QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Lettere sulla Fede e la sua integrità di un sacerdote ad una Mamma

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 20:28
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
03/09/2009 20:22

LETTERE A UNA MADRE SULLA FEDE [SM=g27998]

Padre Emmanuel (Don Emmanuel Marie Andre)
Editrice Ichthys

Introduzione.

Nel nostro secolo s'è parlato molto di istruzione, anzi di istruzione pubblica, anzi di istruzione obbligatoria.

C'è però un punto essenziale sul quale, il piú delle volte, non s'è rivolta che un'attenzione superficiale. Non ci si è domandati prima di tutto chi si dovesse istruire.

La cosa aveva tuttavia la sua importanza. Giacché generalmen­te, se non universalmente, gl'individui che si debbono istruire sono individui battezzati.

Individui battezzati! Che vuol dire? Vuol dire che, dal momento che un bambino battezzato ha ricevuto da Dio col battesimo delle grazie che hanno potentemente modificato le condizioni della sua intelligenza, bisogna, di questo fatto, tener conto al massimo grado quando si vuol parlare a quest'intelligenza così modificata.

Ci spieghiamo, dicendo che, poiché Dio col battesimo ha versato nell'anima del bambino l'abitudine della fede, ne consegue infallibilmente che quest'anima ha un'inclinazione potentissima per le verità della fede, e un bisogno urgentissimo di riceverle per assimilarle, nutrirsene, e passare, nella fede, dall'abitudine all'atto.

Abbiamo detto un bisogno urgentissimo. Lo si può osservare facilmente. Quando una madre cristiana parla cristianamente del buon Dio al suo bambino, gli comunica le verità della fede, gl'inse­gna Gesú, infallibilmente sentirà il suo caro bambino dirle "Ancora, mamma!".

È un fatto, e un fatto incontestabile. Per questo diciamo che, nell'istruzione dei bambini, la prima cosa da fare è insegnar loro la fede, rispondere in tal modo al bisogno piú urgente della loro intelligenza; consegnar loro la verità, solo alimento di cui abbiano fame, solo alimento che sia a loro proporzionato, solo alimento che sia a loro necessario.

Questa dev'essere la regola invariabile dell'istruzione, sia nella famiglia, sia nelle scuole, per quanto grandi e superiori esse siano. Il cristiano è sempre il cristiano, il battezzato è sempre il battezzato; e sempre il figlio di Dio aspira a conoscere il proprio Padre che è nei Cieli.

Se prima di tutto darete al bambino l'alimento che egli reclama, vedrete la sua intelligenza, che pure è all'aurora, rallegrarsi d'una gioia meravigliosa, e poco dopo svilupparsi e sbocciare. Giacché, se l'uomo terrestre vive di pane, l'uomo intelligente e cristiano vive di verità.

Se, al contrario, curandovi poco dei bisogni diversi del bambi­no, non avete da dargli che fredde nomenclature, o definizioni grammaticali ch'egli comprenderà soltanto dieci anni piú innanzi, o forse non comprenderà mai, accadrà infallibilmente questo: inganna­ta nella sua attesa, frustrata nelle sue aspirazioni piú legittime e piú sante, l'intelligenza del bambino s'intorpidirà, s'intristirà; e, colpita da una sorta di tisi sui generis, costringerà i Signori Ispettori delle scuole elementari a constatare che il livello intellettuale diminuisce sempre piú.

È un fatto, purtroppo. Si può saper leggere e scrivere. Ma non si sa né pensare quel che si scrive, né giudicare quel che si legge. Vera carestía intellettuale.

Voi, madre cristiana, volete evitare simili sciagure ai vostri amati bambini. Impegnatevi. Vi aiuteremo.

Per cominciare, vi diremo che ci sono tre maniere o metodi d'insegnare la religione.

La prima sarebbe un metodo che va dalla vostra memoria alla memoria del vostro bambino; la seconda è quella che procederebbe dal vostro spirito al suo spirito; la terza infine quella che va diretta­mente dalla vostra fede alla sua fede.

Il primo metodo regna in parecchie scuole, e cosí il secondo; il terzo è oggi il quasi esclusivo privilegio e il grande onore delle madri cristiane.

