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DIO, IL PADRE DI GESÙ


Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell'uomo. Colmaci del tuo Spirito, perché lo annunziamo ai fratelli, con la fede e con le opere.

(Colletta della 15° Domenica del Tempo ordinario)



Dio, il Padre di Gesù



DIO, "IL PADRE DEL SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO"



La Rivelazione di Dio-Padre, iniziata nell'Antico Testamento, continua e raggiunge il suo vertice nel Nuovo, attraverso Gesù.

Il Dio unico, trascendente e vicino, dell'Antico Testamento, il Dio di Abramo, di Isacco, di Mosè, dei Profeti, si rivela come «Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo» (Ef 1, 3) e come il Padre che, in Lui, vuole salvare tutti gli uomini e farli parte­cipi della sua stessa vita.

Gesù è la chiave per entrare nel mistero intimo e impenetrabile della vita divina, per comprendere:

- ciò che il Padre ha fatto per noi,

- ciò che continua a fare,

- ciò che vuole che noi facciamo per Lui.

L'Antico e il Nuovo Testamento non sono estranei l'uno all'al­tro, non sono opposti e neppure distanti, ma sono l'uno lo svi­luppo dell'altro, l'uno la continuità e il perfezionamento dell'al­tro. Dice S. Agostino: «nell'Antico è nascosto il Nuovo, e nel Nuovo si rende palese l'Antico».'



DIO SI RIVELA COME UNO E TRINO



La ricchezza viene ora pienamente rivelata.

Dio si rivela come uno nella natura e trino nelle Persone, realtà sconosciuta nell' Antico Testamento.

La novità nel Nuovo Testamento sta proprio in questo incredi­bile e originale mistero: il Dio antico, trascendente, inaccessibi­le e Santo, è un Dio in sé misteriosamente "composito": e un Dio solo, ma in tre Persone uguali e distinte, che si chiamano Padre, Figlio e Spirito Santo.

Come comprenderlo?

Non certamente con gli strumenti della ragione e del sentimen­to, ma unicamente con quelli della fede.

I dati essenziali della Rivelazione sono: nell'unico Dio una è la natura e tre le Persone. Esse hanno in comune la natura, ma sono Persone diverse, con diversa identità e ruoli diversi:

- il Padre è detto "padre" perché "genera" il Figlio;

- il Figlio è detto "figlio" perché "è generato" dal Padre;

- lo Spirito Santo è detto "spirito" perché "è spirato" cioè "procede dal Padre e dal Figlio".

I ruoli diversi emergono sul piano della creazione e della sal­vezza così come ci sono descritti nell' intera Bibbia.

Le tre divine Persone però, condividendo la stessa natura, sono un solo Dio e un solo Signore.



IL FIGLIO RIVELA L'ESISTENZA DEL PADRE



Nell' Antico Testamento Dio si è rivelato attraverso una lunga storia (18 secoli!) che è stata via via illustrata e interpretata dal­le parole dei Profeti.

Poi, "nella pienezza dei tempi e venuto Gesù: «Dio, che aveva parlato, in tempi antichi, molte volte e in molti modi, per mezzo dei Profeti, ultimamente, in questi giorni, ci ha parlato per mez­zo del Figlio» (Eb 1, 1-2).

Gesù non è soltanto uno dei Profeti, l'ultimo o il più grande, ma

- è il Profeta per eccellenza,

- è il Figlio del Padre,

- è Dio come il Padre,

- è l'unico portavoce autentico del Padre perché, essendo da Lui generato, è il solo a conoscerlo e a sapere tutto di Lui.

Dice Giovanni: «Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio Uni­genito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato» (Gv 1, 18).

Lui solo può quindi infallibilmente farci conoscere il Padre;

Lui che, pur essendo Dio come il Padre, facendosi uomo, può

far uso del nostro comune linguaggio umano.

Ovviamente, parlandoci attraverso l'umanità del Figlio, Dio si comunica attraverso un velo; e questo velo non consente un'esperienza immediata della divinità.

Il Dio rivelato in Gesù rimane quindi "un Dio nascosto e miste­rioso" (cf. Is 45, 15), per accogliere il quale occorre la fede.

