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04/09/2009 00:05 | |
SEMPLICE IMMAGINE
Quando le mie energie fisiche erano in efficienza, davo la scalata all'Etna, il più grande vulcano d'Europa. Più di una volta, quando le condizioni del vulcano erano propizie e sempre con cautela, mi azzardai a scendere dentro l'immenso cratere. C'era tanto da vedere, particolarmente al centro, ov'è il condotto lavico.
Una volta, ritornato sul cratere, non vidi più la base interna, già così ampia, proporzionata ai tre chilometri di circonferenza. Per le continue eruzioni interne si era formato un grande monte dentro il cratere, sino al livello dell'orlo dello stesso cratere.
Il fuoco lavico, a contatto con l'aria, si era raffreddato e poi pietrificato.
Oggi chi va sul cratere non vi vede più dentro il grande monte. Tutta quella mole è ripiombata nelle viscere della terra; ne era uscita fuoco e ritornò ad essere fuoco.
Terribile ed indescrivibile è questo vulcano quando è in grande attività. Al suo fuoco nessuna potenza umana può resistere. A vedersi si esclama spontaneamente: È proprio un inferno!
Ma cos'è il fuoco di un vulcano paragonato a quello dell'inferno? ... È semplice immaginare.
Interrogato Lucifero su questa differenza, rispose: Il fuoco della terra è materiale (cioè consuma solo il corpo); quello dell'inferno è fuoco di potenza divina (cioè atto a tormentare lo spirito senza consumarlo). In tal modo il tormento del fuoco si perpetua in eterno.
Uomini e donne, che vivete nelle mollezze della vita terrena, non dimenticate che vi aspetta il fuoco eterno!
LA MALEDIZIONE
La maledizione del padre cade sui figli.
Si riscontrano, qua e là nel mondo, degli esseri infelici; non possono trovare pace, non riescono nelle imprese ed ovunque si mettono si trovano male.
Se s'interroga qualcuno di questi miseri, la risposta potrebbe essere: Mio padre mi ha maledetto!
La maledizione del padre, quando è gravemente provocata, cade sui figli, rendendoli infelici.
Se tali tristi effetti produce la maledizione di un uomo, sebbene padre, sopra un altro uomo, cosa non produrrà la maledizione di un Dio sdegnato sopra un'anima, creata per amarlo e che invece l'ha rinnegato, o bestemmiato o vilipeso calpestando la sua legge? ... La maledizione di Dio peserà eternamente sui dannati.
Quando per bocca dell'ossesso Satana si manifestò per quello che era, esclamai: - Che Dio ti maledica, o Satana! - Ed egli, con accento particolare, rispose: Ma io sono già maledetto! -
Quando gli proposi cosa sarebbe stato disposto a fare per annullare la sua maledizione, esclamò: Ipotesi inutile! La mia maledizione (o condanna) è eterna! -
« Lasciate ogni speranza, o voi che entrate! » - così scrive Dante nella Cantica dell'inferno.
PENSIERO OPPRIMENTE
Visitavo un tempo le Case Penali e m'intrattenevo a colloquio con i detenuti. Quasi sempre domandavo: I suoi anni di condanna? - Quindici; però il più è fatto; me ne restano cinque.
Ad un altro: E lei? - Condannato per ventiquattro anni. -
Ad un terzo: E lei? - Devo farne trent'anni; però ho usufruito di due anni di amnistia. -
Un detenuto, dagli occhi commossi, mi disse: Il più sventurato sono io! ... Non posso contare gli anni. Sono un ergastolano, un condannato a vita! ...
Se il pensiero di restare in carcere per tutta la vita schiaccia un uomo, come dovrà opprimere il dannato questo pensiero: Starò in questo luogo dei tormenti per sempre, per tutta l'eternità, sempre maledetto dal mio Creatore! ...
AL CONFESSIONALE
Ci sono ancora due frasi di Satana da commentare.
