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Il  fenomeno delle guarigioni.          

Talvolta, o spesso, i movimenti pentecostali organizzano sessioni con grande partecipazione di gente avida di essere guarita dai mali fisici o morali che l'affliggono. Certi incontri sembrano obbedire più ad uno spirito consumistico e commerciale, anzichè evangelico. Laurentin fa notare come la grande pubblicità che fu data inizialmente alle guarigioni avvenute a Lourdes ha suscitato un grande entusiasmo popolare e ha fatto nascere molte illusioni e chimere. Oggi, si chiede Laurentin, non sta capitando lo stesso fenomeno in seno al movimento pentecostale cattolico, denominato "Rinnovamento dello Spirito"?

 

Dalla storia sappiamo che "guarigioni" considerate prodigiose sono avvenute sia nell'antichità, sia ai nostri giorni in ambienti estranei alle chiese cristiane ufficiali. Anticamente nelle città importanti dell'impero romano sorgevano templi in onore di Apollo, di Esculapio e di altri dei che godevano fama di "guaritori". Il più famoso era il tempio dedicato a Esculapio (Asclepio) a Epidauro. La sua fama durò dal 5° sec. a.C. fino al 426 d.C. Vi si trovava anche un grande edificio con 160 stanze riservate alla “Incubazione sacra”, cioè dove i devoti trascorrevano la notte nella speranza che Esculapio inviasse loro qualche segno di carattere terapeutico. Secondo Pausania il tempio era spesso teatro di guarigioni straordinario. Strabone afferma che il santuario ora sempre affollato di ammalati e dalle sue pareti pendevano numerosi "ex voto" (Toquet A cura pelo pensamento, S. Paulo, 1973, p. 12).

Nel 165 d.C. il geografo greco Pausania ebbe modo di leggere le sei stele, le cui iscrizioni, del secolo IV a.C., narravano le "gesta" di Esculapio. Tre di queste stele furono scoperte nel 1883: in esso si trova il racconto di 70 "miracoli" avvenuti in questa celebre località (Cousin, Relatos de milagros en los textos judios y paganos, V.D., Estella, '98, p. 45).

Weiser parla di Epidauro come della "Lourdes dell'antichità": a testimonianza dei "miracoli” compiuti dal dio della medicina Asclepio (Esculapio) restano tuttora una sessantina di iscrizioni (A. Weiser, O que è Magre, 1978, EP, S. Paulo, pp. 39 ss., 170-173).

Anche Pergamo era famosa per il suo "Asclepeion” dove tuttora si conservano lapidi che attestano i "miracoli" compiuti da Esculapio (Gallini '84). Interessante è il libro di ELIO ARISTIDE pubblicato recentemente da Adolphi dove si riporta una serie di discorsi che questi, ispirato da Asclopio, avrebbe tenuto col dio guaritore.

Nel secolo 18° in Francia, presso la tomba di un illustre giansenista, il diacono Francois Paris, subito dopo la sua sepoltura corso la voce che colà avvenivano fatti prodigiosi e dal 1728 al 1731 avvennero moltissimi "miracoli", otto dei quali di prima grandezza; secondo le cronache dei tempo. La cura o lo stimolo a questa epidemia di guarigioni prodigiose dovrebbe ricercarsi nel movimento giansenista di Port Royal che “aveva un debole per i miracoli”.

 

Dopo il 1731 incominciarono a verificarsi anche casi di convulsioni; esso divennero così frequenti che ogni giorno nel cimitero si poteva assistere a una straordinaria danza di convulsionari, alcuni infermi, altri perfettamente sani, tanto da provocare da parte dell'autorità pubblica la chiusura del camposanto. Alcune di queste convulsioni non erano se non una imitazione della vita di E Paris che dopo una giornata di rigido digiuno dopo le 6 di sera “son corps était agité de convulsions et de mouvements extraordinaires" (pp. 509- 510). Le convulsioni erano spesso accompagnate da fenomeni di carattere impressionante e raccapricciante.

