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SECONDO SCHEMA

PROCESSIONE D'INGRESSO


La Santa Messa inizia con la processione d'ingresso. Il Sacerdote che si porta all'altare per la celebrazione del mistero Eucaristico, rappresenta tutta l'umanità in cammino verso la sal­vezza. La vita cristiana è presentata come un pellegrinaggio, un cam­mino, una tensione continua verso il Padre. L'Eucaristia, che noi stiamo per celebrare, è il Pane del cammi­no cristiano: Pane che nutre, che fortifica.



Signore Gesú, sono unito al Sacerdote, tuo ministro, che viene verso l'altare dove Tu ancora una volta ti doni per me e per ogni uomo.

Con il Sacerdote sono unito alla Chiesa intera, a tutti i battez­zati, miei fratelli, che condividono con me questo cammino per giungere attraverso di Te al Padre.

Vengo verso di Te per cibarmi del tuo Corpo e del tuo Sangue, affinchè siano sostegno e forza del mio cammino.



* Vivo la celebrazione eucaristica come il momento essenziale della mia vita di cristiano?

* Lo sento come momento privilegiato di unione con Dio?



Fa', o Signore, che la mia vita sia sempre protesa verso di TE.



SALUTO

Il Sacerdote, baciato l'altare, con un saluto inizia il dialogo con l'assemblea. Con questo saluto biblico, il Sacerdote vuol significa­re alla comunità radunata la presenza del Signore.

Al saluto fa seguito una monizione che serve ad introdurre i fedeli nello spirito della celebrazione ed eventualmente anche all'at­to penitenziale che segue.

Al saluto del Sacerdote, segue la risposta dei fedeli.



Il Signore ci ha convocati alla sua Cena perché ci incontria­mo con Lui, ci saluta, si presenta, ci invita ad essere suoi amici, a conoscerlo.

Attende che noi entriamo in dialogo con Lui.

La nostra risposta è l'accettazione di questo rapporto di vita. Ci impegna a ravvivare la coscienza che non viviamo da soli né per noi stessi, ma con Dio, secondo la Sua volontà.



* Credo che è Dio a convocarmi, a chiedermi di stare con Lui?

* Sono attento a questa continua chiamata nella vita quotidiana?

* Mi impegno a dare una risposta sincera e coerente?



Fare attenzione agli inviti che, durante la giornata, il Signore mi offre di entrare in dialogo con Lui.



ATTO PENITENZIALE

La processione introitale ci ha richiamato il mistero della Chiesa pellegrina; l'atto penitenziale ci propone il tema della Chiesa dei peccatori, e ci invita a purificarci interiormente. Solo attraverso il pentimento sincero ci possiamo accostare a Dio per celebrare i santi misteri.



Il peccato è un "no" all'amore di Dio Padre, un "no" buttato in faccia ad una persona che mi ama fino ad aver dato la vita per me. Il Signore può dire a ciascuno di noi. "Che cosa potevo fare per te, che io non abbia fatto?" (Is. 5,4). Allora:



* Con che coraggio posso dire: In fondo non ho fatto nulla di male?

* Ho coscienza che il mio tradimento dell'amore di Dio danneggia anche i miei fratelli?



Aiutami, o Signore, ad evitare con delicatezza d'amore tutto ciò che può offenderti e a tornare a Te dopo ogni caduta.



LA LITURGIA DELLA PAROLA

La Santa Messa è il centro e la fonte del culto e della vita cri­stiana, perchè realizza la presenza di Cristo in mezzo al suo popolo per compiervi il mistero della salvezza, mistero che ci viene pre­sentato attraverso la liturgia della Parola.

La Santa Messa infatti ci offre e ci fa vivere questa meraviglio­sa realtà: la famiglia di Dio raccolta alla mensa del Padre in intimo dialogo con Lui.

Infatti la Chiesa è la comunità di coloro che ascoltano e osser­vano la Parola di Dio.

