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Satana nel mondo (Esorcismo di padre Giuseppe Tomaselli)

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2009 00:05
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03/09/2009 23:56

UN FATTO

Nel libro « Esercizio di Perfezione del Padre Rodriguez si legge:

In un paesetto c'era un indemoniato. Per quanto si fosse fatto, non si era riu­sciti a liberarlo.

In quei pressi c'era un convento di Frati; di uno di essi si parlava molto in bene. Si pensò di farlo esorcizzare da que­sto Frate.

Realmente l'esorcismo ebbe il buon effetto.

L'ex-indemoniato si mostrò grato al suo liberatore e ne lodava le virtù. Anche gli altri del convento si congratulavano con il Confratello Esorcista.

Tutto ciò fece montare in superbia il Frate.

Racconta il Padre Rodriguez: Il de­monio rientrò subito in quell'uomo; così Dio punì la superbia del Frate.

Apprezziamo dunque l'umiltà e guar­diamoci dalla superbia. I superbi hanno per padre Lucifero, principe della su­perbia.

Umiltà interna, facendo guerra allo amor proprio.

Umiltà esterna, nel parlare, nel porta­mento e nei rapporti col prossimo.

LAVORO DIABOLICO

Nel mondo, si lavora un po' da tutti, ma sempre per qualche fine, di cui il più ordinario è la ricerca del pane quotidiano. Anche i demoni lavorano e quanto!

Non abbisognano del pane quotidiano, non avendo corpo; non hanno speranza di conseguire alcun bene. Lavorano solo per il male, perchè, essendo confermati nel male, non possono volere altro che il male.

Nel loro terribile lavoro sono mossi dall'odio a Dio, che li ha cacciati dal Cielo, e dalla gelosia verso le creature umane, le quali, se vogliono, possono essere am­messe alla felicità eterna.

Vanno in giro per il mondo, a guisa di leoni ruggenti in cerca di preda. Nell'esorcismo chiesi a Satana:

- Quando tu vai in giro per il mon­do, cosa fai?

- Tento!­

I demoni, in qualità di puri spiriti, tentano agendo sullo spirito, cioè sull'ani­ma umana. La sede principale dell'anima è la mente, perchè ivi risiedono le sue nobili facoltà: l'intelligenza e la volontà. Ne consegue che il lavoro più impor­tante dei demoni si svolge nella mente umana.

Si chiarisce il concetto.

La bestemmia si pronunzia con la boc­ca, il delitto si commette con le mani, le disonestà si compiono con il corpo; ma ognuno di questi atti umani ha prin­cipio nel pensiero e parte sempre dalla mente.

Dunque, vengono dal demonio i pen­sieri di ribellione a Dio, di bestemmia, di superbia, d'impurità, di odio, ecc.

È necessario stare vigilanti per non lasciarsi sorprendere dalla tattica satanica. Quando ci si accorge che la mente è assalita dal nemico infernale, si chiuda subito la porta al demonio con un atto contrario di volontà, con una preghierina, oppure distraendosi.

APPARECCHIO RICOGNITORE

Durante il periodo bellico dell'ultima grande guerra ero a Messina, città ben fortificata e con il porto naturale.

Dalle fortezze circostanti, dai fortini e dai vari punti di osservazione si vigilava per non essere sorpresi dalle astuzie ne­miche. Malgrado questo, le sorprese non mancavano.

All'improvviso, attraversando le nubi, scendeva in picchiata un agile apparecchio. Erano attimi.

Si aveva un bel fare dalle contraeree; ma prima che i cannoni si fossero messi a tiro, l'apparecchio era ripartito, sparendo tra le nubi.

Si diceva in città: Prepariamoci all'in­cursione di questa notte! - E l'incur­sione avveniva. Qualche volta l'aereo lan­ciava foglietti, con la scritta: Arrivederci questa notte!

L'agile aereo, che di solito si azzar­dava a scendere nella prima metà del gior­no, era il cosidetto apparecchio ricogni­tore.

Nei brevi istanti di picchiata fotogra­fava la città, il porto con la flotta e tutti i dintorni. Le foto, ingrandite poi nella base nemica, davano l'idea esatta del luogo e poi durante la notte le bombe erano sganciate a colpo sicuro.

L'uomo per fare un bel colpo deve prima vedere, osservare bene e poi azzar­darsi ad agire.