Knox che ha dedicato decine di pagine a questo fenomeno singolare di, "miracolati" e di “convulsionari" fa queste osservazioni: “Ci siamo ormai familiarizzati con l'idea che, quando delle vigorose correnti di emotività, destate da una qualche crisi religiosa, si estendono a molte persone, esse possono dar luogo a delle reazioni fisiche anormali, che ne sono i prodotti derivati. Lo si è visto e lo si vedrà ancora ogni qual volta un grande predicatore entusiasmi gli astanti" (contaggio psicologico) (Knox, Illuminati e carismatici ‘70 Il Mulino, BO, pp. 5 13-514; 509 ss.).

 

Nel nostro secolo La Boirie, un'azienda agricola appartenente all'agronomo francese Jean Beziat, chiamata la "Lourdes laica” dal 1920 al 1926 funzionò come polo di attrazione di innumerevoli malati e fu testimone di innumerevoli "prodigi". Si calcola che ogni mattina vi affluissero almeno 500 persone. Si dice che Jean Beziat abbia anche guarito a distanza degli ammalati psicopatici, fenomeno che capita poco sovente a un guaritore (Toquet, Op. cit., pp. 68-71).

Dopo una simile carrellata di episodi di guarigioni prodigiose" fuori della chiesa cattolica, molti resteranno fortemente sorpresi e si chiederanno quale possa essere la causa vera del sollievo che possono provare tanti ammalati dopo aver partecipato a un rito religioso in cui si dà estrema importanza al "dono delle guarigioni".

Oscar Quevedo, che ha scritto un libro classico sui fenomeni delle "guarigioni" quasi istantanee, afferma che l'85% delle malattie sarebbero di carattere psicogeno, cioè sarebbero il risultato dell'impatto sopra il corpo di una immaginazione satura di emotività. Una simile affermazione sembrerebbe fantastica e abnorme, eppure essa è basata su dati clinici irrefutabili (O. Quevedo, Curandeirismo, um bem ou um mal?, Loyola, S. Paulo, p. 72).

Anzi secondo il dottor Josè de Flores Soares, che fu rappresentante dei medici brasiliani in vari Congressi internazionali di medicina, ben il 90% delle malattie sarebbero di carattere funzionale. Si tratta di un'affermazione che lascia sorpresi e perplessi i profani in materia di suggestionabilità (Friderichs, Panorama di Parapsicologia, 1979, pp. 95- 96). Tutti i manuali di medicina, ad esempio, riconoscono che molte malattie della pelle sono di origine psichica. In una clinica svedese su 108 malati di ulcera solo 3 non manifestarono fattori psicologici come responsabili della malattia (O. Quevedo, Op. cit., p. 62 ss.).

Hans Kueng nella sua opera intitolata Essere cristiani scrive: “La scienza medica, oggi consapevole come non mai della natura psicosomatica di gran parte delle malattie, conosce prodigiose guarigioni maturate in virtù di straordinari influssi psicologici, di una fiducia illimitata, di una fede" (p. 252).

Se apriamo la S. Scrittura possiamo cogliere questa osservazione che Luca fa a proposito di Gesù. Egli non solo guarisce ma libera gli uomini e li porta a condividere ciò che hanno e ciò che sono. In questo senso infatti deve essere intesa la frase con cui Pietro mette in evidenza l'attività "taumaturgica" di Gesù: "Gesù ... passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo” (At 10,38).

Il Cardinale Martini nell'aprile 1988, parlando ai 40.000 carismatici convenuti a Rimini in occasione dell'Assemblea del Movimento, alludendo forse al carisma della glossolalia e a quello delle guarigioni si espresse in questi termini: “Le soddisfazioni sensibili sono fiorellini primaverili, che sono così belli. Ma sono molto più utili i frutti dell'estate, cioè la carità, il sapere unire fede e vita" (Cfr Balistrieri, in “Avvenire" '88/IV/24, p. 10). Si tratta di un'osservazione fatta da un grande biblista e da una persona seriamente impegnata in campo pastorale,. che costituisce un punto di riferimento importante per una lettura della S. Scrittura fatta in modo intelligente, tenendo conto delle acquisizioni che in questo secolo sono maturate in campo esegetico e in campo pastorale.

Come intendere il fenomeno della Pentecoste descritto negli Atti?

Il racconto della Pentecoste (At 2) costituisce “la chiave di lettura” degli Atti: ciò che la precede ha la funzione di preparare l'avvento dello Spirito. E ciò che la segue è conseguenza dello Spirito Santo. Come nel Vangelo il personaggio principale è Gesù Cristo, così negli Atti il grande protagonista è lo Spirito Santo.