Nel momento della liturgia della Parola dobbiamo credere che lo stesso Cristo, per mezzo della sua Parola, è presente in mezzo a noi. Dobbiamo fare nostra la Parola divina e aderirvi con la Professione di Fede.

Infatti: Dio parla, Dio manifesta, Dio nutre.

La lettura liturgica è una vera chiamata personale per ciascuno dei fedeli presenti.



La Parola di Dio pone innanzi a noi la sproporzione tra quel­lo che siamo e quello che dovremmo essere per rispettare il pro­getto che il Signore ha su ognuno di noi. Nello stesso tempo ci dà gli strumenti (tramite ciò che esprime) per migliorarci; ma non riusciremo mai a capire le letture della Santa Messa se il loro ascolto non fa nascere in noi la consapevolezza di essere peccato­ri.

Solo a questo punto, pentendoci, partecipiamo al gesto della comunità riunita per l'Eucaristia, e cominciamo così a vivere la Fede, a vivere cioè la vita in modo unitario e totale.



* Quante volte io vivo da persona divisa per cui credo di essere giu­dicato cristiano solo quando sono in Chiesa e poi, tutti gli altri aspetti della vita "sono un problema diverso



La consapevolezza del nostro peccato deve trasformare il nostro volto e deve far nascere in noi il desiderio di cambiare la vita.



PREGHIERA UNIVERSALE

Questa preghiera conclude la prima parte della celebrazione (liturgia della Parola) e introduce la seconda (liturgia Eucaristica). Si dice "universale " per esprimere le sue caratteristiche. L'universalità consiste nell'attenzione alle esigenze della Chiesa universale e di tutto il mondo.

La preghiera segue generalmente questo schema:

* preghiera per la Chiesa;

* preghiera per coloro che ci governano;

* preghiera per quelli che si trovano in varie necessità;

* preghiera per tutti gli uomini.

La preghiera universale è il momento in cui la comunità, rac­colta nella celebrazione eucaristica, prega per tutti gli uomini, per­ché Cristo è uno solo e solo Lui è morto per redimere tutti.

Ognuno di noi deve avere l'esigenza dentro di sé di pregare per i propri fratelli.



Cristo mi ama e mi ama sempre, è Lui che mi ha donato l'a­more e come gesto di ringraziamento per questo amore io devo amare gli altri.



* Sono io in questo atteggiamento?

* Lo tengo solo per me, questo amore grande?



Signore, rendi me e tutto il tuo popolo capace di essere amore, affinché ogni giorno un nostro fratello usi della tua Misericordia per essere redento.



PREPARAZIONE DEI DONI

La liturgia della Parola è terminata. Il popolo di Dio è stato illu­minato, nutrito, vivificato da questa Parola viva che lo inserisce nella storia della salvezza.

La Parola di Dio non è solo una rivelazione intellettuale, la tra­smissione della verità.

Essa è azione, è l'espressione di un amore che realizza. L'uomo deve rispondere con un'azione.

É dunque conveniente che la risposta dell'uomo sia a sua volta un'azione: e sarà l'azione, il Sacrificio Eucaristico.

Ai doni che Dio ci fa, conviene rispondere con un dono, con un Sacrificio.

Nella preparazione dei doni, il Sacerdote INFONDE QUALCHE GOCCIA DI ACQUA nel calice. Questo gesto ha un significato altis­simo: è il segno della nostra partecipazione al Sacrificio di Cristo, per il divino mistero di solidarietà.



La Tua Parola Signore è rivelazione d'amore per noi; attra­verso di essa comprendiamo il tuo amore per l'uomo. Tu o Padre ci hai donato il tuo unico Figlio per la nostra salvezza; quale padre è stato mai capace di un dono così grande?

"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date":

Questo Tu o Dio ci stai chiedendo: una risposta d'amore da realizzare concretamente nel nostro quotidiano.

Noi vogliamo preparare noi stessi come dono da portare sul­l'altare dell'offerta insieme al Corpo e al Sangue di Tuo Figlio, perché vogliamo partecipare con Lui, essere con Lui dono per gli altri.