Il demonio non ha bisogno di tutto ciò. Essendo spirito, può penetrare sen­z'altro nella mente umana e conoscerne subito il pensiero. Da intelligenza supe­riore per la sua natura angelica, conosce a fondo le tendenze della natura umana, i gusti di ognuno, l'ora propizia dell'assal­to; fallito un colpo, ne prepara un altro. Vede nel buio e nella solitudine; tende insidie a giovani ed a vecchi, ai semplici fedeli ed alle persone consacrate; penetra in modo invisibile, ma reale, negli abitati ed ovunque c'è un'anima da poter rovi­nare.

Diceva Lucifero: Lavoro nella mente umana ... Spingo al peccato.

I demoni possono tentare, ma l'anima resta sempre libera di acconsentire o no.

DISONESTA’

Intratteniamoci sopra una delle bat­tute principali del su esposto esorcismo. - Le anime che stanno nell'inferno, per quali peccati vi sono cadute?

- Tu lo sai.

- Lo so; è per la disonestà. - Satana assentì.

E' proprio la disonestà che popola l'in­ferno di dannati.

Dio comanda nel Decalogo la purezza delle azioni e dei pensieri; comanda e vuole essere ubbidito. Chi si ribella alla legge divina e muore impenitente, merita la condanna eterna, come l'ha meritata Lucifero ribellandosi a Dio.

Quante profanazioni del corpo uma­no, che è sacro! ...

Fra venti, quaranta o sessant'anni, co­sa ne sarà di tanti giovani dissoluti, delle fanciulle e delle giovani scapestrate e del­le donne scandalose, che seminano la di­sonestà a larghe mani? ...


E cosa dire dei pubblicisti cattivi?

Il mondo è cosparso di lacci diabolici; legioni di demoni vanno in giro adescando con facilità le anime.

Coloro che vivono nell'impurità e spe­cialmente coloro che la disseminano, se morranno improvvisamente oppure senza essersi riconciliati adeguatamente con Dio, finiranno nel pozzo infernale, ov'è il re­gno di Lucifero, aumentando il numero dei dannati.

Per vedere a quali estremi giunga og­gi la disonestà, si rifletta su quanto segue. Mi diceva un poliziotto:

Un tale fece domanda alla Questura per tenere una serata di danze. Per sorve­gliare fu mandato un brigadiere.

Al divertimento intervennero molti. Faceva triste impressione il constatare la presenza di numerose ragazze.

Si danzava senza tanto ritegno. Il bri­gadiere dovette fare dei richiami.

In un dato momento l'organizzatore delle danze disse al brigadiere: Ora lei deve permettere che si spengano le luci. Per un quarto d'ora dobbiamo restare al buio uomini e donne. -

Il brigadiere si oppose recisamente. Non occorre fare i commenti al fatto; chi è intelligente, comprende.

E poi ... ci si meraviglia dei castighi di Dio sul mondo!

ADULTERIO

Volendo che Lucifero dicesse qualche cosa utile alle anime, chiesi una specifi­cazione

- So che le anime per lo più si dan­nano per la disonestà. Ma in modo par­ticolare? -

E Satana a rispondere: Per adulte­rio. -

Un dottore, commentando questa ri­sposta, mi diceva: Gli adulterii che oggi si commettono nel mondo, sono senza nu­mero. Chi sa allora quanti si danneran­no! -

E’ verità dolorosa!

Dio ha creato la famiglia e per mezzo del Sacramento del Matrimonio benedice la convivenza dell'uomo con la donna. Il vincolo matrimoniale è indissolubile da­vanti a Dio.

La donna, stanca un giorno del carat­tere del marito, o per un grillo che le salta in capo, lascia il suo compagno della vita e va a convivere con un altro uomo. Il marito, rimasto senza sposa e forse con dei figlioletti a carico, cerca un'altra donna e così si sistema nella vita.

In tale caso sono adulteri tutti e due, la donna e l'uomo.

Dice Gesù Cristo, Legislatore e Giu­dice dell'umanità: Chi ripudia la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio con questa. E se la moglie, ripudiato il marito, sposa un altro, è adultera. - (S. Marco - X - 11).

Non occorre andare a cercare i casi di adulterio sui giornali; il cinema e la televisione li presentano senza scrupolo agli spettatori.