La pericope non costituisce un'unità chiusa in se stessa, ma è strettamente collegata col discorso di Pietro di cui è come il preludio (cfr At 2,15.33.38.29). Essa culmina con una espressione di meraviglia, di stupore dei rappresentanti di tutti i popoli: "tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: che significa questo?” (At 2,12). Tale stupore ha come uno sviluppo graduale nell'animo degli "spettatori" che per 3 volte si interrogano sul significato dell'avvenimento (cfr 2,7.8.12). Pietro nel suo discorso darà una risposta a questo interrogativo. Si nota uno stretto "parallelismo" tra la Pentecoste dei primi ebrei e la Pentecoste dei primi pagani che entrano a far parte della chiesa:

a) sia a Gerusalemme, sia a Cesarea "tutti” (pantes) ricevono lo Spirito (2,1.4; 10,44);

b) l'effusione dello Spirito provoca stupore e meraviglia (cfr At 2,7.12; 10,45);

c) sia nella Pentecoste ebraica come in quella dei gentili lo Spirito Santo è definito "dono" (cfr At 2,38; 10,45);

d) il "dono dello Spirito" provoca la "glossolalia" (il dono delle lingue): un fenomeno che non deve essere inteso nel senso di uno stato alterato di coscienza, ma piuttosto come un atteggiamento di gratitudine verso Dio che prorompe nella celebrazione delle "meraviglie di Dio" (cfr At 2,4.11; 10,46).

I vari "segni" o fenomeni descritti in questa pericope (rumore, vento, fuoco) sembrano alludere a quelli avvenuti nella teofania del Sinai così come sono descritti sia nel libro dell'Esodo (cfr Es 19,16) e come erano raccontati nel tardo giudaismo. Tali "segni" da sempre nella S. Scrittura sono la manifestazione visibile dell'irrompere del divino nel mondo degli uomini, quasi risonanza cosmica delle profonde trasformazioni che avvengono nelle persone.

La "tavola dei popoli" (una dozzina) simboleggia tutto il mondo destinatario del messaggio evangelico e riunito in un unico linguaggio dell'amore, dei rapporti fraterni, della solidarietà che è simboleggiata dalla "glossolalia". Lo Spirito della Pentecoste ristabilisce l'unità dei popoli che è stata infranta dallo spirito di orgoglio e di sopraffazione dell'antica Babele (Gen 11, 1-11).

Lo Spirito Santo è sceso sugli apostoli nel giorno in cui il popolo ebraico riunito in assemblea (cfr At 7,38) celebrava la promulgazione della Legge e l'Alleanza con Dio. La Pentecoste cristiana si presenta così come la festa della nuova alleanza che fa della chiesa il nuovo popolo di Dio. La nuova alleanza non è più fondata su prescrizioni di una Legge imposta agli uomini, ma nasce in virtù dello Spirito che trasforma i cuori e li rende atti a stabilire nuovi rapporti con Dio e con i fratelli.

Gli apostoli non parlano né ebraico né aramaico né greco, ma in modo da essere compresi da ogni popolo: segno che la chiesa non è legata né a una lingua, né a una cultura specifica “la chiesa cattolica non si identifica con nessuna cultura; la sua stessa essenza glielo impedisce. Tuttavia essa è pronta a intrattenere rapporti con tutte le culture" (Pio XII, 7.9.1955).

La Pentecoste, cioè l'azione dello Spirito, che spesso anche oggi si manifesta con segni molto provocanti, non deve ridursi a uno spettacolo, a un bene di consumo che serve a saziare la nostra curiosità: è invece un appello a stabilire nuovi rapporti con gli altri, rapporti di condivisione e solidarietà. La Pentecoste dà origine alla "missione della testimonianza”: la chiesa è il punto di partenza della testimonianza, ma nello stesso tempo essa nasce dalla testimonianza. Lo Spirito Santo è la fonte di questo dinamismo che mette in cammino la testimonianza.

 

Non cattolico. Dopo questa tua lunga chiacchierata, cosa mi vorresti dire?

