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17 - DON CARLO CONTINUA

Tornerò tra voi


« Io non vi lascerò orfani, io tornerò tra voi » (Gv 14,18). Questa promessa di Gesù è diventata realtà viva anche per Don Carlo. «Se egli tornasse - ma è sempre in mezzo a noi -... » puntualizza un set­timanale cattolico. Sì, Don Carlo è sempre in mezzo a noi: continua la sua missione evangelizzatrice con la forza divina dello Spirito San­to e con la sua bontà semplice e gioiosa che dona la sua delicata atten­zione a tutti e a tutto. E molti ne hanno fatto esperienza.

« Per me Don Carlo è una realtà viva, presente - attesta una Suo­ra -. Ho tanta nostalgia della sua presenza luminosa e della sua pa­rola intrisa di Parola di Dio, ma lo sento vicino. Quando sono in dif­ficoltà lo invoco e mi sembra di sentire un po' la sua voce che mi dice di guardare avanti, al futuro di Dio che ci attende.

Avevo avuto un momento un po' difficile e non riuscivo ad affron­tare la Confessione. In quel periodo continuavo a sognare Don Car­lo. Questa sua particolare presenza mi ha condotto alla decisione di riprendere ad accostarmi al Sacramento del perdono ».



Lo sento presente

« Ringrazio i Tre e la Mamma per avermelo fatto incontrare - scri­ve una Superiora -. Per me Don Carlo non è scomparso; è presente, lo sento. Sono certa che con la Mamma continua a starmi accanto ».

E una Madre Priora: « Lo sento vicino come se fosse il mio Ange­lo Custode. Leggo ogni giorno una sua parola trascritta sull'agenda ed è sempre una luce nuova. Lo ricordo in particolare ogni 7 del mese e ogni mercoledì (data e giorno del suo ritorno a Casa) ».

Il signor F., parente di Don Carlo, che da bambino l'ebbe come assi­stente al Collegio "Don Bosco" di Pordenone, afferma: « Don Carlo continua a influire nella mia vita con una forza inte­riore che non so spiegare, ma che mi spinge a fare cose che da solo non avrei mai fatto, a prendere decisioni che sono anche contrarie al­ la mia volontà, ma che sono volontà di Dio. Lo sento sempre presente dentro di me ».



Parla in me Don Carlo

Don M., parroco di A., che l'ha avvicinato e ascoltato più volte, attesta: «Tutte le volte che accosto la Parola di Dio per la Parrocchia, per Radio-Maria - adesso poi ho una comunità di Maria da guidare, ci sono i vari gruppi di preghiera, persone che arrivano, telefonate... - io posso dire che in quel momento in me parla un'altra persona, non sono io a parlare. Se fossi io, dovrei prepararmi come facevo pri­ma per fare qualunque tipo di intervento, anche breve. Invece adesso sento che, come mi accosto alla Parola di Dio per predicarla - e par­lo spessissimo anche fuori parrocchia - io parlo e non parlo, perché parla in me Don Carlo. Certo, allo Spirito Santo e alla Madonna, ma anche a te, Don Carlo, che mi hai insegnato questo accostamento spi­rituale alla Parola di Dio, devo tutto. Ti ringrazio di cuore, Don Car­lo, anche perché come seconda realtà tu mi hai donato l'amore alla Mamma ».



Verremo presto a prenderla

Qualche mese dopo la sua morte, una claustrale confidò a una con­sorella un sogno che l'aveva colpita profondamente. Vide Don Carlo che le disse: « Suor M. F., si prepari che verremo presto a prenderla ». Quella sua consorella rispose: « Non si sa mai... Lei si prepari davve­ro. Se poi non fosse, darà tanta gloria a Dio la sua disposizione inte­riore a lasciare tutto ».

La Suora dispose tutto in ordine, distaccandosi da tante piccole cose e preparando l'anima all'incontro con lo Sposo divino. Era an­cora abbastanza giovane e non era malata.

