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CAPITOLO XXX

«NON TI PROMETTO DI FARTI FELICE IN QUESTO MONDO»


Con alterne vicende riguardo alla salute, Bernadette potè compiere il suo noviziato ed il 30 ottobre 1867 rin­novò la professione religiosa temporanea. Quella fatta in punto di morte infatti, avendo ricuperata la salute, non aveva più che un valore simbolico. Per dieci anni Suor Maria Bernarda, come si chiama adesso, rinnoverà la pro­fessione annuale, come è usanza tra le Suore della Carità di Nevers.

Essa non sarà mai una suora di grande vita attiva, non saprà e non potrà fare gran cosa, ma non le mancherà mai la buona volontà di rendersi utile in qualche modo. Le affi­dano infatti l'infermeria, come aiuto infermiera, per cinque o sei anni, e tutte le ammalate scoprono in lei una delica­tezza di tratto ed umiltà di servizio che la rende ammirevo­le. Così Bernadette viene a trovarsi continuamente nel regno della sofferenza come infermiera e spesso come inferma, e può aiutare, più coll'esempio che con la parola, le sue consorelle a soffrire generosamente. La salita verso il suo Calvario è lenta, ma continua e perversante. Da lei il Signore richiede solo sofferenza meritoria per la conversio­ne dei peccatori, sofferenza fisica e sofferenza nascosta del cuore. Come per Santa Teresa del Bambino Gesù infatti, anche per Bernadette vi sarà una maestra, Suor Maria Tere­sa Vauzou, la quale, con le migliori intenzioni, si incari­cherà a dovere di tenerla umile, mettendo talvolta a ben dura prova la sua virtù. È in questo martirio quotidiano e nascosto che Bernadette Soubirous raggiunge il culmine della santità ed un giorno sarà innalzata alla gloria dei santi non per aver veduto la Madonna, ma per aver praticato eroicamente la virtù.

Le tappe di un lungo martirio. - Nel mese di marzo del 1871, una serie di lutti colpisce i familiari di Bernadette, tra cui il babbo a 64 anni di età e la zia Lucia a 32 anni soltan­to. La Francia attraversa un periodo cruciale, dopo la scon­fitta di Napoleone III da parte della Prussia. L'ateismo rinvi­gorisce e prende di mira anche le asserite apparizioni di Lourdes. Bernadette soffre di tutto questo, ma il suo fardel­lo si aggrava ancora. La sua salute è di nuovo precaria. Il 3 giugno 1873, riceve per la terza volta gli ultimi sacramenti e tutti attendono la sua fine. Si riprende ancora, ma il suo martirio si fa sempre più duro. Un grosso tumore, con ascesso e carie ossea, l'ha colpita al ginocchio destro, cau­sandole dolori acutissimi. Ha. frequenti crisi di asma, emot­tisi, stenta a camminare, ma il suo volto è sereno.

- Ora la mia passione durerà fino alla fine! dice con accento profetico.

Durante la notte non un moto di impazienza, ma solo un gemito, mentre le lacrime le rigano il viso. Al mattino una sola è la sua preoccupazione, quella di non aver per­messo alla Suora infermiera di dormire.

- Non avete dormito? chiede umiliata, come se chie­desse scusa per una mancanza.

Eppure quando le dicono: - Andiamo a pregare perché Dio vi allevii il dolore.! - Bernadette supplica: -No, non sollievo, ma forza e pazienza!

Rinuncia anche alla speranza di un pellegrinaggio a Lourdes dicendo:

- Lourdes non è per me. Vedrò la Madonna in cielo; sarà più bello!

Tramonto sereno. - Così giunge sino alla primavera del 1879. Pochi mesi prima, il 22 settembre 1878, Suor Maria Bernarda ha potuto finalmente consacrarsi a Dio con i Voti perpetui.

Il male ha invaso tutto l'organismo. Non si può più nutrire e perciò appare smagrita e debole. Il 19 marzo rice­ve un'ultima volta il S. Viatico e l'Estrema Unzione. La sua raccomandazione preferita è che si preghi per lei dopo morta: - Si dirà: «Quella Suor Maria Bernarda era una santo­na», e mi lasceranno ad arrostire in Purgatorio!».

Il mercoledì di Pasqua, 16 aprile 1879, seduta su di una poltrona perché si sente mancare il respiro, Bernadette aspet­ta la morte, aspetta la Bella Signora che venga a prenderla:

- L'ho vista -, mormora guardando la statua della SS. Vergine - l'ho vista! Oh, com'era bella e come ho fretta di andare a rivederla!

Poi scandisce lentamente: - Mio Dio, ti amo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le mie forze...