 

Cattolico. Semplicemente di tener presente quello che afferma Oscar Quevedo e cioè:

a)     l'85% delle malattie sarebbero di carattere psicogeno, cioè sarebbero il risultato dell'impatto sopra il corpo di una immaginazione satura di emotività;

b)      che, secondo il dottor José de Flores Soares, ben il 90% delle malattie sarebbero di carattere funzionale;

c)      che in una clinica svedese su 108 malati di ulcera solo 3 non manifestarono fattori psicologici come responsabili della malattia. Non dimentichiamo, infine che Hans Kueng nella sua opera Essere cristiani scrive: “La scienza medica, oggi consapevole come non mai della natura psicosomatica di gran parte delle malattie, conosce prodigiose guarigioni maturate in virtù di straordinari influssi psicologici, di una fiducia illimitata, di una fede” .

 

Non cattolico. Conclusione: vorresti forse dirmi che tutte le guarigioni, gli influssi e la presenza dello Spirito Santo che noi avvertiamo sarebbero illusioni?

Cattolico. Ripeto: intendo dirti solo quello che ti ho detto poco fa. L’effervescenza, l’emotività o, spesso, l'esaltazione di alcuni gruppi di preghiera ottengono degli effetti che sembrano autentici "prodigi", ma in realtà, studiati bene, si tratta di forti influssi psicologici, mentre i miracoli da me segnalati hanno, per oltre il 95%, il timbro, o il dito di Dio, che vuol farci conoscere la Sua presenza, l'autenticità della Sua onnipotenza e la Sua approvazione divina.

 

Non cattolico. Bene, se cosi stanno le cose, devi anche rinnegare tutti i miracoli che vanno reclamando trionfalmente tanti cattolici e specialmente quelli che appartengono al Rinnovamento dello Spirito.

 

Cattolico. Io non rinnego nulla: né i miracoli trionfalmente affermati dai cattolici, e neppure quelli conclamati dai non cattolici. Consiglio soltanto di essere molto più cauti e di ricordarsi che tali fenomeni - di stampo piuttosto psichico - si verificavano già prima della venuta di Cristo tra i gruppi devoti di Esculapio.

In ultimo, facendomi discepolo dell'Eminenza Cardinale Carlo Maria Martini, voglio ricordare quel che egli diceva a Rimini nell'aprile del 1988, quando, ai 40.000 carismatici ivi convenuti, dava, delicatamente, questi consigli: “Le soddisfazioni sensibili sono fiorellini primaverili, che sono così belli. Ma sono molto più utili i frutti dell'estate, cioè la carità, il sapere unire fede e vita".

E noi sappiamo quanto numerose sono le persone - di qualunque estrazione - che danno quasi esclusiva importanza al "parlare le lingue" e alle "guarigioni". Pare che li consista tutta la loro fede. Perciò non perdiamoci dietro le appariscenze e cerchiamo di essere dei cristiani più autentici, veri testimoni di Cristo esercitandoci nella carità e nell'umiltà, allo scopo di edificare, sostenere e accrescere il Regno di Cristo nel mondo intero. Voglio concludere l'argomento del mistero e del Sacramento eucaristico con delle riflessioni mie, personali, che partono dal mio cuore di sacerdote, affascinato da questo grande mistero della nostra fede.

Gesù, Verbo eterno del Padre, ha voluto lasciare al mondo questa grande meraviglia soprannaturale, ed ha voluto renderla credibile alle menti più elevate e più umili con le prove più schiaccianti della Sua onnipotenza misericordiosa.

Leggendo libri che parlano dei portenti eucaristici e la vita di molti santi vi si trovano meraviglie affascinanti e sconvolgenti.

Se per raccontarvi fatti precisi e interessanti, vado a consultare dei libri, credo che dovrei scrivere ancora molto. Ma la mancanza di tempo e il troppo che ho già scritto in merito (anche se della Messa e dell'Eucaristia mi sono limitato a rispondere alle sole domande poste dal fratello non cattolico) mi fanno evitare questa tentazione e perciò mi limiterò a pochi casi, cosi come li ricordo.

 

- S. Lorenzo da Brindisi, Cappuccino, Sacerdote e Dottore della Chiesa, quando celebrava privatamente la S. Messa impiegava molte ore (6-7-8 ore). Una volta raggiunse le 12 ore! ... Durante la celebrazione cadeva in lunghe estasi che i confratelli potevano tutti constatare.

