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PARTE SECONDA: I SACRAMENTI


LA CRESIMA



194. Il nome


Se fu sempre doverosa cura dei Pastori spiegare il sacramento della Confermazione, oggi lo è più che mai. Molti, nella santa Chiesa di Dio, lo trascurano; pochissimi si sforzano di ricavarne, come dovrebbero, il verace frutto della grazia divina. I fedeli perciò dovranno essere istruiti intorno alla natura, all'efficacia, alla nobiltà di questo sacramento, sia nel giorno della Pentecoste, specialmente designato per la sua amministrazione, sia in altri giorni; che ai Pastori appariranno adatti. Occorre che i fedeli apprendano come la Cresima, non solo non deve essere trascurata, ma ricevuta con devozione e pietà religiosa, affinché per loro colpa e per loro grande disgrazia lo straordinario beneficio divino non sia conferito loro invano.

Cominciamo dal nome. La Chiesa ha chiamato Confermazione questo sacramento per il motivo seguente: quando il battezzato è unto dal vescovo col sacro crisma e vengono pronunciate le solenni parole: Io ti segno col segno della croce e ti confermo col crisma della salvezza, in nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito santo, se nulla impedisce l'efficacia operativa del sacramento, il battezzato acquista il vigore di una nuova virtù e comincia ad essere perfetto soldato di Gesù Cristo.

195. Natura della Cresima


La Chiesa cattolica riconobbe sempre nella Confermazione la natura vera e propria di un sacramento. Lo dichiarano apertamente il papa Melchiade e parecchi altri pontefici di singolare antichità e santità. San Clemente specialmente non avrebbe potuto confermare la verità di questa dottrina con parole più esplicite: Tutti si devono affrettare per rinascere senza indugio a Dio, e per ricevere, col sigillo del vescovo, la grazia settiforme dello Spirito santo; né può essere assolutamente Cristiano perfetto chi di proposito, e non per necessità, dimentica questo sacramento. Lo abbiamo imparato da san Pietro e da tutti gli altri apostoli, che ne ricevettero il comando dal Signore (Presso Isid. Lett. 4). Tale dottrina corroborarono con la propria autorità, come può ricavarsi dai loro decreti, i pontefici romani Urbano, Fabiano, Eusebio, che, avvivati dal medesimo Spirito, diedero il sangue per Gesù Cristo.

Possiamo aggiungere la concorde testimonianza dei santi Padri, tra cui segnaliamo Dionigi l'Areopagita, vescovo di Atene, il quale difende cosi la preparazione e l'uso del sacro unguento: I sacerdoti ricoprono il battezzato con la veste appropriata alla sua purezza, e lo conducono al vescovo, il quale segnandolo con l'unguento sacro e pressoché divino, lo chiama a far parte della santissima comunità (Della ger. eccl. cap. 2, § 7 e cap. 4). Eusebio di Cesarea attribuisce cosi notevole importanza a questo sacramento da dire: L'eretico Novato non poté conseguire lo Spirito santo, perché, essendo stato battezzato durante una grave malattia, non ricevette il sigillo del crisma (Stor. Eccl. 6,43).

Altre esplicite dichiarazioni cogliamo in proposito da sant'Ambrogio, nel libro da lui consacrato agli iniziati, e da sant'Agostino nell'opera destinata a confutare le lettere del donatista Petiliano. L'uno e l'altro stimarono cosi superiore a qualsiasi dubbio la verità di questo sacramento, da ritenerla confermata anche dalla S. Scrittura. Ritengono infatti che si devono attribuire alla Confermazione, il primo le parole dell'Apostolo: Non vogliate contristare il santo Spirito di Dio, nel quale siete stati segnati (Ep 4,30); l'altro la frase del Salmo: Come l'unguento sparso sul capo, che scende sulla barba di Aronne (Ps 132,2), e la sentenza dell'Apostolo: La carità divina si è diffusa nei nostri cuori, mediante lo Spirito santo, che ci è stato conferito (Rm 5,5).

