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APPENDICE


Dal libro "SANTA BRIGIDA DI VADSTENA" di Giovanni Joergensen

Il 13 di maggio Brigida entrò in Gerusalemme per la Porta di Giaffa. Pagò alla guardià maomet­tana i nove ducati che costava l'entrata in "EI Qods", anche per i musulmani una città santa. Ella aveva già fatto il suo programma; esso com­prendeva soltanto i luoghi dove Nostro Signore Gesù Cristo era nato, era stato battezzato, aveva patito ed era morto. Il Signore le era apparso e le aveva detto: “Ci sono anche altri luoghi ove io mossi i miei passi, ma a causa della tua debolezza ti basti di visitare i più vicini. Perciò quando tor­nerete dal Giordano, pensate al ritorno. Perchè ci sono ancora molte cose che devi scrivere e manda­re al Papa”. La missione di Brigida non era ancora compiuta: ella doveva condurre la lotta contro Pietro per farlo tornare, il Papa, da Avignone a Roma, fino alla fine.

Da quando aveva lasciato Napoli, un pensiero fisso l'aveva seguita, un tarlo roditore che non l'abbandonava un istante: la sorte dell'anima di suo figlio Carlo. Durante la traversata, mentre giù nella stiva udiva le onde sciabordare contro le mu­rate, e non poteva dormire, veniva l'angoscia e le opprimeva il petto come un incubo: dove è ora Carlo? Egli avrebbe dovuto seguirla in Terrasanta, avrebbe dovuto insieme al fratello essere creato cavaliere del Santo Sepolcro; e se la malattia di cui soffriva veramente era mortale avrebbe potuto tro­vare l'estremo riposo nella valle di Giosafat, ed es­sere tra la primizia della resurrezione il giorno del giudizio ... Ma le cose erano andate ben altrimen­ti, e fu tra le braccia di Giovanna che egli aveva consumate le sue ultime forze! "Oh Maria, tu che egli amava così profondamente, pensa Tu a lui ora nella sua grande miseria!".

E Maria ascoltò la preghiera di Brigida: venne al suo giaciglio sulla nave dondolante, come una vol­ta molti anni prima era accorsa al suo letto quando doveva partorire l'ottavo figlio. E Maria venne a dirle che Ella aveva assistito Karl sul suo letto di morte “come una donna che assiste un'altra don­na nel parto, ed aiuta il bambino affinchè non sia soffocato nell'uscire alla luce, nè anneghi nel san­gue ... E lo difende se ci sono nemici in casa”. Così Maria ha fatto la guardia al morente Karl, e non appena l'anima era uscita dalla strettoia della morte, la prese sotto la sua guardia contro i diavoli che si precipitarono su di essa e volevano inghiot­tirla.

Tanto e non di più potè venir a sapere Brigida, l'anima di Karl era sotto il manto della Vergine: e di ciò dovette per allora accontentarsi. Ma passaro­no soltanto pochi giorni ed ella fu nuovamente ra­pita in estasi, e vide allora quella sala dall'alta vol­ta, che di mano in mano le era diventata familia­re, ove Gesù sedeva sul trono cinto della corona imperiale, circondato dalla corte celeste. "E ac­canto stava la Sua Santa Madre in ascolto". Davanti al giudice è l'anima di Karl "come un bam­bino appena nato che non può ancora vedere". A destra dell'anima un angelo, a sinistra un diavolo. Questo ultimo ha la parola e invoca la giustizia di Dio. Non è giusto che “questa donna, tua Madre”, dice egli, venga qui e presenti quest'ani­ma che deve essere giudicata, e la prenda sotto la sua protezione. Maria risponde che è nel suo dirit­to, perchè Karl durante la vita, spesso recitò una preghiera insegnatale dalla madre, questa: "O Maria, io gioisco quando penso che Dio ti ha più cara di tutte le altre creature, e questa gioia vale di più per me che tutti i terreni godimenti. E se si potesse pensare che tu potessi perdere un solo rag­gio della tua celeste bellezza, e allontanarti tanto quanto è un passo da Dio, piuttosto che ciò potes­se succederti, preferirei essere tormentato nell'in­ferno per l'eternità".