Ecco perché all' apostolo Filippo che chiede di vedere il Padre Gesù dice: «chi vede me, vede il Padre» (Gv 14, 8), come per dire: io ti rivelo il volto del Padre, ma insieme te lo nascondo, perché non puoi vedere ora quello che per ora non puoi vedere:

per adesso ti basti vedere me! E in me tu vedi soltanto l'uomo e non vedi Dio!

La trascendente e misteriosa identità di Dio ci viene così rive­lata e comunicata, in modo pieno, attraverso l'unica Persona che, condividendo col Padre la natura divina, è in grado di rive­larci tutta la verità.

Ora, secondo la Parola di Gesù, vediamo Dio «in modo confu­so e come in uno specchio»; e solo alla fine lo contempleremo «faccia a faccia» (J Cor 13, 12), verificando la perfetta identità:

- fra ciò che ci ha detto e ciò che è nella realtà;

- fra ciò che abbiamo creduto e ciò che vedremo;

- fra l'oggetto della fede e l'oggetto della gloria e della vi­sione.

Delle tre divine Persone della SS. Trinità rivelate nel Nuovo Testamento, una sola si è resa visibile agli occhi dei contempo­ranei; le altre due si sono rivelate attraverso segni e parole.



IL PADRE PRESENTA E ACCREDITA IL FIGLIO



Racconta Matteo: «In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "io ho bisogno di essere battez­zato da te e tu vieni da me?", ma Gesù gli disse: "lascia fare per ora, perché conviene che così adempiamo ogni giustizia. Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù usci dalle acque, ed ecco si aprirono i cieli, ed egli vide lo Spirito Santo scendere come una colomba, e venne su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse. "Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto"» (Mt 3, 13-17).

L'episodio ha un'importanza fondamentale, perché il Padre, alla presenza dello Spirito Santo, presenta Gesù con il termine ine­quivocabile di Figlio.



IL FIGLIO RIVELA L'IDENTITÀ DEL PADRE



Non vi sono dubbi sull'identità della Persona che viene presen­tata: quel Gesù, che, fra gli altri, si china per ricevere il Battesi­mo; è il Figlio amato del Padre ed è Dio come Lui!

Ma non vi sono dubbi nemmeno sull'identità della Persona che presenta il Figlio: è il Padre! E Dio che si rivela come il Pa­dre di Gesù! Sono ambedue legati da quella comune natura che

li fa essere Padre e Figlio!

Gesù, dunque, non è lì per caso: è fl per dare inizio alla sua mis­sione di salvezza; è lì per presentarsi come il dono che il Padre vuol fare e presentare all'umanità.

E presentando Gesù come "Figlio" vuole annunciare la sua vera e inconfondibile identità di Padre!

L'apostolo Giovanni dirà: «Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3, 16).

E Paolo: «Dio non ha risparmiato il suo Figlio, ma lo ha dato per tutti noi» (cf. Rm 8, 32).

Il Dio dell'Antico Testamento è quindi divenuto "il Padre di Gesù", e come tale sarà considerato anche quando continuerà a essere chiamato semplicemente "Dio".



CHE SIGNIFICA L'ESPRESSIONE: "DIO È IL PADRE"?



L'espressione ha due fondamentali significati:

1. I termini "Dio" e "Padre" si identificano: il Padre, come ci è rivelato nel Nuovo Testamento, è veramente Dio. Quel Pa­dre che Gesù ha annunciato nell'intero Nuovo Testamento è lo stesso Dio, l'unico vero Dio che si è rivelato nell'Antico.

2. Il Padre rivelato da Gesù ha un carattere di "primarietà" rispetto alle altre due Persone. E la Fonte assolutamente prima, perché, mentre il Figlio e lo Spirito Santo scaturisco­no da Lui, Egli non ha origine da nessuno.

La fede monoteista dell'Antico Testamento culmina così nella fede nel «Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo» (Col 1, 3).

Padre è il nome proprio di Dio nel Nuovo Testamento, ed è un annuncio così carico di conseguenze ideali e pratiche da dover­lo considerare il vertice di tutta la Rivelazione.