Il metodo che chiamiamo della memoria è un metodo facile. Oggi si vuole che tutto sia facile; ma, senza far paragoni, è il metodo necessario per l'istruzione degli animali. Ci sono animali sapienti. Applicato al cristiano, questo metodo fa alla sua intelligenza un torto considerevole. Nel cristiano, l'intelligenza è il punto importante dell'anima, è la cittadella del presidio. Vi deve regnare la verità: al presente attraverso la fede; in cielo, attraverso la contemplazione di Dio. È dunque l'intelligenza del bambino che bisogna aver di mira. Se vi rivolgete soltanto alla sua memoria; se fate imparare al bambino il suo catechismo come gli fate imparare la sua grammatica; se gli fate recitare la sua storia sacra come la sua geografia; potrete aver soltanto constatato se la sua memoria ha conservato fedelmente quanto sta scritto nel suo libro. Avrete fatto il maggior torto alla sua intelligenza che, non ricevendo l'alimento e lo stimolo che le sono indispensabili, s'indebolirà necessariamente e morirà d'inedia.

Il secondo metodo è di molto superiore al precedente; almeno va dallo spirito allo spirito. Una persona che sa si rivolge al bambino per trasmettergli il sapere. Questo secondo metodo costringe al lavoro l'intelligenza del bambino, che si abitua al ragionamento e gli fa sentire la potenza d'una dimostrazione. È un metodo, tuttavía, che può comunque produrre soltanto dei dotti, e che non risponde a tutti i bisogni dell'anima d'un battezzato. Se, a forza di voler dare scienza al vostro allievo, dimenticate le aspirazioni della sua anima cristiana; se non lavorate a vivificare la fede del suo battesimo, i tesori di grazia deposti in quest'anima dal Battesimo, dalla Cresima, dall'Eucarestia, andranno esaurendosi e, un dato giorno, l'uomo che avrete istruíto avrà smesso di credere. Non si dice forse che molti uomini hanno perduto la fede studiando, persino studiando la teología? Se dunque questo secondo metodo può produrre dei dotti, è insufficiente dal momento che non produce dei credenti. Se il primo metodo fa torto all'intelligenza, il secondo fa torto alla fede.

Avete dunque bisogno, o madre cristiana, senza trascurare la memoria, senza trascurare nessuna delle risorse del vostro spirito e dello spirito del vostro bambino, avete bisogno d'un metodo piú potente, piú sicuro, piú adatto allo scopo che vi proponete. Sarà il metodo che va direttamente, abbiamo detto, dalla vostra fede alla fede del vostro bambino. La sua intelligenza di battezzato reclama qualcosa che tutti i libri del mondo non potrebbero dargli. La lettera uccide, dice San Paolo, nel suo linguaggio divinamente energico. A questa cara anima battezzata, bisogna far capire ciò che lo stesso San Paolo chiama verbum fidei, " la parola della fede": certamente un ebraismo, che però in italiano vuol dire la fede parlata. La fede parlata! Sí: ecco, o madri cristiane, il latte spirituale che il vostro bambino vi chiede. Dàteglielo; siate delle madri, e, credeteci, non delle nutrici. Il bambino reclama per prima cosa la parola, non il libro. Il libro verrà a suo tempo. Ma se voi, madri, credete, dite la vostra fede al vostro bambino; è battezzato per ascoltarvi, vi ascolterà, crederà per la grazia del suo battesimo, e la sua anima dirà: Ho il mio pane, io vivo.



I. Natura della fede.

Avete letto con grande attenzione un certo post-scriptum al nostro catechismo, e mi chiedete di scrivervi una lettera in risposta a una domanda che mi ponete: che cos'è dunque la fede?

La domanda è breve, la risposta sarà lunga. Vi scriverò sull'ar­gomento una lettera, due lettere, tre lettere, e forse piú.

Senza nessun indugio, entro in materia.

Voi, Signora, avete dei bambini; Dio ve li ha dati affettuosi e cari; ed è per questo che mi domandate: Che cos'è la fede? Vi risponderò, ed è proprio grazie a loro che troverò un mezzo facile per dirvi che cos'è la fede.

Pensate a questo, Signora: voi conoscete i vostri bambini, e sapete che sono i vostri bambini. La loro posizione nei vostri confronti non è esattamente la stessa. Giacché, se è vero che essi vi conoscono, bisogna ammettere che hanno dovuto credere che voi siete la loro madre. Dico che hanno dovuto crederlo, perché non ne hanno mai avuto la prova de visu. Voi gliel'avete detto, e la parola ch'essi hanno ascoltato da voi, l'hanno creduta: l'hanno ricevuta con una fiducia perfetta, si potrebbe dire cieca; perché, se un'altra invece di voi avesse loro resi i favori ch'essi vi devono, e avesse dato loro qualche testimonianza d'affetto, spinti da un impulso del tutto naturale, l'avrebbero chiamata mamma.

Da ciò vedete quanto sia naturale all'uomo il credere; perché ha bisogno di credere per prima cosa a suo padre e a sua madre; e mai su questo punto l'uomo può arrivare a una dimostrazione; deve credere; è l'ordine naturale, ed egli crede. A questo prezzo chiama suo padre suo padre, e sua madre sua madre.