Raramente la devozione mariana medioevale si è espressa in modo più forte che in questa pre­ghiera, ed è stata questa preghiera che ha toccato il cuore di Maria. Anche il diavolo è sopraffatto; tanta abnegazione lui non l'avrebbe stimata possi­bile. "Non est mei juris", conviene egli. Però, però, perchè non provare a rivolgersi a Dio in per­sona? La sentenza definitiva non è ancora stata pronunziata! Lo fa, come al solito, con una rispet­tosa riverenza: "lo so, o Signore, che tu sei la stes­sa giustizia, e che tu sei egualmente giusto verso un povero diavolo come verso un angelo! Dammi perciò quest'anima!" E l'eterna Giustizia non re­spinge puramente e semplicemente la richiesta del diavolo, ma gli chiede di esporre le sue pretese. II diavolo non domanda di meglio: ha un sacco ri­colmo di peccati di Karl, e li ha tutti notati in un libro.

Ed ora si svolge un dialogo che Brigida segue con ansia ed angoscia. Non appena Karl mise i primi peli sul labbro, si diede con ardore ai diver­timenti mondani e ai godimenti carnali, dice il diavolo. Vero, risponde l'angelo, ma in compenso sua madre ha pregato molto per lui, così che ogni volta che peccava correva tosto a confessarsi. Il dia­volo non si lascia mettere a tacere da ciò: egli vuo­le entrare nei particolari e si accinge a raccontare qualcuna delle colpe più grosse di Karl. Ma im­provvisamente accade un fatto strano: il diavolo è colto da amnesia, e non può più ricordare i pecca­ti. E non basta, il registro dei peccati è sparito, ed egli non riesce più a rammentare nulla di quello che c'era scritto. Ora ha proprio ragione di lagnar­si e gridare, che è stato defraudato del risultato del suo lavoro diligente di tanti anni! Sì, dice l'ange­lo, questo hanno operato le lagrime di sua madre! Il diavolo non ha più il suo libro, possiede però ancora il sacco con tutti i peccati che Carlo ha con­fessati, ma per i quali non ha fatto penitenza: per questi ora il diavolo lo punirà! Con fine ironia ri­sponde l'angelo: "Apri pure il sacco!". Il diavolo non se lo fa dire due volte, ma subito emette un grido come fosse impazzito: "Sono stato deruba­to, sono stato derubato!": il sacco è vuoto!

Sono ancora le lagrime di Brigida che hanno la­vorato. Il diavolo però non si dà per vinto: ci sono ancora i peccati veniali di Karl. L'angelo spiega che essi sono cancellati dalla buona volontà da lui dimostrata lasciando casa, patria, parenti e amici per recarsi in pellegrinaggio. "Sì, ma questi pec­cati sono innumerevoli come la rena del mare, os­serva il diavolo, migliaia e ancora migliaia: li ho tutti sulla punta della lingua!” "Fuori la lingua!" è la risposta. Il diavolo apre la bocca, ma la lingua è scomparsa! Le buone opere di Brigida hanno cancellato tutte le mancanze e paralizzato la lin­gua del diavolo. Il maligno può tuttavia borbotta­re ancora qualche cosa: Karl ha commesso un pec­cato che è proprio contro lo spirito di sua madre: si è appropriato ingiustamente di beni che non ha più restituiti! Risponde l'angelo che egli aveva la migliore intenzione di restituirli, ma che la morte glielo impedì. E i suoi eredi adempiranno i suoi obblighi.

Finalmente il diavolo parla dei peccati di omis­sione: il bene che Karl avrebbe potuto fare e non ha fatto. Sì, dice l'angelo, ma, in compenso, sua madre per quanti anni ha fatto azioni misericor­diose, ed ha versato molte migliaia di lagrime per Karl, affinchè Iddio, alla fine, si degnasse di in­viargli lo Spirito Santo! Ciò che avvenne: perchè quando egli partì da casa, fu con l'intenzione di andare a combattere contro gli infedeli, e contri­buire affinchè la Terrasanta e il Sepolcro del Si­gnore tornassero in potere dei cristiani. Dopo ciò il diavolo non ha più nulla da dire; e mugghia: “Povero me, che non ricordo più nulla di quello che quest'uomo ha fatto, anzi non ne ricordo nemmeno più il nome! Maledetta la vecchia scrofa di sua madre e tutte le sue lagrime! " Ma dall'eter­no empireo suona una voce chiara e tranquilla: "Ora egli si chiama qui il figlio delle lagrime!".

"Questa Rivelazione ebbe luogo nella chiesa del Santo Sepolcro", è detto nel vecchio titolo di questo capitolo delle Revelationes di Brigida.


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