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CAPITOLO XI - CHIESA TRIONFANTE E CHIESA PURGANTE

Assistenza degli Angeli

Bello e ammirando spettacolo è quello della comunione dei Santi, in forza della quale la Chiesa cattolica non rimane limitata sulla terra, ma ha confini sterminati ed immensi, e invece dei tanti milioni di anime sparse sulla superficie del globo conta milioni e miliardi di generazioni, poichè tutti coloro che dal principio del mondo fino ad oggi sono morti in essa comunione e nell'esercizio della carità, sono abitatori di questa immensa regione, o siano in cielo gloriosi, o penanti in Purgatorio, o viatori su questa terra. Tutte queste anime formano una sola e grande famiglia, nella quale tutto è posto in fraterna comunanza, le gioie e le pene, i trionfi de' Santi, le sofferenze. del Purgatorio, le prove dei mortali; e mentre noi in mezzo alle amarezze della vita ci rallegriamo: della gloria dei beati e compatiamo le anime purganti, da parte loro i Santi che ci han preceduto nel soggiorno della felicità si commuovono al pensiero dei pericoli fra i quali viviamo, e quando dall'alto dei cieli abbassano i loro sguardi sulle desolate regioni del Purgatorio mirano laggiù con dolore altri fratelli la cui eterna beatitudine, sebbene assicurata, è però preceduta da indicibili patimenti. Le anime poi del Purgatorio partecipano esse pure a queste gioie della comunione fraterna, e come si sentono penetrate dalla più viva riconoscenza per i loro benefattori di questa terra, così quando in mezzo alle fiamme che le tormentano sollevano gli occhi verso quelle sedi beate che le attendono, vedendo altri che più fortunati e più fedeli di loro sono già in possesso della gloria si rianimano di speranza, perchè sanno d'avere lassù presso Dio intercessori ed amici. Questi rapporti così intimi e dolci che la comunione dei Santi stabilisce fra le anime del Purgatorio e gli abitatori del cielo e della terra, formeranno argomento delle nostre considerazioni.
Innanzi tutto parliamo degli angeli, i quali sebbene non siano come i Santi in comunione propriamente detta colle anime del Purgatorio, hanno tuttavia con loro frequentissime relazioni. Infatti, dice il P. Faber, le anime purganti sono destinate a riempire nei cori angelici il vuoto spaventevole prodotto dalla caduta di Lucifero e de' suoi compagni. Oltre di che un gran numero di angeli hanno nel Purgatorio interessi speciali, poichè migliaia e milioni di quelle anime essendo state affidate da Dio alla loro tutela, considerano la loro missione non ancora compiuta, finchè non le abbiano condotte alla celeste Gerusalemme. Intieri cori di angeli hanno poi interesse per altre anime, sia perchè queste debbono finalmente riunirsi a loro, sia perchè ebbero per essi una divozione particolare (Tutto per Gesù, capo 9).

