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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Lettere sulla Fede e la sua integrità di un sacerdote ad una Mamma

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 20:28
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03/09/2009 20:23

III. Come la fede sia un dono di Dio.

La fede è un dono di Dio.

Oggi vorrei farvi comprendere ancor meglio la natura intima di questo dono prezioso.

Adamo l'aveva ricevuto da Dio, e ce l'avrebbe trasmesso se non avesse peccato; ma, avendo creduto a Eva, e attraverso Eva a Satana invece che a Dio, perse la fede che Dio gli aveva data; la perse, per sé e per noi. In tal modo, entrando in questo mondo, il figlio d'Adamo non ha piú la fede, e può ricuperarla soltanto a condizione che Dio gliela doni.

La Chiesa prega per chiedere a Dio la fede per gl'infedeli, e l'aumento della fede per i fedeli; di modo che l'inizio, l'aumento e la conservazione della fede nelle anime sono puramente e semplice­mente un dono di Dio che ci vien fatto per i meriti del nostro unico Signore e Salvatore Gesú Cristo.

Ma vi ho promesso, Signora, d'entrare oggi nella natura intima di questo dono; arrivo al punto.

La fede è un atto, in parte dell'intelligenza che crede, e in parte della volontà che vuole credere.

Alla domanda se la fede sia un dono di Dio dalla parte dell'in­telligenza che crede o dalla parte della volontà che vuole credere, bisognerà rispondere che c'è un dono di Dio nell'intelligenza e un dono di Dio nella volontà.

Per quanto riguarda l'intelligenza, infatti, si debbono osservare due cose. In primo luogo, le verità che si devono credere sono talmente elevate al di sopra dello spirito umano, che mai vi si potrebbe giungere naturalmente. In tal modo, l'adorabile mistero della Santissima Trinità, le profondità della saggezza di Dio nell'In­carnazione di Nostro Signore, la Redenzione e la salvezza degli uomini sarebbero dei tesori celati per sempre alle intelligenze umane senza il dono della fede.

In secondo luogo, oltre al ministero della Chiesa che insegna queste sublimi verità, c'è ancora bisogno, perché noi crediamo, d'una grazia interiore che illumini la nostra intelligenza e le faccia ricevere con docilità la parola della fede, la fede parlata, come abbiamo già detto. In effetti, a meno che fosse per cosí dire animato da una saggezza superiore, lo spirito umano si figurerebbe d'aver delle ragioni per ritenere la predicazione evangelica una stupidaggi­ne; è l'apostolo San Paolo che ce l'assicura, nei capitoli I e II della prima Lettera ai Corinzi.

Per quanto riguarda la volontà, la fede è anche qui un dono di Dio. La volontà umana, infatti, per sottomettersi umilmente e docil­mente e gioiosamente alla verità divina, e portar l'intelligenza a dare il proprio pieno e intero assenso a questa stessa verità, ha bisogno, questa volontà cosí debole, d'un soccorso divino che la strappi, per cosí dire, alla sua propria debolezza, e la metta d'accordo con la volontà di Dio.

Ritengo importante confermare queste gravi dottrine con le preghiere stesse della Chiesa. Scelgo a tal fine le preghiere del Venerdí Santo, che si cantano dopo la Passione.

Il sacerdote esclama: "Preghiamo, dilettissimi, per la santa Chiesa di Dio".

Poi prega: "Dio onnipotente ed eterno, che in Cristo hai rivelato a tutti i popoli la tua gloria, proteggi le opere della tua misericordia, affinché la tua Chiesa, diffusa in tutto il mondo, perseveri con ferma fede nella confessione del tuo nome. Per Gesú Cristo Nostro Signore".

Vi siete mai, Signora, unita di cuore a questa preghiera per chiedere a Dio che la Chiesa perseveri nella fede?

Andiamo avanti.

Il sacerdote esclama ancora: "Preghiamo anche per i nostri catecumeni, affinché il Signore Dio nostro apra le orecchie dei loro cuori e la porta della sua misericordia!". Li disponga cioè ad ascoltare, a voler credere, e dia loro quindi, attraverso la sua miseri­cordia, il dono della fede.

Poi prega. "Dio onnipotente ed eterno, che fecondi la tua Chiesa di sempre nuova prole, accresci la fede e l'intelletto ai nostri catecumeni, affinché, rigenerati nel fonte battesimale, síano aggre­gati ai tuoi figli d'adozione. Per Gesú Cristo Nostro Signore".

Il sacerdote esclama ancora: "Preghiamo anche per gli eretici e gli scismatici!".

Poi prega. "Dio onnipotente ed eterno, che tutti salvi e non vuoi che alcuno perisca, guarda le anime ingannate dalle astuzie del demonio, affinché, rinunciando a tutte le perversità dell'eresía, i loro cuori traviati si ravvedano e ritornino all'unità della tua verità. Per Gesú Cristo Nostro Signore".

