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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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"A TE, Seminarista" parole al cuore del cardinale Giuseppe Siri

Ultimo Aggiornamento: 08/09/2009 09:09
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Sesso: Femminile
03/09/2009 15:35

Nel mondo
Tocco l'argomento perché fa parte del mio assunto principale. Entrateci a testa alta: se vi sarete allenati ad essere sempre con Cristo, sarete i più forti.

Non abbiate bisogno di nascondervi, mai. L'abito ecclesiastico sarà la prima testimonianza, ma allenatevi ora a sentirne il valore e ad assimilarlo come una seconda natura. Voi sapete che esiste un abito ecclesiastico «tollerato» (e questo lo si deduce dal testo di concessione della CEI) ed uno «proprio». La scelta deve essere operata dalla vostra generosità e questa guarda al meglio. Sentirete la gioia di testimoniare così meglio il vostro Signore, vi sentirete alfieri suoi, netti e coraggiosi, con la onesta baldanza che la giovane età può sempre dare a tutto ciò che è più nobile.

La vostra figura, così, non passerà mai occultata tra la anonima folla. E questa vi accoglierà sempre, forse con un moto di interna reazione, il quale però è sempre il primo passo verso l'interessamen­to, la ricerca, l'amore. Meglio l'odio sopra di noi che la indifferenza; ma, se vi nasconderete, opterete necessariamente e forse colpevol­mente per la indifferenza. La quale non recepisce bene la testimonianza a Cristo. Siate in questo generosi, coscienti: avrete la gioia di essere «qualcosa».

Il mondo nel quale entrerete è malato, ha bisogno di voi. Non condannate, servite. Il servizio, con lo stile della generosità, vi riempirà di gioia.

Il mondo spesso è impazzito: ha bisogno di voi. Il vostro equilibrio, la vostra incondizionata obbedienza alla Chiesa vi faranno maestri di saggezza. Anche questa è gioia esaltante, quando è dono fatto umilmente ai nostri fratelli, nelle più disparate circostanze.

Il mondo sta per fare delle nuove grandi e forse dolorose esperienze. Sono le circostanze in cui il sacerdozio diventa prezioso sul piano storico, come lo è sempre stato. Allenatevi per 1'aignoto». Con la grazia del Signore non lo temerete e sarete pronti ad affrontare tutti i compiti. È un tocco di avventura esaltante. Non sarà la gioia di una avventura umana; ma la gioia di essere strumenti di cose grandi nella perfetta disponibilità ed obbedienza a Dio nostro Signore!

Il sacerdozio, veramente vissuto e ardentemente preparato, ha sempre la sua inesauribile risorsa di gioia, che nessuno potrà togliervi. Avanti!



La gioia del seminario
Tutto quello che ho scritto porta ad un conclusione: poiché la sostanza del discorso è situata in seminario e conduce alla gioia di essere in seminario. Ve la auguro e vi incito ad averla. Ogni esperimento di questo mondo porta con sé, anche incolpevolmente, dei difetti; a questa legge non si sottrae il seminario. Voler cercare soprattutto i difetti è opera di un complesso deformante, che prego Dio non vi investa.

Questa gioia potete averla. Quando in futuro aveste a trovarvi isolati, imparerete la preziosità della comunità. Quando potreste essere attanagliati da responsabilità, avreste la nostalgia del tempo in cui, bastando obbedire a dei superiori e ad una regola, tutte le responsabilità si scaricavano naturalmente. Quando vi perseguitasse la aridità di ogni sentimento ed aveste a sentirvi come alberi d'autunno che perdono le foglie, intendereste che cosa sia quella serena, placida, innocente fraternità ed amicizia che avrete goduto in seminario. Quando la esperienza delle ignobilità, delle torture, delle deformazioni fosse per appesantirsi sopra di voi spingendovi al gemito desolato del pessimismo, allora sareste in grado di valutare che cosa sia stato per voi incontrare tra mura sempre severe, uomini, compagni, superiori, professori della cui statura morale avete goduto ammirando, ed ammirando con la infinita generosità della primavera. Quando risorgeranno alla memoria momenti felici, dolci esperimentazioni di vita liturgica, amabilità di trattenimenti, lepidezze innocenti, gioiosità di vittorie interiori, volti cari, affetti incoraggianti, allora sarà chiaro per voi il bene che avete avuto.

Quando troverete in voi stessi sedimenti antichi di sacra dottrina lucidamente certa, facilità di soluzioni nella direzione spirituale, soddisfazioni nel riconoscimento tributato da onesti superiori e non sarà spento il caldo di quella dolce famiglia di anime, allora avrete la nozione del seminario.

Quando foste in grado di ricordare che con la vostra pazienza generosa avete mantenuto con i compagni di studio anche fastidiosi una inalterata serenità sorridente; quando foste in grado di dire a voi stessi che non avete giudicato nessuno, non menomato la fama di nessuno raggiungendo un pieno controllo di voi; quando vi ritornasse alla mente quanto conforto avete dato a seminaristi pari vostri bisognosi di comprensione, sorreggendoli con la vostra limpida carità ed esercitando prima del sacerdozio le virtù necessarie al ministero, l'onda della gioia pacata e soddisfatta vi raggiungereb­be ad ogni ora della vita. E il seminario manterrebbe per voi i colori dell'alba.

Perché non avere ora una tale gioia? Perché permettere prevalga in questo momento della vostra primavera la nebbia portata dalle piccole noie quotidiane, dalle inevitabili differenze di gusti e di temperamenti, dagli insignificanti smacchi, sulla realtà di una vocazione divina, di una chiamata a cooperare con Dio, di una predestinazione alla salvezza altrui?

Un giorno il ricordo di questa casa paterna vi farà tenerezza; perché non permettere sia essa oggi la casa della gioia? Guardate oltre e vedrete giusto. Nella vita vi sarà utile vedere oltre!

Che la Santa Vergine vi conduca per mano, sempre!


[SM=g27998]

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