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II. - ANNO ECCLESIASTICO

A) PARTI DELL'ANNO LITURGICO.


1. Avvento: quattro settimane avanti il 25 dicembre.

II. Tempo di Natale e dell'Epifania, con alcune settimane dopo, da una a sei; secondo gli anni.

III. Domeniche di Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima fino al mercoledì delle ceneri.

IV. Quaresima, dal mercoledì delle ceneri fino al sabato santo sei settimane e quattro giorni.

V. Tempo pasquale, dalla domenica di Pasqua fino al sabato dopó la Pentecoste: otto settimane.

VI. Dopo la Pentecoste, dalla festa della santissima Trinità all'Avvento: da ventitré a ventotto settimane, secondo gli anni.

B) GIORNI FESTIVI .DI PRECETTO.

a) Tutte le domestiche. - In esse cadono alcune delle maggiori solennità: Pasqua di Risurrezione, Pentecoste, santissima Trinità.
b) Le seguenti dieci feste:

1. Circoncisione (1° gennaio)
2. Epifania (6 gennaio).
3. S. Giuseppe (19 marzo).
4. Ascensione (giovedì dopo la 5° domenica di Pasqua).
5. Corpus Domini (giovedì dopo la 1° domenica di Pentecoste).
6. Ss. Pietro e Paolo (29 giugno).
7. Assunzione (I5 agosto).
8. Ognissanti (1° novembre).
9. Immacolata (8 dicembre).
10. Natale (25 dicembre).

C) GIORNI DI ASTINENZA E. DI DIGIUNO.

I - Di sola astinenza dalle carni.

Tutti, i venerdì (tranne quelli. nei quali cade una festa di precetto).

II - Di astinenza e di digiuno.

I. Il mercoledì delle Ceneri.

II. Ogni venerdì e sabato di Quaresima.

III. Il mercoledì, venerdì e sabato delle Quattro Tempora o stagioni, cioè:

1. della primavera nella 1° settimana di Quaresima;
2. dell'estate nella settimana di Pentecoste;
3. dell'autunno nella 3° settimana di settembre;
4. dell'inverno nella 3° settimana dell'Avvento.

IV. Le vigilie:

1. di Natale (24 dicembre);
2. di Pentecoste;
3. dell'Assunzione di Maria Vergine (14. agosto);
4.. di Ognissanti (31 ottobre).

III. - Di solo digiuno.

Tutti gli altri giorni feriali di Quaresima.

NB. - 1. La domenica é sempre esente dalla legge dell'astinenza e del digiuno. Le altre feste di precetto sono pure esenti, tranne quelle che cadono in Quaresima.

2. L'astinenza e il digiuno delle vigilie, quando queste cadono in giorni festivi di precetto, non si anticipano.

3. Il Sabato Santo l'obbligo dell'astinenza e del digiuno cessa a mezzogiorno.

Appendice III
Avvertenze ai genitori e agli educatori cristiani


1. Fare il catechismo è istruire nella fede e nella morale di Gesù Cristo; è dare ai figli di Dio la coscienza della propria origine, dignità e destino, e dei propri doveri; è deporre e svolgere nei loro intelletti i principi e i motivi della religione, della virtù e della santità in terra, e perciò delta felicità in cielo

2. L'insegnamento del catechismo, è quindi il più necessario e benefico per gl'individui, per la Chiesa e per la società civile; è l'insegnamento fondamentale che sta alla base della vita cristiana, la quale, ov'esso manchi o sia stato male impartito, è debole, vacillante e facilmente vien meno.

3. I genitori cristiani come sono i primi e principali educatori dei loro figli, così debbono esserne i primi e principali catechisti: i primi perchè debbono loro istillare quasi col latte la dottrina ricevuta dalla Chiesa; i principali, perchè spetta ad essi far imparare a memoria in famiglia le cose principali della Fede, cominciando dalle Prime preghiere, e farle ripetere ogni giorno in modo che a poco a poco penetrino profondamente nell'animo dei figliuoli. Che se essi, come più volte avviene, sono costretti a farsi supplire da altri nell'educazione, ricordino l'obbligo sacrosanto di scegliere tali istituti e tali persone che sappiano e vogliano coscienziosamente compiere per loro un così grave dovere. L'indifferenza in questa materia é stata la perdita irreparabile di tanti figli. Qual conto se ne dovrà rendere a Dio!