Trascorso appena un mese dal sogno, una sera fu colpita da im­provviso malore. Ebbe subito la percezione chiara che era giunta la sua ora e chiese ripetutamente perdono a tutta la Comunità accorsa attorno a lei. Fece appena in tempo a ricevere l'ultima assoluzione e raggiunse la Casa del Padre. Appena seppero del sogno le Sorelle si ricordarono che Don Carlo aveva assicurato: «Quando sarò a Casa verrò a prendervi con la Mamma una ad una».



In questo momento non so pregare

« Mi trovavo in un momento particolare di prova e di sofferenza - attesta la signora E. -. Una sera mentre recitavo le mie preghiere, uscì da un libro la pagellina-ricordo con la foto di Don Carlo. Ero tanto avvilita e gli parlai: « Don Carlo, ti prego, tu ci hai fatto cono­scere la Mamma, ce l'hai fatta tanto amare... Tu che sei vicino a Lei, prega tu per me, intercedi tu per me, perché io non so..., in questo momento non so pregare».

E certo Don Carlo assieme alla Mamma ha pregato per me, per­ché quella grazia l'ho ricevuta. Don Carlo ci ha guidati a una fede co­sì viva in Gesù e nella Mamma, che non possiamo cancellarla dalla nostra anima ».



Gli potevo chiedere tutto

«Ho chiesto una grazia a Don Carlo il giorno del suo funerale - racconta la signora G. - quando stava lì nella bara. Mio padre sof­friva tantissimo a causa di polipi al naso che gli impedivano di respi­rare. Siccome soffriva anche di cuore, non era possibile affrontare l'o­perazione chirurgica.

Quel giorno, sapevo di essere davanti a una persona che era già in Paradiso - lui poi l'aveva descritto così bene il Paradiso -. Ero sicura che vi si trovava e ho pensato: lui è arrivato, io gli posso chie­dere qualsiasi cosa, perché sono sicura che la ottengo. E allora gli ho chiesto: "Don Carlo, ti prego, aiuta mio padre. Liberalo dai polipi, fallo respirare". Proprio gliel'ho chiesto con tutto il cuore. Mio pa­dre subito, il giorno dopo, si è liberato dal polipo; gli si è staccato. Il fatto si è ripetuto nuovamente a distanza di 3 anni e poi ancora. Non si è più dovuto operare. Ogni volta questo polipo si stacca da solo. Questo lo devo a Don Carlo».



I medici non sapevano spiegare

«Mio marito e io abbiamo avuto modo di conoscere Don Carlo - afferma la signora A.C. di Bergamo -. Ne siamo molto contenti e riconoscenti. Io penso di aver ricevuto da lui una grazia l'anno scor­so. Ero ricoverata in Svizzera per un intervento abbastanza serio e dopo dieci giorni ho avuto dei problemi inspiegabili con emorragia interna e febbre altissima. Pensavano di dovermi rioperare. Quando venne a trovarmi il dr. G., mi portò un piccolo indumento di Don Carlo che appoggiai subito alla parte malata. Dopo qualche giorno la febbre scomparve e mi sentii veramente bene. Non ci fu più bisogno di inter­vento. Anche i medici si stupirono nel constatare come potesse essersi risolto in così breve tempo, un fatto che essi non sapevano spiegare e tanto meno risolvere.

Sono veramente riconoscente a Don Carlo e alla Mamma Celeste ».



Mi fece segno di non temere

Una Suora domenicana scrive questa testimonianza: « Don Carlo è sempre vivo e veglia su chi si raccomanda a lui con la preghiera. Quel giorno, come per molti oggi, anche per me fu necessaria una radio­grafia per qualche disturbo che mi faceva dubitare di un male serio. In seguito agli esami risultarono evidenti e visibili i sintomi di quel male che si temeva. L'intervento chirurgico doveva essere urgente.

