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II. - LA SOCIETA' UMANA

È facile convincersi, con una semplice riflessione, che gli uomini vivono in società, e da tale vita ritraggono innumerevoli e irrecusabili benefici. Il Cristianesimo, da parte sua, con la legge universale della carità, accentua il naturale senso sociale dell'uomo, portandolo ad altezze d'eroismo e di sacrificio eccezionali.

Origine della società.

L'uomo è, per natura, un essere sociale. L'affermazione è subito provata, sol che si rifletta:

a) ai bisogni umani più elementari (difesa della vita, ricerca del cibo, possesso di un vestito o di un'abitazione, ecc.);

b) alle esigenze dello spirito (la tendenza a raggiungere la verità, la cultura, la giustizia, l'arte, ecc.).

In realtà se l'uomo dovesse vivere distaccato dai suoi simili, provvedendosi personalmente di tutto, non riuscirebbe, nella mag­gioranza dei casi, né a soddisfare i suoi elementari bisogni umani, né a soddisfare quelli dello spirito: ciò che invece gli viene mirabilmente facilitato dal vivere in società.

E che la vita in società sia lo stato naturale dell'uomo, è confermato ancora

c) dalla dote della parola, con la quale l'uomo comunica ai suoi simili i suoi pensieri (gli animali, invece, hanno solo l'emissione di suoni istintivi, espressione di sentimenti ele­mentari);

d) dal fatto che non si conosce popolo, di nessun tempo e di nessun luogo, in cui gli uomini non abbiano sempre vissuto in società.

 

Natura della società umana.

a) La società è, anzitutto, unione di molti. È proprio della società unire insieme la molteplicità - gli uomini che la compongono - con l'unità - il fine che tutti vogliono raggiunge­re, un certo legame tra essi, che rende facile il conseguimento del fine.

b) La società è, poi, un'unità organica d'ordine morale. Organica, cioè veramente intima e profonda, come quella di un organismo vivente; morale, perché si realizza sul piano del pensiero e della volontà.

Con ciò la dottrina sociale cristiana si differenzia da due dottrine sociali estremiste: l'indivìdualismo, che considera la società come una somma di individui (e perciò poco insiste sul bene sociale), il collettivismo, che vede nei singoli uomini solo degli elementi funzionali - come le ruote di una macchina - del corpo sociale (e perciò opprime la personalità, e la libertà).

La dottrina sociale cristiana, al contrario, è una concezione originale, la quale si fonda sul concetto dell'uomo creatura da Dio, coi suoi diritti personali, le sue relazioni con i propri fra­telli - e perciò i suoi doveri sociali -, la sua dipendenza da Dio, primo principio ed ultimo fine, e perciò la perfetta armo­nia di tutti gli elementi che la compongono, a cominciare dalle esigenze, insieme, della libertà e della solidarietà.

c) La società umana è soprattutto una convivenza spirituale. Benché, infatti, gli uomini trovino nel vivere in società anche tanti benefici materiali – ad es. il minor costo di un lavoro -, risulta evidente che i doni principali che la società dona agli uomini sono d'ordine spirituale: ad es. la cultura, la scienza, le scoperte, le invenzioni, l'organizzazione giuridica, la difesa della giustizia, lo splendore delle arti, e così via. Anche le cose d'ordine materiale sono, in massima parte, frutto delle doti spi­rituali degli uomini.

d) È Dio il fondamento della società umana. Convivenza principalmente spirituale, la società umana cerca il Vero, il Buono, il Bello, il Giusto e ciò che da essi promana. Ma la Ve­rità, la Bellezza, la Bontà, la Giustizia, hanno in Dio il loro fondamento, sono aspetti attraverso i quali Dio si manifesta agli uomini, e che a Dio non possono se non condurre.

Perciò, come l'uomo viene da Dio e a lui deve tendere, così la società umana trova in Dio il suo fondamento e nell'ideale di un organismo illuminato dalla religione il suo sommo ideale.

 

Il fine della società umana.

Il fine dell'umana società è l'attuazione del bene comune degli uomini. Essa, infatti, nasce precisamente - come si è visto - perché gli uomini da soli non riescono a soddisfare i loro fondamentali bisogni, le loro fondamentali aspirazioni. Al contrario, unendosi ed unendo le proprie forze ed attività, giun­gono, se pur con fatica e mai in modo perfetto, a realizzare un ambiente nel quale è possibile, e relativamente facile, a tutti o quasi, di sviluppare convenientemente, e magari integralmente, la propria personalità.

Va qui messa in rilievo la grande affermazione della socio­logia cristiana, che la società è mezzo e non fine; essa è, cioè, a servizio dell'uomo (e non l'uomo a servizio della società): ciò perché l'uomo è un essere a sé stante, che pensa, vuole libera­mente, è destinato all'eternità, mentre la società, per quanto im­portante, è realtà tutta chiusa nello spazio e nel tempo.