La liturgia della festa dell'Arcangelo S. Michele ci dice che Egli è stato destinato da Dio a ricevere le anime quand'escono di vita per condurle al cielo. Archangele Micheel, constitui te principem super omnes animas suscipiendas (3° At. De Laud.). Cui tradidit Deus animas Sanctorum, ut perducat eas in paradisumm exultationis (5° Respons. rnatut,). Perciò S. Michele è come il principe di quel regno del dolore, e siccome ha grande compassione di quelle anime, intercede di continuo per loro: Cujus aratio perducit ad legna coelorum (4° Respons. matutin.).
Quanto poi all'interesse che i santi angeli custodi prendono per quelle anime che furori da loro protette in vita, santa Francesca Romana che ha ricevuto a tal proposito molti lumi utilissimi, dice così: «Quando un uomo muore, il suo angelo custode a seconda del merito conduce l'anima nella regione inferiore del Purgatorio, e si pone alla destra di lei, mentre il demonio le si colloca alla sinistra. L'angelo presenta a Dio le preghiere che vengono innalzate a lui per quell'anuria e ne intercede l'abbreviazione della pena, mentre il demonio per ordine di Lucifero è tormentato in modo tutto speciale in punizione di non aver saputo condurre quell'anima all'Inferno. Uno poi dei più grandi patimenti di questa è di aver sempre sott'occhio l'orribile vista dello spirito malvagio e di sentirsi da lui rinfacciare le colpe commesse e la debolezza avuta nel porgere ascolto alle sue tentazioni. Terminato il tempo della espiazione nel Purgatorio inferiore, l'anima risale alla regione media, e allora il demonio la lascia per ritornare fra i suoi pari, i quali lo rimproverano aspramente della sua negligenza e imperizia » (Vita sanctae Franciscae apud Boll. Mart.). Da ciò si vede che cosa questa Santa pensasse sopra la questione tanto agitata dai teologi, se cioè i demoni abbiano potere di tormentare le anime del Purgatorio e di esercitare sopra di loro violenze dirette essa opina che quelle anime nulla abbiano a soffrire dai malvagi spiriti, tranne le rampogne e le ingiurie di cui abbiamo parlato, non essendo a questi permesso di tormentarle materialmente in Purgatorio, mentre invece gli angeli custodi scendono in quel baratro per visitare e consolare le loro protette, e incapaci come sono di meritare da per se stessi, e non potendo quindi come noi soddisfare i debiti di quelle meschine, le visitano, le consolano e fanno loro da intermediari fra il cielo e la terra. Nella lunga visita che santa Maria Maddalena de' Pazzi fece in Purgatorio, allorchè arrivò alla prigione di coloro che peccarono per ignoranza o per debolezza, vide star loro vicini gli angeli custodi a consolarli. Altrettanto accadde a santa Maria M. Alacoque, la quale in una delle malattie straordinarie che la tormentarono ebbe un giorno la visita del suo angelo custode, il quale invitatala a recarsi con lui in Purgatorio, la condusse in un luogo vastissimo, tutto pieno di fiamme e di carboni ardenti, nel quale le fece vedere una gran quantità di anime sotto forma umana sollevanti in alto le braccia per implorare misericordia, mentre avevano accanto i loro angeli custodi che le consolavano con parole affettuosissime.

Queste rivelazioni sono in pieno accordo con gl'insegnamenti della teologia e con quelli della maggior parte dei dottori, i quali affermano che tali angeli custodi introducono le anime nel Purgatorio e le mettono in comunicazione con noi ispirandoci di pregare per esse e facendo poi loro conoscere chi caritatevolmente le suffragò; e quando è finito il tempo dell'espiazione, le conducono al cielo e vengono talvolta ad annunziare a noi la loro liberazione. Le stesse cose attestano molte rivelazioni e vite dei Santi, di modo che non è a dubitare che questi angeli benedetti stano gl'intermediari naturali fra il Purgatorio e la terra. - Ma oltre a ciò vi sono gli angeli che fanno da intermediari fra il cielo e il Purgatorio. Vedemmo già com'ersi offrono a Dio i suffragi che da noi si fanno pei defunti, e come apportano a questi i sollievi che Iddio misericordiosamente loro concede. Ogni volta poi che nostro Signore o la Vergine santissima si degnano di scendere in quel luogo di pena, sono accompagnati dagli angeli, i quali col loro splendore e colla loro presenza recano non poco sollievo a quelle anime. E non è a meravigliarsi di ciò, se si pensi che queste sono destinate a far parte un giorno dei cori angelici e cantare insieme con essi le lodi del Signore. D'altro lato se mentre quelle anime erano viatrici sulla terra gli angeli non isdegnarono di accompagnarle e difenderle di continuo, perchè non dovrà essere altrettanto in quel luogo di pena?

Per mostrarci fino a qual punto arriva l'interesse che gli angeli prendono per il Purgatorio, il Rossignoli riferisce che nel monastero domenicano di santa Caterina in Napoli, essendovi il pio costume di recitare ogni sera innanzi di coricarsi il Vespro de' morti, affinchè prima di dar riposo al corpo si recasse qualche sollievo a quelle povere anime, ed essendo accaduto una volta che in seguito ad un lungo lavora sostenuto nella giornata le suore stanche omettessero questa pia pratica, uno stuolo di angeli discesi dal cielo si pose a recitare nel coro del monastero il solito Ufficio, onde quelle anime non fossero defraudate di quel suffragio.
I Santi e le anime del Purgatorio

Non è da escludere, anzi molte rivelazioni dimostrano che ai Santi del Paradiso sia concesso di intercedere per le anime purganti, specialmente se in vita furono devote di loro. Ciò naturalmente in virtù della Comunione dei Santi, per cui è forte il vincolo che lega i Santi del Cielo alla Chiesa purgante.

