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Quindi la nostra natura è rimasta buona in quanto alla sostanza, inclinata però al male. Quello,(poco, però anche molto, perché è la sostanza) che è rimasto di buono ha in sé la nostalgia di Dio, del ritorno a Dio. Perciò non ci stupisce che in tanti popoli, assieme alla cultura di ogni popolo, nasce la religione. O meglio sarebbe dire che assieme ad ogni religione nasce una cultura di una determinata popolazione, vedete l’anima di ogni cultura è profondamente religiosa, se non c’è religione, non c’è cultura. Ogni epoca, in ogni declino culturale, conosce anche il declino della sua religione. E’ una cosa che la storia ci insegna senza eccezioni di sorta.

Quindi ogni popolazione di questa terra appena comincia ad innalzarsi spiritualmente, culturalmente, ha anche una sua intuizione religiosa, che esprime il suo ritorno a Dio. Quindi vedete nelle forme delle religioni non rivelate c’è una certa sacramentalità, sacramentalità fondata su che cosa? Naturalmente l’uomo si guardava attorno e vedeva dei segni che potevano in qualche modo significare questo suo desiderio di ritorno a Dio, segni di cose sacre. Pensate ad esempio, alle abluzioni rituali. Il battesimo è certamente un qualche cosa di peculiare al cristianesimo, il battesimo nello Spirito Santo, però il battesimo di acqua è qualche cosa di diffusissimo in tante religioni. Ci sono delle abluzioni nella religione ebraica, sapete bene come erano rigorosi nel lavarsi la mani, come rimproverano anche a Gesù: "I tuoi discepoli non si lavano le mani prima di mangiare". Persino nelle religioni lontane da noi, come per esempio nell’induismo, questo lavacro nel Gange e via dicendo. Un elemento molto semplice, l’acqua, che però per la sua natura è adatta a significare la catarsi, la purificazione. Quindi in qualche modo ci sono dei sacramenti di natura. Nella creatura stessa l’uomo ha visto dei segni della sua riconciliazione con il Signore. Però questi segni sono stati sì creati da Dio, però non istituiti da Dio, come ciò che significa il divino. E’ l’uomo che ha pensato di poter vedere qualcosa di divino e di sacrale in quelle cose che ha trovato accanto a sé. Vedete così nascono i sacramenti di natura, con il grave pericolo delle superstizione, perché la superstizione consiste nel fatto che si carica di significato religioso, soprannaturale, qualcosa che non è adatto, per natura sua, adatto a significare qualcosa di religioso, di soprannaturale. Vedete c’è questo grave pericolo in una religione non rivelata, non sostenuta da Dio, al di là dei sacramenti di natura, di crearsi degli idoli, di adorare, dare il culto divino a qualcosa che non è né Dio, né istituito da Dio.

Vedete quanto è importante per la vita religiosa quello che si dice "la rivelazione". Vedete, miei cari, davanti a questo dovremmo sempre avere una grandissima riconoscenza rispetto a Dio, perché Lui non aveva nessun bisogno di parlarci. Ebbene, Lui si è compiaciuto di entrare in comunione con noi, di rivolgerci la sua parola, tramite i profeti e tramite il Figlio suo prediletto Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore.

Vedete questo mi pare che sia di primaria importanza, proprio perché al giorno di oggi questo senso della rivelazione sembra essere smarrito. Sono molti che la pensano così, pensate per esempio all’educazione religiosa nelle scuole. Ci sono stati tanti iscritti (Deo gratias) tuttavia la mentalità che si diffonde sempre più è questa: a scuola non va insegnata la religione cattolica, questa è una prevaricazione, un sopruso, è poco tollerante, bisogna insegnare una specie di sincretismo religioso. Vedete come il cristianesimo appare come una forma di religione tra tante altre. Un buon cristiano non può permettersi, senza fare un peccato, di parlare in questi termini. Peccato grave di mancanza di riconoscenza, perché se Dio ci ha parlato, la nostra religione non è più solo un’espressione del nostro desiderio di Dio, ma è un venire incontro a questo nostro desiderio dalla parte di Dio stesso, nientemeno che del Figlio suo unigenito.