Purtroppo questi casi dolorosi potreb­bero verificarsi nella parentela, nel vici­nato ed anche in seno alla propria fa­miglia.

CONSEGUENZE TRISTI

Ero giunto in una città ed una signora mi disse: Oggi sono a sua disposizione la mia macchina e l'autista. -

Mentre si andava in giro per disbrigo di affari, l'autista mi aprì il suo cuore. - Reverendo, posso parlare libera­mente; mi confido con lei perché è Sa­cerdote. Sono in procinto di consumare un delitto. Pazienza se andrò a finire nel carcere!

- Caro signore, non pensi solo al carcere; pensi principalmente all'offesa di Dio e poi alla rovina dell'anima sua! Cosa le è capitato?

- Ho figli e figlie; hanno già con­tratto il matrimonio; non posso lamentar­mi tanto di loro. Mi lamento invece di mia moglie, che da anni tengo sotto controllo. Si è legata ad un uomo. Due volte ho dovuto lasciarla. Ci siamo rappacificati ed ancora continua. Se la vedrò presso quell'uomo, la sventrerò a coltellate! -

Calmai l'autista e gli suggerì: Cerchi lavoro fuori di questa città e, dato che sua moglie ha sempre la testa guasta, fug­ga l'occasione di fare un delitto. Per ca­rità, non faccia parlare i giornali! Intanto preghi e speriamo che la moglie metta giudizio. -

L'infelice uomo concluse: Sto alle sue parole. -

Le circostanze furono tali che con la macchina si passò vicino alla sua abita­zione.

- Quella bottega di generi alimen­tari è mia; là c'è mia moglie.

- Beh, permetta che entri nella sua bottega e dia la Benedizione.

- È libero di fare! -

Trovai la signora, vestita e truccata con arte. La scrutai per bene; aveva il volto mesto, lo sguardo irrequieto ed il parlare concitato. M'intrattenni un poco, diedi la Benedizione e dicevo fra me: Po­vera donna, oggi sei qui, in piedi, e do­mani potresti essere o all'ospedale o già cadavere! ... Sventurata! ... La tua vita è triste sulla terra e più triste forse sarà nell'inferno!

Guai agli adulteri, in questa vita e nell'altra!

FORTE CATENA

Quante famiglie piangono a motivo dell'adulterio! E quante madri vengono da me Sacerdote per chiedere preghiere per il marito, che ha lasciato casa e figli per vivere con altra donna!

Cosa dire poi delle artiste e degli ar­tisti, conosciuti già nel mondo della tele­visione, gente spesso scandalosa, rea di plurimi adulteri?! ...

Chi vive in adulterio, d'ordinario per tutta la vita resta legato dalla catena della disonestà.

Satana attende questi suoi figli con ansia nel luogo dei tormenti.

OMICIDIO

Si va all'inferno per l'omicidio, perchè questo è uno dei più gravi peccati, uno dei quattro che gridano vendetta al co­spetto di Dio.

Nell'esorcismo Lucifero ha fatto rile­vare che tra i dannati spicca il numero degli assassini.

Nelle carceri ci sono gli omicidi; ma sono in minima parte quelli colpiti dalla giustizia umana. La gran maggioranza sta in libertà.

Infatti, quanti omicidii si fanno con lenti avvelenamenti! E quanti bambini sono uccisi in seno alla famiglia per libe­rarsi del carico dei figli o per celare le conseguenze della colpa!

Non è molto, i giornali riportavano un fatto raccapricciante.

Mentre al mattino i netturbini racco­glievano la spazzatura in un angolo della via, udirono dei gemiti. Osservarono e videro tra le immondizie, avvolto in foglio di giornale, un neonato.

Sino a che punto può arrivarsi, quando si ha la coscienza nera!

Da statistiche risulta che giornalmente un numero rilevante di creaturine viene tolto alla vita prima ancora di vedere il sole.

Quanti, padri e madri, sono rei di più di un delitto del genere!

Gli omicidi vogliono prenotarsi il po­sto tra i dannati.

UN ASSASSINO

Nel novembre del 1967 partivo in macchina da Ancona; feci una visita alla Santa Casa di Loreto, poi una tappa a Recanati per vedere l'abitazione di Gia­como Leopardi e dopo mi spinsi sino a Macerata.