Le prime conoscenze dell'uomo sono cosí conoscenze non dimostrate, ma accettate con piena e intera sicurezza sulla parola di padre e madre. Il bambino vivrà per molto tempo in questo stato, in perfetta certezza, sotto l'autorità degli autori dei suoi giorni. "È l'ordine naturale - dice Sant'Agostino - che l'autorità preceda la ragione". E altrove: "L'autorità chiama la fede e prepara l'uomo alla ragione"'. Quando, piú tardi, la ragione del bambino sarà formata, egli potrà affidarsi ad essa; ma prima di quel tempo, è indispensabile all'uomo credere; è un bene che gli è necessario, che Dio gli ha preparato nella sua paterna sollecitudine, e che l'uomo riceve senz'alcun disagio. Ascoltiamo ancora Sant'Agostino: "Altro è credere all'autorità - egli dice - altro è credere alla ragione; credere all'autorità è un grande vantaggio, e senza fatica alcuna"'.

Da ciò vedete, Signora, come il bambino sia sotto la tutela dei genitori. Egli crede ciò che i suoi genitori sanno, crede, senza dimostrazione, ciò di cui i suoi genitori hanno la dimostrazione e l'evidenza. È l'ordine naturale, dice Sant'Agostino, e, protetto da quest'ordine, il bambino si trova bene, ed effettivamente sta bene.

Potrei ora, Signora, dirvi che come il bambino è sotto la tutela dei genitori della terra, il cristiano è sotto la tutela del Padre suo che è nei cieli; credendo alla parola di Dio come crede alla parola di suo padre; avendo fede in Dio, come ha fede in suo padre; voi potreste allora capire súbito e senza fatica che cos'è la fede.

Arrivo, Signora, al fine che mi sono proposto. Voi parlate al vostro bambino: egli ascolta, crede; è la fede umana, che risponde all'autorità umana, naturale, che Dio vi ha dato sul vostro bambino.

E come il padre che è sulla terra ha autorità per insegnare a suo figlio e può esigere da lui la docilità, cioè la fede, Dio, il Padre degli spiriti, come dice San Paolo, ha del pari autorità per parlare alle anime, e per esigere da esse la fede.

Il padre sa tante cose che il bambino non sa, e che il bambino deve credere. Anche Dio sa molte cose che l'uomo non sa, e che deve credere sulla parola di Dio, quando Dio fa all'uomo l'onore di parlargli.

Vedete la somiglianza, che è perfetta. C'è tuttavía da notare una differenza considerevole, che coglierete senza fatica. Voi parlate al vostro bambino, egli vi crede, è naturale. Il bambino trova nella sua stessa natura tutto ciò che gli è necessario per credere; la fede che la vostra parola esige da lui non lo eleva piú in alto della sua natura. Ma quando Dio, il Padre degli spiriti, parla alla sua creatura, dal momen­to che il suo disegno è d'elevarla al di sopra di sé stessa, e di renderla compartecipe non piú d'una semplice verità naturale, ma d'una verità di natura divina, e di conseguenza superiore alla natura umana, in altri termini soprannaturale, l'uomo non trova piú nella sua natura una potenza sufficiente per ricevere un insegnamento che l'oltrepas­sa e lo supera di tutta la distanza che c'è fra Dio e l'uomo. Allora, se Dio vuol esser creduto sulla parola, è assolutamente necessario ch'egli elevi fino a sé, cioè soprannaturalmente, la facoltà naturale di credere che l'uomo possiede. E quando Dio fa questo bene all'uomo, noi diciamo che gli ha dato la grazia della fede. E voi capite ora perché proprio al principio del catechismo si dica che la fede è un dono di Dio.

Credo.



II. Come viene la fede.

L'abbiamo detto: la fede è un dono di Dio.

Esamineremo come ci venga questo dono cosí prezioso. Per cominciare osserviamo che questo dono, essendo soprannaturale, è sempre interamente gratúito. Noi non possiamo meritarlo, e nessun uomo lo può meritare per noi. Se viene a noi, è per i soli meriti di Nostro Signore, e solo per pura misericordia di Dio.

Ma come ci viene questo dono?

A noi, che siamo stati battezzati da bambini piccoli, il dono della fede ci viene in mezzo al magnifico corteo di grazie che si chiama battesimo. In quel momento Dio, adottandoci come suoi figli, versa nella nostra anima il dono della fede; dispone cioè interiormente le potenze dell'anima, la sua intelligenza e la sua volontà, com'è necessario affinché quest'anima produca facilmente, gioiosamente, l'atto di fede, quando, destata la ragione, lo spirito del bambino potrà ricevere la verità rivelata, nutrirsene, e rispondervi con l'atto di fede: Io credo in Dio, Padre, ecc.