* Nella mia vita in che modo sto rispondendo all'amore che Dio mi dona?

* Sono in grado di dimenticare me stesso e le mie necessità per andare verso gli altri, verso chi mi sta accanto?

* In che modo posso essere dono per gli altri?



Insegnami, Signore, a portare ogni giorno la mia vita sull'al­tare, insegnami ad essere disponibile e aperto verso tutti.



OFFERTA DEI DONI

L'offerta dei doni che diventeranno il Corpo e il Sangue di Cristo, ci ricorda che tutti siamo impegnati nel sacrificio di noi stessi.

La nostra offerta deve essere la volontà di obbedire come Cristo morto per amore, altrimenti i doni restano soltanto segni esteriori.



Nell'offerta del pane e del vino è significata l'offerta di noi stessi. ciò che siamo, che facciamo.

Ci ricorda che siamo creati per lodare Dio, per dirgli grazie con la nostra vita.

Poichè siamo creature, il nostro operare ha valore se siamo uniti al Creatore. É lui che agisce in noi.

Gli mostriamo gratitudine e riconoscenza restituendogli tutto, offrendogli ciò che ci ha dato: la capacità di amare, di capire, di vivere con pienezza, il dono delle persone con cui condividiamo l'esistenza, le gioie, le sofferenze.

Offrendo diventiamo poveri: facciamo spazio nel cuore per accogliere Lui che trasforma la nostra offerta nella sua presenza personale.



* Sono consapevole che niente mi appartiene ma tutto è dono di Dio?

* Sono capace di ringraziare?

* Sono generoso, oppure sono intransigente nel far rispettare i miei diritti?



Trovare gesti concreti che esprimano la mia partecipazione alla offerta di Gesù.



CREDO

Terminato l'offertorio si recita il Credo alla domenica e nelle solennità.

li Credo esprime l'adesione alla Parola ascoltata. Questa Professione di Fede in Dio e nella storia della salvezza da Lui ope­rata (Incarnazione, Morte, Resurrezione, Ascensione, discesa dello Spirito Santo) ci prepara alla celebrazione del Sacrificio.



Credere non significa solo dare l'assenso a delle verità astrat-

te, ma credere in una persona: Dio Padre che ci ha amato fino a dare per noi il Figlio prediletto Gesù e il suo Spirito Santo come guida e luce nel cammino di ognuno di noi e della sua Chiesa.

La mia Fede se è autentica si deve vedere dal mio comporta­mento. Credere significa decidere per Cristo in modo personale e libero.



* La mia Fede è così astratta che non si vede, o è credere a una Persona?

* Le mie azioni manifestano quello in cui dico di credere? Aiutami, o Dio, a testimoniare la mia Fede con la vita.



PREGHIERA SUI DONI

I riti dell'offertorio si chiudono con la preghiera sui doni.

Tale preghiera pronunciata dal celebrante raccomanda a Dio le offerte dell'assemblea perchè Cristo le accetti e le trasformi nell'u­nico Sacrificio di Cristo.



La preghiera sui doni chiede al Signore di gradire le offerte da noi portate all'altare. Perchè un'offerta sia gradita è necessario da parte dell'offerente un atteggiamento di sincerità, un dono è gradito quando è fatto col cuore.

Come si fa per essere in questo atteggiamento con Cristo? Egli stesso ci dice: `f'Che siano una cosa sola perchè il mondo veda". Per essere una 1 "sola cosa" dobbiamo essere coscienti di appartenere alla Chiesa, dobbiamo vivere la Sua vita. L'illusione piú terribile è quella di crederci capaci di farci da soli. É invece la comunità che ci aiuta nella crescita della nostra persona; sempre se vogliamo farci aiutare.



* Quante volte dico: "Faccio io", "Basto io", "Ci penso io". "Gli altri nella mia vita non c'entrano niente", dimenticandomi che da solo sono un nulla ed è solo grazie alla bontà di Dio che posso vive­re?