Nel mio animo si scatenò una lotta, facilmente comprensibile: paura per quel brutto male che falcia oggi innumerevoli vite, e il desiderio di lavorare ancora per il Regno di Cristo.

La lotta interna durò poco perché dissi a me stessa: "Don Carlo sa che io seguo le sue direttive per la diffusione del Regno di Cristo. Don Carlo, tu sei venuto anche qui in questa lontana terra meridiona­le, hai acceso una fiamma, hai animato questa gioventù entusiasta e forte. Vedi un po' cosa puoi fare per me, affidami alla Madonna; parla di me alla Mamma del Cielo e dille che ispiri come risolvere questa faccenda".

Sentivo che Don Carlo dal Cielo non poteva ignorare la mia situa­zione. Egli non aveva avuto paura di percorrere l'Italia dal Nord al Sud; non aveva calcolato le distanze e ora, in Cielo, le distanze non esistevano più. Ebbene, dopo questa intima, accorata preghiera, an­dai a riposare. Don Carlo mi apparve in sogno o in realtà, non lo so: so soltanto che la sua immagine è rimasta impressa, netta e precisa, nella mia mente. Don Carlo mi guardò e alla mia domanda rispose con un gesto della mano, come per dirmi: "Non temere, non ti preoc­cupare!". Ricordo benissimo che egli era seduto su una poltrona, die­tro ad una scrivania, sulla quale stava un registro aperto. Mi guardò negli occhi e ripeté il gesto della mano.

Mi svegliai e con stupore mi trovai in uno stato d'animo diverso: di coraggio e fiducia. E quale non fu la mia meraviglia quando, rag­giungendo Torino qualche giorno dopo, riconobbi nell'ufficio accet­tazione della clinica delle Suore, lo stesso ambiente che avevo visto nel sogno. (Da notare che io non ero mai stata in quella clinica delle Suore Domenicane di Torino). Non solo, ma venni poi a sapere che proprio in quella poltrona, qualche volta, si era seduto anche Don Car­lo. Ormai ero certa che Don Carlo mi aveva risposto.

Dopo il grave intervento - nonostante l'esame istologico positi­vo, che confermava trattarsi di tumore maligno - tutto si normaliz­zò e potei riprendere l'intensa attività. Tuttora, dopo ormai più di cin­que anni, continuo a godere buona salute dedicandomi anche - co­me promisi a Don Carlo - all'animazione spirituale dei giovani Gam ».



Ci guardava... ci guidava ancora

« Nel Cenacolo di Trigesima della morte di Don Carlo a S. Gio­vanni in Laterano - racconta D., una giovane Gam - tutti eravamo tristi perché era il primo grande Cenacolo in cui Don Carlo non c'era. Mentre pregavamo, mi girai e vidi Don Carlo in piedi accanto all'al­tare che guardava i giovani e sorrideva. Dopo pochi minuti non vidi più niente, ma mi rimase tanta gioia nel cuore e la certezza che lui dal Cielo ci guardava, ci guidava ancora nel lavorare per la Mamma Celeste.

Ringrazierò sempre la Mamma di avermi scelta per il suo esercito di giovani pronti a sconfiggere il Dragone, e di avermi fatto la grazia di passare alcuni anni della mia vita vicino ad un Santo come Don Carlo ».

Anche altri giovani ebbero l'impressione di vederlo più volte pre­sente nei Cenacoli, a volte al posto di Don Bruno che stava animan­do, altre volte al suo fianco o dal lato apposto dell'altare: piccoli se­gni della stupenda e vitale realtà del Corpo Mistico.

Un parroco di un paese in provincia di Treviso si risentì con la per­sona che gli aveva dato la notizia della morte di Don Carlo, perché pensava a una falsa informazione. Ebbe la netta percezione di veder­lo presente a Thiene tutto il tempo del Cenacolo animato da Don Bru­no. Gli fu mostrata la foto dell'uno e dell'altro, ma lui insisté di aver visto Don Carlo. « Lo conosco bene - insisté -; solo qualche mese fa era stato in parrocchia da me a fare un Cenacolo. Avevamo poi parlato insieme in canonica e salutandomi mi aveva abbracciato. A Thiene era proprio lui... Eppure pazzo non sono... ». A dieci anni di distanza confermerà il fatto.



