00 06/09/2009 11:41

LA FIGURA DI MARIA NELL’ANTICHITA’

 

Come abbiamo letto qualche pagina addietro Ignazio di Antiochia aveva scritto soltanto una decina di anni prima di Giustino, eppure apprendiamo come in questo breve tempo l'immagine di Maria aveva acquistato nella cristianità fattezze molto chiare, limpide e sempre più dettagliate, ma tutte in funzione di GESU'.

In questo modo si andava delineando la dottrina della natura divina del Figlio Gesù in una unica Persona visibile nella carne quale vero Uomo, ancora una volta come Dio si servì di Maria per entrare nella storia dell'uomo mediante l'Incarnazione, sempre attraverso la figura di Maria si serviva ora per decretare una dottrina ancora più sublime: la Trinità, ma questo per ora non ci riguarda da vicino. 

Il secondo secolo della storia della Chiesa si apre con un nome che sarà tra i più significativi fra i Padri: s.Ireneo di Lione, importante perchè è anche il primo teologo nel senso proprio del termine, tanto rilevante da essere riconosciuto il "Padre della dogmatica cattolica". Nacque a Smirne fra il 140 e il 160. A Lione viene ordinato presbitero ed inviato a Roma per collaborare alla controversia riguardante il montanismo. Al suo ritorno, morto il vescovo Potino a seguito del martirio, gli succede nella nomina e subito collabora con una discussione accesa fra il vescovo di Roma, papa Vittore I e i vescovi asiatici sulla Pasqua per la celebrazione in un giorno piuttosto che in un altro, invitando tutti ad una pacifica intesa, attesterà comunque le ragioni della Chiesa di Roma che su questo episodio sarà appoggiata anche dalla Chiesa in Antiochia. Muore nell'anno 202.

 

La sua testimonianza è per noi preziosa poichè si formò alla scuola di Policarpo (diretto discepolo dell’apostolo Giovanni) ed ebbe contatti con persone che avevano rettamente conservato l'insegnamento direttamente dagli Apostoli, scriverà in una sua lettera: " Come ho sentito da un certo presbitero (di rettitudine), che lo ha saputo da coloro che hanno visto gli apostoli e da quelli che sono stati loro discepoli...." (Haer.4,27,PG 7,1056) Questo particolare NON ci sfugga perchè come possiamo osservare il concetto della tradizione e' altamente osservato e molto prezioso ci si tramandava le notizie rettamente.

Ireneo era dunque molto ben informato sull'attività degli Apostoli come risulterà appunto dai suoi scritti, un 'opera degna di essere conosciuta è "Dimostrazione della dottrina apostolica". Non si capisce come e perché si debba riporre fiducia più in un pastore protestante che attinge ad una teologia sviluppatasi –nel migliore dei casi- solo 1500 anni dopo la nascita della Chiesa, e si debbano chiudere in un cassetto importantissime testimonianze dei primi cristiani, tra l’altro pure autorevoli, come i primi vescovi che appresero direttamente dagli apostoli. Il prendere la Bibbia in mano e leggervi sopra che Gesù ebbe fratelli carnali, significa calpestare la verità tramandataci dai nostri padri. Studiare i documenti dei padri della Chiesa per molti pentecostali è solo tempo perso, “meglio dedicarlo allo studio della Bibbia”, ed avrebbero pure ragione se non fosse per il fatto che appena non capiscono qualche versetto vanno subito a sfogliare il loro commentario biblico oppure vanno a chiedere al pastore.

Ireneo parte da una traccia che abbiamo imparato a conoscere e cioè il parallelismo EVA-MARIA di s.Giustino martire, trovandolo molto illuminante per poi applicarlo nel suo studio sulle lettere di paolo, lo studia maggiormente dandogli una nuova luce ed uno sviluppo notevole. Esperto delle Lettere Apostoliche, specie quelle paoline, S.Ireneo fonda questo parallelismo proprio sulla dottrina di S.Paolo della "ricapitolazione" e che diventerà il perno della sua soteriologia (soteriologia =dottrina che riguarda la salvezza).