4. Per insegnar con frutto bisogna ben sapere la dottrina cristiana, bisogna esporla e spiegarla in maniera adatta alla capacità degli alunni e soprattutto, trattandosi di dottrina pratica, bisogna Viverla.

5. Ben sapere la dottrina cristiana; perchè come si può istruire non essendo istruiti? Onde il dovere dei genitorri e degli educatori di ripassare il catechismo e di penetrarne a fondo le verità, frequentando le spiegazioni più ampie dei parrochi agli adulti, interrogando persone competenti e leggendo, se possono, libri opportuni.

6. Esporre in maniera adatta la dottrina cristiana, cioè con intelligenza e amore, in modo che i fanciulli non siano disgustati e annoiati del maestro e della dottrina. Perciò conviene mettersi alla loro portata, usar le parole più note e più semplici, svegliare l'intelligenza con opportune similitudini ed esempi e muovere i sentimenti del cuore; aver somma discrezione e misura per non stancare; progredire a poco a poco, non tediandosi di ripetere, e con pazienza ed affetto compatendo l'irrequietezza, le distrazioni, le impertinenze e gli altri difetti dell'età. Si schivi soprattutto quella maniera meccanica d'insegnare, che opprime e lascia ottusi, mettendo in giuoco la sola memoria, senza impegnare l'intelligenza e il cuore.

7. Finalmente vivere la fede e la morale che s'insegna; altrimenti, come si avrà il coraggio d'insegnare ai figli la religione che non si pratica, i comandamenti e i precetti che si trascurano sotto i loro occhi medesimi ? E qual frutto, nel caso, se ne può sperare? Al contrario, i genitori facilmente esautoreranno se stessi e avvezzeranno i figli all'indifferenza e al disprezzo dei principi più necessari e dei doveri più sacrosanti della vita.

8. E poichè oggi si è creata un'atmosfera d'incredulità funestissima alla vita spirituale, colla guerra ad ogni idea di autorità superiore, di Dio, di rivelazione, di vita futura, di mortificazione, inculchino i genitori e gli educatori, con la maggior cura, le verità fondamentali delle prime nozioni del catechismo; ispirino il concetto cristiano della vita, il senso della responsabilità di ogni atto presso il Giudice supremo, che è da per tutto, tutto sa e tutto vede, e infondano, col santo timore di Dio, l'amor di Cristo e della Chiesa, il gusto della carità e della soda pietà, e la stima delle virtù e pratiche. cristiane. Solo così l'educazione dei figli sarà fondata non sull'arena di mutevoli idee e di rispetti umani, ma sulla roccia di convinzioni soprannaturali, che non saranno scosse nella vita intera, malgrado ogni tempesta.

9. A tutto ciò occorre viva fede, profonda stima del valore delle anime e dei beni spirituali, e quell'amore saggio, che si studia di assicurare anzitutto la felicità eterna alle anime dei propri cari. Occorre anche una grazia speciale per capire l'indole dei figliuoli e trovare le vie della mente e del cuore. I genitori cristiani, in virtù del sacramento del Matrimonio ben ricevuto, hanno diritto alle grazie del proprio stato, e quindi a quelle necessarie per educare cristianamente la prole. Inoltre essi possono con l'umile preghiera ottener più abbondante grazia a questo medesimo scopo, essendo opera particolarmente grata a Dio che gli si educhino adoratori e figli ubbidienti e devoti. Lo facciano dunque, a costo di ogni sacrifizio: si tratta della salute eterna delle anime dei figli e della propria. Dio benedirà la loro fede e il loro amore in quest'opera di capitale importanza, e li ricompenserà col premio più desiderabile, di una figliuolanza santa, eternamente beata con loro in cielo.

PREGHIAMO

Signore, lo [Spirito] Consolatore che da te procede, illumini le nostre menti e le conduca in tutta la verità, come promise il tuo Figliuolo (1) Gesù Cristo Nostro Signore, che vive e regna con te nell'unità del medesimo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.

(1) Orazione per il mercoledì di Pentecoste.