196. La Cresima è distinta dal Battesimo


Sebbene papa Melchiade dica che il Battesimo è strettamente congiunto con la Cresima, non dobbiamo pensare che siano il medesimo sacramento. La diversità delle grazie che ciascuno di essi comunica, i segni sensibili che le significano, mostrano che si tratta di due sacramenti del tutto diversi e distinti. La grazia del Battesimo fa nascere gli uomini a nuova vita; col sacramento della Confermazione i rinati divengono adulti, eliminando tutto ciò che rivelava la puerizia (1Co 13,11). La stessa distanza quindi che corre nella vita naturale fra la generazione e lo sviluppo, corre pure fra il Battesimo, ricco di capacità rigenerativa, e la Cresima, in virtù della quale i fedeli crescono e raggiungono la perfetta maturità dell'anima. Inoltre, a ogni nuova difficoltà che l'anima incontra, era conveniente fosse disposto un nuovo e distinto sacramento. Perciò, mentre la grazia del Battesimo ci occorre per infondere nell'anima la fede, un'altra grazia deve corroborarla in modo che nessun pericolo o timore di pene, di supplizio, di morte l'allontani dalla professione della vera fede. E poiché questo è appunto l'effetto del sacro crisma, dovrà dirsi che la natura della Cresima non è quella del Battesimo. Lo stesso papa Melchiade delimita esattamente la differenza fra l'uno e l'altro, scrivendo: Nel momento del Battesimo l'uomo è arruolato, nell'atto della Cresima riceve le armi per la lotta. Al fonte battesimale lo Spirito santo da la pienezza dell'innocenza, mentre con la Cresima perfeziona nella grazia. Col Battesimo rinasciamo alla vita; cresimati, siamo preparati alla lotta. Ci laviamo nel Battesimo, dopo il Battesimo ci irrobustiamo; la rinascita salva per sé stessa nella pace i battezzati, la Cresima arma e addestra al combattimento. Tutto ciò è stato definito, dopo altri Concili, principalmente dal sacro Concilio Tridentino, sicché non è più lecito ad alcuno dissentire, o minimamente aver dubbi in proposito.

197. Istituzione della Cresima


Come sopra abbiamo mostrato, di tutti i sacramenti è necessario insegnare l'istituzione; quindi anche della Confermazione. Perciò, affinché i fedeli siano più profondamente colpiti dalla santità di questo sacramento, i Pastori spiegheranno come non solo nostro Signor Gesù Cristo fu l'istitutore di questo sacramento, ma secondo la testimonianza di san Fabiano pontefice di Roma, impose anche il rito del crisma e le parole adoperate dalla Chiesa nell'amministrarlo. Non troveranno difficile provarlo a coloro che ammettono il carattere sacramentale della Cresima. Tutti i sacri misteri non superano le capacità della natura umana? Da nessuno dunque possono aver origine, se non da Dio.

198. Materia della Cresima


Occorre spiegare ancora gli elementi della Cresima, e, in primo luogo, la sua materia, che si chiama crisma. Questa parola greca, sebbene negli scritti profani significhi qualsiasi genere di unguento, tuttavia dal l'uso comune ecclesiastico fu circoscritta a indicare quello speciale unguento, che il vescovo consacra solennemente mescolando olio e balsamo. Cosi due sostanze materiali accoppiate offrono la materia alla Cresima. Tale mescolanza, mentre raffigura la molteplice grazia dello Spirito santo, esprime pure la dignità del sacramento. La santa Chiesa e i Concili costantemente insegnarono che questa è la materia del sacramento. San Dionigi poi, e con lui numerosi autorevolissimi Padri, tra cui primeggia san Fabiano papa, confermano che gli apostoli ricevettero dal Signore l'ordine di preparare il crisma e a noi ne tramandarono il precetto.