Quindi i sacramenti soprannaturali sono sacramenti istituiti per autorità di Dio, per la divina rivelazione. Così la sacramentalità rivelata, divinamente istituita, inizia con l’economia dell’antica alleanza.. Pensate a tutto il libro del Levitino, dove ci sono tanti riti, il sacerdozio, la purificazione dei sacerdoti, l’istituzione dei sacerdoti nel loro ufficio, l’Altare degli olocausti, l’altare dell’incenso, quali sono le offerte pacifiche e quali sono le offerte cruente, quali sono le offerte parziali e quelle di completa consumazione con il fuoco, gli olocausti, tutto questo è esattamente prescritto come il Signore lo ha dettato a Mosè. C’è scritto nel levitico : "Dio ha parlato a Mosè e Mosè ha parlato così ai figli di Israele, dovrai fare questo e quest’altro..", vedete è Dio stesso che si è rivolto al suo popolo, gli ha manifestato la sua volontà, gli ha detto: "Vedi in quei segni e non in altri, si cela il significato sacro" Pensate all’agnello pasquale, per esempio, un sacramento dell’antica alleanza che per eccellenza è prefigurativo di Cristo. Un agnello pasquale, un agnello che significa il Signore crocifisso, il Signore che nella sua Pasqua diventa per noi vittima di espiazione, che ci lava nel suo Sangue, ci purifica, ci riconcilia con il Padre, vedete il significato pasquale del rinnovamento. Da quel pane con il lievito diventiamo il pane azzimo, vedete il sacramento prefigurato nella sacramentalità dell’antica alleanza.

Vedete come già nell’antica alleanza il Signore ha istituito già alcuni sacramenti, però questi segni sacri dell’antica alleanza si rapportano tutti al Messia venturo, cioè hanno il loro significato, la loro capacità di santificare per riferimento a Cristo venturo. San Paolo stesso ce lo dice, ci dice San Paolo che tutto quello che è stato scritto ai nostri antichi padri, cioè ai figli di Israele, è stato scritto per ammaestrare noi. Chi noi? Noi cristiani, si capisce. Quindi in qualche modo la rivelazione dell’antica alleanza è tutta protesa in vista di Cristo. San Paolo su questo è estremamente chiaro. La legge è un pedagogo, è uno che ci prende per mano e ci porta, educandoci, (è un processo educativo, pedagogico), ci conduce a Cristo. Quindi tutti questi sacramenti dell’antica alleanza nascondono profeticamente in sé il Cristo venturo.

"Ora è per questo che", dice San Tommaso, "i sacramenti dell’antica alleanza avevano un’efficacia, certamente, in vista della santificazione, ma non ex opere operato, bensì ex opere operandis". E qui bisogna chiarire questi termini.

Si dice che un sacramento agisce ex opere operato là dove, in qualche modo, ove è Dio stesso ad agire. Nel battesimo il bambino capisce ben poco di quello che succede. Certo ci deve essere l’atto dei suoi genitori, dei padrini, che non è mai privo di una certa remota disposizione. Tuttavia l’opera che si compie in lui è un’opera compiuta da Dio e dal suo Cristo, quel bambino, senza saperne nulla, diventa membro vivo del corpus Christi misticum, senza saperlo. Quindi per "opere operato" significa per un agire obbiettivo di Dio, indipendentemente da noi. Per fortuna! Pensate se le azioni sacre dipendessero tutte da noi, sfortunati noi, sappiamo bene come siamo imperfetti. Quindi Dio, nei sacramenti propriamente detti, ci santifica indipendentemente dalla nostra disposizione. Certo non deve esserci una preclusione da parte nostra, se c’è preclusione il sacramento, come si dice "non attacca", non produce il suo effetto. Tuttavia, se non c’è preclusione, Dio compie la sua opera tramite l’azione sacramentale.

