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PADRE NOSTRO


«Solleviamo il cuore in alto, a Dio; da lui ci verrà la forza, la calma ed il conforto». (Epistolario IV, pagina 101)


«... vivete in pace con voi stesso, sapendo che il vostro avvenire è disposto da Dio con ammirabile bontà pel vostro bene: a voi non rimane che rassegnarvi a ciò che Dio vorrà disporre di voi e benedire quella mano che alcune volte sembra respingervi, ma che in realtà la mano di questo tenerissimo Padre non respinge mai, sibbene chiama, abbraccia, carezza e se talvolta percuote, ricordiamoci che questa è sempre la mano di un padre». (Epistolario IV, pagina 198)


«Non tutti siamo chiamati da Dio a salvare anime ed a propagare la sua gloria mediante l'alto apostolato della predicazione; e sappiate pure che questo non è l'unico e solo mezzo per raggiungere questi due grandi ideali.


L'anima può propagare la gloria di Dio e lavorare per la salvezza delle anime mediante una vita veramente cristiana, pregando incessantemente il Signore che venga il suo regno, che il suo santissimo nome sia santificato, che non c'induca in tentazione, che ci liberi dal male». (Epistolario II, pagina 70)


SEGNO DELLA PACE


«La pace è la semplicità dello spirito, la serenità della mente, la tranquillità dell'anima, il vincolo dell'amore.


La pace è l'ordine, l'armonia in tutti noi: ella è un continuo godimento, che nasce dal testimonio della buona coscienza: è l'allegrezza santa di un cuore, in cui vi regna Iddio. La pace è il cammino alla perfezione, anzi nella pace si trova la perfezione...». (Epistolario I, pagina 607)


«... la pace dello spirito può mantenersi anche in mezzo a tutte le tempeste della vita presente; essa... consiste essenzialmente nella concordia col nostro prossimo, desiderandogli ogni bene; consiste, ancora nell'essere in amicizia con Dio, mediante la grazia santificante; e la prova di essere uniti a Dio ne è quella morale certezza che noi abbiamo di non aver peccato mortale, che gravida sulla nostra anima.


La pace infine consiste nell'aver riportato vittoria sul mondo, sul demonio e sulle proprie passioni». (Epistolario II, pagina 189)