Nessun'altra materia, in verità, poteva concepirsi più adatta a simboleggiare l'effetto del sacramento. L'olio, materia grassa e lentamente diffusiva, esprime la pienezza della grazia che rifluisce da Gesù Cristo, nostro capo, mediante lo Spirito santo, e si diffonde, come l'unguento che scende sulla barba di Aronne, fino all'orlo della sua veste (Ps 132,2). Infatti Dio ha versato l'olio della gioia sul proprio Figlio più copiosamente che sugli altri (Ps 49,8), e noi tutti traemmo beneficio dalla sua pienezza (Jn 1,16). Il balsamo poi, dal profumo graditissimo, vuole esprimere questo fatto: che i fedeli, tratti a perfezione dal sacramento della Cresima;, emanano quell'effluvio odoroso di virtù, che li autorizza a ripetere con l'Apostolo: Noi siamo al cospetto di Dio il profumo di Gesù Cristo (2Co 2,15). Inoltre il balsamo ha la virtù di preservare dalla putrefazione. Che cosa, dunque, di più adatto per simboleggiare l'efficacia del nostro sacramento, la grazia celeste del quale, riempiendo le anime, le difende dal contagio del peccato?

Il crisma viene consacrato dal vescovo con una liturgia solenne. Papa Fabiano, cosi illustre per santità e gloria di martirio, riferisce che ciò fu insegnato dal nostro Salvatore nell'ultima cena, quando raccomando agli apostoli la maniera di prepararlo. Del resto si può anche dimostrare che tale consacrazione è quanto mai ragionevole. A proposito infatti di altri sacramenti, Gesù Cristo designo la materia, conferendole il potere santificante. Non solo volle, per esempio, che l'acqua fosse l'elemento del Battesimo, dicendo: Chi non rinascerà per acqua e Spirito santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5); ma ricevendo egli stesso il Battesimo fece si che l'acqua fosse d'allora in poi dotata di virtù santificatrice. Il Crisostomo ben disse: L'acqua battesimale non potrebbe cancellare i peccati dei credenti, se non fosse stata santificata dal contatto col corpo del Signore (Presso Graz. p. 3, dist. 4, e. 10). Ma poiché il Signore non consacro la materia della Cresima direttamente usandola di persona, è necessario che sia consacrata mediante pie e sante preci. Né tale consacrazione può spettare ad altri fuori del vescovo, che è il ministro ordinario di questo sacramento.

199. Forma della Cresima


Dovrà poi essere spiegata la seconda parte del sacramento, cioè la formula usata nella sacra unzione. I fedeli devono essere esortati ad eccitare l'animo loro, mentre ricevono il sacramento, sopra tutto mentre sono pronunziate le parole di rito, a sentimenti di pietà, di fede, di religione, affinché nulla ostacoli il cammino radioso della grazia celeste.

Questa quindi è la forma della Cresima: Io ti segno col segno della croce e ti confermo col crisma della salute, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Del resto essa potrebbe essere comprovata col sussidio della ragione. La forma infatti di un sacramento deve contenere quanto è necessario a spiegarne la natura e la sostanza. Ora, nella Cresima devono essere ponderati tre coefficienti: la potenza divina, la quale opera nel sacramento come causa principale; l'energia del cuore e dello spirito, instillata nei fedeli attraverso la sacra unzione, per raggiungere la salvezza; infine il segno impresso su chi sta per affrontare l'agone cristiano. Ebbene, il primo è espresso dalle parole finali: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo; il secondo, dalle altre: Ti confermo col crisma della salute; il terzo dalle parole iniziali: Ti segno col segno della croce. Anche se questa dimostrazione razionale non fosse valida, rimarrebbe sempre l'autorità della Chiesa cattolica, dal cui magistero fummo sempre istruiti che questa è la vera e assoluta forma del sacramento; e nessun dubbio è lecito in proposito.

200. Il ministro della Cresima


I Pastori devono ancora indicare le persone, a cui l'amministrazione di questo sacramento è principalmente affidata. Come dice il profeta, molti corrono, senza che nessuno li abbia mandati (Jr 23,21). E quindi necessario determinare quali siano i veri e legittimi ministri, affinché il popolo fedele possa partecipare al sacramento della Cresima e conseguirne la grazia.

