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CAPITOLO XX

XIV APPARIZIONE

Mercoledì 3 marzo 1858 - Poco dopo le ore 9


Nuova assenza della Bella Signora. - Bernadette, accompagnata dalla mamma, giunse alla grotta alle ore set­te. La folla era enorme. Alcune testimonianze parlano di 4.000 persone, altre di 3.000, riunite sulle rive del Gave per assistere all'apparizione. Alcuni gruppi avevano addirittura bivaccato nei pressi della grotta per tutta la notte, ma il comportamento di alcune persone non era stato gradito alla SS. Vergine.

Infatti, Bernadette, con grande delusione di tutti, non cadde in estasi e non vide la Madonna. Dopo una lunga attesa con il Rosario tra le mani, si alzò triste e con gli occhi pieni di lacrime e si allontanò con la mamma in un silenzio profondo.

A casa, poco dopo, alcune buone persone la trovarono appoggiata contro un letto col viso tra le mani. «Che cos'ho fatto? - diceva. - La Signora è forse inquieta con me?».

Più tardi la Madonna le appare. - Verso le ore a otto e mezzo, Bernadette sentì un invito inspiegabile a recarsi alla grotta. La gente era diminuita di numero.

La Bella Signora le apparve subito e le disse il motivo per cui quel mattino non l'aveva veduta, un motivo ben tri­ste!

- Tu non mi hai veduta, perché vi erano delle persone venute qui solo per osservare l'atteggiamento che tu tenevi alla mia presenza e che non erano degne; hanno passato la notte alla grotta e l'hanno disonorata!

Non possiamo immaginare quanta pena abbia provato Bernadette. La grotta era ormai un luogo sacro; eppure tra tanta gente che vi si recava a pregare in pellegrinaggio, vi erano persone che non avevano portato rispetto nemmeno alla presenza della Regina del cielo.

Per la terza volta dal parroco. - Alla sera di quello stes­so mercoledì 3 marzo, Bernadette ritornò in canonica da Don Peyramale.

- Che vieni nuovamente a comunicarmi? - le fece il sacerdote.

- La Signora ha sorriso quando le ho detto che voi chie­devate un miracolo. Le ho detto di far fiorire il rosaio che le sta vicino. Ha sorriso di nuovo. Ma vuole la cappella.

- Li hai tu i denari per costruirla? - le chiese il parroco. - Io no, Signor Parroco.

- Nemmeno io. Di' alla Signora che te li dia!

Bernadette tacque, contenta di aver esposto di nuovo il desiderio della Madonna. Fece una riverenza e se ne andò.



Riflessioni: Rispetto per la casa del Signore

È ben triste il lamento della Madonna: «Tu non mi hai veduta, perchè vi erano delle persone venute qui solo per osservare l'atteggia­mento che tu tenevi alla mia presenza e che non erano degne; han­no passato la notte alla grotta e l'hanno disonorata!». La grotta era considerata da tutti ormai un luogo sacro, dove appariva la SS. Ver­gine, dove avvenivano miracoli, dove si pregava e continuamente ardevano ceri benedetti. Eppure anche questo luogo viene preso di mira dalla perfidia e dalla malvagità. Si va per spiare la veggente, onde poterla mettere poi in ridicolo anche per mezzo della stampa. È lo spirito con cui più tardi Emilio Zola andrà a Lourdes ed assi­sterà anche a miracoli, ma li interpreterà con calcolo di materialista tendenzioso.

Lo sdegno di Gesù contro i profanatori del tempio. - Gesù aveva un giorno scacciato i profanatori dal tempio con uno staffile. Oh, se tornasse oggi a cacciare dalle sue chiese coloro che vi entrano sol­tanto per soppesare le parole del sacerdote, per sindacare ciò che egli dice e badar bene che egli non difenda la legge di Dio oltre i limiti permessi dalla legge umana e dai compromessi della politica!

Come si sono moltiplicati i profanatori della casa del Signore!

Quale contegno devi tenere nella casa di Dio. - La chiesa è il centro della vita spirituale del popolo cristiano. Vi è presente Gesù; vi sono in adorazione la Madonna e gli angeli.

Quando entri in chiesa tu devi poter essere uno di loro.