I fondatori d'Ordini, conservando sempre per quelli che furono loro figli l'affetto di padri tenerissimi, non mancano delle più amorose cure per ottenerne la liberazione quando li veggono condannati fra quelle fiamme. S. Filippo Neri fu visto dopo morte circondato da uno stuolo di religiosi della sua congregazione che erano stati tutti salvati da lui. S. Francesco d'Assisi promise ai suoi frati di scendere in Purgatorio, dopo la loro morte, per liberarli, purchè fossero stati fedeli osservanti della regola, e in ispecie della santa povertà. Nostro Signore stesso lo aveva privilegiato di questo dono, e un gran numero di fatti che si leggono nelle Cronache dei Minori ci confermano questa notizia. Un altro prìvilegio che vediamo riservato a non pochi Santi è quello di poter liberare molte anime nel giorno del loro ingresso in Paradiso, il che ci è attestato in modo speciale dal fatto di frate Egidio, uno dei primi dodici discepoli di S. Francesco, il quale nel giorno in cui morì ebbe dal Signore, in compenso delle sue virtù, la grazia di liberare la maggior parte delle anime che si trovavano in quel momento in Purgatorio, e portarle con sè in cielo (Vita B. AEgidii apud Boll.). Lo stesso si legge di S. Giovanni di Nivelle, canonico della cattedrale di Liegi nel Belgio; anzi riferisco qui i particolari del fatto perchè mi sembrano importantissimi (Catimpé, Apum, lib. II, c. 3t, n. 5). Un sacro oratore pieno di zelo e carità, mentre un portiamo qui i particolari del fatto perchè ci sembrano da una donna nota pei suoi cattivi costumi, la quale sciogliendosi in lacrime, ad alta voce gridava: - Padre, confessatemi, confessatemi. - Fra lo stupore generale del popolo il predicatore la esortò a calmarsi e ad attendere la fine della predica; tacque ella infatti, ma dopo pochi istanti ecco tornar di nuovo ad esclamare: - Abbiate pietà di me disgraziata peccatrice e concedetemi l'assoluzione de' miei enormi peccati.
Impostole nuovamente silenzio, ella sedette, ma poco dopo: esclamò: - Non tardate, Padre mio, ve ne supplico; il dolore de' miei peccati mi dilania ed io me ne muoio. - Ed in così dire cadde stesa sul pavimento e spirò. Il predicatore desolato e pentito per non aver dato ascolto immantinente a quell'infelice, esortò i suoi uditori stupefatti ad unirsi a lui in preghiera per scongiurare la divina misericordia ad aver pietà di quell'anima ed a fargli conoscere in quale stato si trovasse all'altro mondo. Ed avendo egli a tal fine digiunato per tre giorni continui, in capo alla terza notte la defunta gli apparve col volto luminoso e sorridente, dicendogli: - Io sono la peccatrice morta in chiesa, per la quale tu hai pregato e fatto pregare, e me ne vado ora libera dalle pene che mi era meritate per le mie innumerevoli colpe, perché essendo oggi passato di vita il servo di Dio Giovanni Nivelle, canonico di Liegi, il Signore gli ha concesso la grazia di poter liberare dopo morte molte anime del Purgatorio, fra le quali io pure sono stata compresa. - Il predicatore affrettatosi a scrivere a Liegi per assicurasi della verità del fatto, seppe dai canonici di quella cattedrale che precisamente in quel giorno, in cui aveva detto la defunta, era spirato il servo di Dio Giovanni di Nivelle.
La protezione della Vergine SS.

Circa la protezione che la santissima Vergine esercita su quelle anime, basti dire che ella stessa dichiarò un giorno a S. Brigida di essere la regina e la madre di tutti coloro che si trovano nel luogo di espiazione, e che le sue preghiere ne mitigano assai le pene; Molti esempi ci attestano l'efficacia di tal protezione, ma avendone già in vari luoghi citati parecchi, ci limiteremo qui a riferirne due soli.