In tal modo, l'anima del piccolo bimbo battezzato porta in sé il gusto per la verità rivelata, l'inclinazione verso questa verità, il bisogno di questa verità. È questa una disposizione, un'abitudine soprannaturale, di cui vi farete una giusta idea, Signora, paragonan­dola alla disposizione, all'inclinazione naturale che il bambino piccolo ha per la mammella di sua madre. Ne ha bisogno, la reclama: se la trova, sta bene, se gli viene rifiutata, per lui è la morte.

Il bambino battezzato ha egualmente, in virtú del suo battesimo, fame e sete dell'insegnamento cristiano; vuole il suo latte, quello di cui vi si parla nell'Introito della messa Quasi modo. Lí è la sua vita, perché il giusto vive di fede, dice la Scrittura. Con l'istruzione cristiana, il bambino battezzato esercita, ed esercitandola sviluppa, la fede che ha ricevuto nel battesimo; comincia a conoscere Dio suo Padre, la Chiesa sua madre, i santi del Paradiso che sono suoi padri e madri; esattamente come nell'ordine naturale il bambino che voi allattate sorride prima a sua madre, poi a suo padre, poi ai suoi fratelli, poi comincia a conoscere il mondo esterno, e diventa un uomo. Per una via analoga ma superiore, in quanto è soprannaturale, il bambino battezzato cresce come figlio di Dio e della sua Chiesa, e diventa un membro vivente di Gesú Cristo sulla terra, per essere piú tardi il coerede dei suoi beni del cielo.

In tal modo, come vedete, Signora, noi che siamo stati battezzati da bambini piccoli abbiamo ricevuto per prima cosa nel battesimo la disposizione a credere; poi, quando abbiamo avuto qualche principio di ragione, ci sono state fatte conoscere le verità della fede, e abbiamo cominciato a fare l'atto di fede. In questo modo abbiamo ricevuto al principio la fede abituale, e in séguito la fede attuale, cioè la fede che compie i suoi atti.

È seguendo questa divina economía che Dio ci ha dato la fede. E perché voi comprendiate meglio la natura di questo dono, vi dirò ch'esso viene per una via un po' differente negli adulti che vengono battezzati soltanto dopo aver acquisito l'uso di ragione.

Prestatemi attenzione, Signora; ne ricaverete, spero, qualche lume sul dono della fede.

Ecco dunque un missionario all'opera fra i Cinesi, o gl'Indiani d'America. Parla, e non viene ascoltato. Parla ancora, e non viene ascoltato. Ah! quelli che lo sentono parlare non sono battezzati, sono sordi. Non c'è stato un sacerdote che abbia detto loro, toccando loro le orecchie: Ephpheta! Apritevi!, come è stato detto a noi nel nostro battesimo. Tuttavía, l'uomo di Dio non si scoraggia: prega, chiede a Dio la grazia della fede per i suoi poveri infedeli, parla di nuovo. Due o tre povere anime sembrano ascoltare con attenzione; egli le scopre, va a loro, esse vengono a lui. Dio ha dato loro un buon movimento verso la fede. Ah, quant'è prezioso questo movimento! Se esse sono fedeli, è la loro salvezza; se lasciano cadere questa grazia di cui non sospettano il prezzo, è la loro perdita eterna. Ma esse ascoltano, prendono gusto all'istruzione che viene impartita loro a poco a poco, con attenzione incomparabile. Se si desse loro una luce troppo grande, si ritrarrebbero spaventate: il sacerdote misura i termini, adatta il nutrimento alla debolezza del suo malato; prega, e, con l'aiuto di Dio, l'infedele riceve qualche verità di fede; compie atti d'adesione a queste verità già conosciute; e man mano che compie questi atti cresce nella disposizione a credere. Infine, pronto a ricevere tutta la verità, chiede a Dio il dono della fede; il giorno del battesimo arriva, e Dio gli dà la grazia abituale della fede della quale aveva già compiuto qualche atto prima del suo battesimo.

Vedete cosí, Signora, che il dono della fede non entra senza fatica nell'anima d'un adulto. Oltre alla difficoltà creata dal peccato originale, ci sono ancora quelle che provengono dai peccati persona­li, dai pregiudizii della nazione, della famiglia, ecc. ecc. Ma nel piccolo bambino battezzato tutte queste difficoltà non possono esistere. Il bambino ha ricevuto la grazia dall'alto prima d'aver toccato questo basso mondo; e cosí non potremmo mai ringraziare Dio abbastanza per la grazia che ci ha fatto d'essere stati battezzati da piccoli.

Credo.



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:13. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com