00 03/09/2009 18:28
IV

G - Abbiamo pensato e pregato per i nostri fra­telli defunti; ora il Signore Gesù si rivolge a tutti noi, pellegrini sulla terra. Ascoltiamo la sua parola che ci ammonisce di non racchiudere lo scopo della vita nelle realtà terrene, ma nell'impegno di ricerca e di preparazione alla patria del cielo. Dal Vangelo di san Giovanni (14,1-6): Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritorne­rò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado voi conoscete la via. Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via? Gli disse Ge­sù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Riflessione. Con le parole che abbiamo udite, Ge­sù ci fa conoscere lo scopo della nostra vita: meri­tarci quel posto che egli ci ha già preparato. Purtroppo il mondo ci presenta altre finalità: il benessere, il piacere, la ricchezza, il divertimento, ecc., finalità seducenti ma tutte sbagliate. L'uomo fu creato per conoscere Dio, per amarlo, per servirlo e goderlo per sempre nel suo paradiso. Spetta a noi non sbagliare strada! Gesù dichiara: Io sono la via, allora dobbiamo seguirlo; dichiara ancora: Io sono la verità, allora dobbiamo creder­gli; afferma infine: Io sono la vita, allora dobbiamo accoglierlo. Come il treno corre veloce e maestoso fin tanto che rimane nella rotaia, ma se deraglia si riduce a un cumulo di rovine, così è della vita umana. Se l'uo­mo si allontana da Cristo via, verità e vita, si riduce a un cumulo di rovine morali e spirituali. (Breve pausa).

G - Ravviviamo la nostra fede e recitiamo insie­me il «Credo».

GA - Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, * creatore del cielo e della terra, * di tutte le cose visibili ed invisibili. * Credo in un solo Signore, Ge­sù Cristo, * unigenito Figlio di Dio, * nato dal Padre prima di tutti i secoli: * Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, * generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; * per mezzo di lui tutte le cose sono state create. * Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo * e per opera dello Spirito Santo * e incarnato nel seno della Vergine Maria * e si è fatto uomo. * Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, * morì e fu sepolto. * Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, * è salito al cielo, siede alla destra del Padre. * E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, * e il suo regno non avrà fine. * Credo nello Spirito Santo, che è il Signore e dà la vita, * e procede dal Padre e dal Figlio. * Con il Padre e il Figlio è adora­to e glorificato * e ha parlato per mezzo dei profeti. * Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. * Professo un solo battesimo per il perdono dei pec­cati. * Aspetto la risurrezione dei morti * e la vita del mondo che verrà. Amen.

G - Il battesimo ci ha uniti a Cristo e ci ha confi­gurati al suo mistero pasquale di morte e vita. L'a­postolo san Paolo ci ricorda questa fondamentale verità cristiana. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (14,7-9): Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessu­no muore per se stesso, perché se noi viviamo, vi­viamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato in vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.

Riflessione. La vita del cristiano è modellata su quella di Cristo. Vivere o morire è rinnovare, nella propria carne, il mistero pasquale di Cristo. Anzi è lo stesso Cristo che vive e muore in ogni uomo unito a lui con il battesimo. Spetta, quindi, al cristiano in­traprendere coraggiosamente una perfetta comunio­ne di vita con il suo Redentore e partecipare così alla sua risurrezione. (Breve pausa).

GA - Padre nostro che sei nei cieli, * sia santifica­to il tuo nome, * venga il tuo regno, * sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra. * Dacci oggi il nostro pane quotidiano, * e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori * e non c'indurre in tentazione. Ma liberaci dal male. Amen. L'eterno riposo dona loro, o Signore, * e splenda ad essi la luce perpetua, * riposino in pace. Amen.

G - Preghiamo: O Dio, il cui unico Figlio nel mi­stero della Pasqua è passato da questo mondo alla gloria del tuo regno, concedi ai nostri fratelli defunti di condividere il suo trionfo sulla morte e di con­templare te, o Padre, che li hai creati e redenti. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

G - Concludiamo la nostra veglia di preghiera con il canto della nostra fede e della nostra speranza.

GA - «Io credo: risorgerò, questo mio corpo ve­drà il Salvatore!

G - Prima che io nascessi, mio Dio, tu mi conosci, ricordati, Signore, che l'uomo è come l'erba, come il fiore del campo.

