00 06/09/2009 11:23

Allora è possibile trattare con rispetto e venerazione le immagini se ad esse non si rende un culto di adorazione?
Gli apostoli non hanno mai costruito immagini, ma non hanno neanche dato prescrizioni sul o contro il loro uso, lacuna strana soprattutto riguardo ai pagani, per cui l'immagine era onnipresente (vedi Corinto e tutte le citta greco-romane, ndr). Il silenzio si capirebbe meglio nei riguardi dei cristiani provenienti dal giudaismo, che già non usavano immagini, ma possibile che tra i tanti problemi ed incertezze sviluppatesi nelle comunità elleniche, non è mai successo nessun inconveniente sulle immagini?
Ancora una frase del tuo post, Stefano:

Non credo che sia lecito rendere un qualunque culto alle immagini, ma credo che sia lecito averle.

Ma questa affermazione va esplicitamente contro il comandamento di Dio del Primo Testamento! Infatti la Sacra Scrittura è categorica, non dice non adorerai le immagini, ma non ne possederai e non ne costruirai… se ritieni che le norme riguardo alle immagini sono ancora in vigore, allora devi seguirle con coerenza. Qui non conta ciò che tu o che io crediamo, ma ciò che dice la Scrittura. Se il divieto è decaduto, allora oltre che possederle, è anche lecito venerarle, se il divieto è in piedi allora non si può né possederne né venerarne.

Riporto i divieti primotestamentari:

“Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.” (Esodo 20, 4-5a)

“Guardatevi dal dimenticare l’alleanza che il Signore vostro Dio ha stabilita con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque cosa, riguardo alla quale il Signore tuo Dio ti ha dato un comando”. (Deuteronomio 4, 23)

“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Non avere altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso.” (Deuteronomio 5, 6-9a)

Come puoi vedere i comandi sulle immagini sono due:

1) Non costruire immagini

2) Non volgere a loro culto e non servirle.

Coerenza vuole che se è valido il secondo divieto, è valido anche il primo.

Inoltre, il terzo passo citato dice "Non ti farai idolo né immagine". Il divieto è dunque totale, non riguarda solo le immagini cultuali ma tutte le immagini di qualunque soggetto, celeste, terrestre, divino, umano, animale … Prendere nella sua radicalità quest’affermazione vuol dire che dovremmo bruciare tutti i quadri, le nostre foto ecc. ecc.. Perché il divieto non riguarda soltanto le immagini in uso nel culto, ma TUTTE le immagini.
Morale della favola: coerenza! O accettate che una persona possa sinceramente pregare davanti ad un’immagini senza peccare, o togliete anche i poster dalle vostre chiese, in quanto vi siete fatti con questo delle immagini di "ciò che è lassù in cielo", esplicitamente vietato dalla Sacra Scrittura!

Sono stato lungo, lo so, ma adesso arrivo al punto e alla conclusione.

Cosa dire infine dopo tutte queste considerazioni?

Bisogna sottolineare la differenza tra Necessario, possibile, eretico.

Con tutte le sue pecche, il Concilio di Trento in questa materia è stato chiarissimo: Pur ribadendo il culto dei santi e l’uso delle immagini nella liturgia, ha chiaramente anche affermato che esso non è necessario e che ci si può salvare anche senza pregare i santi e si può pregare Dio e i santi anche senza immagini. Possibile, ma non necessario… ecco la soluzione del problema, l’unica possibile, l’unica razionale.

Cosa è necessario in riguardo ai santi? Credere nella Comunione dei Santi, il come poi portare sulla pratica questa fede, con il ricordo o con l’invocazione, con testi liturgici o con immagini… lasciamolo stabilire alla tradizione delle diverse confessioni, e non recriminiamo nulla al fratello se mantiene il necessario (cioè la fede nella comunione dei santi) e non fa nulla di eretico (cioè non adora le immagini). (fin qui il fratello Ireneo dal sito Difendere la vera fede)

Ma cosa dice la Bibbia  a proposito?  Se potessero leggere il testo originale e non la traduzione in italiano, potrebbero avere delle sorprese. Il termine ebraico per “adorazione” è “shaka”. Con questo termine si vuole comprendere sia l’adorazione riservata al solo vero Dio che l’onore riservato ad alcuni uomini. In questa accezione lo si può trovare in diversi versetti dell AT.

 

Per esempio in Gn 37,7-9 si legge di Giuseppe che riferisce di due sogni che Dio gli ha dato;

 

“Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand’ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio”. Gli dissero i suoi fratelli: ‘Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?’. Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.

 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: “Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me”.

 

In questo brano si  cita per due volte il verbo “prostrare”. Abbiamo visto che in ebraico che questo verbo è “shakà

 

Un altro esempio lo troviamo in Es 18,7:

 

Mosè andò incontro al suocero, si prostrò (shakà) davanti a lui e lo baciò;

 

Ci sono anche altri versetti in cui shakà non è riferito a Dio ma penso che questo sia sufficiente a spiegare che perfino gli ebrei erano di vedute più larghe di certi fondamentalisti odierni.

