V - DOMANDE AL CORANO
Sa il Corano che i Vangeli furono scritti nel I secolo dell'era cristiana?
Sa che Matteo, uno dei 12 apostoli, scrisse il suo Vangelo in aramaico verso l'anno 55 e che esso fu tradotto in greco verso l'anno 70?
Sa che Marco, discepolo dell'apostolo Pietro, scrisse il suo Vangelo verso l'anno 63 durante la predicazone di Pietro a Roma?
Sa che Luca, discepolo di Paolo, scrisse il suo Vangelo pure in greco verso l'anno 65?
Sa che Giovanni, un altro dei 12 apostoli, scrisse il suo Vangelo verso l'anno 80?
Sa il Corano che il testo dei Vangeli che abbiamo ora è certamente identico a quello che fu scritto dai 4 evangelisti?
Sa che questo risulta dai 15 scrittori cristiani del I e del II secolo, che ne riportano nei loro scritti una grande quantità di passi, in tutto identici ai Vangeli che abbiamo oggi; che risulta dai papiri egiziani del II secolo, scoperti recentemente, che ne riportano una grande quantità, particolarmente da quello del Ryland, risalente al 125 dopo Cristo, da quello del Bodmer risalente al 150, da quello di Chester Beatty II, risalente a1 200?
Sa ancora che del testo integrale dei Vangeli abbiamo 2 codici in pergamena risalenti a 300 anni dopo Cristo (il Codice Vaticano e il Codice Sinaitico) e tre codici risalenti a 400 anni dopo (il Codice Alessandrino, il Codice di Efrem retroscritto e il Codice di Beza)?
Sa il Corano che tutte queste fonti riportano fedelmente quello che Gesú ha fatto e quello che Gesú ha detto?
Sa che Gesú si è proclamato ed è stato riconosciuto tante volte Figlio di Dio e Dio lui stesso?
Facciamo alcune citazioni:
Dice Giovanni nel suo Vangelo: « In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... E il Verbo si fece carne e abitò fra noi » (Gesú: Gv 1, 1).
Sa il Corano che quanto esso afferma nella Sura V, 110, cioè che Gesú parla nella culla come un anziano e fa volare gli uccelletti fatti con la creta, non si trova nei Vangeli, ma che è una favoletta scritta dai vangeli apocrifi del secolo V?
Sa il Corano che quanto esso afferma dei cristiani che abbiano creduto o pregato Maria come dea (S V,116) non è vero; e che mai i cristiani hanno creduto o pregato Maria quale dea?
Sa il Corano che Gesú ha tante volte affermato di essere Dio, che non ha mai detto che gli dei sono due o tre ma che ha specificato di essere insieme al padre un solo Dio?
Nel Nuovo Testamento si trova questo innumerevoli volte. Citiamo soltanto alcuni altri passi:
Un giorno Gesú disse: «Prima che Abramo fosse Io sono». Allora i giudei diedero di piglio alle pietre, perché, secondo loro, Gesú aveva bestemmiato; ma Gesú si nascose da loro» (Gv 8, 58).
Un altro giorno Gesú chiese agli apostoli: « Chi gli uomini dicono che io sia? » Essi gli rispondono: « Un profeta ». E Gesù: « Ma voi chi dite che io sia? » Risponde Simon Pietro: « Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente »; e Gesú a lui: « Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché non la carne, né il sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro e che su questa pietra edificherò la mia Chiesa » (Mt 16, 18).
Un altro giorno Gesú disse: « Padre, che siano tutti una cosa sola, come tu sei in me e io in te » (Gv 17, 21).
Un altro giorno Gesú disse: « Io e il Padre siamo una cosa sola ». I giudei allora diedero di piglio alle pietre per lapidarlo. Ma Gesú disse loro: « Vi ho mostrato molte opere buone; per quale di queste opere mi volete lapidare? » I giudei gli risposero: « Non ti lapidiamo per alcuna di queste opere buone; ma per una bestemmia, perché tu che sei uomo, ti fai Dio ». Gesú poi disse ai giudei: « Se non faccio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le faccio, se non volete credere a me, credete alle opere (cioè ai miracoli che faceva), affinché sappiate e conosciate che il Padre è in me, ed io sono nel Padre» (Gv 10, 37).