Desidero essere non più un "io" isolato ma un "noi" perchè gli altri "vedano":



PREGHIERA EUCARISTICA

La preghiera eucaristica, proclamata dal Sacerdote a nome del­l'assemblea, è la grande preghiera durante la quale si ripete la Cena del Signore.

Inizia con il prefazio, un inno di lode al Padre per l'opera di sal­vezza che ha compiuto per noi e si conclude con la formula finale di glorificazione a Dio: "Per Cristo, con Cristo, in Cristo... ", con cui il popolo risponde la sua adesione con l'Amen.

In questo particolare momento della Messa il Signore fa dono di se stesso a tutti i partecipanti alla celebrazione Eucaristica e nello stesso tempo è mediatore tra il popolo e il Padre.

L'Eucaristia è data per la comunità, quindi la comunità non può esistere senza Eucaristia.



* L'Eucaristia è la presenza reale del Signore Gesú Cristo che cele­bra la Cena; il Sacerdote è colui che fa le veci ma l'autore è Gesú. La mia partecipazione alla Messa ha questa coscienza?

* Se l'Eucaristia è un dono del Signore, questo dono, allora, mi fa sentire persona nuova?



Signore, io ho bisogno di te, di questo tuo dono che penetra in me, ma che non mi sazia mai. Rendi me e questa comunità che celebra il tuo Sacrificio, capaci di accoglierti e di viverti.



LO SPIRITO SANTO

Nella preghiera Eucaristica si prega lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo per mezzo del quale si operò l'Incarnazione, trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo e santifica coloro che li riceveranno.



É Dio che, mediante lo Spirito Santo, trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesú. Ed è lo Spirito che fa di noi "un solo corpo e un solo Spirito" afnchè possiamo ricevere degnamente il Signore. Solo lo Spirito di Dio può purificare il nostro cuore dalle divisioni e raccoglierci nell'unità, ad immagine di Gesú Cristo che è il Primogenito di ogni creatura e ricapitola in sé tutte le cose.

Lo Spirito Santo, che ci fa capaci di partecipare alla Cena del Signore, ci dà la forza per compiere nella vita ciò che nella litur­gia ci ha suggerito.



* Sono consapevole che solo nello Spirito Santo posso ricevere Gesù?

* Sono consapevole che è lo Spirito Santo che prega in me secon­do la Volontà del Padre?

* Sono docile all'azione vivificante dello Spirito Santo, che fa di me una creatura nuova?



Pregare lo Spirito Santo, affinché mi faccia scoprire il suo agire in me e mi dia la docilità per seguire i suoi impulsi.



CONSACRAZIONE

La consacrazione è il momento culminante della celebrazione in cui il Sacerdote ripete i gesti e le parole dette da Cristo nell'Ultima Cena, secondo il comando che Egli stesso ha dato: `Fate questo in memoria di me ".

É Cristo stesso che agisce per mezzo del Sacerdote, suo ministro in forza del Sacramento dell'Ordine ricevuto.



Il pane e il vino che ora sono sulla mensa, sono segni reali e concreti, che ci rimandano ad un'altra realtà visibile solo per la Fede, per l'adesione a Dio fatto Uomo, morto e risorto. Il pane e il vino per la consacrazione diventano vero Corpo e vero Sangue di Cristo non segni o simboli. Lo divengono oggi e sempre come lo divennero realmente nell'Ultima Cena per i discepoli. É lo stesso Cristo che opera la trasformazione oggi come allora. Lui è il Signore del tempo e dello spazio.



* Cristo che trasforma il pane e il vino, ha la possibilità di cambia­re chiunque partecipa al suo banchetto eucaristico.

* L'Eucaristia è per me cibo trasformante.

* Vado a ricevere l'Eucaristia col desiderio che il Signore mi tra­sformi?



Fa', o Signore, che ricevendo Te nell'Eucaristia la mia vita diventi segno della novità che Tu infondi.