Qui cercai e trovai chi da tempo de­sideravo vedere: l'uccisore di Santa Maria Goretti, Alessandro Serenelli.

Era ed è tuttora nel convento dei Pa­dri Francescani; non è Frate, ma vive con loro.

Ci scambiammo un abbraccio ed un bacio. Parlammo a lungo.

Guardavo il Serenelli e pensavo: Ecco qui un assassino, che ha dato una Santa alla Chiesa di Dio! È grande la Provvidenza Divina, che dal male sa ricavare il bene!

A diciotto anni, spinto da malvagia passione, crivellò di coltellate il puro cor­po di Mariettina Goretti.

Il suo delitto indignò il mondo.

È vero che il Serenella è stato un assas­sino, però si è riabilitato con il vero penti­mento e la lunga penitenza.

Gli domandai:

- Lei che concetto aveva della Go­retti prima ancora di ucciderla?

- Era una santina. Il mio fu un mo­mento di pazzia. Sono tanto pentito del mio delitto. Scontai nelle varie Case Pe­nali; quattro anni mi furono tolti per amnistia e ventisei anni li trascorsi nella cella. Appena uscito dal carcere, andai a gettarmi ai piedi di Assunta, la madre di Mariettina, domandando perdono. Ebbi una dolce visione della Santa, che poi nar­rai a Roma ai Monsignori prima che la fanciulla fosse santificata.

- Signor Alessandro, non pensi più al passato. Ripari sempre il suo delitto, facendo opere buone e pregando. Le rac­comando la Comunione.

- Tutti i giorni mi comunico; e poi ... preghiere, Rosari, visite a Gesù Sacramentato. -

Serenelli è così pentito del suo omi­cidio, che vuol lasciare un documento ai posteri. Con i piccoli risparmi ha pensato di fare erigere un monumento di marmo « La statua del perdono », raffigurante la giovane Goretti in posizione eretta e lui in ginocchio, ai suoi piedi, implorante perdono.

Un solo delitto commise il Serenelli e per tutta la vita lo sta riparando.

E quelli che hanno le mani macchiate di sangue e non per uno ma forse per più delitti, togliendo la vita ai pargoli, quale pentimento ne hanno e quale penitenza ne fanno?

Per costoro: o dura penitenza e forte riparazione, oppure eterna dannazione!

ATEISMO

Nell'inferno si va anche per l'ateismo, cioè per la colpa di non credere in Dio. Taluni non credono in Dio per falsa convinzione, cioè, si appigliano a cavilli e si sforzano di convincersi che Dio non esiste.

Altri invece si dicono atei per spaval­deria, per avere, secondo loro, più credito in società. Vogliono staccarsi dalla classe dei bigotti (... come pensano loro! ...) e mostrarsi superiori alle piccinerie della Religione.

Altri ancora, che si dicono credenti, vivono come se Dio non esistesse; perciò non lo pensano e non lo pregano. Costoro sono atei pratici, mentre le altre due cate­gorie appartengono agli atei teorici e pra­tici.

Quando tutti costoro si presenteranno a Gesù Cristo per essere giudicati, sentiranno dirsi: Non vi conosco! Andate via da me! Voi in vita vi siete vergognati di me ed ora io mi vergogno di voi! -

Come i cattivi in vita stanno lontani da Dio, così nell'eternità ne staranno lon­tani per giusta ricompensa.

IL MISCREDENTE

Si ha un bel dire per fare spirito: Non credo né a Dio e né ai Santi! - Ci sono momenti nella vita in cui cessa la spavalderia.

Sopra una nave, che attraversava l'oce­ano, era avvenuto un dibattito tra alcuni credenti ed un miscredente; costui deri­deva la Religione e la preghiera.

Durante il tragitto cominciò la tem­pesta; ci fu l'ordine di alleggerire la nave, gettando a mare i pesi superflui.

La furia dei venti incalzava e la nave era sballottolata. Si era in pericolo di vita. A chi rivolgersi? ... Solo a Dio.

Chi invocava l'aiuto della Madonna, chi baciava un'immagine sacra, chi faceva promesse ai Santi ...

Il miscredente, anche lui tremante, si era inginocchiato in un cantuccio e di trat­to in tratto si segnava con la Croce.

Fu visto e ci fu chi disse: Guardate quell'uomo! ... Poco fa non credeva in Dio ed ora ci crede!