Quando, poi, dopo morto risuscitò e apparve la seconda volta agli apostoli, presente Tommaso che non aveva voluto credere alla sua resurrezione, Tommaso prostratosi a terra lo adorò dicendo: « Signore mio e Dio mio! ». Allora Gesú rispose: « Tommaso tu hai creduto perché hai visto; beati color che non hanno visto e credono » (Gv 20, 29).
Tutto il Nuovo Testamento è ripieno di affermazioni e di riconoscimenti della divinità di Gesù. Basta, per ultimo, citare San Paolo: « In Gesú abita corporalmente tutta la pienezza della divinità » (Col. 2, 9).
Lo sa il Corano che Gesú è stato realmente flagellato, coronato di spine, crocifisso e che il terzo giorno è realmente risuscitato, come concordemente descrivono i quattro evangelisti e gli altri libri del Nuovo Testamento, adempiendo cosí le profezie fatte per lui nel Vecchio Testamento da David, da Isaia, da Zaccaria e dagli altri profeti?
Se Maometto avesse conosciuto tutte queste cose certamente si sarebbe fatto cristiano; ma egli non ebbe a leggere né il Vecchio né il Nuovo Testamento; li conosceva soltanto da quanto dei giudei e dei cristiani gli avevano raccontato; e, soprattutto dalle leggende dei Vangeli apocrifi (cioè non storici) che circolavano in quei tempi tra i cristiani, specialmente tra gli eretici che c'erano nei paesi arabi.
D'altro lato non ci può essere altra spiegazione per il fatto che su moltissimi argomenti Dio dice nel Corano il contrario di quanto aveva detto nel Vecchio Testamento e nel Nuovo Testamento, perché Dio non si può contraddire.
La conclusione può essere una sola: è vero soltanto chi presenta le credenziali di Dio, cioè i miracoli, ossia le opere che può fare soltanto Dio. E tali credenziali le presenta soltanto il cristianesimo: e sono soltanto i miracoli fatti da Gesù stesso e dagli apostoli; ma i miracoli che fino ad oggi Dio va operando soltanto nella Chiesa cristiana cattolica.
Conclusione
Giacché tutte queste cose Dio ben le sapeva, è assurdo che egli le avesse dimenticate e avesse detto nel Corano il contrario. Ne consegue che il Corano non è né scritto, né ispirato da Dio. Chi ignorava tutte queste cose non era Dio, ma era Maometto che non aveva mai letto il Vangelo, né, tanto meno ne conosceva la storicità.
Se avesse letto con attenzione il Vecchio e il Nuovo Testamento, avrebbe visto come i profeti avevano profetizzato la nascita di Gesú, il luogo di tale nascita, la missione di Gesù, la sua passione e morte, la sua resurrezione e 1a sua divinità; forse si sarebbe fatto cristiano, a meno che non avesse voluto rinunciare alle sue 40 mogli e concubine; e forse si sarebbe attenuto a quanto dice nella Sura XLII qui riportata e avrebbe impostato tutta la sua missione a reintegrare l'unità dei cristiani come dice in detta Sura: « Dio ha delineato per voi la strada maestra della religione, la strada che aveva già tracciato a Núh. Ciò che riveliamo a te è 1a stessa cosa che avevamo già ordinato a Ibrahim, a Musa, a Isa: « Rendete stabile la religione, non frazionatevi in sette" » (S XLII, 13).
VI - CONFRONTO
1) Misercordia
a) Nella Bibbia si proclama innumerevoli volte che Dio è misericordioso; e, anzi, che la sua misericordia è al di sopra di tutte le sue opere.