Non parlare quindi in chiesa inutilmente. I tuoi occhi siano modesti, la tua preghiera umile e raccolta, poichè al contegno ester­no deve corrispondere il raccoglimento interno della mente: sei alla presenza di Dio che tutto vede!

Esaminati particolarmente sulla tua assistenza alla S. Messa domenicale, che è la rinnovazione del sacrificio della Croce.

Vi sono persone che vi assistono come l'Immacolata, come S. Giovanni, l'amore innocente; come la Maddalena, l'amore penitente; come le pie donne ed il centurione, la fede viva. Ma vi sono anche molte persone che vi assistono come i soldatacci, che tiravano a sor­te la veste di Gesù, come gli scribi e farisei, bestemmiando e goden­do della sua morte; come la folla indifferente e curiosa.

A quale gruppo vuoi appartenere d'ora innanzi?

Fioretto: Sarò puntuale alla S. Messa festiva e vi assisterò con rac­coglimento.

Giaculatoria: Adoriamo, ringraziamo, preghiamo e consoliamo con Maria Immacolata, il sacratissimo e amatissimo Cuore Eucaristico di Gesù!



«SE TU NON CREDI, CREDE TUA MADRE!» GUARIGIONE DI GABRIELE GARGÀM (20-8-1901)

Il 17 dicembre 1899 in uno scontro ferroviario presso Parigi, in cui trovarono la morte tanti viaggiatori, Gabriele Gargam fu estratto dai rottami e portato all'ospedale moribondo. Era un impiegato delle Ferrovie, non ancora trentenne e sino allora si era sempre dichiarato miscredente.

Quattro medici lo giudicarono inguaribile ed infatti dopo 20 mesi di ospedale, sembrava che non gli rimanessero più che pochi giorni di vita e ne fu perciò avvertita l'infelice madre.

Affranta dal dolore, ma piena di fede, essa venne in ospedale e propose al figlio di prender parte al pellegrinaggio nazionale, che sarebbe andato a Lourdes.

- Io, a Lourdes? Mamma, tu lo sai, io non credo!

- Lo so, figlio mio - risponde lei singhiozzando, - ma se tu non credi in Dio, crede tua madre e la Vergine di Lourdes ad una madre non negherà la grazia.

Vinto da queste parole Gargam accetta.

Il suo corpo è uno scheletro vivente. Gli si deve preparare una speciale barella perché possa sopportare il viaggio. Così il 20 agosto giunge a Lourdes e viene portato direttamente alla grotta. Qui si opera in lui il primo miracolo quello della sua conversione.

Si comunica infatti con una piccola particella di ostia, poiché non può più inghiottire e poi lo assale una grande commozione ed un desiderio di pregare.

Alle ore 16 Gargam viene portato alle piscine ed è immerso su di una tavola di legno poiché non può sopportare alcuna flessione. Alle ore 17 è schierato con gli altri malati sul piazzale, mentre passa la processione del Santissimo.

È pallido e ad un certo punto perde la conoscenza.

- Se muore - dice tra sé l'infermiere, - gli coprirò la testa e così nessuno si accorgerà di nulla.

Ma Gargam riapre gli occhi. Sente le preghiere che 30.000 perso­ne fanno a voce alta e tenta per tre volte di sollevarsi sui gomiti.

- Aiutatemi! - dice alle persone che gli sono accanto. - Aiu­tatemi!

Lo si aiuta e tra la meraviglia di tutti, egli si leva in piedi e fa anche qualche passo dietro al santissimo. Ma non ha né vestiti, né scarpe, perciò lo si ferma e lo si ripone sulla barella.

Ormai è guarito. La folla lo attornia. I barellieri lo difendono dal­l'entusiasmo e lo accompagnano all'ufficio delle constatazioni. Più di trenta medici, tra cui il celebre dottor Boissarie, constatano la sua guarigione improvvisa.

Il momento più commovente fu l'incontro con la mamma. Cia­scuno se lo immagini. Ambedue erano come paralizzati, soffocati dalla commozione e dalla gioia.

Da quel giorno Gargam divenne barelliere. Passò lunghi mesi dell'anno a Lourdes e nel 1951 vi ha celebrato il cinquantenario del­la sua guarigione, che resta una delle più strepitose.