Leggiamo nelle rivelazioni de' Santi che il sabato, giorno dedicato alla Vergine, è giorno di festa speciale nel Purgatorio, perchè in esso la Madre di misericordia scende in quel carcere penoso a visitare e consolare i suoi servi devoti. In virtù del privilegio della Bolla Sabatina tutti quelli che in vita han portato lo scapolare della Vergine e adempiuto certe condizioni di cui parleremo in altro luogo, sono liberati dalle fiamme espiatrici il primo sabato dopo la loro morte. Ebbene, la venerabile suor Paola di S. Teresa, religiosa domenicana, racconta che essendo stata in giorno di sabato rapita in estasi e trasportata in Purgatorio, fu sorpresa nel vedere questo carcere trasformato in un paradiso di delizie, con una luce sfolgorante nel centro in luogo delle folte tenebre che abitualmente lo riempiono, e mentre meravigliavasi di tanto spettacolo, vide la Vergine circondata da uno stuolo numeroso di angeli, a ciascuno dei quali ordinava di liberare quelle anime che in vita erano state particolarmente devote di lei, e di condurle in cielo. Ora se tanto accade nei semplici sabati consacrati alla Vergine, che cosa mai avverrà nelle sue feste principali? Queste sono le vere feste del Purgatorio; prirna e più splendida fra le quali, secondo i pii scrittori, è quella dell'Assunzione di Maria SS.ma al cielo. S. Pier Damiani attesta che ogni anno in questo giorno la Vergine libera migliaia d'anime, e lo prova col racconto autentico della seguente visione. - Essendo pio uso del popolo romano a' suoi tempi di visitare le chiese con ceri in mano nella notte della vigilia dell'Assunta, accadde un anno che una nobil dama, mentre stava inginocchiata nella basilica di santa Maria in Araceeli sul Campidoglio, con gran sorpresa vide comparirsi innanzi una donna da lei molto conosciuta e morta in quello stesso anno. Volle attenderla alla porta della chiesa per esser chiarita dello strano fatto, ed allorchè la vide uscire, presala per mano e trattala in disparte, le domandò: - Non siete voi forse la mia madrina Marozia che mi tenne al fonte battesimale? - Sì, rispose la defunta, son proprio lei. - E com'è che vi trovate ora fra i vivi, se moriste già da diversi mesi? e che mai vi accadde nell'altra vita? - Fino ad oggi, rispose l'anima, son rimasta immersa in un fuoco cocentissimo in pena di tanti peccati di vanità da me commessi in gioventù, ma in occasione di questa gran solennità, la Regina del cielo essendo discesa in mezzo alle fiamme del Purgatorio, mi ha liberata insieme a molte anime, onde entrassimo in cielo nel gioino stesso della sua Assunzione. Ogni anno la divina Signora rinnova questo miracolo di misericordia, e il numero delle anime che ella libera in tal modo è circa quanto quello della popolazione di Roma (in quell'epoca Roma contava quasi duecento mila abitanti). In riconoscenza di questa grazia noi ci rechiamo in questa notte nei santuari a lei consacrati. Che se i vostri occhi vedono me sola, sappiate invece che noi siamo in gran moltitudine. - E vedendo che la dama restava attonita e dubbiosa, soggiunse: - In prova della verità di quanto ho detto vi annunzio che voi stessa morrete di qui ad un anno in questa stessa festa, scorso il qual termine, se non sarete passata di questa vita, ritenete quanto vi ho detto come una illusione. - S. Pier Damiani riferisce che la pia dama, dopo un anno passato nell'esercizio di molte virtù per prepararsi degnamente alla morte, caduta malata nell'antivigilia dell'Assunta, passò di questa vita nel giorno stesso della festa, come le era stato predetto. - Molti altri scrittori, come Gersone, Teofilo, Reynaud, Rossignoli, Liguori Faber confermano questa pia credenza, la quale è basata sopra un gran numero di rivelazioni particolari, ed è appunto per questo che in Roma la chiesa di S. Maria in Montorio, dove risiede l'arciconfraternita del Suffragio è dedicata alla Assunzione di Maria Vergine.

E così la Chiesa celeste, capitanata dalla sua guarda amorevolmente la purgante, la soccorre, la consola e l'aiuta ad entrare più presto in possesso della gloria eterna. Dolce e consolante fraternità delle anime, prerogativa divina della Chiesa cattolica, la quale facendo considerar tutti come membri di una stessa famiglia, o sia che si trovino viatori su questa terra, o sofferenti nel Purgatorio, o coronati nel cielo, li rende figli di uno stesso Padre, bramosi di trovarsi un giorno assisi alla mensa celeste di lui.