Invece se noi prendiamo l’acqua benedetta, entrando in chiesa, un’altra usanza oggi un po’ in disuso, che però andrebbe praticata, si dice che non è più un sacramento, uno dei sette sacramenti, ma è un sacramentale. Che cosa significa? Che è anch’esso un segno sacro, però che non cela in sé la forza di Dio che obbiettivamente agisce, ma è per noi come un ricordo di una realtà sacra che ci santifica se noi ci pensiamo. Cioè se io mi faccio il segno di Croce con l’acqua santa, devo pensare a quello che faccio, devo pensare all’acqua santa e al suo simbolismo perché qualcosa succeda nell’anima mia. Non c’è una forza magica nell’acqua santa in sé stessa, dipende da me. Ecco perché si dice "ex opere operantis", per opera di chi agisce e non per opera di Dio che agisce indipendentemente da me. Così anche le benedizioni, la benedizione dipende sia dalla disposizione del sacerdote che benedice, sia soprattutto dalla disposizione del fedele che la riceve.

Ora i sacramenti dell’antica alleanza, dato che non c’era ancora il Cristo mediatore, non si era ancora incarnato il Verbo, che è strumento nel conferimento della grazia, ebbene dato che il Verbo non era ancora incarnato, i sacramenti protesi in vista di Cristo, ma non ancora mediati da Cristo, non avevano ancora un’efficacia intrinseca, però erano come dei ricordi, come dei richiami, come delle realtà che si protendevano profeticamente e misticamente verso il Cristo venturo. Vedete ogni sacramento dell’antica alleanza ha in sé una connotazione del Messia, della promessa della futura salvezza posta in quel popolo da parte di Dio che lo ha scelto come sua eredità.

Quindi in qualche modo, quando gli ebrei celebravano, per esempio, la cena pasquale, nella cena pasquale loro esprimevano la loro fede nel Messia venturo. E più viva era questa fede era nel Messia che doveva venire, più si santificavano. Vedete come dipendeva dalle loro disposizioni. Quindi c’erano coloro che lo svolgevano come un rito qualsiasi, tanto perché era comandato, quindi si faceva, ed altri che lo facevano con più meditazione, con più disposizione, con più interiorità. Ebbene, l’effetto di santificazione era diverso negli uni e negli altri.

Che cosa contraddistingue invece i sacramenti della nuova alleanza? L’istituzione divina, non solo da parte di Dio che si rivela, ma da parte del Dio del Verbo Incarnato, Gesù stesso ha istituiti i sacramenti della nuova alleanza. Perciò, dato che nei sacramenti della nuova alleanza agisce la virtù della Croce di Cristo (San Tommaso continuamente si esprime in questa forma, dice che nei sacramenti agisce la "virtus passionis Christi", la virtù, la forza redentrice della passione di Cristo), ora dato che i sacramenti della nuova alleanza sono istituiti da Cristo già venuto, dal Verbo già incarnato, dal Verbo la cui umanità ipostaticamente unita alla persona del Verbo, gloriosa alla destra del Padre, dal momento che tutto ciò si è già compiuto, i sacramenti istituiti dal Verbo incarnato possiedono un’intrinseca efficacia ex opere operato, come ho appunto spiegato.

Quindi, come dice appunto il catechismo, "sacramenta novae legis efficiunt it quod significant", i sacramenti della nuova legge producono efficacemente ciò che significano. E’ una cosa di capitale importanza, perché poi da questo dipende tutto il resto, possiamo subito concludere che se i sacramenti della nuova veramente realizzano ciò che significano, vuol dire che se il segno eucaristico è il segno della presenza del Signore, vuol dire, data l’efficacia reale di questo segno, che la presenza si realizza.

Quindi in sostanza bisogna partire proprio da questo, i sacramenti della nuova legge, a differenza dei sacramenti sia di natura che dei sacramenti della legge antica, i sacramenti della nuova legge non sono solo segni, ma sono segni efficaci di ciò che significano, dei segni che producono, che realmente pongono ciò che significano. E’ per questo che l’Eucarestia anzitutto è istituita da Gesù Cristo ed è istituita come segno efficace di grazia. Perché vedete i sacramenti istituiti da Cristo, tutti quanti, il battesimo, la cresima, la penitenza, tutti quanti significano una cosa sola: significano la grazia santificante. Però significano questa unica grazia sotto aspetti o rispetti diversi, con connotazioni diverse. Se no, non ci sarebbe bisogno di sette sacramenti. Se ci fosse solo un’unica grazia indifferenziata, c’era bisogno di un solo sacramento. Ebbene il Signore ha voluto istituire sette segni e sette cause distinte l’una dall’altra per conferire la stessa grazia, ma sotto aspetti diversi.

continua.....