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Il ritorno dell'Apologetica
Autore: Marco INVERNIZZI

Come sempre nella lunga storia della Chiesa, il cristianesimo va annunciato,insegnato e difeso, oltre che testimoniato con la vita.
Un libro ci aiuta a riscoprire importanza e bellezza dell’apologetica.


L’apologetica è il servizio che l’intelligenza di molti cristiani ha portato alla diffusione e alla difesa della fede per duemila anni. Santi, intellettuali, uomini e donne comuni hanno spiegato la ragionevolezza della fede di fronte ad altri uomini, che non credevano e che magari, spinti dalle loro argomentazioni, si sono lasciati convincere dalla Grazia divina che bussava ai loro cuori.
Apologeti illustri sono presenti in tutte le principali fasi della storia della Chiesa, dai padri apologisti greci e latini, grandi martiri e santi alcuni come Giustino (inizio II sec.-165), Ireneo (135/140-202/203), Giovanni Crisostomo (345ca-407), Cipriano (+258), Clemente alessandrino (+216/218) Origene (185ca-250ca) mentre altri hanno abbandonato la “via diritta” dopo essere stati grandi apologeti, come Tertulliano (160ca-240). Poi, con l’avanzare della storia della comunità cristiana, importanti apologeti hanno perfezionato la proposta cristiana, come i grandissimi santi Agostino (354-430) e Tommaso (1224-1274), uno all’inizio della prima evangelizzazione del mondo occidentale, l’altro nell’epoca in cui la civiltà ispirata dal Vangelo era nel pieno della sua realizzazione. Dopo l’epoca delle cattedrali, la sfida lanciata dal pensiero moderno alla proposta cristiana è stata raccolta da nuovi apologeti, come Blaise Pascal (1623-1662), i pensatori contro-rivoluzionari Joseph de Maistre (1753-1821) e Donoso Cortes (1809-1853), il cardinale John Henry Newman (1801-1890), impegnati a contrastare l’errore della pretesa illuministica di separare la ragione dalla fede.
L’apologetica è anzitutto uno stile, un metodo che, come scrive Gomez Davila (1913-1994), costringe l’apologeta ad essere probo anche nei confronti del demonio; uno stile di serietà scientifica, di verifica delle fonti, che usa le parole avendo cura di non offendere mai le persone, di rispettare l’avversario usando quella carità che spesso è più convincente di tanti ragionamenti.
L’apologeta non oppone una menzogna a un’altra, un “sentito dire” a un’opinione errata, ma cerca la verità e tace se non riesce a trovarla. Egli non parte dal presupposto che la Chiesa ha sempre ragione, ma esprime le ragioni della Chiesa e sa riconoscerne gli errori, quando e se ci sono. L’apologetica ha conosciuto un periodo di smarrimento dopo il Concilio Vaticano II. Una mal intesa concezione del Concilio lasciò credere che la ragione non serviva per difendere la fede, che non poteva cogliere nessun aspetto, neppure parziale, della verità, perché quest’ultima non è conoscibile. Fideismo da una parte, oppure razionalismo o scientismo che relegavano la fede nel campo delle opinioni private e superate.
Queste idee penetrarono anche dentro il sacro recinto – come denunciò papa Paolo VI – e in parte ancora vi rimangono.
Tuttavia una «nuova apologetica» – come l’ha chiamata Giovanni Paolo II parlando ai vescovi canadesi nel 1999 – sta crescendo, nuova perché cerca di tener conto delle caratteristiche dell’uomo contemporaneo così come è oggi, con i suoi difetti indotti da un lungo processo di secolarizzazione che si porta sulle spalle (che tutti ci portiamo come eredità di un’epoca). Un nuovo libro, Il tascabile dell’apologetica cristiana, tradotto dagli Stati Uniti, ci aiuterà a riprendere un discorso apologetico, sulla scia di una piccola ma significativa storia italiana cominciata con i libri di Vittorio Messori e seguita da altri.
Il libro è ben fatto: tocca aspetti fondamentali di un’apologetica cristiana (dall’esistenza di Dio alla divinità di Cristo, dai Novissimi all’evoluzionismo, ai miracoli). Rimangono ancora da affrontare i tratti specifici di un’apologetica cattolica (l’eucaristia, Maria, il Primato di Pietro), ma è lecito augurarsi che potranno essere affrontati in un prossimo libro, il secondo di una lunga e speriamo fortunata serie.





Ricorda
«… abbiamo bisogno di una nuova apologetica, adatta alle esigenze di oggi, che consideri che il nostro compito non consiste nel conquistare argomenti, ma anime, nell’impegnarci in una specie di lotta spirituale, non in una disputa ideologica, nel difendere e promuovere il Vangelo, non noi stessi. Questa apologetica avrà bisogno di respirare uno spirito di mitezza, quell’umiltà e quella compassione che comprendono le ansie e gli interrogativi delle persone e, al contempo, non cedono a una dimensione sentimentale dell’amore e della compassione di Cristo, separandoli dalla verità.
Sappiamo che l’amore di Cristo può fare molte richieste, proprio perché queste non sono legate al sentimentalismo, ma alla verità che sola rende liberi».
(Giovanni Paolo II, Discorso ai vescovi della Conferenza episcopale delle Antille, 7/5/2002).






Bibliografia
Peter Keeft - Ronald K. Tacelli, Il tascabile dell’apologetica cristiana, con un invito alla lettura di don Pietro Cantoni, trad. it. di Carlo Delnevo, Ares, Milano 2006, pp. 184, € 11.









IL TIMONE - Maggio 2006 (pag. 53)