MISTERO DELLA FEDE

Con la frase "MISTERO DELLA FEDE", il Sacerdote invita i fedeli alla acclamazione. Con questa acclamazione si riconosce che, nell'Eucaristia, è realizzato, ricordato in modo concreto, offer­to alla nostra comunione tutto il mistero della Fede.

É tutta la economia della salvezza, tutto il disegno di amore di Dio per la salvezza del mondo che è presente davanti a noi, in que­sto momento, e a questo disegno noi siamo invitati ad unirci.



Cristo muore sull'altare per amore di noi. II pane ed il vino consacrati separatamente esprimono la separazione della Carne e del Sangue che avviene nella morte cruenta. Gesú morto e risor­to si dona a noi e noi Lo offriamo al Padre per la salvezza del mondo e Lo adoriamo. Se vogliamo accogliere Cristo dobbiamo credere che è Lui il Pane vivo disceso dal cielo. Il pane è deside­rato solo da chi ha fame: chi sperimenta di non potersi salvare da solo e volge a Cristo tutto il suo desiderio, accoglie e gusta questo Pane.



* Quando proclamo la mia Fede in Cristo morto e risorto presente sull'altare dopo la consacrazione, cerco di tener viva l'attenzione, la Fede e l'amore o la mia presenza è solo materiale, formalistica?

* Gesú si dona a me per amore: desidero donarmi anch'io a Lui?



Desidero accostarmi con Fede ed amore a Gesú che si fa nostro Pane.



ALLO SPEZZARE DEL PANE

Il gesto della frazione del Pane ha un duplice valore:

- riproduce il gesto di Gesú che nella Cena spezzò il Pane, gesto al quale i discepoli di Emmaus riconobbero Cristo loro ospi­te la sera di Pasqua.

- Ma c'è di piú di un ricordo storico. La frazione del pane ha un profondo significato di unità. Nessuno lo ha detto meglio di San Paolo: "Il Pane che noi spezziamo non è comunione con il Corpo di Cristo? Essendo uno solo il Pane, noi siamo un corpo solo, seb­bene in molti, partecipando tutti dello stesso Pane".



"Prese il Pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli...". Con questo gesto Gesú ci rende tutti fratelli nell'uguaglianza perchè ognuno di noi accostandosi a ricevere un pezzo di quel pane e un sorso di quel vino, è partecipe della vita nuova che già da ora ini­zia e si compirà alla resurrezione dei nostri corpi. Siamo parteci­pi del medesimo cammino, poichè abbiamo accolto il medesimo invito nel Battesimo e ora cibandoci dello stesso pane acquistia­mo le forze per impegnarci maggiormente in questo comune lavo­ro che è la costruzione del suo Regno tra noi.



* Ci sono, almeno alcuni momenti durante i quali mi ricordo che col Battesimo sono divenuto partecipe ed ora con l'Eucaristia rin­novo la mia appartenenza ad un cammino di comunione con gli altri e che saprò farmi aiutare e aiuterò gli altri in questo viaggio?



Desideriamo "spezzare "per poter donare agli altri qualcosa di noi stessi. Spezziamo ad esempio il nostro egoismo per poter esse­re piú attenti e piú accoglienti verso i fratelli.



PADRE NOSTRO

La preghiera del Signore, il Padre Nostro, è sempre stata consi­derata la preghiera di preparazione alla Comunione.

Tutti osiamo rivolgerci a Dio chiamandolo Padre, perchè il Sacrificio di Gesú ci ha fatti figli di adozione. In quel momento ci sentiamo tutti fratelli intorno alla mensa dell'unico Padre.

La prima domanda che facciamo è quella di rimettere i nostri debiti come noi li rimettiamo agli altri. Facciamo sempre così?

Il Padre nostro si conclude con un ultima domanda: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Noi chiediamo a Dio di non esporci alla tentazione, ma se ritie­ne utile sottoporci alla prova: "Di liberarci dal male ".

