00 31/10/2015 19:41

La scomunica per i profanatori del SS. Sacramento


Tutti i peccati sono offesa a Dio, almeno indirettamente, ossia come disobbedienza alla sua santa Legge. I peccati commessi direttamente contro Dio, come ad esempio le bestemmie, o contro le Cose sacre (sacrilegi), sono più gravi di quelli perpetrati indirettamente contro Dio. Dei peccati commessi direttamente contro Dio, sono più gravi quelli commessi contro Dio nella Persona di Cristo. Come si pecca contro la Persona di Cristo? In primo luogo come hanno fatto i suoi persecutori nel tempo della Redenzione da Lui compiuta sulla terra. Diciamo, è vero, che i primi persecutori siamo stati noi con i nostri peccati, che gli hanno causato dolori e morte.


Ma i più colpevoli sono certamente i suoi persecutori diretti, quelli che lo hanno voluto ucciso, non gli esecutori materiali della croci­fissione, che non sapevano ciò che facevano, e nemmeno Pilato, spinto dai giudei a condannarlo. Ora la Persona di Cristo non può più essere perseguitata ed uccisa come allora, ma può essere direttamente e materialmente oltraggiata nella SS. Eucaristia, in cui è presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, cioè lo stesso Cristo che è stato messo in croce. Questo peccato lo si commette con la profanazione del SS. Sacramento. La profanazione del SS. Sacramento è dunque un gravissimo peccato, il più grave di tutti i peccati. E' la Chiesa stessa che lo considera il più grave di tutti i peccati, comminando la scomunica per i profanatori del SS. Sacramento.


Ma non una semplice scomunica, bensì la più grave tra tutti i tipi di scomunica, cioè la scomunica "specialissimo modo" riservata alla Sede Apostolica. E' un peccato che può essere assolto soltanto dal Papa, come alcuni altri gravissimi peccati. Ora, nell'elenco dei casi con­templati e colpiti da scomunica "specialissimo modo" riservata alla Sede Apostolica, il peccato di profanazione del SS. Sacramento tiene il primo posto, davanti al peccato di "chi mette violentemente le mani addosso al Santo Padre".


Segno che è ritenuto il più grave di tutti i peccati, colpito dalla più grave di tutte le scomuniche. Tale insomma, che non dovrebbe lasciare troppo indifferenti di fronte alla possibilità di commetterlo. Consulta­re in proposito il can. 2320, che dice: "... è riservata la scomunica specialisssimo modo alla Sede Apostolica per chi profana le sacre Specie, gettandole via, rubandole o trattenendole a scopo cattivo". Resta ora da vedere se e in quale misura la profanazione del SS. Sacramento, perpetrata dalla pratica della Comunione sulla mano, rientri nei casi colpiti dalla scomunica, oppure no. Vediamo allora le condizioni necessarie per incorrere nella scomunica.


1Forma grave. La profanazione deve essere fatta in forma grave, come quelle indicate dal canone. Ci sono infatti delle forme "minori" di profanazione, che non cadono sotto la scomunica. Più che un oltraggio diretto, si tratta di un oltraggio indiretto per mancanza, pur sempre grave, di quel profondo rispetto che si deve all'augustissimo Sacramento dell'Eucaristia.


Per esempio, tenerlo abitualmente o senza grave motivo, in luoghi profani e disadorni, anziché nel tabernacolo; portarlo in tasca; starvi alla presenza con abiti indecenti e così ricevere la Comunione; fare rappresentazioni profane e magari oscene in chiesa dove è custodito il SS. Sacramento; concelebrare insieme a pastori protestanti; la stessa pratica della Comunione sulla mano, specialmente nel modo con cui viene fatta oggi, a prescindere dalla caduta e dispersione dei frammenti, è già una profanazione del SS. Sacramento.


Oggi si commettono a profusione tutte queste profanazioni "minori"', che non sono colpite da scomuniche, ma che sono per altro ugualmente peccato gravissimo. E' vero che forse, piuttosto di entrare in un'anima in peccato mortale, covo di demoni, il Signore preferirebbe cadere in terra, venir calpestato e finire in una pattumiera ..., ma esaminiamo il caso che ci interessa.


2Piena avvertenza e deliberato consenso. Come per tutti i peccati, si deve essere a conoscenza del male che si sta facendo e la volontà di farlo.


3Intenzione di profanare. Questa è la condizione principale per incorrere nella scomunica: bisogna avere l'intenzione precisa e deter­minata di profanare le sacre Specie. Incorre nella scomunica per esempio, colui che con disprezzo getta a terra le sacre Specie e magari, le calpesta; o il ladro che rubando la pisside, getta a terra con disprezzo le sacre Specie. E non parliamo di coloro che sottraggono le Ostie consacrate col preciso intento di profanarle (delitto, del resto, favorito da chi con la pratica della Comunione sulla mano le consegna scioccamente a tali malvagi). Non vi incorre invece, il ladro che nel rubare la pisside, con timoroso rispetto versa sull'altare le Ostie contenute.


Nemmeno vi incorre il ministro che per negligenza sia pur grave, provoca la caduta delle Ostie o dispersione dei frammenti. Egli pecca gravemente ma non incorre ella scomunica, perché non ha la precisa intenzione di profanare le sacre Specie. Naturalmente, nessun peccato commettono quelli che, a loro insaputa, calpesteranno i frammenti di Pane consacrato fatti cadere colpevolmente da chi ha agito con imprudenza, o ha praticato la Comunione sulla mano. Tutta la responsabilità ricade su quegli sciagurati.


Da quanto è stato esposto, forse dobbiamo ritenere che chi provoca la profanazione delle sacre Specie con la pratica della Comunione sulla mano, non incorra nella scomunica: né il ministro, né il fedele, hanno l'intenzione precisa di profanarlo, non le trattano con "disprezzo", non le "gettano" per terra. Ad un attento esame però, ci accorgeremo che, se in questo caso non si incorre nella scomunica, ci si va peraltro molto vicini. Tuttavia per chi è anche solo un po' timorato di Dio, dovrebbe essere sufficiente sapere che è peccato gravissimo, per astenersi da questa nefanda pratica.