Secondo la dottrina paolina il Redentore ha ripreso (ricapitolato) in se stesso "tutte le cose" e gli avvenimenti che accaddero a partire dalla prima creazione, riconciliando tutto con Dio. Orbene, in questa visuale, la salvezza dell'uomo appare come una seconda creazione, la quale, per Ireneo, non è altro che una specie di ripetizione della prima. Ed è mediante questa "seconda" creazione che Dio riabilita il Suo Progetto primitivo di salvezza, rovinato da Adamo; se lo riprende e lo riorganizza nella Persona del Figlio suo che diventa per noi il secondo Adamo come dice, appunto s.Paolo.

Per Ireneo dunque e per gli altri Padri, la comprensione della chiave della Salvezza risiede in collaborazione con Maria, nuova Eva. La Vergine: come vergine era Eva, ma dalla quale ereditammo la morte, mediante ora una nuova Eva-vergine ereditiamo la salvezza in Cristo Gesu' nuovo Adamo.

 

Scrive Ireneo:

" Come Eva la quale, pur avendo come marito Adamo, era ancora vergine...,disobbedendo divenne causa di morte per sè e per tutto il genere umano, allo stesso modo Maria che, pur avendo lo sposo era ancora Vergine, obbedendo divenne causa di salvezza per sè e per l'intero genere umano.....Così dunque il processo della disobbedienza di Eva trovò la soluzione grazie all'obbedienza di Maria. Ciò che Eva aveva legato a causa della sua incredulità, Maria HA SCIOLTO mediante la sua fede..."(Haer.3,22,PG.7,959-960)

 

Del resto così come l'Apostolo Paolo aveva fatto un parallelismo perfetto fra Adamo e Cristo, Ireneo stabilisce LEGITTIMO tale parallelismo fra le due donne tanto più perchè entrambe messe in causa da Dio stesso quando lancia ad Eva il castigo, promettendo invece una inimicizia fra Satana e quest'altra Donna, la Vergine attraverso la quale dovrà nascere il Suo Figlio.

Eva con la sua disobbedienza impose i legami; Maria con la sua obbedienza e la sua fede, sciolse questi legami. Ireneo si sofferma sul significato della scelta libera delle due donne, ed è in questa libertà che vede il RUOLO SPECIFICO DI MARIA.

 

Terminando tale parallelismo fra Adamo e Cristo di s.Paolo, Ireneo pronuncia un appellativo: MARIA E' AVVOCATA. "Avvocata di Eva" e lo spiega così:

"Come Eva fu sedotta dalla parola del Tentatore al punto di fuggire davanti a Dio, avendo trasgredito la sua Parola, così Maria ricevette il lieto annuncio per mezzo della parola dell'Angelo, cosicchè obbedendo portò DIO DENTRO DI SE'. E come quella si lasciò sedurre fino a disobbedire a Dio, così questa si lasciò persuadere in modo da obbedire a Dio. Per questo La Vergine Maria divenne "avvocata" della vergine Eva. La disobbedienza di una vergine, venne controbilanciata dalla Vergine (obbediente).

Se perciò il peccato del primo uomo fu riparato dalla retta condotta del Figlio di Dio; se la scaltrezza del serpente fu vinta dalla semplicità della colomba (Maria); e se sono stati spezzati i legami che ci tenevano vincolati alla morte, sono stolti gli eretici (coloro che non credono nella salvezza): essi ignorano l'economia di Dio; ignorano la sua economia nei confronti dell'uomo..."(Haer.5,19)

 

In una pagina della sua opera "Dimostrazione della dottrina apostolica", Ireneo esprime nuovamente questo concetto e scrive:

 

"Era conveniente e giusto che Adamo fosse ricapitolato in Cristo, affinchè la morte fosse assorbita nell'immortalità e che Eva fosse ricapitolata in Maria, affinchè la Vergine, divenuta avvocata di un altra vergine, potesse annullare e distruggere, con la sua verginale obbedienza, la disobbedienza verginale..." (Demonstratio 33, SC 62, pp.83-86)

 