« Come è vero, afferma il Signore Dio, io non voglio la morte dell'empio, ma che si converta dalla sua condotta e viva. Convertitevi, convertitevi dalle vostre vie cattive! Perché vorreste perire? » (Ez. 33, 11).
« Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e che giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 4).
Dice Gesú: « Il Figlio dell'uomo è venuto, infatti, a salvare quello che era perduto. Che vi pare se un uomo ha cento pecore ed una di esse si smarrisce, non lascia egli forse le 99 sui monti per andare in cerca di quella smarrita? E se riesce a trovarla, io vi dico in verità, trova piú gioia di questa che delle 99 che non si sono smarrite. Cosí il Padre vostro che è nei cieli non vuole che si perda neppure uno solo di questi piccoli» (Mt 18, 11-14).
« Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio unigenito, affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il figlio suo nel mondo perché condanni il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo suo » (Gv 3, 16). « Dio non è tentatore dei cattivi e non tenta nessuno » (Gv 1, 13).
b) Nel Corano
il Corano proclama migliaia di volte che Dio è misericordioso, che è abbondante in misericordia; dalla prima Sura all'ultima: « Lode a Dio, Signore dell'universo, ricco di clemenza, abbondante in misericordia» (S 1, 2-3).
Tale misericordia, però, Dio l'esercita soltanto con i mussulmani; gli altri li vota allo sterminio; anzi c'è di piú: è Dio che decide chi deve diventare buono, chi deve diventare cattivo. Sembra incredibile; basta leggere il Corano: « Sordi e muti nella tenebra; eccoli quelli che trattano i nostri segni come se fossero menzogna. Il Dio fa sgarrare chi vuole e chi vuole egli colloca nel retto cammino » (S VI, 39).
« Dio apre all'Islam il cuore di quelli che intende dirigere; al contrario restringe, sconquassa il petto di coloro che vuole perdere » (S VI, 125).
« Certamente abbiamo creato una quantità considerevole di spiritelli e di uomini per il gahannam: i loro cuori nulla capiscono, gli occhi loro nulla vedono, e le loro orecchie sono sorde. Sono veri animali, e peggio ancora. Si tratta di gente che non riflette mai » (S VII, 179).
« Se esistesse un Corano in virtú del quale le montagne si mettessero in moto, o la terra si squarciasse, o i morti tornassero a parlare! Ma, no! Il potere appartiene a Dio. Non sanno i credenti che il Dio metterebbe su una strada buona gli umani, se lo volesse? » (S XIII, 31).
E alla fine dell'art. 33: « Chiunque il Dio fa sgarrare non ha più orientamento » (S XIII, 31).
Dio comanda a degli uomini di fare i peccati piú infami: «Vogliamo far perire una città? Comandiamo agli abitanti di lasciarsi andare ai peccati piú infami. Allora si realizza il Verbo pronunciato contro di essa e la radiamo al suolo» (S XVII, 16).
« E i kafiruna? Gli abbiamo fatto apparire belle le loro azioni; cosí essi brancolano nel buio; e li raggiungerà castigo assai terribile, e saranno, dopo il passaggio all'altra vita nel novero dei perdenti » (S XXXVII, 4).
Le citazioni si possono moltiplicare; qui non ci sembra necessario. Le Sure citate bastano per fare queste domande:
Se Dio è misericordioso come può creare gli uomini soltanto per mandarli all'inferno?
Se Dio è misericordioso come può ingannare gli uomini, come può loro comandare di fare peccati; e come, dopo averli inganna ti e aver loro comandato di fare peccati, li può mandare al gahannam?
E se è Dio che ha scritto in cielo il Corano, come può dire il contrario di quanto ha detto nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, che pure il Corano riconosce essere stati fatti da Dio?
E, infine, dove è la libertà degli uomini sia nel fare il bene, sia nel fare il male, se è Dio stesso che costringe gli uni a fare il bene e gli altri a fare il male?