San Giacomo dice: "Beato l'uomo che sopporta la tentazione ". Noi nelle tentazioni ci rivolgiamo a Dio?



Il "Padre Nostro" è la preghiera che Gesú ci ha insegnato per­chè noi imparassimo a chiedere le cose essenziali al Padre, rico­noscendo così solo Lui nostro Dio.

Padre che sei di tutti e che stai nei Cieli, il tuo nome sia sem­pre santificato, chiediamo sempre il tuo Regno, vogliamo fare la tua volontà in terra per arrivare al cielo. (Questa prima parte è di lode e di riconoscimento; la seconda è di domanda).

Fà che il pane non ci manchi mai, sia il pane alimento sia il pane spirituale; fà che perdoniamo ai nostri fratelli per essere anche noi perdonati, ma, soprattutto, o Dio, fà che non cadiamo nelle nostre tentazioni e donaci un cuore sempre più nuovo libe­randoci dal male.



* Desidero per me tutte queste cose?

* Sono io in atteggiamento di richiesta e di ascolto?



Padre, donaci l'umiltà di riconoscere che abbiamo bisogno solo del tuo Amore, della tua presenza, del tuo perdono, della tua misericordia.



COMUNIONE

Il Sacerdote dopo aver ricevuto il Corpo e il Sangue di Gesú, come nutrimento, lo distribuisce ai fedeli...

La Comunione sacramentale è infatti il mezzo mediante il quale l'anima vive unita a Cristo in una unione strettissima; "Egli dimo­ra in me e io in Lui", dice il Signore.

E contro questa Comunione nulla può la morte: "Chi mangia questa Pane non morrà in eterno ", perchè quel Pane è il Corpo di Cristo offerto per noi.

San Paolo dice: "Il Pane che noi spezziamo non è comunione con il Corpo di Cristo? ".

Noi ci accostiamo alla Comunione? E quando ci accostiamo, come?



Il momento della Comunione è quello in cui siamo chiamati alla più grande responsabilità ed al maggior impegno.

Ricevere in noi il Corpo ed il Sangue del Signore non ci cam­bia, non ci rende migliori in modo magico... Dio non fa mai nulla senza la nostra adesione, non ci impone nemmeno di fare il bene. Se ci accostiamo all'altare con leggerezza facciamo la nostra con­danna, in quanto non utilizziamo l'aiuto che il Signore ci dà per essere migliori e rendiamo inutile il Corpo ed il Sangue di Cristo in noi.



* Quante volte mi accosto a ricevere l'Eucaristia con leggerezza, pensando magari a chi ho vicino, alla gente che mi osserva, a cosa farò uscito di Chiesa?

* Senza che mi sfiori il senso di quel che sto per fare, di Chi sto per ricevere?



Facci capaci di continuare a vivere la Comunione in tutti gli aspetti della vita quotidiana, nella famiglia, nel lavoro, nello studio...



CONGEDO

Il Sacerdote aveva iniziato la Santa Messa con l'invocazione delle tre Persone Divine. Ora, nel nome di queste Persone la termi­na.

Il Sacerdote dice: "Andate in Pace" e con questo suggerisce al cristiano che ha partecipato al Sacrificio del suo Signore, offerto per la salvezza del mondo, offerto con la Chiesa che è Sacramento di salvezza per il mondo, che deve trasformarsi in missionario e deve sforzarsi di irradiare attorno a sè giustizia e carità.

Noi facciamo sempre così al termine di ogni Santa Messa?



Il Signore ci ha convocato per la Cena. Non è soltanto un "mangiare insieme" è accogliere la vita di Gesú (la sua Parola, il suo Corpo) e donargli la nostra.

Il congedo non è quindi un lasciarsi. Dio resta in noi.

Egli, donando la sua vita per noi, mette il suo Amore nei nostri cuori. Ormai verrà riconosciuto grazie alla sua presenza in noi. Perciò, siamo chiamati a donarlo donando noi stessi nell'am­biente in cui viviamo. Questo è il nostro essere missionari.

