00 19/10/2012 22:48
[SM=g27998] ORAZIONE 17

LA DIVINA IMMAGINE

O uomo ingrato!

O sommo ed eterno Dio, incomprensibile e inestimabile amore! Tu, eterno Padre, dici che l’uomo che guarda in se stesso trova te in sé, poiché è creato a tua immagine: ha la memoria per ricordare te e i tuoi benefici, partecipando in questo della tua potenza; ha l’intelletto per riconoscere te e la tua volontà, partecipando della sapienza del tuo Figlio unigenito, il Signore nostro Gesù Cristo; ha la volontà per amare te, partecipando della clemenza dello Spirito Santo. E così non solo hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza, ma anche in te vi è in qualche modo la somiglianza dell’uomo: e così tu sei in lui ed egli in te.
Non ho conosciuto te, o Dio, in me, né me in te, Dio eterno. Questa è tutta l’ignoranza degli uomini stolti che offendono te, perché se sapessero questo non potrebbero non amare Dio. Questa ignoranza procede dalla privazione della luce della grazia, e questa privazione viene dalla nube dell’amor proprio sensibile.
Tanta è la conformità tra un uomo e un altro, che quando
non si amano si distaccano dalla propria natura.

Orazione 18

LUCE E TENEBRE


O Dio, amore, che posso dire della tua verità? Parla tu, o verità, della verità, perché io non so parlare della verità, ma solamente delle tenebre: perché io non ho seguito il frutto della tua croce, ma ho seguito e conosciuto solo la tenebra.
E vero che chi conosce la tenebra conosce la luce, ma io non ho fatto così, anzi, ho seguito le tenebre, senza però averle conosciute perfettamente. Parla dunque della verità della tua croce e io ascolterò.
Tu dici che alcuni sono persecutori del frutto della tua croce, dato che il frutto della tua croce sei tu stesso, o Verbo unigenito Figlio di Dio, che per lo smisurato amore e carità verso di noi ti sei innestato come frutto in due alberi: prima nella natura umana per manifestarci la verità invisibile dell’eterno Padre, verità che sei tu stesso; il secondo innesto lo hai fatto con il tuo corpo sull’albero della santissima croce, al quale non ti tennero i chiodi, né alcun’altra cosa se non l’amore smisurato che hai avuto per noi. E hai fatto tutto ciò per manifestare la verità della volontà del Padre, che non vuole altro che la nostra salvezza.
Da questo innesto fu estratto il tuo sangue, che per l’unione con la natura divina ha dato a noi la vita; per la virtù di questo sangue siamo lavati dal peccato per mezzo dei tuoi sacramenti, che hai riposti nel magazzino della santa Chiesa, dandone le chiavi e la custodia al tuo vicario principale in terra.
Tutte queste cose non sono conosciute né intese dagli uomini se non mediante la tua luce, con la quale tu illumini la più nobile parte dell’anima, cioè l’intelletto.
Questa luce è la fede, che tu concedi a ciascun cristiano quando, mediante il sacramento del battesimo, infondi la luce della fede e della grazia, con la quale si lava il peccato originale che abbiamo contratto e ci è data la luce sufficiente a condurci fino all’ultimo fine della beatitudine, se noi con la malvagità dell’amor proprio sensibile non accechiamo i nostri occhi che la tua grazia ha illuminato nel santo battesimo.
E accechiamo noi stessi quando mettiamo sui nostri occhi la nube della freddezza e l’umido dell’amor proprio, per cui non conosciamo te né alcun vero bene, e chiamiamo il bene male e il male bene, e così diventiamo sommamente ignoranti e ingrati.
Ed è peggio per noi, che abbiamo conosciuto la verità, perdere la luce, rispetto a prima che ricevessimo la luce, perché è peggiore un falso cristiano che un pagano, e ne ha conseguenze peggiori. E tuttavia egli più agevolmente di un pagano riceve la medicina per la sua infermità, grazie alla poca luce di fede che gli rimane.
Questi cattivi cristiani, o mio Signore, sono i persecutori del frutto della tua croce, cioè del tuo sangue, poiché essi non seguono te, Cristo crocifisso, ma al contrario perseguitano te e il tuo sangue; specialmente coloro che sono ribelli al tuo guardiano, che tiene le chiavi del magazzino dove è riposto il tuo sangue prezioso, e il sangue di tutti i martiri, il quale non vale se non in virtù del tuo sangue.
Questa ribellione e ogni peccato avvengono perché essi hanno perduto la luce della tua verità, che si acquista mediante la fede in te; per cui i filosofi, benché sapessero molte verità sulle tue creature, non di meno non poterono essere salvi perché non ebbero la fede in te.