Forse che s.Ireneo ha vissuto la sua fede in Cristo scartando il Cristo e adorando Maria?? NON credo proprio!!! Questa sua tesi che è PROGRESSIVA e parte dal concetto paolino della "ricapitolazione" ; introduce IL RUOLO DI MARIA nella teologia della salvezza, dice infatti che se l'umanità è caduta a causa del suo "primo capo" Adamo, doveva ovviamente essere ricondotta a Dio da un altro uomo che fosse il suo "secondo capo", cioè il Cristo suo Figlio che viene portato a noi nella chiarezza e che diventa, come dice Paolo "il principio della riconciliazione"; a tale concetto di restaurazione COMPIUTO DAL SALVATORE GESU' CRISTO, deve per forza rispondere passo, passo alla storia di tale caduta, Maria, che entra così per GRAZIA in questo processo sostituendo Eva e la sua disobbedienza.

 

Ireneo usa per Maria anche un altro termine: "MARIA CAUSA SALUTIS " Maria causa della nostra salute e perchè? perchè poichè Eva è definita biblicamente CAUSA DI MORTE Maria è il suo antitipo quindi, dice Ireneo vescovo: "il suo ruolo non si limita alla prestazione puramente fisiologica in qualità di madre vergine, ma è molto di più, tale cooperazione include nel suo ruolo iniziative di ordine morale e spirituale", e cita l'esempio della sua obbedienza che fu totale, incondizionata e libera che il suo consenso al piano salvifico ebbe un carattere soteriologico, cioè che riguarda appunto la salvezza e questo perchè Maria sapeva che tale incarnazione prodigiosa di Dio dentro di lei avveniva in vista della redenzione dell'umanita'.

 

Ma i fratelli di Gesù che fine hanno fatto? Si starà domandando il lettore, rispondiamo che non si può prescindere di inquadrare bene la figura di Maria, prima di approfondire fattori secondari, come altri suoi presunti figli, ma che tuttavia, per onore della verità verranno chiariti ulteriormente più avanti. Sul termine Avvocata dice Ireneo:  Eva NON è più condannata come responsabile della rovina del genere umano, perchè questa rovina le è stata rimossa appunto, dall'obbedienza di Maria che ha permesso all'unico salvatore del mondo di entrare nella storia del mondo e rimuovere cosi' ogni peccato. In questo modo Ireneo sottolinea che non e' Maria che salva, ma che per mezzo di Maria Cristo ha potuto operare la salvezza, in questo senso egli spiega il senso dell'avvocatura.

Se perciò il peccato del primo uomo fu riparato dalla retta condotta del Figlio di Dio; se la scaltrezza del serpente fu vinta dalla semplicità della colomba (Maria); e se sono stati spezzati i legami che ci tenevano vincolati alla morte, sono stolti gli eretici (coloro che non credono nella salvezza): essi ignorano l'economia di Dio; ignorano la sua economia nei confronti dell'uomo..."(Haer.5,19)

 

Ireneo usa per Maria anche un altro termine: "Maria causa il suo antitipo quindi, dice Ireneo vescovo: "il suo ruolo non si limita alla prestazione puramente fisiologica in qualità di madre vergine, ma è molto di più, tale cooperazione include nel suo ruolo iniziative di ordine morale e spirituale", e cita l'esempio della sua obbedienza che fu totale, incondizionata e libera.” (cfr, Gino e Caterina del siti Difendere la vera Fede)

Ritornando al tema principale di questo capitolo ecco cosa dice Origene uno dei più grandi studiosi biblici, riguardo a questi presunti fratelli carnali di Gesù:

 