Il segno più grande: i giovani Gam

« Normalmente si cercano nei Santi miracoli e guarigioni - affer­ma una persona che gli fu particolarmente vicina - ma in Don Carlo il segno e il miracolo più grande è questa gioventù da lui lanciata al­l'evangelizzazione. Non si spiega, se non con un intervento straordi­nario della grazia, come due o tre giovani riescano a smuovere la massa della gente - per lo più persone non praticanti - e a riempire le chiese.

Una volta le chiese si riempivano così solo nelle grandi solennità e per l'arrivo di qualche grande predicatore. In un Cenacolo Gam, i predicatori chi sono? Degli adolescenti, in maggioranza dai 13 ai 18 anni, e a volte dei fanciulli. La gente ascolta incantata con gli occhi lucidi e i Parroci e gli altri Sacerdoti alla fine hanno il cuore in festa perché essi, che han confessato, hanno visto cadere nella rete di Dio molte anime lontane che non si accostavano ai Sacramenti da tanti anni.

Sono queste stesse persone che, al colmo della felicità, vanno a rac­contarlo ai giovani. E la gioia si moltiplica.

Don Carlo paragonava questo fatto alla moltiplicazione dei pani (cf Gv 6,1-13). Come per sfamare quella folla Gesù utilizzò i cinque pani e due pesci di quel ragazzo condotto dall'apostolo Andrea, così utilizza tutto ciò che con gioiosa generosità questi giovani gli offro­no: il loro tempo, le loro esuberanti energie, la loro freschezza, so­prattutto la loro fede che non razionalizza e il loro amore che non calcola.

A guardarli così indifesi e sprovveduti - davvero solo "cinque pani e due pesci" - qualcuno potrebbe dire come l'apostolo Andrea: —Ma che cos'è questo per tanta gente?" (Gv 6,9). Eppure Gesù opera me­raviglie proprio con questi piccoli strumenti. Ancora una volta Dio sceglie "le cose che non sono, per ridurre al nulla quelle che sono" in un mondo autosufficiente e sicuro di sé.

Il Papa Giovanni Paolo II puntualizza stupendamente come i piccoli «ci ricordano che la fecondità missionaria della Chiesa ha la sua radice vivificante non nei mezzi e nei meriti umani, ma nel dono asso­lutamente gratuito di Dio » (Christifideles laici, n. 47).

"È tutta opera della Madonna" afferma Don Carlo. E lui ne è stato e continua ad essere lo strumento di mediazione. Ecco il miracolo, il segno più grande di Don Carlo ».



Don Carlo nei giovani

Quando Don Carlo era ancora nella bara, furono mandati ad ani­mare un Cenacolo a Genova - ormai già da tempo fissato - due gio­vani Gam. Il Monsignore che attendeva Don Carlo restò alquanto per­plesso vedendosi arrivare due ragazzi. Tuttavia lasciò fare.

E quale non fu la sua meraviglia, quando constatò gli stessi effetti di partecipazione alla preghiera sulla Parola di Dio e ai Sacramenti. Lo comunicò subito a Torino. I giovani ripetevano i commenti più volte ascoltati da Don Carlo. E la Mamma Celeste attirava lo Spirito Santo.

Qualche mese dopo nella Cattedrale di Albenga, al termine del Ce­nacolo, una Suora dell'Istituto "Faà di Bruno" che conosceva bene Don Carlo, abbracciò i giovani e piangendo di commozione disse che ascoltando loro le sembrava di risentire lui.