CAPITOLO XII - LE ANIME DEL PURGATORIO E LA CHIESA MILITANTE

Le apparizioni dei morti


Considerate le relazioni fra la Chiesa trionfante e le anime del Purgatorio, ci resta da prendere in esame le relazioni che passano fra queste e la Chiesa militante. E prima di tutto ci domandiamo se le anime dei trapassati possano o no manifestarsi ai viventi.
L'anima separata non può manifestarsi ai viventi e parlare con loro, semplicemente perchè non ha nessun potere nella materia corporea. Tuttavia Iddio può permettere che, per puro miracolo, le anime dei trapassati si manifestino ai viventi, per un fine utile e principalmente per manifestare qualche verità (Confr. Tanquerey : Synopsis Theol. Dogm. Vol. III - De Novissimis).

Tralasciamo di fermarci sull'aspetto speculativo della questione per passare all'aspetto pratico, affermando senz'altro che apparizioni di anime si sono avute, nel corso dei secoli. Abbiamo dalla nostra parte il consenso unanime di tutti i popoli, si hanno fatti antichi e recenti scientificamente inoppugnabili, e si hanno le rivelazioni avute dai Santi. In ordine al nostro lavoro solo queste ultime ci interessano, e quindi citiamo senz'altro quanto accadde, in proposito, più di una volta, a S. Tommaso d'Aquino, testimone superiore a qualsiasi sospetto. Mentr'egli era lettore di S. Teologia nell'Università di Parigi, vide un giorno comparirsi davanti l'anima di sua sorella morta in quei dì nel convento di Capua dov'era Abbadessa, manifestandogli di soffrire atrocemente per alcune mancanze commesse contro la regola, e raccomandandosi alle preghiere di lui. Il Santo le promise che lo avrebbe fatto; e mantenne la parola. Qualche tempo dopo essendo stato inviato a Roma da' suoi superiori, vide apparire di nuovo quell'anima a lui cara non più penante come la prima volta, ma sfolgorante di gloria, la quale ringraziandolo dei suffragi da lui fatti, gli annunziò che questi avevano affrettata la sua liberazione. Il Santo avendo voluto in quell'occasione interrogare la defunta sullo stato di due suoi fratelli morti poco tempo prima, essa gli rispose che Arnoldo era già in cielo in un alto grado di gloria, per aver difeso la Chiesa e il Pontefice contro le empie aggressioni dell'imperatore Federico, ma che Ludolfo trovavasi ancora in Purgatorio, dove molto soffriva perché niuno pensava a suffragarlo. Soggiunse poi: - A te, mio caro fratello, è preparato un gran bel posto in Paradiso in premio di quanto hai fatto e lavorato per la Chiesa. Affrettati però di dar l'ultima mano ai tuoi lavori, perchè fra poco dovirai venire a raggiungerci. - Questa predizione non tardò molto a verificarsi. Poiché sappiamo dalla storia che il Santo poco tempo dopo mori. - Un'altra volta lo stesso Santo, stando in orazione nella chiesa di S. Domenico a Napoli, vide venirsi davanti frà Romano, religioso del suo Ordine, che gli era succeduto a Parigi nel posto di lettore di teologia. Il Santo che ne ignorava la morte, credendo che fosse giunto colà dalla Francia, gli domandò notizie della sua salute e i motivi del suo viaggio. Ma quegli sorridendo gli rispose che non si trovava più sulla terra, e che morto improvvisamente, dopo aver passato quindici giorni in Purgatorio, si trovava ora per misericordia di Dio in possesso della gloria celeste, e che veniva per ordine del Signore ad incoraggiarlo nei suoi lavori. Avendogli allora domandato Tommaso se si trovasse in istato di grazia: - Si, fratel mio, rispose il defunto, e sappi anzi che le tue opere sono a Dio molto accette. - Incoraggiato da questa nuova, il sommo teologo volle in quell'occasione indagare alcuni misteri della scienza sacra ed in particolare quello della visione beatifica, ma il defunto dopo avergli risposto col versetto del Salmo: Sicut audivimus, sic widinvus in civitate Dei nostri, disparve.

