non sta fermo, ma fa uno scatto in avanti, credendo di facilitare l'azione del ministro, con effetto opposto. Più che cambiare il modo di dare e di ricevere la Comunione, sarebbe meglio provvedere ad una più accurata istruzione e preparazione dei fedeli e degli stessi sacerdoti (come per l'uso del piattello). Si deve aggiungere che la Comunione in mano, come viene oggi praticata, non rimedia molto all'inconveniente suddetto. Infatti il fedele che prende l'Ostia in mano, la riceve ancora dal sacerdote, il quale preleva la sacra Ostia con le dita forse bagnate dalla saliva del fedele che ha appena ricevuta la Comunione in bocca. Non toccherà la bocca del fedele che riceve l'Ostia in mano, ma toccherà pur sempre la sacra Particola, sufficiente a trasmettere qualche malattia infettiva. Allora bisognerebbe che il fedele stesso prelevasse la sacra Ostia dalla pisside. Ma avrebbe le mani pulite e sicuramente disinfettate dalla malattia che portasse addosso? Perché tanta preoccupazione per l'igiene proprio e solo nei riguardi dell'Eucaristia? Se avessimo altrettanta preoccupazione nei riguardi dei cibi, non potremmo più mangiare o dovremmo cucinarceli e servirceli da noi stessi. Per quante mani passano prima di giungere alla nostra bocca? Saranno stati toccati sempre da mani pulite, non solo, ma anche disinfettate ed appoggiati su recipienti sterilizzati? Pensiamo che quelli che li hanno confezionati, vi hanno respirato sopra, forse anche tossito o starnutito, o comunque, mentre li lavoravano avranno fatto conversazione con altri, oppure anche da soli, o cantato .... E' risaputo che parlando, un po' di saliva esce sempre dalla bocca. Non si vede, ma si sente quando ci parlano da vicino.


Ora, quella saliva viene proiettata sui cibi che si stanno preparando da servire. Bisognerebbe che chi lavora in cucina, o serve a tavola, si coprisse il volto come i dottori e gl'infermieri che curano gli ammalati e toccassero i cibi con i guanti sterilizzati. Ma, né si pretende che altri abbiano tante premure, né ci si serve da soli. Queste premure, invece, si vogliono per fare la Comunione, come pericoloso veicolo di gravi malattie! Diciamolo pur chiaramente: non c'è alcun problema di igiene con la Comunione fatta nel modo tradizionale. Ma, se fosse anche vero quello che affermano i sostenitori (facciamone l'ipotesi), nemmeno allora sarebbe giustificata la pratica della Comunione sulla mano, com'è in uso oggi, perché c'è sempre la dispersione dei frammenti di Pane consacrato e la loro inevitabile profanazione. Sappiamo bene che non sempre il fine giustifica i mezzi e tanto meno in questo caso. Il fine dell'igiene, per buono che sia, non giustifica l'uso di un mezzo (la Comunione sulla mano), che causa inevitabil­mente la profanazione delle sacre Specie: delitto che non potrà mai essere giustificato.