A - Io credo: risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore!

G - Ora è nelle tue mani quest'anima che mi hai data: accoglila Signore, da sempre tu l'hai amata, èpreziosa ai tuoi occhi.

A - Io credo: risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore!

G - Spirito della vita, che abiti nel mio cuore: ri­mani in me, Signore, rimani oltre la morte, per i secoli eterni.

GA - «Io credo: risorgerò, questo mio corpo ve­drà il Salvatore!

Se le circostanze lo consentono si può continuare con la recita del Rosario o dei cento «Requiem» ossia «L 'eterno Riposo»... ripetuto devotamente per cento volte.



CONCLUSIONE

L'invito alla carità fraterna, Gesù lo rinnova in qua­si tutte le pagine del Vangelo: è il «suo» comandamento. I nostri fratelli nel purgatorio soffrono pene indici­bili, e noi, con i suffragi, possiamo aiutarli, alleviando e abbreviando le loro pene. Per questo il comandamento di Gesù c'interpella sulla nostra carità, e ci spinge a fare il possibile per portare ai nostri defunti che ne hanno bisogno, la rugiada benefica del nostro amore che non consiste tanto in atti esterni e materiali, quanto nelle «opere buone», come abbiamo più volte rilevato nelle pagine di questo libretto. Aiutando, con i suffragi, i nostri defunti, facciamo pure il nostro personale interesse, perché essi si ri­cordano di noi e ci ripagano abbondantemente di quanto facciamo per loro. Così nella meravigliosa e letificante realtà della «co­munione dei santi», la Chiesa pellegrina nel tempo, quella del purgatorio e la Chiesa celeste si danno fraternamente la mano perché la salvezza di Gesù redentore si estenda ad ogni creatura.



INDULGENZE PER I DEFUNTI [SM=g27998]

La Sacra Penitenzieria Apostolica, il 29 giugno 1968, ha emanato l’«Enchiridium Indulgentiarum», tutt'ora valido. Da questo «Documento» riportiamo quanto crediamo utile per i fedeli circa le Indulgenze applicabili per i nostri de­funti.



I - Norme generali a) L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i pec­cati. b) Le indulgenze sia parziali che plenarie possono sem­pre essere applicate ai defunti a modo di suffragio. c) L'indulgenza plenaria può essere acquisita una sola volta al giorno.

Il - Indulgenze plenarie giornaliere: a) L'adorazione del S.mo Sacramento per almeno mez­z'ora. b) La pia lettura della S. Scrittura per almeno mezz'ora. c) Il pio esercizio della Via Crucis. d) La recita del Rosario (anche una terza parte) in chiesa o in famiglia. e) Al fedele che devotamente visita il cimitero e prega, anche soltanto mentalmente per i defunti, si concede l'in­dulgenza, applicabile solo ai defunti... dal primo giorno di novembre fino al giorno ottavo dello stesso mese.

III - Indulgenze plenarie annuali o occasionali a) Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che pia­mente e devotamente riceve, sia pur soltanto per mezzo della radio, la benedizione impartita dal Sommo Pontefice al Mondo. b) Si concede l'indulgenza plenaria a chi partecipa agli esercizi spirituali almeno per tre giorni. c) Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che pia­mente visita la chiesa parrocchiale nella festa del titolare o il giorno due agosto, in cui ricorre l'indulgenza della «Por­ziuncola» (il Perdon d'Assisi). d) Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che rin­nova le promesse battesimali la "igilia di Pasqua e nel­l’anniversario del proprio battesimo. e) Vi sono anche altre indulgenze plenarie per circo­stanze particolari.

IV - Condizioni per l'acquisto dell'indulgenza plenaria a) Confessione sacramentale (che si può fare anche nei giorni precedenti o seguenti) b) Comunione eucaristica (che si può fare anche nei giorni precedenti o seguenti). c) Con una confessione sacramentale si possono acqui­stare più indulgenze plenarie. d) Quando l'indulgenza plenaria richiede la visita a una chiesa si deve recitare in essa u “Padre nostro”e il “Credo” e pregare per il Papa.

V - Le indulgenze «parziali» Le indulgenze «parziali» sono molte e ordinariamente unite alla recita di una determinata preghiera o giaculato­ria.



[SM=g27998]