2) Nemici
a) Nella Bibbia
Dice Gesú: «Avete udito che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico"; ma io vi dico: "Amate i vostri nemici pregate per coloro che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, che fa sorgere il suo sole sopra i cattivi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Perché, se voi amate quelli che vi amano, quale premio meritate? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? E se salutate solo i vostri fratelli, che fate di speciale? Non fanno altrettanto anche i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" » (Mt 5, 43).
E Gesú stesso, moribondo sulla croce, perdonò i suoi crocifissori e cosí pregò il Padre: « Padre, perdona ad essi, perché non sanno quello che fanno» (Lc 25, 34).
b) Nel Corano
Il Corano molte volte esorta i mussulmani ad ammazzare i nemici. Riportiamo soltanto quanto è detto in alcune Sure:
« Ammazzateli ovunque essi si incontrino! Fateli uscire da dove essi si sono cacciati! La persecuzione è piú della strage. Non combatteteli presso la moschea haram » (S II, 191).
«Ecco sto per lanciare l'angoscia sul cuore dei kafiruna. Picchiateli sul collo. Picchiateli su tutte le giunture delle dita» (S. VIII, 12).
« Terminati che siano i mesi di haram, ammazzate i fabbricatori di condivinità (cioè i cristiani), dovunque li troviate; catturate, assediate, fateli cadere nelle imboscate...» (S IX, 5).
Per Maometto i cristiani sono fabbricatori di condivinità, perché egli, non comprendendo il mistero della SS. Trinità (cioè un solo Dio in tre persone), è convinto che noi cristiani crediamo in tre dei; e per questo i mussulmani hanno fatto sempre, quando lo hanno potuto, guerra ai cristiani sterminandoli nel Medio Oriente e in tutta l'Africa del Nord, che era un giorno cristiana.
« I medinesi sono gente maledetta; dovunque vengono incontrati vengano presi e assassinati» (S XXXIII, 61).
3) Una serie di domande al Corano
Dice il Corano: « Non c'è peccatore piú malefico di colui che essendo stato richiamato sulla retta via dai segni del Signore, se ne torna e scorda le opere delle sue mani. Sul loro cuore abbiamo messo spessori ovattati (cosí non lo capiscono); nelle loro orecchie abbiamo schiacciato il cerume; se anche li chiami nella retta via, quelli non se ne curano » (S XVIII, 57).
« Dio fa sgarrare chi vuole; e chi vuole colloca sul retto cammino » (S VI, 39). « Dio trae in inganno i kafiruna per farli restare brancolanti nel buio » (S XXVII, 4).
Domanda: E allora perché Dio castiga i cattivi?
Dice il Corano: « Il potere appartiene interamente a Dio; non sanno i credenti che Dio metterebbe (i kafiruna) su una strada buona se lo volesse? » (S XIII, 31).
Domanda: E allora, se Dio è buono, perché non lo fa?
Dice il Corano: « Dio perdona a chi gli pare e piace » (S IV,116).
Domanda: E allora, come Dio può dirsi buono e misericordioso? Lo si dovrebbe dire capriccioso.
Dice il Corano: « Certamente abbiamo creato una quantità considerevole di spiritelli e di uomini per il gahannam » (S VlI, 179).
Domanda: Se Dio è buono come può creare degli esseri per farli soffrire?
Dice il Corano: « Ad ogni città abbiamo assegnato dei criminali affinché vi ordiscano trame » (S VI, 123).
Domanda: Può un Dio buono fare cose cosí cattive?
4) Risposte della Bibbia
Dice il Signore: « Mi compiacerò forse della morte del cattivo, e non piuttosto che egli si converta e viva? » (Ez 18, 23).
Dice il Corano: « Qualunque segno e prodigio Dio facesse, gli uomini non crederebbero affatto, se non lo volesse Dio » (S VI, 111).