ATEI?...

I fenomeni sismici, cioè le scosse di terremoto, possono verificarsi in qualsiasi parte della superficie terrestre; però certe zone ne sono più soggette.

La Sicilia, terra vulcanica, durante l'anno risente qua e là delle scosse. La zona della Sicilia più rinomata per i ter­remoti è la città ove io dimoro, Messina, detta volgarmente « terra ballerina ». Quanti terremoti ho avvertito in tanti anni di residenza! In un solo giorno, al­cuni anni addietro, si ebbero una ventina di scosse e talune furono così forti da rompere gli apparecchi sismografi della Università.

Ma bisogna vedere ciò che avviene in quei momenti! Sono ore di grande trepi­dazione; da che si è in vita, si può restare cadaveri, schiacciati dalle macerie.

In quei momenti gli atei, i bestem­miatori, gl'immorali ... sono da vedersi! Chi fa il segno di Croce, chi chiama San­t'Antonio, chi prega San Giovanni Decol­lato, chi Santa Rita, chi bacia il Crocifisso, chi corre in Chiesa a pregare, temendo si ripeta il boato con la relativa scossa! ...

Insomma all'atto pratico si vede che i veri atei sono pochi.

ENRICO CAPPELLINA

Senza averlo richiesto mi pervenne un plico; conteneva un libro « Dall'ateismo alla Fede ».

L'autore è lo stesso convertito, Enrico Cappellina. Egli fa l'analisi delle varie tappe della sua conversione ed esorta chi non ha fede a riflettere sul proprio spirito, sui movimenti del cuore e su certe luci che penetrano nella mente per illuminarla e dirigerla a Dio.

Il Cappellina riconosce d'avere acqui­stata la Fede per le preghiere altrui; difat­ti dice nella Dedica del libro: « Alla mia fedele compagna che, senza ch'io lo sapes­si, tanto pregò per la mia conversione ». Dubbiosi o negatori della Fede, dopo la lettura di questo libro hanno sentito il bisogno di rivolgersi a Dio.

L'INFERNO

L'inferno c'è! ... Dio l'ha rivelato. Chi va all'inferno, non va in un regno di piacere, ma di dolore.


Giova il ricordare qui il Divin Poeta, Dante Alighieri. La sublime mente del Poeta nel viaggio ideato nell'oltre tomba descrive l'inferno in maniera umana. Ba­sandosi sul Domma Cattolico « L'inferno esiste », immagina e parla da uomo, asse­gnando ai dannati pene che fanno rab­brividire.

Tuttavia quanto dice Dante nella Divina Commedia è ben poca cosa di tutto ciò che realmente si soffre nell'inferno. Gesù Cristo dice che l'inferno è «il luogo dei tormenti». E’ un Dio, grave­mente offeso dalle sue creature, il quale punisce con giustizia infinita.

IL FUOCO

Il maggior tormento del dannato è il pensare: Ho perduto Dio ... Bene Asso­luto ... Felicità Eterna! ... L'ho perduto per sempre ... per colpa mia ... per pia­ceri di poco conto, che ormai sono sva­niti!

Il verme del rimorso non muore nel cuore del dannato, cioè, il tormento è eterno.

A questo tormento essenziale se ne aggiungono altri, in rapporto alle varie colpe. Chi più ha peccato, più ha da sof­frire.

Uno dei tormenti, di cui con frequen­za Gesù Cristo parla, è il fuoco. Ne parla nella parabola del Ricco Epulone; lo paragona al fuoco della Geenna, cioè a quel fuoco che di continuo ardeva nei pressi di Gerusalemme per consumare le carni de­gli animali morti ed altri rifiuti; lo ricorda nelle sue divine parole di Giudice Su­premo: Andate, maledetti, nel fuoco eter­no! ... (S. Matteo - XXV - 41).

E’ dunque verità rivelata da Dio che nell'inferno c'è il tormento del fuoco. Durante l'esorcismo Lucifero disse: Devo lasciare quest'uomo e ritornare nel pozzo eterno, ove Michele mi ha incatenato! ... Là aspetto voi! ... Vi aspetto con me nel fuoco! - Dette queste parole e fatta breve pausa, con accento accorato e con voce più alterata del solito, aggiunse: Ma ... fuoco fuoco! -

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