Le sue ultime parole sono queste:

- Santa Maria, Madre di Dio, pregate per me, povera peccatrice... povera peccatrice!

Con questo atto di umiltà l'innocente Bernadette Soubi­rous reclina il capo e spira. Sono le 15,15 del 16 aprile 1879. Ha 35 anni e tre mesi.

La storia meravigliosa di Lourdes è chiusa? No, non è chiusa. La vallata del Gave diverrà sempre più terra dei miracoli, il regno dell'Immacolata, a cui accorreranno i suoi figli da tutto il mondo.

La glorificazione. - La salma di Bernadette, esposta per tre giorni alla venerazione della folla che non si sazia di visitarla, viene seppellita il 19 aprile, nella cappella di S. Giuseppe, alla Casa Madre delle Suore di Nevers.

Quando, nel 1909, trent'anni dopo, si procede alla sua ricognizione, il corpo appare intatto, appena rinsecchito. Il viso e le mani sono bianche.

Dopo il processo informativo, viene introdotta la causa di beatificazione nel 1913. Il 14 giugno 1925 la malatina di via Piccoli Fossati è proclamata Beata ed il giorno 8 dicem­bre del 1933, è coronata dell'aureola dei Santi, nella basili­ca di S. Pietro, da Papa Pio XI.

Il suo corpo, rivestito di cera, riposa in un reliquiario, nella cappella della Casa Madre delle Suore di Nevers.



Riflessioni: La morte dei Santi

Tutti temono la morte, anche i santi a volte. Essa non cesserà mai di essere il castigo più evidente del peccato di origine. La stessa paura che ci incute, dice chiaramente che non eravamo fatti per morire e tutto il nostro essere resta proteso verso la vita, come l'ago della bussola verso il Nord magnetico.

Ma quanto è diversa la morte dei santi e dei buoni cristiani, che considerano la morte come l'inizio della vera vita in seno a Dio, dal­la morte piena di timore per ciò che sarà dopo la tomba per gli empi!

La certezza della morte, che nessuno può lasciare illuso, neppure i buoni, è compensata per questi dalla certezza della beatitudine senza fine, quale può fornire solo una coscienza limpida e pura.

Si muore una volta sola. - Se fosse possibile morire due o più volte, la morte perderebbe subito il suo volto terribile; poiché, se una esistenza fosse stata sciupata una prima volta, si potrebbe alme­no rimediarvi una seconda, od una terza volta. Si muore invece una volta sola e l'anima resta stabilita in eterno nello stato di amicizia con Dio o meno, secondo che è stata trovata in Grazia o no, all'i­stante in cui è spirato il periodo di prova, che è la vita.

Medita spesso sulla morte e sulle sue circostanze, che il Signore ci tiene nascoste, invitandoci a vegliare sempre». Dove, come, quan­do morrai?

Da quel punto estremo devi abituarti a considerare ed a vedere le cose di quaggiù e le vicende della tua vita!

«Prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte!». - Quale consolazione tuttavia deve essere per un'anima, sentire accanto a sé in quell'estremo momento, una mamma, un'avvocata come Maria! stringere tra le proprie mani la sua corona e presentarsi con essa al tribunale di Dio!

Se in vita l'abbiamo invocata spesso e di cuore con le parole del­l'Ave Maria, Essa non mancherà di esserci vicina, di difenderci e di introdurci con Lei in cielo.

Nell'ora della mia morte, O MARIA, che già tante volte invocai, accorri presso il mio letto, come farebbe mia madre, se fosse ancora viva. Forse la mia lingua paralizzata non potrà più invocare il Tuo Nome, ma il mio cuore continuerà a ripeterlo. Ora ti invoco per quel momento decisivo. Spirerò solo, senza umana assisten­za?... Io morrò sorridente, perché ci sarai Tu! Lo spero, lo credo, ne sono certo!

Mons. Millot Vicario Generale di Versailles

Fioretto: Chiuderò le mie giornate con un bell'atto di pentimento, rivolgendomi la domanda: Che sarebbe di me, se dovessi morire questa notte?

Giaculatoria: Nostra Signora di Lourdes, prega per noi!



IL ROSARIO DEL SOLDATO MORENTE [SM=g27985]

Siamo nella guerra del 1914. Sulla frontiera franco germanica un soldato francese viene ferito gravemente da una fucilata nemica. Due compagni accorrono e lo mettono su di una barella.

- No - dice il ferito, - lasciatemi morire qui. Sto troppo male. - È ordine dell'ufficiate!

- Allora ubbidite.