Dice la Bibbia: « Ecco, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Se tu ascolti gli ordini del Signore Iddio tuo, che io oggi ti prescrivo, amando il Signore tuo Dio, camminando nelle sue vie, osservando i suoi comandamenti, le sue leggi e i suoi precetti, allora tu vivrai... Ma se il tuo cuore si volge indietro, e non vuoi obbedire e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e servire loro, io ti dichiaro oggi formalmente che voi perirete ... » (Dt 30, 15-19)
Come si vede, Dio lascia all'uomo la libertà di amarlo e di obbedirlo; senza libertà non ci sarebbe merito, né demerito. Per questo Gesù non impone a nessuno di convertirsi, di diventare suo discepolo, ma soltanto propone: « Se vuoi...», egli sempre dice. E tutta la sua missione fu di cercare, di predicare, di invitare, di convincere a seguirlo, ad amare Dio e il prossimo. Egli non condanna nessuno; vuole salvare tutti.
Quando i giudei stanno per lapidare l'adultera, egli la salva e, dopo, l'ammonisce di non peccare piú.
Quando, giunti in un villaggio della Samaria, i samaritani non vollero ricevere né lui, né i suoi discepoli, questi, indignati, chiesero a Gesú che facesse scendere il fuoco dal cielo per castigarli; Gesú li rimproverò perché egli « era venuto per salvare gli uomini; non per farli perire » (Lc 9, 51).
Per salvare tutti gli uomini Gesú affronta la sua dolorosissima passione, va coscientemente a Gerusalemme per esservi arrestato e messo a morte, rimprovera Pietro che lo dissuade all'andarvi (Mt 16, 23); e quando lo stesso Pietro vuole uccidere il primo soldato che a lui si avvicina, Gesú lo rimprovera ancora dicendogli: « Rimetti la spada nel fodero; non berrò il calice che il Padre mi ha dato? » (Gv 18, 11).
Infine, morendo fra atroci tormenti nella croce, Gesú non solo non minaccia vendetta, ma prega per coloro stessi che lo avevano messo in croce, dicendo: « Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno » (Lc 23, 24).
E mentre Gesù manda i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi (Lc 10, 3) ad offrire a tutti la pace, Maometto parte con gli eserciti a conquistare quanti non vogliono seguirlo e ad ammazzare quanti non vogliono farsi mussulmani; e, contrariamente a quanto ha detto e fatto Gesù, egli dice: « Non tocca né al rasul, né ai credenti implorare perdono in favore degli idolatri, anche se fossero loro parenti, giacché sanno bene che saranno ospiti del gahim » (S IX, 113).
Conclusione: Come si vede, la dottrina del Corano in tanti argomenti importantissimi è opposta a quella rivelata nella Bibbia. E giacché Dio non si può contraddire, egli non può avere rivelato sia la Bibbia, sia il Corano; ma o ha rivelato la Bibbia, o ha rivelato il Corano. Quale dei due ha rivelato? La risposta può essere una sola: quella che egli ha garantito, cioè la Bibbia.
5) La morale
a) La morale del Vangelo
Dice Gesú: «Avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque avrà guardato una donna, desiderandola, ha già commesso adulterio nel suo cuore. Ora, se il tuo occhio destro ti è occasione di caduta, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te perdere uno dei tuoi membri, che tutto il tuo corpo sia gettato all'inferno. E se la tua mano destra ti è occasione di caduta, tagliala e gettala via da te, perché è meglio per te perdere uno dei tuoi membri che non tutto il tuo corpo vada all'inferno. Si disse pure: "Se uno ripudia la propria moglie, le dia il libello di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia la propria donna, eccetto in caso di concubinato, l'espone all'adulterio; e chi sposa la ripudiata commette pure adulterio » (Mt 5, 27-32).
« Ora, avvicinatisi i farisei, gli domandarono per tentarlo: "È lecito a un uomo ripudiare la moglie?". Egli rispose loro: "Che cosa vi ha comandato Mosé". Essi risposero: "Mosé ha prescritto di scrivere un libretto di divorzio e di ripudiare". Ma Gesú disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli ha scritto per voi questo precetto. Ma in principio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre, si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne. Non divida dunque l'uomo quello che Dio ha unito" » (Mc 10, 2-9).
b) La morale del Corano
Il Corano ammette che l'uomo possa avere tre o quattro mogli; ma non mette un limite preciso a quante l'uomo ne può avere; accetta poi che ogni uomo oltre alle mogli abbia delle concubine; e di queste ne può tenere quante ne vuole.