La Scrittura mostra che il solo vescovo riveste l'ordinaria potestà di amministrarlo. Leggiamo negli Atti degli apostoli, che avendo la Samaria accolto la parola del Signore, furono colà mandati Pietro e Giovanni, che pregarono per i nuovi fedeli, perché potessero ricevere lo Spirito santo, il quale non era ancora disceso in alcuno di loro; erano stati infatti semplicemente battezzati (Ac 8,14). Traspare da ciò che colui il quale aveva battezzato, essendo semplice diacono, non aveva alcun potere di cresimare, e che questo potere era riservato a ministri più alti: gli apostoli. Lo stesso può osservarsi dovunque la Scrittura fa menzione di questo sacramento. Non mancano, poi, a conferma, testimonianze nettissime dei santi Padri e pontefici Urbano, Eusebio, Damaso, Innocenzo, Leone, contenute nei loro decreti. Sant'Agostino dal canto suo deplora vivamente l'irregolare consuetudine degli Egiziani e degli Alessandrini, tra i quali i sacerdoti semplici osavano amministrare il sacramento della Cresima.

Una similitudine soccorrerà in buon punto i Pastori per dimostrare quanto giustamente tale potestà sia stata riservata ai vescovi. Nell'innalzare un edificio i muratori, ministri inferiori, preparano e dispongono il cemento, la calce, le travi e ogni altro materiale; ma la direzione definitiva dell'opera è riservata all'architetto. Ebbene, anche questo sacramento col quale l'edificio spirituale è condotto a perfezione, deve essere amministrato esclusivamente dal sommo sacerdote.

201. Il padrino della Cresima


Come nel Battesimo, anche qui è necessario il padrino. Chi affronta un combattimento alla spada, ha bisogno di uno che lo assista con la propria perizia e il proprio consiglio, indicando i colpi e le parate che lo conducano ad abbattere l'avversario, rimanendo incolume. A maggior ragione i fedeli che, corazzati e muniti dalla Confermazione di affilatissime armi, si presentano sull'arena spirituale, che ha per posta la salvezza eterna, hanno bisogno di una guida e di un consigliere. Opportunamente dunque anche nell'amministrazione di questo sacramento saranno scelti dei padrini, con i quali si contrae immediatamente quell'affinità spirituale, che impedisce legittimi vincoli matrimoniali, come dicemmo parlando dei padrini nel Battesimo.

202. Somma utilità della Confermazione


Accade spesso però che i fedeli siano troppo precipitosi, o troppo tardi, o negligenti nell'accostarsi a questo sacramento. Non è il caso, si intende, di parlare di coloro, i quali giunsero a tal segno di empietà da di sprezzarlo. I Pastori dovranno perciò conoscere quale età e quali disposizioni religiose debbano avere i cresimandi.

Innanzi tutto s'insista nel dire che questo sacramento non è di una tale necessità, che chi non l'ha ricevuto, non possa salvarsi. Ma si ricordi pure bene, che per quanto non sia necessario, da nessuno però deve essere trascurato. Bisogna invece badare con ogni cura a non cadere in alcuna negligenza in cose cosi ricolme di santità, e che portano una cosi larga concessione di doni divini.