I due si mettono in marcia verso il posto di medicazione più vici­no. Dietro a loro arriva di corsa anche l'ufficiale; vuol bene al suo “ragazzo vadano”, il migliore della compagnia, e vuol rendersi conto personalmente del suo stato di salute.

Camminarono in silenzio per un buon tratto. Le prime luci del­l'alba incorniciavano i monti lontani. Ad un certo punto, il ferito fece un segno e chiamò l'ufficiale.

- Vuol bere?

- Per favore, mi dia il S. Rosario, che sta nella mia tasca destra. L'ufficiale l'accontentò subito. La mano che si tese a prendere la corona era bianchissima; anche il viso era bianco e gli occhi soc­chiusi. L'ufficiale guardava quella mano penzoloni che sgranava il Rosario sempre più lentamente. Terminata la prima decade di Ave, l'ufficiale diede l'alt. I due soldati si fermarono e deposero la barel­la. Soltanto allora s'accorsero che la corona era caduta ed il loro compagno era spirato! (Da: «Madre e Regina,)



CAPITOLO XXXI

CATERINA LABOURÈ (1806 - 1876) E BERNADETTE SOUBIROUS (1844 - 1879)


Prima di terminare queste pagine mi sia lecito fare un parallelo, anche se piuttosto esterno e superficiale, tra le due figure più interessanti della storia mariana del secolo scorso, per meglio conoscerle, ammirarle e soprattutto imi­tarle: Caterina Labouré e Bernadette Soubirous.

I motivi per cui l'Immacolata ha scelto l'una perché ci trasmettesse la Medaglia Miracolosa e la giaculatoria, e l'al­tra perché facesse sgorgare la polla d'acqua miracolosa di Lourdes, li possiamo forse intravedere, ma solo la Madonna li conosce appieno.

Intellettualmente né l'una né l'altra erano aquile. Berna­dette non riusciva a ritenere a memoria le risposte del cate­chismo e dovette sudare per imparare a leggere e scrivere.

Di Caterina troviamo scritto nel giudizio dato dai supe­riori al termine del suo noviziato: «Sa leggere e scrivere per conto suo». Più tardi, è vero, dovette esercitarsi nella scrittu­ra, per poter fissare sulla carta i particolari delle apparizioni ricevute. Tuttavia non fece molto progresso, perché i suoi autografi denotano sempre una mano incerta e pesante, come se impugnasse ancora la zappa, anziché la penna.

La loro salute. Di complessione robusta come le tena­ci contadine della Borgogna (estremo Nord della Francia), Caterina era nata il 2 maggio 1806, al culmine della gloria di Napoleone I, ed aveva preso il nono posto in una fami­glia che doveva contare 11 figli. Persa la mamma a nove anni di età, Caterina fu la mamma dei fratellini e per segui­re la sua vocazione dovette lottare contro il volere del bab­bo per due anni.

Bernadette invece, cagionevole di salute fin dall'infanzia, travagliata dall'asma, era nata a Lourdes (estremo Sud della Francia) ai piedi dei Pirenei, il 7 gennaio 1844. Trentacin­que anni di vita e poi la tisi ossea e l'asma pongono fine alla sua esistenza, in cui il dolore fisico soprattutto ha la prevalenza, il 16 aprile 1879.

Caterina era morta tre anni prima nel 1876, l'ultimo gior­no dell'anno, ma a quasi 71 anni di età.

La sua vita non appare tanto travagliata dal dolore fisico, quanto dal martirio interiore, dall'eroismo di un nascondi­mento che non ha eguale.

I favori celesti. - Condotta a Parigi dal Signore, Caterina aveva ricevuto le apparizioni celesti dell'Immacolata nei primi mesi del suo noviziato, nella cappella della casa madre delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, quando ormai per lei il mondo era una cosa lontana (1830). Aveva 24 anni.

Bernadette invece, quando venne fermata quasi d'im­provviso dalla Madonna alla grotta di Massabielle, nel rigi­do febbraio 1858, era una delle bimbe più semplici e buo­ne del suo paese.

Aveva 14 anni. Non sapeva mentire, non pensava affatto di farsi suora. Per lei (come per la veggente di Fatima) la vocazione fu, direi, una conseguenza dei favori celesti straordinari ricevuti, mentre per Caterina la vocazione reli­giosa precedette le apparizioni di Maria.

A Caterina Labouré la Vergine apparve tre volte, le lasciò posare le mani sulle sue ginocchia, la trattenne in colloquio nel cuore della notte e le affidò la missione di far coniare una medaglia su modello preciso: quella che poi il popolo denominò «Medaglia Miracolosa».