CAPITOLO XXI

XV APPARIZIONE

Giovedì 4 marzo 1858 - Poco dopo le ore 7


Si era diffusa intanto la voce che la Madonna sarebbe apparsa per l'ultima volta ed avrebbe operato il miracolo del rosaio. Era infatti l'ultimo giorno della quindicina richie­sta dalla SS. Vergine. I pellegrini si mossero da ogni parte. Testimonianze discordi parlano di una folla da 8.000 sino a 15.000 persone e forse più. Le autorità, prevedendo un grande afflusso di gente, avevano predisposto un servizio d'ordine per quei tempi imponente e quando, poco dopo le sette, giunse Bernadette avvolta nel suo mantello bianco, due gendarmi le fecero largo fino alla pietra su cui soleva inginocchiarsi. La giovinetta, che era già stata in chiesa a pregare, sembrava assorta profondamente e non si accorge­va nemmeno di tutto il trambusto che vi era attorno a lei e delle grida di entusiasmo della gente che la chiamava a gran voce.

L'apparizione. - Appena Bernadette ebbe incominciato la recita del S. Rosario, col cero acceso e la corona in mano, la gente fece silenzio. Alla terza Ave Maria del secondo mistero, il volto della veggente si trasfigurò. Essa vedeva la Bella Signora; le sorrideva o si faceva triste, secondo l'atteggiamento della Madonna. Dirà più tardi che la SS. Vergine si rattristava quando pensava ai poveri pec­catori e le raccomandava di pregare per loro.

Ad un certo punto Bernadette si alzò e si portò sotto la volta della grotta, vicina vicina alla Madonna, sorridendo e salutando. La cugina Giovanna Védère la seguì e, ad appa­rizione avvenuta, si sentì dire da Bernadette: - Se tu avessi steso la mano, l'avresti toccata!

Ritornata al suo posto Bernadette continuò la recita del S. Rosario, che del resto non aveva mai interrotto. Durante questa quindicesima apparizione, la più lunga forse di tut­te, la veggente fece scorrere per ben tre volte la corona per intero. Poi si alzò nuovamente e ritornò vicino alla Bella Signora sorridendo. Alla fine, imitando la SS. Vergine, fece un bel segno di croce e la visione sparì.

Bernadette se ne andò silenziosa e profondamente assorta.

La gente era stata delusa. Il rosaio non era fiorito. Cio­nonostante migliaia di persone accompagnarono Bernadet­te alla sua povera stamberga di via Piccoli Fossati e qui tutti vollero abbracciare la giovinetta. Si stabilì finalmente un po' d'ordine e per ben due ore i pellegrini sfilarono ed abbracciarono Bernadette.

«Chiedile il suo nome!». - Nel pomeriggio, come attesta la cugina Giovanna Védère, Bernadette si recò a ricordare al parroco i due messaggi della Madonna, ma il sacerdote non aveva mutato la sua richiesta: - Che la tua Bella Signora dica il suo nome! Se sapessi che è la Madonna, farei tutto ciò che desidera... Ti ha detto che ritornerà?

- No, signor parroco.

- Ti ha detto che non ritornerà più? - Nemmeno questo, signor parroco.

- Ebbene, se ritornerà, la pregherai di dirti il suo nome! Così aveva termine la quindicina promessa da Bernadet­te alla SS. Vergine. Troppe cose tuttavia rimanevano sospe­se e la giovinetta aveva in cuore la ferma fiducia che l'a­vrebbe veduta ancora.

La prudente condotta di don Peyramale. - Giustamente Lourdes ha innalzato un monumento a questo degno sacer­dote, generoso soprattutto con i poveri, di carattere franco, a volte impetuoso e deciso, ma retto e prudente. Fu il vero uomo di Dio, dalla scorza rude, ma buono nel cuore, che amerà a suo modo e difenderà Bernadette, la guiderà sapientemente e non permetterà ai nemici della Chiesa, sempre pronti a gridare alla montatura del clero, di specu­lare sugli avvenimenti della grotta. Solo tenendo presente la mentalità del secolo si comprende la condotta di Don Peyramale. Egli chiese senza reticenze alla Madonna, come prova, un miracolo e proibì al suo clero di recarsi alla grot­ta. Asteniamoci, cari confratelli, - egli diceva ai suoi sacerdoti - dal farci vedere alla grotta... Se la faccenda avesse da fallire, ci copriremmo di ridicolo... e per colpa nostra la religione ne sarebbe danneggiata... il divino non ha bisogno di noi per vincere!».