Tutti devono desiderare con fervore quel che Dio offre generosamente per la loro santificazione. Ora san Luca, descrivendo la mirabile effusione dello Spirito santo, dice: All'improvviso venne dal cielo un fragore, come si fosse levato un vento gagliardo, e riempi tutta la casa dove abitavano. E poco dopo: Furono tutti ripieni di Spirito santo (Ac 2,2-4). Poiché quella casa raffigurava la santa Chiesa, dalle parole di san Luca è lecito arguire che il sacramento della Confermazione, di cui quel giorno segno l'inizio, appartiene a tutti i fedeli indistintamente. Il che risulta del resto senza difficoltà dalla natura stessa del sacramento. Chiunque abbia bisogno di spirituale sviluppo, chiunque debba ascendere alla perfetta formazione cristiana, deve essere confermato col sacro crisma. Ora tutti sono in questa condizione. La natura esige che ogni nato cresca, si sviluppi, giunga all'età perfetta, per quanto non sempre tocchi la mèta. Allo stesso modo la comune madre di tutti, la Chiesa Cattolica, ardentemente desidera che nei rigenerati mediante il Battesimo, si perfezioni la figura del cristiano. E poiché questo fine è raggiunto col sacramento dell'unzione mistica, è evidente che tutti i fedeli vi si devono accostare.

203. Quando si deve ricevere la Cresima


Il sacramento della Confermazione può essere amministrato a tutti i fedeli battezzati. Ma non conviene amministrarlo ai bambini non ancora pervenuti all'uso di ragione. Pur non essendo necessario attendere il dodicesimo anno di età, è bene ad ogni modo differire il sacramento per lo meno fino al settimo. La Cresima non fu istituita come necessaria alla salvezza; fu data perché, ben rafforzati dalla sua virtù, ci trovassimo pronti a combattere per la fede di Cristo. Ora nessuno riterrà che i bambini ancora privi dell'uso di ragione siano atti a simile genere di lotta.

Ne segue che i cresimandi già adulti, se vogliono conseguire la grazia e i privilegi di questo sacramento, non solo devono essere ricchi di fede e di pietà, ma devono anche pentirsi dei peccati gravi commessi. Sarà bene anzi che li confessino in antecedenza e siano dai Pastori esortati a digiunare e a compiere altre opere di pietà, seguendo la lodevole consuetudine della Chiesa antica, secondo la quale si doveva andare digiuni alla Cresima. Non sarà arduo persuadere di ciò i fedeli, prospettando i doni e gli effetti straordinari di questo sacramento.

204. Effetti della Cresima:
aumento e integrazione della grazia battesimale


I Pastori insegneranno che la Cresima, a somiglianza degli altri sacramenti, conferisce a chi la riceve, qualora questi non le ponga ostacoli, una nuova grazia. Infatti tutti i sacramenti, come abbiamo mostrato, sono mistici e sacri segni, che significano e producono la grazia.

Ma oltre questa proprietà che è comune agli altri sacramenti, la Cresima ha questo di proprio: perfeziona innanzi tutto la grazia battesimale. Coloro che sono divenuti cristiani nel Battesimo, sono simili a bambini appena nati, teneri e delicati. Col sacramento del Crisma divengono più robusti contro ogni possibile assalto della carne, del mondo, del demonio. Il loro animo ne è rassodato nella fede, reso pronto a confessare senza reticenze il nome di nostro Signor Gesù Cristo: da ciò appunto l'appellativo di Confermazione dato al sacramento. Non è vero, come taluno, non meno ignorante che empio, penso, che il termine di Confermazione sia stato ricavato dalla circostanza che una volta, coloro che erano stati battezzati da fanciulli, pervenuti all'età adulta, erano condotti alla presenza del vescovo, perché riconfermassero la fede cristiana accettata nel Battesimo. Cosi la Confermazione non sarebbe affatto diversa dalla semplice catechesi. Tale consuetudine non può in alcun modo dimostrarsi. Invece questo sacramento ricava il suo nome dal fatto, che per sua virtù Dio rafforza in noi l'iniziale operazione del Battesimo e ci innalza alla perfetta stabilità della professione cristiana, non solo confermandola, ma sviluppandola. Lo attesta cosi il Papa S. Melchiade: Lo Spirito santo, disceso con azione salvatrice sulle acque battesimali, conferisce al fonte la pienezza dell'innocenza; nella Cresima da l'aumento della grazia; però non la sviluppa semplicemente, ma le da un vigore veramente ammirabile. La Scrittura espresse eloquentemente il fatto con l'immagine del rivestimento. Alludendo appunto alla Cresima, il nostro Salvatore disse: Trattenetevi in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto (Lc 24,49).