 

- S. Pasquale Baylon, patrono dei Congressi Eucaristici, era talmente innamorato di Gesù Eucaristia, che spesso riceveva la grazia di vederlo anche mentre pascolava il gregge. Da morto, mentre era nella bara, passava un sacerdote col SS. Sacramento. Il cadavere del Santo sollevò il busto e fece l'inchino a Gesù eucaristico.

 

- S. Luigi IX, re di Francia, viveva così intensamente la presenza di Gesù eucaristico, che quando la servitù corse da lui per avvertirlo e invitarlo a correre in Cappella ove Gesù, sotto l'aspetto di vezzoso bambino, si mostrava visibile e sorridente, egli rispose: “Io ho sempre creduto e credo fermamente che Gesù è presente nell'Eucaristia, e non è necessario che io Lo veda per credere". Ma la servitù insisteva: “Maestà, presto, correte venite a vedere...". E il re di nuovo: “Figliuoli, vi ho già detto che non è necessario che io Lo veda, perchè credo fermamente che Gesù è sempre vivo e vero, in anima, corpo, sangue e divinità, vero Dio e vero Uomo nella SS. Eucaristia". E non andò a vederlo.

 

- Conosciamo un pò tutti la storia della Beata Imelda Lambertini, patrona della Prima Comunione. Mi pare di ricordare che morì a 12 anni. Era in un monastero di suore e desiderava ardentemente ricevere Gesù Eucaristia. Ma la risposta era sempre negativa, perchè doveva aspettare altri 2 anni (allora i bambini potevano comunicarsi non prima dei 14 anni). Il desiderio di Imelda era troppo ardente. Era in coro che pregava Gesù di accontentarla. Le suore erano scese in Chiesa per la S. Comunione. Finite le S. Comunioni in Chiesa, il celebrante vide fuggire una particola dalla pisside che aveva in mano. Tutti meravigliati osservavano il prodigio. La particola volò in coro e si pose a poco più di un metro dalla testa di Imelda. Il sacerdote capì, prese la particola e fece la Comunione a Imelda. Finito il ringraziamento le suore, al suono della campana, andarono via dal Coro. Imelda, al suono della campana era sempre la prima ad alzarsi per obbedienza, ma quella mattina Imelda, le braccia al sen conserte, stringeva il Tesoro che era sceso nel suo cuore. La chiamarono, la scossero, ma Imelda non si muoveva. In un'estasi d'amore la piccola innamorata di Gesù Eucaristia era passata dall'esilio alla patria celeste.

Il Signore vi dia pace

Fra Tommaso Maria di Gesù

(fine dell'argomento)

 

BIBLIOGRAFIA

 

Franco Amerio: "Dottrina della fede", Ediz. Ares, Milano.

 

B. Castegnaro: "Catechismo agli adulti”, Edit. Giovanni Galla, Vicenza.

 

Enciclopedia Cattolica.

 

D. Pietro Canova, (CUM) Centro Unitario per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese.

 

Giulio Ricci: “L'uomo della Sindone è Gesù: ne diamo le prove", Ediz. Carroccio, Vigodarzere (PD).

 

 

PREGHIERA PER IL PAPA E PER L’UNITA' DEI CRISTIANI

 

"Signore, tu che hai dato a Pietro le chiavi del Tuo Regno per sciogliere e legare e ne hai fatto il fondamento roccioso dell'unità;

Tu che hai pregato per lui, affinchè egli confermasse i suoi fratelli;

Tu che al suo amore per Te hai affidato i Tuoi agnelli; concedici, Ti preghiamo, di saper verificare la nostra fede di singoli e di comunità su quella di Pietro vivente in mezzo a noi, e di saper pregare, a imitazione di Te, per lui, affinchè, vivendo il suo carisma di servizio e di amore, sia per tutti il segno visibile e la speranza incarnata della riconciliazione promessa.

Tu che riunisci i dispersi e li custodisci nel- l'unità, guarda benigno il Tuo gregge, perchè coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo formino una sola famiglia nel vincolo dell'amore e della vera fede".

 

Amen. Alleluia! Gloria  ...