A Massabielle invece la Bella Signora appare per 18 vol­te, dall'11 febbraio 1858 al 16 luglio dello stesso anno, qua­si sempre poco dopo l'alba, nella nicchia della roccia. Popolarità di Bernadette e nascondimento di Caterina.

- Suor Caterina rimase per tutta la vita in incognito. Ber­nadette fu venerata dalla folla, che non si stancava di vederla.

Caterina assistette ai miracoli che ogni giorno operava la Medaglia, la distribuì copiosamente, ma nessuno mai sep­pe, eccetto il suo confessore ed i suoi superiori, che fosse stata la fortunata veggente della Medaglia Miracolosa. Solo dopo la sua morte, si seppe che quell'umile suora era stata la prediletta della Madonna. Silenzio senza dubbio eroico, ma eroico perché umile.

La notizia invece delle apparizioni di Lourdes fece subi­to il giro del mondo, riportata dai più grandi quotidiani, anche dai più ostili a fatti di carattere soprannaturale. La Francia intera col suo Napoleone III si commosse. Nei pia­ni della Provvidenza, Lourdes doveva avere ed ha tutt'oggi, uno scopo apologetico della fede ben maggiore.

Poi si mossero i primi pellegrinaggi. Accanto alla grotta era sgorgata l'acqua dei miracoli.

Bernadette continuò a vivere con semplicità, in mezzo a tutto quel trambusto ed in mezzo alle aspre battaglie e lun­ghi interrogatori dell'autorità civile e religiosa, quasi ignara della parte che la sua persona aveva in quegli avvenimenti. Essa viveva assorta nel pensiero della Vergine, compresa da un immenso desiderio di pregare e soffrire per i peccatori.

A 22 anni compiuti finalmente, Bernadette entra in novi­ziato tra le Suore della Carità di Nerves. Diviene Suor Maria Bernarda e raggiunge la perfezione attraverso la semplicità e la sofferenza (nella sua vita riceverà ben quattro volte l'E­strema unzione).

Suor Caterina, secondo l'indirizzo della spiritualità vin­cenziana, attende alla perfezione attraverso la semplicità e la carità verso il prossimo sofferente, nell'ospizio dei poveri vecchi di Enghien (Parigi).

La loro gloria. - Cinquantasette anni dopo la sua mor­te, le mani di S. Caterina, che avevano toccato la SS. Vergi­ne, vengono trovate intatte. Trent'anni dopo la morte di Bernadette, anche il suo corpo viene trovato intatto e can­dido.

La canonizzazione di S. Bernadette Soubirous avviene 1'8 dicembre 1933; quella di S. Caterina Labouré il 27 luglio 1947.

Le apparizioni del 1830 hanno preparato la definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, avvenuta nel 1854. Lourdes ne fu come la conferma, Fatima il compimento, con la devozione al Cuore immacolato di Maria.

Non tutti potranno recarsi a Lourdes, a Fatima, ma ovun­que giunge e può giungere l'acqua miracolosa e la Meda­glietta dell'Immacolata.

La risonanza e le conseguenze sociali ed apologetiche delle apparizioni di Parigi, di Lourdes e di Fatima, in due secoli razionalisti e sprezzanti di tutto ciò che può aver sentore di soprannaturale, furono e sono grandi. La Madon­na non abbandona i suoi figli!

Riflessioni: Assunzione, Regalità e Maternità di Maria

Definizione dell'ultimo dogma mariano. - Il 1° novembre 1950, Anno Santo, il ciclo mariano iniziatosi e svoltosi con la proclamazio­ne del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria e con le appari­zioni di Parigi, Lourdes e Fatima, aveva, direi, il suo compimento. La definizione del dogma dell'Assunzione di Maria in corpo ed anima al cielo, era una conseguenza logica della sua Concezione Immaco­lata. Esente fin dal primo istante della sua esistenza dalla macchia d'origine, in vista della sua maternità divina, Maria SS. non doveva soggiacere e non soggiacque alla corruzione del sepolcro.

Il suo corpo purissimo, senza attendere la risurrezione finale, fu portato in cielo dagli angeli trionfalmente, appena Essa si fu addor­mentata nel Signore e lassù fu coronata Regina degli angeli, dei san­ti e degli uomini.

Maria Regina. - L'eco della definizione del dogma dell'Assun­zione di Maria non era ancora spento, che il Papa Pio XII, il 1 ° novembre 1953, alla vigilia dell'Anno Mariano, proclamava solenne­mente ed ufficialmente la Regalità della Madonna.

Allora fu compresa da tutti la belleza della visione di S. Giovanni Evangelista nella sua Apocalisse: - Una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi ed in capo una corona di dodici stelle.