Volendo poi spiegare chiaramente l'efficacia divina di questo sacramento per commuovere gli animi dei fedeli, i Pastori non dovranno fare altro che raccontare quel che accadde agli apostoli. Prima e nell'ora stessa della passione erano cosi fiacchi e spaventati, che non appena il Signore fu catturato, si abbandonarono a precipitosa fuga (Mt 26,56). Dal canto suo Pietro, che era stato designato quale pietra e fondamento della Chiesa, e aveva ostentato una singolare costanza e forza d'animo, atterrito alle parole di una donnicciuola, nego, non una o due volte, ma ben tre volte, di essere discepolo di Gesù Cristo (Mt 26,33 Mt 26,35 Mt 26,51 Mt 26,69). Anche dopo la resurrezione tutti se ne stettero tappati in casa, per paura degli Ebrei (Jn 20,19). Invece nel giorno della Pentecoste furon tutti cosi efficacemente colmati della virtù dello Spirito Santo (Ac 2,4), da spargere liberamente e audacemente il Vangelo loro affidato, non solo sulla terra degli Ebrei, ma in tutto il mondo, e da ritenere come il colmo della felicità essere fatti degni di subire disprezzi, carcere, tormenti, e croce, per il nome di Cristo (Ac 5,41).

205. Ancora gli effetti della Cresima: il carattere


Inoltre la Cresima ha la capacità di imprimere il carattere. Per questo non può essere ripetuta. Lo abbiamo già osservato a proposito del Battesimo, e lo spiegheremo con maggiore ampiezza parlando del sacramento dell'Ordine. Se i Pastori spiegheranno spesso e con cura queste verità, necessariamente i fedeli, riconosciuta la dignità e l'utilità del sacramento, cercheranno di riceverlo piamente e con la più degna preparazione.

206. Le cerimonie della Cresima


Dobbiamo dire infine brevemente qualcosa a proposito dei riti e delle cerimonie, che la Chiesa adopera nell'amministrazione di questo sacramento. I Pastori capiranno senz'altro l'importanza del tèma, ricordando quel che abbiamo detto sopra.

I cresimandi col sacro crisma sono unti sulla fronte, proprio perché in questo sacramento lo Spirito santo viene infuso nelle anime dei fedeli per accrescerne l'energia e la tenacia, onde combattano virilmente le battaglie del Signore e oppongano ai malvagi avversari fiera resistenza. Con tale unzione si ricorda che nessun timore e nessuna vergogna, dei quali sentimenti la prima traccia suole apparire sulla fronte, devono mai trattenere i fedeli dalla libera e alta confessione del nome cristiano. Sulla fronte inoltre, la più nobile parte del corpo, deve essere impressa quella caratteristica, che distingue il Cristiano da tutti gli altri uomini, come le insegne distinguono il soldato.

Vige nella Chiesa di Dio la consuetudine, scrupolosamente rispettata, di amministrare questo sacramento soprattutto nel di di Pentecoste, perché proprio in questo giorno gli apostoli furono rafforzati e confortati dall'effusione dello Spirito santo. Cosi ricordando il grande fatto, i fedeli potranno riflettere meglio sui grandi misteri, che a proposito di questa sacra unzione vanno considerati.

Quindi il Vescovo colpisce leggermente con la mano sulla guancia colui che è stato unto e confermato, per ricordargli che, quale coraggioso atleta, deve essere disposto a sopportare ogni avversità con animo invitto per il nome di Cristo. Infine gli viene data la pace, perché capisca di avere ottenuto quella pienezza della grazia celeste e quella pace, che oltrepassano ogni immaginazione (Ph 4,7). Ecco la sintesi di quel che i Pastori dovranno spiegare intorno alla Cresima, non tanto con semplici parole, quanto con infiammato zelo e pietà, affinché penetri nel più profondo pensiero dei fedeli.