Don Carlo continuava nei suoi giovani Gam. E continua tuttora mentre percorrono le strade volantinando per raggiungere con un'e­vangelizzazione capillare soprattutto i lontani, o passano di casa in casa, di corsia in corsia negli ospedali, nei padiglioni degli ospizi, ne­gli istituti... ovunque si apra una possibilità di annunciare la Parola di Dio.



Portano la vera libertà

Particolarmente commovente e incisiva l'evangelizzazione con ce­nacoli e missioni Gam nelle case circondariali. Ultimamente i giovani hanno effettuato delle missioni al carcere minorile di Palermo, al Su­percarcere di Trani e a quello delle Vallette di Torino. In quest'ultimo i giovani (i ragazzi nei reparti maschili e le ragazze in quelli femminili) portarono la bianca statua della Madonna di Fatima nelle singole sezioni - cella per cella - annunciando la Parola di Gesù e facendo Cenacoli per un'intera settimana. I Sacerdoti del Gam confessarono di continuo ogni pomeriggio. Gli interni, in maggioranza giovani, pian­gevano di commozione, strappavano i manifesti e la stampa porno­grafica e appendevano nella loro cella il poster della Madonna. Vi fu anche chi, sposato da diversi anni civilmente, volle regolarizzare il ma­trimonio sposandosi in chiesa. "Sono avvenute delle autentiche con­versioni", commentò il rev.do P. Ruggero o.f.m., cappellano delle carceri da 45 anni.

La missione si concluse con la concelebrazione dell'Arcivescovo di Torino, Sua Eccellenza Mons. Giovanni Saldarini, che conferì an­che le Cresime a un gruppo di giovani.

Una giovane interna disse: "Come mi ha reso libera la Confes­sione di ieri!". E una signora: "Ho iniziato a leggere il Vangelo di San Giovanni che mi è stato regalato con i commenti di Don Carlo De Ambrogio. Lo trovo tanto bello e penetrante". Le testimonianze potrebbero continuare numerose e toccanti. Gruppi di giovani e uo­mini delle varie sezioni, da allora si riunirono per pregare insieme il Rosario.



Un anno per il Signore

Per dare una forte spinta all'evangelizzazione e per impegnare i giovani in questo compito specifico, Don Carlo aveva lanciato una pro­posta che i giovani hanno accolto con entusiasmo e generosità: "Un anno per il Signore".

Alcuni di essi, infatti, per dedicarsi a tempo pieno a questa mis­sione e alla preghiera, lasciano le loro famiglie e consacrano un anno o più al Signore, sotto la guida della Mamma Celeste. Vivono in Comunità-Cenacolo e si dedicano all'animazione di Cenacoli e mis­sioni in varie parti d'Italia.

È un'esperienza unica: oltre a dare, ricevono moltissimo maturando profondamente nella fede e negli autentici valori della vita. Termina­to il periodo, tornano - se lo desiderano - alle loro case, ai loro im­pegni di lavoro e di studio, continuando ad essere testimoni ed evan­gelizzatori nel loro ambiente. È una possibilità aperta a tutti i giovani (ragazzi e ragazze) che desiderano offrire la loro disponibilità al Signore per il Vangelo.

« Sta arrivando una gioventù tutta nuova - diceva Don Carlo - che, agli ordini della Condottiera, la Donna vestita di Sole, cambierà il mondo ».



I suoi scritti parlano

Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Fenocchio, Vescovo Ausilia­re di Albenga, scrive di lui: « Purtroppo non ho avuto il bene di in­contri né personali né epistolari con Don Carlo. Lo avevo invitato a Pontremoli, sia per i Sacerdoti, sia per i giovani; ma non gli era stato possibile accettare.

La mia conoscenza è quella che ho attinto dai suoi scritti, che mi sono stati rivelazione di un'anima sacerdotale di alta e rara spirituali­tà, afferrata dall'amore alla Madonna, a cui ha guardato come al punto di orientamento di tutta la sua vita e come al grande motivo di fiducia e di serenità che traspaiono costantemente dalle sue pagine.