Basta che l'uomo preghi e faccia elemosine, poi può tenere mogli e concubine: S XXIII 6.
Infine, se si innamora della moglie di un altro potrà in una maniera o nell'altra togliergliela e farla sua.
« Se vi viene il desiderio di cambiare moglie con un'altra e a una di esse avete già dato un qintr, non riprendetevi nulla». « Vi sono dichiarate illecite le donne sposate, a meno che le vostre mani ne abbiano fatto oggetto di rubello e siano diventate vostre schiave. A parte questo vi è lecito cercare altre donne vivendo castamente, non come fornicatori. Poi ricordatevi: quelle da cui avrete tratto piacere, ricompensatele bene » (S IV, 20-24). « ... Sposate due, tre o anche quattro donne di cui siete innamorati...» (S IV, 3).
6) Il Paradiso
a) Nel Corano
Il Paradiso descritto nel Corano è fatto su misura per degli uomini primitivi; per quanto cioè, poteva loro interessare e poteva allettarli. Vi si parla di una specie di Paradiso terrestre di vestiti splendidi, di cibi succulenti, di frutta e di bevande deliziose di comodissimi letti e, sopratutto di stupende ragazze messe a disposizione degli eletti mussulmani.
Di Dio si dice soltanto che ci sta lui. Riportiamo alcune Sure:
«Ecco: per quelli ci saranno i gannat di Adn. Ruscelletti che scorrono. Braccialetti d'oro alle braccia. Abiti verdi di seta e di broccato. Troni comodi per accosciarsi. Ricompensa deliziosa, stupendamente comoda» (S XV 31).
Lo stesso viene ripetuto nella Sura XXII, 23.
« Faranno eccezione gli schiavi che Dio avrà scelto, ai quali come a bene familiare, verranno dati dei frutti, e saranno onorati. Circolerà fra loro la coppa di ma'in, coppa candida, piacevole ai bevitori.
Non c'è alcun senso di ubriachezza ed è inesauribile. Avranno per loro stupende fanciulle: occhi sgranati, sguardi casti ».
S XLIV, 51-55: « Ma i devoti vivranno in luogo sicuro, in mezzo a gannat e a sorgenti, vestiranno di seta e broccato; saranno collocati in faccia gli uni degli altri, e gli daremo per spose le huri dagli occhi grandissimi. Ivi chiederanno soavemente ogni specie di frutta ».
S LVI 10-38: « I primi arrivati, proprio i primi, staranno presso Dio nel gannat dei piaceri. Molti saranno gli antichi, pochi i recenti su troni avvicinati, adagiati staranno, e guarderanno. Efebi immortali fra loro circoleranno, porteranno le coppe, i boccali e tazze piene di bevanda fresca e pura. Non ne avranno mal di capo, neanche ebrezza, e frutti avranno a loro piacere e carni di uccelli a volontà. Ci saranno le Huri dagli occhi grandi, somiglianti alle perle di uno scrigno; compenso alle loro opere saranno... Vivranno tra piante di giuggiole senza spine, tra acacie abbondanti in frutti. Di un'ombra abbondante essi godranno e di murmuri acque e di frutti abbondanti, mai colti prima, né vietati e su letti alti dormiranno. Noi creammo le Huri invero in modo verginale, innamorate, della stessa età, destinate ai compagni della destra ».
S LXXXIII 22-28: « Che bello! I puri staranno fra le delizie, su troni gioiosamente guardando attorno; e sui loro volti potrai compiacerti e rimirare la vittoria della grazia. Abbeverati saranno di prezioso vino sigillato, e il sigillo suo sarà il muschio, e lo desidereranno con veemente desiderio, e sarà mescolato con acqua di tasnim, acqua con la quale si dissetano i vicini di Dio ».