“Occorre quindi avere l'ardire di affermare da una parte che i vangeli sono le primizie dell'intera Scrittura e dall'altra parte che primizia dei Vangeli è quello di Giovanni, il cui senso profondo non può essere colto se non da colui che ha "appoggiato il capo sul petto di Gesù e che ha ricevuto Maria come sua propria Madre".  Ma ora fai attenzione a quel che ti dico: colui che sarà un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come un altro Giovanni, vale a dire come un altro Gesù. Se infatti non esiste alcun figlio di Maria all'infuori di Gesù, secondo il parere di coloro che pensano rettamente di lei, e ciò nonostante Gesù disse a sua madre:  < Ecco il tuo figlio! >( Gv.19,26), e non già: < Ecco anche questo ti è figlio >, ciò significa: Questi (Giovanni) è Gesù che hai partorito. Perché chiunque infatti è perfetto, non è più lui a vivere, ma in lui vive il Cristo (cf.Gal.2,20); perciò fate attenzione fratelli miei, che quando si parla di lui a Maria, si dice: < Ecco il tuo figlio >, cioè, ecco colui che è diventato un bravo cristiano è Gesù Cristo, quindi < Ecco tua Madre >, cioè, come è veramente Madre dell'unico Gesù Cristo, ora ti è Madre a te nella salvazione! "

 (Origene, "Commento a Giovanni" -la catechesi- 1,4,PG 11,1048 - "Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa" di  L. Gambero, Ed.Paoline pp.80-81)

 

Notate come Origene dà per scontato che Maria non avesse avuto altri figli oltre a Gesù, inoltre è ha ben chiaro in mente il motivo dell’affidamento di Giovanni a Maria.

Il Salmo 2,7 si ricollega anche a questo evento, Gesù dalla croce genera la Chiesa, cioè Maria e Giovanni, simboli delle Chiesa nascente. In quel giorno Gesù generò la Chiesa e i figli di lei, rappresentati da Giovanni.

 

Ecco cosa dice s.Agostino  grande dottore della Chiesa a proposito dei presunti fratelli di Gesù, nel suo commento alle festa delle capanne:

Ora si avvicinava la festa dei Giudei, detta Scenopegia (Gv 7, 2). Chi ha letto le Scritture sa cosa era la festa della Scenopegia. In quel giorno si costruivano tende, simili a quelle nelle quali i Giudei avevano abitato quando, usciti dall'Egitto, peregrinavano nel deserto. Era una festa che si celebrava con particolare solennità. Con tale celebrazione i Giudei volevano ricordare i benefici del Signore, essi che avrebbero poi ucciso il Signore. Orbene, in questo giorno di festa - per la verità, i giorni di festa erano più d'uno, ma i Giudei parlavano di giorno di festa, sebbene i giorni fossero più d'uno - i suoi fratelli si rivolsero a Cristo Signore. Prendete il termine fratelli nel senso che sapete; il termine infatti non vi è nuovo. I parenti della vergine Maria venivano chiamati fratelli del Signore. Era consuetudine, nella Scrittura, chiamare fratelli tutti i parenti di qualsiasi grado, contrariamente al nostro uso e al nostro modo di esprimerci. Chi di noi chiamerebbe fratello lo zio o il figlio della sorella? Eppure la Scrittura chiama fratelli anche questi parenti. Abramo e Lot, ad esempio, sono chiamati fratelli, benché Abramo fosse zio paterno di Lot (cf. Gn 11, 27-31; 13, 8; 14, 14); così Labano e Giacobbe sono chiamati fratelli, pur essendo Labano zio materno di Giacobbe (cf. Gen 28, 2; 29, 10-15). Quando, dunque, sentite parlare dei fratelli del Signore, pensate ai parenti di Maria, non ad altri suoi figli. Allo stesso modo infatti che nel sepolcro in cui fu posto il corpo del Signore, né prima né poi vi giacque alcun morto, così il grembo di Maria né prima né poi concepì alcun mortale.

In ogni controversia, anche civile, esistono i fatti e, spesso i testimoni. Ogni fatto, viene avvalorato dalle testimonianze, è una legge naturale, civile, logica. Stranamente però i padri della Chiesa per i fratelli protestanti non sono da citare come testimoni. Quando però trovano qualche caso isolato, come Elvidio e Bonosio, che non erano né padri né dottori, che vanno contro le tesi cattoliche, allora li citano. Insomma il solito, due pesi e due misure.

La Bibbia per loro costituirebbe la sola fonte di verità, come se sarebbe discesa dal cielo così com’è, in stile coranico.