Profonda cultura biblica e teologica, unite alla vivacità dello stile e alla capacità di presentarne le ricchezze con singolare semplicità e chiarezza, mi appaiono pure i pregi delle sue pubblicazioni.

Da quando conosco il movimento da lui promosso, l'ho sempre visto come un bellissimo strumento di cui oggi lo Spirito Santo sta ser­vendosi per il rinnovamento della vita cristiana e per la santificazione delle anime. Prego affinché esso abbia a diffondersi sempre più e a sviluppare in sempre più ampi orizzonti il bene che sta compiendo, specialmente tra i giovani».



Come se l'avessimo sempre conosciuto

Molti altri che non l'hanno conosciuto di persona lo scoprono nei suoi scritti e nelle sue registrazioni così penetranti e profonde, ricche di Spirito Santo.

« Pare che parli all'anima - dice la signora G. -. A volte ascol­tandolo mi vengono i brividi; sembra una voce più dal cielo che dalla terra ».

« Ma questa non è la voce di un uomo, ma di un Angelo » dissero i tecnici della sala di registrazione mentre inserivano la presentazione alla musicassetta Gam n. 11.

« Ogni volta che ascolto le sue cassette - dice G., un giovane del­l'Argentina - scopro sempre un nuovo messaggio della Parola di Dio. Mi ha aiutato così a conoscere Gesù e mi dà tanta forza per farlo co­noscere, per evangelizzare ».

I giovani Gam vibrano per lui anche se molti non l'hanno cono­sciuto. « Per noi è come se l'avessimo sempre conosciuto - dicono - anzi, non ci ha mai lasciati, lo sentiamo...

In tutti gli incontri Gam egli è presente ed è per questo che da tutti si sente il bisogno di concludere con il canto "Don Carlo, sorridi", cantato con una partecipazione sentita, tale che si piange e si ride di gioia.

È il grazie tributato dai giovani a Don Carlo il quale è presente ancora, con la Mamma Celeste e lo Spirito Santo, nelle giornate di Formula 1, nei campi-missione, nelle missioni e durante i Cenacoli e i volantinaggi. Egli è sempre lì pronto ad aiutare i giovani contro gli assalti di Satana e a guidarli nella conquista delle anime per il trionfo del Regno di Dio.

Nelle lettere ci salutiamo con lo stesso suo saluto: "nell'Amore dei Tre con la Mamma Celeste". E aggiungiamo: "E Don Carlo". La sua presenza, anche se non è visibile, è reale, vera. Don Carlo è sempre con noi, fa parte di noi, è nei nostri cuori. Ed è per questo che lo preghiamo...

Egli continua ancora a sorriderci dal Cielo e continua a dirci con il suo luminoso sorriso: "Avanti con coraggio per il Regno di Dio! I vostri nomi sono scritti nel Cielo"».



PREGHIERA

Abbà, Padre, l'ora è venuta, glorifica il tuo figlio pre­diletto Don Carlo, perché tuo figlio glorifichi te.

Egli ti ha glorificato sulla terra; ha compiuto l'opera che tu gli avevi dato da fare: l'annuncio della Parola di Dio "nell'ora della Donna vestita di Sole", per preparare con i giovani il Regno del Figlio dell'uomo, la civiltà del­l'amore e la primavera della Chiesa.

Aiutaci a vivere come lui il Vangelo con la semplicità dei piccoli, a diventare testimoni della Luce, seminatori della Parola di Dio, per far nostro nella gioia il suo "nel­l'Amore di Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo, con la Mam­ma Celeste". Amen.



Imprimatur

Alba, 26 marzo 1989 - Pasqua di Risurrezione



Per favori ottenuti, invio di testimonianze e richiesta di biografia, rivolgersi a:

Responsabile del Movimento GAM Centro Gam - Casella Postale - 12051 ALBA (CN)



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