Tuttavia, benché librata così in alto - nell'azzurro, lontana appa­rentemente da noi, Maria, che per ben tredici volte noi invochiamo col titolo di Regina nelle litanie lauretane, resta pur sempre la nostra buona Madre di Misericordia. Se il suo trionfo ci fa gioire come figli, il suo potere sul cuore di Gesù, suo Figlio e nostro fratello, aumenta la nostra fiducia perché peccatori.

Madre della Chiesa e Madre nostra. - Fu durante il Concilio Vaticano II, che il Papa Paolo VI, il 21 novembre 1964, proclamò solennemente Maria Madre della Chiesa, perché Madre di Gesù, Capo del Corpo Mistico, e quindi Madre di tutte le altre membra che siamo noi.

Nello stesso tempo Maria è anche figlia della Chiesa, perché pri­ma dei redenti, redenta in modo singolare da Cristo, suo figlio. Così Maria fa parte della Chiesa come noi e ne è la Madre. Essa occupa il posto più vicino a Dio ed il più vicino a noi.

Preghiera di S. Bernardo alla SS. Vergine (Memorare). - Ricor­dati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che alcuno abbia fatto ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da que­sta.fiducia, ancb'io ricorro a te, o Madre, Vergine delle vergini, a te vengo e, pentito, mi prostro davanti a te. Non respingere, o Madre del Verbo, la mia supplica, ma ascolta benigna ed esaudiscimi. Amen.

Propositi di fine mese. - Oggi, al termine del mese mariano, ti voglio suggerire le parole di un'anima santa, perché le scolpisca nel tuo cuore e ti studi di tradurle in pratica nella tua vita: «Date, date sempre: Siete ricchi: soccorrete. Siete poveri: consolate Non avete nessun ascendente: amate. Siete soli: pregate.

Date una parola, una moneta, un sorriso, un saluto. una pre­ghiera.».

Giaculatoria: O Regina, assunta in Cielo, prega per noi!



OMAGGIO DI FIORI ALLA VERGINE RICOMPENSATO

Un religioso predicando gli esercizi spirituali alle signore di Nancy in una conferenza aveva detto che non bisogna mai disperare della salvezza di un'anima, e che talvolta le azioni che hanno mino­re importanza agli occhi degli uomini, sono dal Signore largamente ricompensate.

Al momento di lasciare la chiesa, una signora vestita a lutto, si avvicinò al predicatore e gli disse: - Padre, voi ci raccomandate la confidenza e la speranza ed io posso portare un esempio che conferma perfettamente le vostre parole. E si pose a raccontare il fatto seguente: Essa aveva uno sposo buono, affettuoso, irreprensibile, ma che aveva abbandonato ogni pratica religiosa. Le sue preghiere, le sue esortazioni per lungo tempo parvero inutili.

Durante il mese di maggio, che precedette la morte del marito, la buona signora, secondo l'usanza, aveva eretto nel suo appartamento un altarino alla Vergine e l'ornava di fiori.

Il marito passava la domenica in campagna ed ogni volta che ritornava, le offriva un mazzo di fiori raccolti da lui ed essa li depo­neva piamente davanti alla Madonna. Se ne accorgeva il marito? Faceva questo unicamente per compiacere la moglie, oppure era animato da un sentimento di pietà verso la SS. Vergine? La signora non lo seppe; solo potè constatare che il marito non mancò mai di portarle i fiori, neppure una domenica.

Nei primi giorni del giugno seguente, il marito fu improvvisa­mente colpito dalla morte, senza aver il tempo di ricevere i conforti della fede. La povera vedova ne fu inconsolabile, specialmente per­ché vedeva svanite le sue speranze circa un suo ritorno a Dio. Per il dolore ben presto la sua salute fu gravemente scossa, cosicché la famiglia la obbligò a partire per il mezzogiorno della Francia, in cer­ca di un miglioramento.

Siccome passava per Lione, volle vedere il Santo Curato di Ars, per raccomandare alle sue preghiere il marito defunto...

- Signora, - le disse il Curato appena la scorse -, voi siete desolata; ma avete dunque dimenticato i mazzi di fiori del mese di maggio.

È impossibile dire la sorpresa della signora nel sentire ricordare dal santo Curato una circostanza, della quale non aveva fatto parola con nessuno e che perciò non poteva conoscere che per rivelazio­ne.

- Dio ebbe pietà di colui che aveva onorato la sua santa Madre! - soggiunse ancora il santo. - All'istante della morte vostro marito poté pentirsi; la sua anima è nel Purgatorio; le vostre preghiere e le vostre opere buone la libereranno presto da quelle fiamme! (Trochu, Les intuitions du Curé dArs - Lion, 1913).


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