Nella condivisione si costruisce il Regno di Dio iniziato con la Pasqua di Gesú. Egli ci ha donato la sua pace, cioè Se stesso. Questa pace ci dà la forza di vivere in suo nome, annunciando la sua presenza liberante tra noi.



* Credo veramente che la Messa non deve terminare con il conge­do, ma continuare nella mia vita?

* Qual è la missione che il Signore oggi mi affida?

* Riesco a vivere e a portare la pace con cui il Signore mi invia ad annunciarlo?



Cercare di incarnare la Parola ricevuta nella celebrazione con docilità allo Spirito, cosciente che Cristo vive in me e ha bisogno di me per farsi conoscere agli uomini.



IL SILENZIO: PERCHÈ? PER ASCOLTARE

"Sentiamo " tanti suoni, tanti rumori, tante voci. La Parola però non può entrare dentro e farei crescere se non è ascoltata nel silen­zio: può stordirci soltanto. La Parola del Signore chiede un clima di silenzio interiore perchè sia per noi Parola di vita.

La liturgia eucaristica ci offre vari momenti di silenzio: vedia­moli insieme per viverli "dal di dentro" lasciando pregare lo Spirito che abita in noi.

Così la Messa non sarà un episodio isolato della domenica, ma coinvolgerà realmente tutta la vita.

Arriviamo in Chiesa, magari qualche minuto prima che la litur­gia inizi, raccogliendoci un po' in silenzio in modo da poter fare spazio a quanto il Signore ci dirà e ci donerà nel nuovo incontro con Lui Risorto. In questo silenzio ricordiamoci anche dei nostri fratel­li, conosciuti o no, per cui e con cui vogliamo offrire il nostro sacri­ficio sull'altare insieme a Gesú.



* Facciamo silenzio dopo l'invito del Sacerdote a riconoscerci pec­catori: cerchiamo, con la mente e col cuore, di guardare il Signore. La scoperta della Sua misericordia operante nella nostra vita ci aiu­terà a verificare le nostre situazioni di peccato, di infedeltà all'amo­re.

* Entriamo così in un atteggiamento di preghiera personale che offriremo al Signore in un momento di silenzio quando, dopo che avremo proclamato la gloria di Dio, il Sacerdote dirà: "Preghiamo". Egli poi raccoglierà tutte le nostre intenzioni nella formula prepa­rata detta, appunto, "colletta".

* Dopo aver ascoltato la lettura della Parola di Dio, c'è uno spazio di silenzio perchè essa risuoni in noi, così che la sentiamo Parola detta a noi oggi, Parola che vuole essere messa in pratica da noi oggi.

* Se la Parola è Dio che è qui con noi e ci parla, l'Eucaristia è Dio che è qui, presente con il suo Corpo e il suo Sangue di cui ci cibia­mo al momento della Comunione. Subito dopo sostiamo in silenzio adorando Dio che è in noi perchè viviamo in Lui, cioè nell'acco­glienza della Sua volontà. Sostiamo in silenzio gustando l'incontro con il Dio fatto Carne, dicendogli il nostro desiderio di stare e di vivere con Lui per tutto il resto del tempo.

* Questo silenzio di adorazione si raccoglie nella preghiera che il celebrante innalza dopo averci invitato ad unirci con la nostra pre­ghiera personale dicendo: "Preghiamo" e facendo una breve pausa di silenzio.

* Il Sacerdote conclude la liturgia dicendoci: "Andate in pace". É bene però che restiamo ancora un po' in silenzio e in preghiera, per assimilare, con la mente e col cuore, il mistero che abbiamo cele­brato, per ricordare la Parola ascoltata che è la nostra missione, per ringraziare Dio di averci donato ancora una volta il Corpo e il Sangue di Gesú che ci danno la forza per compiere questa missio­ne, per disporci a continuare con Lui la Messa nella vita quotidiana.


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