Non dobbiamo mai dimenticare che la Bibbia è autorevole, perché lo fu la Tradizione che la formò e la compose. Ricordiamo, e ce ne bisogno, che prima nacque la Tradizione, cioè la predicazione orale, e poi la Bibbia.

La patristica mi è stata di enorme aiuto nella mia ricerca della verità chiedevo sia cattolici che protestanti, incontravo o scrivevo a preti e pastori, ma la maggior parte di loro mi rispondeva in modo superficiale, lacunoso, davano per scontate le loro ragioni e non si sforzavano più di tanto di fornirmi prove bibliche. Non potevo stare in balia delle loro risposte più o meno precise, ho sentito quindi il dovere e il bisogno di leggere personalmente le fonti sia protestanti che cattoliche.

Un libro si medita di più rispetto ai discorsi orali che non vengono acquisiti parola per parola dalla nostra mente. Gli scritti si prestano di più alla meditazione, perché possono essere letti e riletti a piacimento, senza alcuna fretta.

Quando cominciai a capire da che parte stava la verità, e che il cristianesimo è strettamente legato alla storia, perché non è una religione astratta come il buddismo ad esempio, ma fondata anche su elementi storici, come ad esempio l’incarnazione del Verbo, la crocifissione, la resurrezione, la predicazione degli apostoli nelle varie città, dell’Oriente e dell’Occidente. ecc.. Il cristianesimo quindi non va contro la ragione o su un piano distante da essa, ma proprio con eventi storici precisi, e quindi con la ragione si può provare la venuta di Cristo nel mondo, la nascita e l’espansione della Sua Chiesa. Scorporare quindi la storia dal cristianesimo è sbagliato.

Non è affatto corretta l’affermazione “a me interessa solo la Bibbia, non ho tempo da perdere con la storia” perché il cristianesimo a differenza delle altre religioni si fonda proprio su fatti storici. Cristo è venuto sulla terra in un preciso momento storico, gli apostoli vissero in una precisa epoca storica. Le religioni che si fondano su dèi mitologici non si indentificano con la storia, la nascita Mitra, Iside e Horus, Astarte, Baal, e tante altre religioni non si colloca in precisi momenti storici perché frutto della fantasia umana. Cristo invece si è calato in un ben identificabile momento storico, entrando nella storia umana. La storia ci prova che Cristo è esistito e che è risuscitato. Allo stesso modo ci prova l’esistenza degli apostoli e dei loro successori; scorporare quindi la Bibbia e il cristianesimo dalla storia è un grossolano errore. Alla luce di queste considerazioni il cristiano non può dire “a me non interessa la storia”, perché non stiamo parlando della storia di Napoleone, o di Carlo Magno, che pur è utile conoscere, ma di quella del cristianesimo, cioè della nostra famiglia.

L’esempio fatto qualche pagina addietro sulla parola primogenito, l’abbiamo visto, essere una prova di come tale termine, in Col. 1,15 non abbia il significato strettamente letterale che gli danno i tdG ma vuole soltanto conferire regalità a Gesù, perché presso gli ebrei il primogenito ereditava dei diritti che gli altri fratelli non avevano. Abbiamo visto come con queste parole Paolo vuole indicare la regalità di Gesù, la potenza di Gesù, il primato di Gesù su tutte le cose create, infatti qualche versetto più avanti dice chiaramente che tutte le cose sono state create per mezzo di Lui, “Egli è principio”, e il Verbo è principio come il Padre. Egli è l’Alfa e l’Omega come il Padre e lo Spirito Santo.

Questo i tdG non lo vogliono capire, perché devono spiegare a tutti i costi la Trinità con la razionalità umana, asserendo che non esiste, e che noi cristiani siamo considerati idolatri perché crediamo in “tre dei”, loro invece credono solo in Geova.

Quando gli conviene credono per fede, ad altre verità bibliche invece pretendono di applicare la razionalità umana e le formule matematiche.

Lo stesso dicasi per molti protestanti evangelici o evangelicali, pur con le dovute differenze dottrinali, i quali usando il linguaggio moderno, stravolgono il significato della parola “fratello” nel contesto biblico.