E’ un po’ lo stesso metodo intepretativo usato per la parola fratello gli ebrei (come abbiamo visto nel capitolo dedicato ai presunti fratelli di Gesù) con la parola “ah” (=fratello) esprimevano la parentela in genere o addirittura semplicemente compaesano o compatriota; essi quando volevano indicare un fratello germano (=uterino, di sangue) ricorrevano ad espressioni più lunghe, come “figlio di suo fratello”, “figlio di sua madre” ecc.. Eppure oggi i cristiani fondamentalisti, quali sono ad esempio i pentecostali, pretendono prendere alla lettera ogni parola, tranne quelle sconvenienti, come ad esempio quando si tratta di cavarsi un’occhio o un mano quando risultano d’inciampo.

Veniamo ora ad alcuni atteggiamenti che sono erroneamente ritenuti atti di adorazione. Fra questi ci sono l’inchino, la genuflessione e la prostrazione. In realtà c’è anche il bacio ma poiché quest’ultimo gesto è ritenuto comune i fondamentalisti, molto rigidi su altri argomenti, preferiscono chiudere entrambi gli occhi. Resta comunque il fatto che anche il bacio era una forma di adorazione. Infatti il termine “adorare” deriva inizialmente dal latino “ad os” che significa “portarsi la mano alla bocca (os) per dare un bacio” Successivamente si è trasformato in “ad orare” (anche orare deriva da os in quanto la preghiera abitualmente veniva detta a voce alta e quindi con la bocca) e infine “adorare”.

 

Restiamo per il momento, quindi, solo alla prostrazione che in sé racchiude anche l’inchino e la genuflessione. La prima accusa che viene lanciata ai cattolici è quella di inchinarsi/ genuflettersi/ prostrarsi davanti a qualcuno o a qualcosa.

A questa accusa si può tranquillamente rispondere che la Bibbia non vieta questi atteggiamenti ma li proibisce solo quando sono atti di adorazione vera e propria, e più avanti analizzeremo diversi versetti biblici, dove vi sono inchini e prostrazioni, non puniti da Dio perché chiari atti di rispetto umano. Di solito di fronte a questa contestazione i soliti fondamentalisti rispondono dicendo che si adora una creatura quando all’atto del prostrarsi viene aggiunta la preghiera. Prostrazione e preghiera, quindi, sarebbero i caratteri esclusivi dell’adorazione verso Dio.

In realtà le cose non stanno così. L’adorazione diventa tale solo quando al gesto e alle parole segue la concreta predisposizione dell’animo. In effetti, al di là di gesti e di parole, la vera adorazione che va rivolta a Dio è quella del cuore. Se manca questa, non c’è vera adorazione. Quindi non bastano le sole parole per adorare Dio, ma è necessario un cuore sincero e pieno di fede.

 

Prendiamo ad esempio Gn 23,7 e seguenti:

 

“Abramo si alzò, si prostrò davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti e parlò loro: “Se è secondo il vostro desiderio che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron, figlio di Zocar, perché mi dia la sua caverna di Macpela, che è all’estremità del suo campo”

 

Qui Abramo si prostra e prega delle persone per ottenere un beneficio, “la caverna di Macpela”.  In questi versetti sono due elementi caratteristici dell’adorazione: il gesto e la parola. Manca, però, la predisposizione del cuore e quindi non può essere considerata reale adorazione. Per i fondamentalisti dovrebbe invece essere un tipico esempio di adorazione.

 

Quindi possiamo concludere questa breve riflessione sull’adorazione dicendo che la Chiesa Cattolica sa perfettamente che solo Dio ha diritto all’adorazione. La Bibbia conosce la prostrazione  come gesto di reverenza ma vieta rigorosamente ogni gesto suscettibile di annettere all’oggetto del gesto una qualsiasi possibilità di sostituire  Dio.

La Chiesa cattolica non ha mai insegnato che i santi sostituiscono Dio, o gli fanno concorrenza, ma la comunione dei santi è ben altra cosa, e verrà affrontata nel capitolo ad essa dedicato.

Putroppo oggi molti fratelli separati sconoscono le loro origini, sconoscono i loro padri e scritti compresi. Spesso, troppo spesso, molti fratelli separati conoscono o credono di conoscere le pratiche della Chiesa cattolica, ma ignorano ciò che avveniva nel mondo protestante.

A scanso di equivoci, i fratelli separati, sapevano che anche Lutero si serviva delle immagini e adorava il Crocifisso? Non ci credete? Chiedete ai vostri pastori se hanno di queste immagini:

 


Copertina di una Bibbia curata da Lutero nel 1546

 

Notare, Lutero è in ginocchio davanti un crocifisso, la Bibbia è stata curata da lui, e si riconosce Lutero con l'abito classico nel quale siamo abituati a vederlo nei più famosi ritratti, (ringrazio la sorella Tea del sito Difendere la Vera Fede  per aver fornito questa immagine).