Allo stesso modo prega per i perfidi Judaei

Che non vuol dire "i cattivi ebrei", ma "gli ebrei, che hanno rifiutato la fede". 15
e per gli sventurati pagani, e per tutti loro implora il dono della fede.

Entrate, vi supplico, Signora, nello spirito di queste preghiere, le piú sante, le piú antiche, le piú oranti che vi síano nella Chiesa; e allora, comprendendo meglio che mai come la fede sia un dono di Dio, direte bene il vostro

Credo.



IV. La fede può crescere o perdersi.

La fede può crescere; la fede può diminuire e perdersi.

La fede che consiste essenzialmente nell'adesione del nostro spirito alla verità rivelata cresce o diminuisce a seconda che que­st'adesione sia piú o meno ferma.

Ora, dal momento che l'anima umana è attiva per natura, è indispensabile che la sua fede o cresca o diminuisca.

La fede cresce, se l'anima avanza nella conoscenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, se penetra meglio le verità del simbolo; in una parola se progredisce nella via della verità.

Dal momento però che la fede richiede, con l'assenso dello spirito, il movimento pio della volontà che vuole credere, è evidente che la fede può e deve crescere anche attraverso una volontà che si sottometta sempre piú docilmente, sempre piú amorosamente, alla verità divina.

Due cose, in tal modo, aiuteranno singolarmente la fede nei suoi progressi: l'istruzione e la pietà. L'istruzione, il cristiano la troverà nella predicazione, nei catechismi, nelle sante letture; la pietà consi­sterà soprattutto nella fedeltà alle promesse del suo battesimo. A queste condizioni, il cristiano, aiutato dalla preghiera e dai sacramen­ti, crescerà nella fede.

Ogni fedele che voglia crescere nella fede deve vegliare con attenzione incessante contro tutto ciò che potrebbe indebolire la sua fede. Deve star bene in guardia a non lasciarsi vincere dalle massime del mondo; perché il mondo, in quanto mondo, non si occupa che delle cose sensibili; la fede, al contrario, ci mostra il valore inestima­bile delle cose invisibili. Il mondo non ha per sé che il presente; la fede, che tanto c'illumina sul passato e il presente, ci fa badare soprattutto all'avvenire. Il mondo è completamente teso a godere di ciò che ha; la fede c'insegna che il tempo presente è quello della privazione e della penitenza, e ci mostra Dio come il solo vero bene in cui possiamo riposare le nostre anime, e sperare le gioie vere.

Bisogna cosí vegliare per rimanere fedeli, cioè credenti. Ma chi cosí veglierà, vedrà infallibilmente crescere nella sua anima le luci cosí dolci, cosí serene, della verità eterna; e piú entrerà in questa luce, piú vi gusterà quanto il Signore sia dolce, quanto sia prezioso il dono inestimabile della fede.

Al contrario, ogni anima che non veglierà, che si lascerà cullare nelle parole insignificanti d'un mondo che non ha niente, che non sa niente, che non può niente, ogni anima che non veglierà, vedrà la sua fede diminuire e poi perdersi completamente.

Se avessimo occhi per vedere il lamentevole spettacolo delle anime che perdono la fede, non avremmo abbastanza lacrime per piangere una sventura cosí grande.

Alcuni perdono la fede dopo il battesimo: non hanno ricevuto l'istruzione cristiana indispensabile, e la loro anima non ha mai fatto l'atto di fede. Privata del suo atto, l'abitudine deposta nell'anima il giorno del battesimo è stata facilmente annientata. È estremamente raro che le anime che han perduto la fede in queste condizioni la possano mai ritrovare. Esse rimangono straniere e Dio e a Nostro Signore Gesú Cristo, e non vivono piú che d'una vita terrestre, triste preludio della morte eterna.

Altri perdono la fede poco dopo la prima comunione. Entrano in un mondo incredulo di cui non sospettavano l'esistenza, e s'imma­ginano d'essere stati ingenui a credere un poco. Se arriva, com'è assai facile, il peccato mortale, è anche facile perdere la fede e chiudere gli occhi alla pura luce che aveva reso cosí felice il giorno della prima comunione.

C'è chi perde la fede nelle scuole. Ci sono, come si sa, quelle piccole e quelle grandi. Le piccole e le grandi possono far perdere la fede ai battezzati, e lo fanno fin troppo spesso. Le piccole e le grandi non insegnando affatto il solo vero Dio, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; le piccole insegnando soprattutto la formazione del plurale e il sistema metrico; le grandi mettendo al di sopra di tutto il diploma di maturità o la laurea. Per tacere di quelle in cui s'insegna scientemente e volontariamente l'empietà, l'indifferentismo o addi­rittura l'ateismo.

V'è, infine, chi perde la fede negli affari. Troppo preoccupati del loro lavoro, interamente dèditi alle loro speculazioni, costoro dimenticano il battesimo, trascurano la loro anima, non vivono piú la fede, non vegliano piú a nutrire la loro fede; la perdono, forse persino senza pensarci.

O Dio, mio Dio, per grazia vostra ci avete dato la fede: per grazia vostra, conservateci la fede!

Credo.



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