Un altro esempio d'epoca più recente, lo troviamo registrato nella vita del ven. Pinzeni, amico intimo di S. Carlo Borromeo e arciprete d'Arona. - Durante la famosa peste che mietè tante vittime nella diocesi di Milano, questo santo arciprete non contento delle immense fatiche sostenute per soccorrere gl'infelici assaliti dal fiero morbo, arrivò persino a scavare da se stesso le fosse per seppellirvi i cadaveri che il timore e lo sgomento generale lasciava insepolti. Cessata quella calamità, mentre una sera passava vicino al cimitero in compagnia del governatore di Arona, fu all'improvviso colpito da una straordinaria visione, dsservò una lunga fila di morti che uscendo dalle loro tombe s'incamminavano verso la chiesa. Non credendo ai propri occhi si rivolse al suo compagno, il quale stupefatto, stava anch'egli rimirando lo stesso spettacolo, ed avuta da lui assicurazione della realtà di quanto accadeva, ed accertato che fossero quelle le vittime della peste che in tal modo volevano far loro comprendere il bisogno che avevano di suffragi, dingendosi subito verso la parrocchia fece suonar le campane, e convocati i parrocchiani, per tutta la notte innalzò al cielo ferventi preghiere per quelle anime, facendo la mattina dipoi celebrare in loro suffragio una Messa solenne. - Questo fatto del quale furono spettatori personaggi, la cui elevatezza di spirito esclude ogni pericolo di illusione ci sembra più che sufficiente a comprovare la verità di quanto abbiamo sopra asserito, che manifestazioni di anime si sono avute di fatto.

Ora dovremmo trattare del modo di queste apparizioni, ed esporre le molte opinioni che si hanno dai dottori a questo proposito. Tratteremmo volentieri questo argomento se ci fosse dato di far della scienza anziché nelle chiacchiere, ma dal momento che ciò non è possibile, passiamo oltre chinandoci dinanzi ai segreti divini, tanto più che la questione è di nessuna importanza pratica. Conosciuto che Iddio può permettere alle anime dei trapassati di rivelarsi, siamo in possesso di una verità che ci interessa. Il modo di queste apparizioni, i mezzi di cui può servirsi Iddio, le circostanze intrinseche di queste apparizioni medesime, sono cose che non ci interessano affatto.
I morti e lo spiritismo

Mentre invece una cosa dobbiamo chiarire: se si possono evocare le anime dei trapassati mediante lo spiritismo. Premettiamo che ai dì nostri lo spiritismo ha segnato enormi regressi e grande luce si è fatta sulle cause naturali dei fenomeni così detti spiritici. « Il Padre Zacchi, il P. Thurston, il Mariatti, il P. De Heredia, il P. Mainage, lo Spesz e in parte il P. Roure e molti altri, tendono a spiegare i fenomeni medianici attraverso la teoria naturalistica. Gli spiriti e i morti, dicono costoro, non hanno nulla a che fare con lo spiritismo. Moltissime delle manifestazioni medianiche sono effetto di forze latenti, sconosciute o ancora poco note alla scienza. Il P. De Heredia, gesuita, prospetta questa interpretazione, perchè è riuscito a riprodurre in condizioni normali, quasi tutti i fenomeni spiritici. Tale dottrina tende oggi a sostituire le altre due (del trucco completo e dell'intervento diabolico). Che se anche non riesce a spiegare tutti ì fenomeni, ha però buon fondamento scientifico ed è comprovata da molte esperienze » (Dott. R. Santilli, Spiritismo, Firenze, 1941, pag. 36).
Tuttavia, siccome siamo tuttora nel campo del mistero, alla domanda se siano le anime dei morti che si manifestano nelle sedute spiritiche, rispondiamo di no.
«Fino ad ora - scriveva ai suoi tempi il Prof. Morselli - è penoso a dirsi, ma lo spiritismo è stato un vero vampiro dell'umanità sofferente. Nonostante tutte le sue nobili proposte di elevatezza morale, di solidarietà, di teofilantropismo, di spiritualismo sociale ed etico ecc., esso non ha fatto che sfruttare il male e comprare o vendere il dolore » (Morselli, Spsicologia e Spiritismo, Torino 1908, vol. I, pag. 114).