- Che lavoro compi con quelli che si confessano?
- Dopo averli spinti al peccato, li accompagno sino al confessionale; li tento affinché dicano bugie al Confessore. -
Se taluno cade in peccato mortale, diviene subito preda di Satana.
Come il pescatore, captato un grosso pesce nella rete, fa ogni sforzo per non lasciarselo sfuggire, così fa Satana con l'anima peccatrice. Non essendogli permesso violentare la sua volontà, lavora con arte finissima per rovinarla in eterno. Le dice nella mente:
- Hai peccato! Ma cosa ti è capitato di male? ... Nulla! ... Sei in vita e puoi godere ... Ti preoccupi di Dio?... Ma tu credi che Egli esista? ... Se fosse vero, ti avrebbe già punita ... Non allarmarti! ... Distraiti godendo! -
Infatti l'anima peccatrice cerca distrazioni per non sentire il pungolo del rimorso.
Intanto le cadute si ripetono e così passano i mesi e forse gli anni. Povera anima!
Ma sarà qualche opera buona compiuta, o da lei o da altri per lei; sarà un atto della Divina Misericordia, conseguenza di qualche predica o pia lettura; sarà una forte scossa per scampato pericolo; sarà quello che sarà ... l'anima peccatrice si risolve e dice come il Figliuol Prodigo: Mi alzerò ed andrò dal padre mio! 'Gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di Te! -
Appena l'anima è disposta a presentarsi al Sacerdote per avere la Sacramentale Assoluzione, ecco Satana, pronto a riprendere il suo lavoro: L'accompagnerò sino al confessionale e la tenterò aflìnchè dica bugie al Confessore! -
Dio, Padre di misericordia, è pronto a perdonare qualunque peccato, purchè ci sia il pentimento delle colpe e la sincerità dell'accusa.
All'anima peccatrice, inginocchiata ai piedi del Ministro di Dio, Satana suggerisce nella mente: Confessa pure i tuoi peccati, ma non confessare quello! Che vergogna per te se manifestassi tutto!... E poi, diminuisci il numero delle colpe! ...
Non dire la grave circostanza di quel peccataccio!... Il Prete perderebbe la tua stima!...
Dice San Giovanni Bosco, apostolo del confessionale, che il demonio lavora assai in coloro che si confessano e quindi occorre attenzione alle insidie sataniche. Lucifero ha anche affermato: Però i buoni non mi danno ascolto. -
L'ULTIMA BATTAGLIA
Mesi or sono, il 16 dicembre 1967, andai a far visita ad una signora per presentarle i miei auguri. Quel giorno ella compiva cento anni.
La signora non teneva il letto. L'osservai attentamente. Teneva gli occhiali, l'udito era buono, parlava con serenità; il suo aspetto era di persona sana, dal volto colorito e con poche rughe.
Quel giorno doveva andare a pranzo fuori di casa, invitata dai figli, per essere rallegrata dalla corona dei nipoti e pronipoti.
- Signora, le dissi, auguri per il secondo secolo! Oggi comincia a contare il primo anno. Mi compiaccio di vederla in buone condizioni! -
Mi rispose: Ringrazio Dio della vita che mi dà! Dio mi ha dato nove figli; otto sono in vita; sono tutti buoni. Mi ha dato anche il marito buono. Ho passato i miei anni nella pace. -
Una donna che comincia il secondo secolo! ... Potrà vivere ancora e non sappiamo per quanti anni, ma l'ora della morte suonerà anche per lei.
Quando giunge l'ultima ora, o son passati venti, o cinquanta o cento anni, poco importa; la vita pare sempre breve, quando la si guarda alla fine.
Ciò che importa è l'ultima ora, dalla quale dipende l'eternità.
Quando due generali sono in guerra diuturna e non si sa chi ne uscirà vincitore, si suole dire: Sarà vincitore chi vincerà l'ultima battaglia.
