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Capitolo 4

15. Le argomentazioni finora addotte sono sufficienti ad intendere in quale misura Gesù è propenso a perdonare. Tuttavia egli in persona ti sia maestro. Volendoci, infatti, mettere in condizione di affrontare le violenze della persecuzione, dice: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l’anima; temete piuttosto chi ha il potere di inviare l’anima e il corpo nella Geenna”. Più avanti: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi, invece, mi rinnegherà davanti agli uomini, anche io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.
16. Quando testimonia, lo fa per tutti, senza eccezione; quando rinnega, non ripudia tutti. Sta scritto: ”Chiunque mi riconoscerà, anche io lo riconoscerò”, cioè testimonierò tutti. Più innanzi avrebbe dovuto dire: “Chiunque, invece, mi rinnegherà”. Perché, non apparisse ripudiare tutti, ha però aggiunto: “Chi, invece, mi rinnegherà davanti agli uomini, anche io lo rinnegherò”. Assicura a tutti la grazia, non minaccia a tutti la punizione. Esalta quando è di pertinenza dell’indulgenza, rimpicciolisce ciò che è proprio della vendetta.
17. Così sta scritto non solo nel libro del Vangelo di Gesù che si intitola secondo Matteo, ma si può leggere anche in quello che va sotto il nome di Luca. Ciò perché tu sappia che entrambi si sono soffermati sull’argomento, e a bella posta.
18. Abbiamo riportato quanto sta scritto. Ricapitoliamo ora il pensiero. Dice: “Chiunque mi riconoscerà”, cioè, chi mi testimonierà, qualunque genere di vita conduca, qualunque sia la sua condizione, troverà in me chi saprà ricompensarlo della testimonianza. Quando è detto “chiunque” non si esclude dalla ricompensa nessuno che lo testimonierà. Non ugualmente chiunque rinnegherà, sarà rinnegato. Può verificarsi che qualcuno non reggendo alla tortura ripudi con la bocca, ma nel suo intimo adori Dio.
19. Metteresti forse sullo stesso piano chi ripudia spontaneamente e chi ha commesso sacrilegio indotto dai supplizi e non già di sua volontà? E’ riprovevole sostenere che non è di alcun peso presso Dio la clemenza che, invece, ha valore presso gli uomini, quando si tratta di atleti. Spesso negli agoni dei pagani vediamo che il popolino ama incoronare anche gli sconfitti, quando sia rimasto soddisfatto del loro modo di condurre la gara e, soprattutto, abbia constatato con i propri occhi che accidentalmente gli atleti sono stati privati della vittoria con raggiri o inganni. Cristo tollererà che sia negato il perdono ai suoi atleti che soltanto per un poco ha visti vacillare davanti ai supplizi della tortura?
20. Non terrà conto dei tormenti del supplizio, egli che, se ripudia, non rinnega per l’eternità? David dice: “Dio non ci respingerà per sempre”. Dovremo, dunque, prestare orecchio al seguace dell’eresia, il quale, al contrario, afferma che Dio ripudia per sempre? David dice: “Dio non toglierà mai la sua misericordia di generazione in generazione o si dimenticherà di avere pietà”. Il profeta grida, e c’è gente che va insinuando che la divina pietà può essere suscettibile di dimenticanza?