E proprio per questo, Filippo, chiedendo a Gesù di fargli vedere il Padre, si esprime così: «Signore, mostraci il Padre, e ci basta!» (Gv 14, 8).

Evidentemente aveva capito che, una volta compreso il ruolo del Padre, tutto viene a cambiare e ad acquistare un senso nuo­vo, una dimensione nuova.



COL PADRE GESÙ HA UN RAPPORTO UNICO E IRRIPETIBILE



Il rapporto fra Gesù e il Padre riveste un carattere di assoluta unicità e irripetibilità.

Il modo di comportarsi, le parole e le preghiere al Padre, sono quelle tipiche di uno che si sente figlio; di un figlio che ha la consapevolezza di essere stato da Lui generato alla vita divina; e Gesù, col Padre, ha

- un rapporto unico, esclusivo, non confondibile con altri.

Quando invita i discepoli a mettersi in rapporto col Padre, non dice mai: "nostro Padre", ma "il Padre vostro", "il Padre loro", "il Padre tuo"... E apparendo a Maria Maddalena, dopo la risurrezione: «non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre. Ma va' dai miei fratelli e dì loro: "io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"» (Gv 20, 17-18);

- un rapporto irripetibile, perché Gesù è l'unico figlio che procede dal Padre per via di naturale generazione: Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero.3



Tutti gli altri, come vedremo, diventeranno figli per partecipa­zione, Lui per naturale generazione.



UN RAPPORTO DOLCE CHE LO PORTA A DIRE "ABBÀ"



Gli ebrei dell'Antico Testamento usarono il nome di Padre applicandolo a Dio in senso metaforico e collettivo.

Spetta a Gesù il merito di aver portato sulla terra la nozione ve­ra di Dio-Padre, e di averla accostata a una persona singola.



Anzi, Gesù va oltre.



Rivolgendosi al Padre, spesso usa il termine aramaico "Abbà", che era la parola usata dal bambino ebreo quando chiamava il suo papà.

Il Talmud afferma che un bimbo si doveva slattare solo quando era capace di dire immà (mamma) e abbà (papà).

L'evangelista Marco dice che Gesù, nel Getsemani, pregava così: «Abbà... tutto è possibile a te, allontana da me questo cali­ce» (Mc 14, 36).

Se non fosse stata un'espressione abituale sulla bocca di Gesù, Marco non l'avrebbe usata in un momento tanto solenne e tragico!

Il rivolgersi a Dio con la parola abbà era impensabile per gli ebrei, ma Gesù sapeva di poterla usare, perché il Padre era per lui intimo e familiare.

Lui solo poteva dire: «Tutto mi è stato dato dal Padre mio, nes­suno conosce il Figlio se non il Padre e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Mt 11, 27).

«Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10, 30).



IL PADRE DI GESÙ



Il Padre descrittoci da Gesù, il Padre del Nuovo Testamento, il Padre, soprattutto, rivelato nel Vangelo di Giovanni, ha le se­guenti caratteristiche:

- è la Fonte prima della vita divina: il Figlio e lo Spirito

Santo procedono da Lui, hanno origine da Lui, pur essen­do eterni come Lui;

- è l'Autore del Piano divino della Creazione e della Re­denzione, piano che scaturisce dalla "Fonte d'amore" che è la carità di Dio Padre;

- è il vero Signore dell'universo e dell'uomo, perché è la fonte prima di ogni cosa, e per questo è detto Dio per eccellenza;

- è l'Amore infinito, eterno, onnicomprensivo. È l'Amore dal quale e nel quale ogni altro essere trae origine e fonda­mento (cf.] Gv 4, 8.16).



GESÙ, FIGLIO DI DIO, FIGLIO DEL PADRE



Nei confronti del Padre, Gesù di Nazaret è ciò che di più alto si può immaginare:

- è, in senso proprio, Figlio di Dio;

- è l'Unigenito, cioè il Figlio unico nel suo genere;

- è eterno come il Padre (in principio era il Verbo);

- è perfettamente unito al Padre (e il Verbo era presso Dio);

- è della stessa natura del Padre (e il Verbo era Dio) (cf. Gv 1, 1);

- è uno col Padre nell'agire: «le opere che io compio nel

nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza... Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10, 25-30).