Con queste ultime parole egli definiva bene la missione del sacerdote, quale collaboratore, così imperfetto a volte, dell'opera invisibile di Dio nelle anime.



Riflessioni: Il sacerdote [SM=g27998]

È un altro Gesù. Ha le mani consacrate, amministra i Sacramenti, consola, accoglie, guida, perdona. Pur essendo un uomo, deve ave­re il cuore in cielo e cercare di condurvi quelle anime che Dio gli affida.

Figura complessa quella del sacerdote, vocazione difficile, ben­chè sia senza dubbio la più bella!

Come il mondo giudica il sacerdote. - I più benevoli spesso lo giudicano un illuso; i malevoli lo credono un ipocrita, che non prati­ca quello che insegna. Chi lo pensa un parassita della società, chi ne ha paura superstiziosa, come se si trattasse di un essere misterioso; chi lo odia per la franchezza con cui difende gli interessi di Dio, della Chiesa, e dei poveri; chi tenta di sfruttare la sua posizione ed il suo ascendente, perchè sa che il prete accoglie tutti e non pretende riconoscenza!

I tuoi sacerdoti. - Ama i tuoi sacerdoti, difendili, prega per loro e sappi compatire un loro scatto, un'impazienza, una manchevolezza. Aiutali a portare il loro pesante fardello di responsabilità e riguardali come Gesù stesso. Con Gesù avresti certo confidenza, ma unitamente un grande rispetto e riverenza.

Preghiera per i sacerdoti. - Cuore Immacolato di Maria, Madre del Sacerdote Eterno: Gesù, accogli le preghiere, le azioni e i sacrifici che io ti offro in questo nuovo giorno, per tutti i tuoi figli prediletti, secondo le intenzioni del tuo materno amore per essi.

Incatenali sempre più al tuo Cuore; proteggili e liberali da ogni assalto del maligno; rendi fecondo il loro ministero e fa' che la tua benedizione sia sempre sopra di loro.

Fa' che siano tuoi nella volontà, nel pensiero, nel cuore e nel corpo. Ispirali perchè ogni cosa sia pura ed accetta al momento del Sacrificio immacolato.

Rendili santi, o Buona Madre, come il tuo e il nostro cuore ardentemente desidera. Amen.

Fioretto: Saluterò per via, senza rispetto umano, i sacerdoti che incontrerò.

Giaculatoria: O Maria, Regina del clero, prega per noi e ottieni­ci numerosi e santi sacerdoti!



UN ESAME SULLA VOCAZIONE SACERDOTALE [SM=g27985]

Il parroco, celebrata la Messa, passeggiava malinconicamente nell'orticello. La Lega «rossa» doveva inaugurare il vessillo nuovo. Un canto lontano lo scosse: Bandiera rossa!...

Veniva il corteo. Egli salì su di un rialzo e guardò. Erano loro, i figli del suo cuore, per i quali aveva sacrificato la vita, che conosce­vano il suo zelo. Il frutto di tanti anni di lavoro era scomparso. Tutto crollato... Ed il povero parroco piangeva.

Una scampanellata. Un giovane, Enrico, che pochi giorni prima aveva ottenuta la licenza liceale, si presenta a lui, per l'esame della vocazione. Vuole ora sapere la parola decisiva.

- Tu, prete? - gli chiede il sacerdote, mentre dalla piazza la fol­la impreca: - Alla forca í preti!

- Li vedi? - singhiozza il parroco. - Son vissuto povero per abbel­lire la loro chiesa; ho sofferto tutte le privazioni per dare il pane ai loro orfani. Ed ora... li vedi? Vedi che cos'è una vocazione? Sei tu disposto ad amare questa turba che odia, e benedire questa orda che maledice? - Sì, - risponde il giovane puro.

- Ebbene, va! L'esame sulla vocazione è fatto. Entra in seminario. Un sasso passava frattanto sulle loro teste... (Da: Chiot - Novelle: La Vocazione).