« (Nel gannat) Vi saranno parchi e vigne, vergini dal seno turgido, coetanee, e calici ricolmi» (S LXXVIII 32-34).
Infine, per il Corano nel gannat non c'è differenza per quanti sono stati fedeli, né per 1'iman, né per il bambino, né per chi è morto nella guerra santa, né per l'infedele che alla fine si converte: il premio è per tutti uguale.
Gesù, invece, mostra la differenza nel premio che hanno gli eletti: anche un semplice «bicchiere d'acqua dato per amore del suo nome avrà la sua ricompensa» (Mt 10, 42); e nella parabola delle mine fa vedere la differenza del premio tra quelli che hanno fatto maggiori opere buone e tra quelli che ne hanno fatto di meno.
Come è diverso il premio per i buoni, in proporzione del bene che hanno fatto; cosí è diverso il castigo per i cattivi, in proporzione del male che hanno: lo rivela Gesú espressamente quando dice: «Darete conto anche di una sola parola oziosa». D'altronde la giustizia di Dio non può non essere cosí.
b) Nel Nuovo Testamento
Nella concezione islamica del Paradiso è assente Dio: si parla soltanto di quanto può allettare quelle menti primitive degli arabi di quel tempo: di piaceri di gola e di piaceri sessuali; le donne non vi hanno una personalità; esistono soltanto in funzione degli uomini e per soddisfare gli uomini.
Gesú, invece, espressamente rivela che in Paradiso non vi sono piú istinti sessuali perché c'è qualcosa che infinitamente li sorpassa: la visione beatifica di Dio.
Quando i sadducei gli chiedono di chi sarebbe stata nella resurrezione la donna che avevano sposato, l'uno dopo l'altro, i sette fratelli, Gesú rispose: « Voi sbagliate; non sapete comprendere né le Scritture, né la potenza di Dio. Perché nella resurrezione non si sposeranno, né si mariteranno, ma saranno come gli angeli di Dio » (Mt 22-29).
Il N.T. ci rivela che la felicità del Paradiso è nella visione beatifica di Dio: « Fin da ora noi siamo figli di Dio; ma non è stato ancora manifestato quello che saremo. Sappiamo che quando ciò sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo quale egli è » (1 Gv 3,2). Il Nuovo Testamento ci rivela che la felicità del Paradiso è tale che sorpassa qualunque immaginazione e qualunque desiderio umano: « Quel che occhio mai non vide, né orecchio mai udí, né mai cuore d'uomo ha potuto afferrare questo Iddio ha preparato per coloro che lo amano » (1 Cor 2, 9).
E l'apostolo Giovanni, rapito in Paradiso udí queste parole: « Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro; essi saranno il suo popolo e Dio stesso abiterà con gli uomini. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà piú morte, né lutto, né grido, né pena esisterà piú, perché il primo mondo è sparito ». E colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, faccio nuove tutte le cose ». Nel Paradiso, dice ancora Giovanni: « Non vidi alcun Tempio, perché il suo Tempio è il Signore Dio onnipotente e l'Agnello (cioè Gesù). La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché 1a illumina la gloria di Dio, e il suo luminare è l'Agnello » (Ap 2).
E l'apostolo Paolo conclude: « Squillerà, infatti, la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e saremo trasformati » cioè saremo resi incorruttibili (2 Cor 15, 22).
Gesú profetizza la sequenza dei fatti:
« Or subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà piú la sua luce, le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo (la croce); tutte le tribú della terra si batteranno il petto e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi Angeli che, con tromba dallo squillo potente, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli. Quando verrà il Figlio dell'uomo nella sua maestà con tutti i suoi Angeli, si assiderà sul trono della sua gloria. E tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui; ma egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e metterà le pecore alla sua destra, i capri alla sua sinistra...».
Quindi Gesú giudicherà tutti secondo le loro opere e manderà i cattivi nel fuoco eterno, e i giusti alla vita eterna (Mt 24-25).