Il Prof. Antonelli, dopo aver esposto una lunga serie di fatti spesso immorali, nefandi, empi, blasfemi, ridicoli, villani, si domanda se codesti fenomeni si possano mai attribuire alle anime dei trapassati. Lo stato dell'oltre tomba in questo caso non sarebbe mille volte peggiore dello stato di vita, perchè occupazione dell'anima, separata dal corpo, sarebbe l'inganno, il suggerire cattive dottrine, spingere al male, vessare i viventi, inveire contro la religione, volere un culto religioso satanico? » (Antonelli, Lo spiritismo, Roma 1907, pag. 145). E continua poi l'illustre autore: « La ragione inoltre ci persuade, che non possono essere le anime dei morti, che prendono parte a tutte le puerilità ed empietà dello spiritismo; la ragione non può ammettere, che esse stiano sempre dovunque a nostra disposizione, si sottomettano a soddisfare la nostra curiosità e a produrre fenomeni spiritici. La nostra anima sente in sé qualche cosa, che la fa aspirare ad un bene stabile, che non è in questa vita, la nostra mente si agita in cerca di qualche cosa sublime, che appaghi la smania di sapere e la riempia di verità; il nostro cuore è fatto per amare, e nelle rivelazioni degli spiriti non trova che cose abiette, che il ridicolo, che la contradizione, l'empietà. Che il nostro spirito, liberato dall'involucro di carne, cui è unito in questo mondo materiale, debba purificarsi in successive vite, negli astri o in altri esseri, compiendo una metempsicosi più ò meno lunga, e in questo tempo sia condannato al tormento degli altri e dell'altrui depravazione, è un pensiero che si ribella terribile alla nostra mente e al nostro cuore, che scuote e annienta le più belle e consolanti speranze e aspirazioni della nostra coscienza, che ci rende migliore il non essere. Il nostro cuore non può contentarsi di un avvenire d'oltre tomba che avvilisce la dignità del nostro spirito, che ci rende cattivi, maligni, pervertitori, che soffoca quanto di più nobile ed elevato vi ha nel nostro essere ».

A tutto questo dobbiamo aggiungere, ed è importantissimo, l'insegnamento della Tradizione cattolica, secondo la quale i morti non possono manifestarsi ai viventi, se non in seguito ad uno speciale permesso di Dio, e ciò è un vero miracolo, che non avviene che raramente e per fini nobili. Questo va detto per le anime dei beati, per le anime del Purgatorio e per quelle dei dannati. Che le anime dei beati, come quelle del Purgatorio, si manifestino in sedute medianiche, proibite dalla Chiesa; nelle quali si bestemmia Iddio, si oltraggia la verità e il pudore, si offendono i presenti, è cosa che in nessun modo possiamo ammettere. Abbiamo veduto nei precedenti capitoli le apparizioni delle anime del Purgatorio e le circostanze che l'accompagnano, abbiamo passato in esame molte rivelazioni, che ci interessavano, ma non abbiamo trovato nulla che rassomigli, sia pur lontanamente, a quanto accade nelle tornate spiritiche. E neanche possiamo concedere che siano i dannati a rispondere alle richieste dei mediums. Le vite dei Santi registrano veramente apparizioni di anime dannate: basta leggere la vita di S. Teresa, di S. Francesca Romana, di S. Antonio, del venerabile Nicola de la Roche, di S. Bruno, fondatore dei Certosini. Quest'ultimo si convertì proprio in seguito all'apparizione di un dannato, mentre nella chiesa gli si facevano le esequie. E sono caratterizzate, queste apparizioni, da fiamme, da tumulti, da bestemmie, da voci di terrore, da espressioni di odio e di vendetta. Tuttavia dai dati che possediamo dobbiamo rilevare che Iddio le permette assai di rado e soltanto per fini superiori, come son quelli di istruire, di correggere, di ammonire i viventi e di incamminarli, attraverso allo spavento, per la via della conversione.

Avviene spesso - scrive S. Tommaso, appoggiandosi all'autorità di S. Agostino e di S. Giovanni Crisostomo - che i demoni fingono di essere le anime dei morti, per confermare i pagani - e nel caso nostro i cristiani dimentichi del loro carattere - nei loro errori e guadagnare la loro fede (S. Tommaso, P. r. Quest. 89,- a. 8 ad. a). Soltanto per un miracolo i morti possono entrare in comunicazione coi vivi. Ora nessuno di noi vorrà ammettere che Iddio si compiaccia di compiere altrettanti miracoli quante sono le richieste del più capriccioso dei mediums.



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