Nel mondo ci sono due regni: quello di Dio e quello di Satana.
Gesù Cristo lavora in ogni anima ed anche Lucifero lavora.
Quando si sta per chiudere la vita terrena, l'opera diabolica entra in azione e talvolta in modo formidabile.
Diceva Lucifero nell'esorcismo: Ai moribondi, sino all'ultimo dò l'assalto, nella speranza di vincere. -
La Santa Chiesa, sapendo ciò, prescrive che il Sacerdote che assiste i moribondi asperga con l'Acqua benedetta la casa, il letto ed il sofferente e preghi molto. Si narra che un'anima, ammessa alle confidenze di Gesù, pensando alla sua ultima ora, chiese: Signore, temo che il demonio sul letto di morte abbia ad assalirmi fortemente. - Gesù le rispose: Non temere! In quell'ora vicino a te ci sarò io e ci sarà anche la Madre mia.-
Com'è sapiente e provvidenziale la seconda parte dell'Ave Maria, ove si dice: Prega per noi ... nell'ora della nostra morte!
Questa invocazione si dica con devozione particolare per noi, per le persone care e per i moribondi di ogni giorno, i quali a centinaia di migliaia quotidianamente passano all'eternità.
IL PARADISO
Quando si parla di guerra, si fa cenno anche della pace, come dopo essersi parlato di castighi, si parla anche dei premi.
Fin qui si è parlato dell'inferno; conviene ora fare un codicillo sul Paradiso, riflettendo su questa dolce verità rivelata da Dio.
Dio è infinito ed è grande in tutte le sue opere.
Grande è il castigo riservato agli operatori d'iniquità e grande, anzi grandissimo, il premio riservato a chi opera il bene.
Tutti i piaceri terreni, tutto ciò che di grande, di bello e di prezioso possa trovarsi sulla terra, il tutto messo assieme è piccolissima cosa davanti ai gaudi eterni, meno ancora di una goccia d'acqua davanti alle acque di tutti gli oceani. I gaudi eterni sono di ordine soprannaturale e quindi non paragonabili a quelli naturali. Lucifero è disperato perchè ha perduto per sempre questi gaudi e vuole che li perdano anche gli altri.
Furono sapienti i Martiri ed i Santi e sono sapienti coloro che vivono in grazia di Dio, imponendosi i dovuti sacrifici, pur di conseguire la felicità eterna.
COOPERAZIONE
Dio, Giustizia e Bontà infinita, non lascia senza ricompensa neppure il minimo atto buono, come sarebbe il dare un bicchiere di acqua ad un assetato.
Grande ricompensa è anche riservata a chi coopera alla salvezza eterna fosse pure di un'anima sola.
Ero entrato in un tabacchino per acquisto di francobolli. La padrona aveva avuta una fortuna e me ne diede notizia.
Tra gli avventori aveva collocato un blocchetto di biglietti per una Lotteria Nazionale. All'estrazione venne fuori uno di questi biglietti. Per disposizione particolare alla diffonditrice fu dato un milione.
Minima era stata la cooperazione alla ricchezza di chi aveva vinto alla lotteria; ma sebbene minima, fu ricompensata.
Chi coopera alla salvezza eterna di altre anime, acquista tesori per il Paradiso. Il guadagno non è il milione caduco che l'uomo dà ad altro uomo, ma un aumento stragrande di felicità eterna.
CONCLUSIONE
FRUTTI
Il primo frutto sia questa conclusione individuale: Vivere sempre in grazia di Dio.
Attenzione alle lotte che il demonio giornalmente ingaggia contro di noi. Avere maggiore interesse dell'anima nostra, perchè l'affare principale di questa vita è la nostra salvezza eterna.
Più preghiera e maggiore frequenza ai Sacramenti.
Apprezzare la pratica della meditazione quotidiana ed amare le sacre letture. Non lasciarsi trascinare dall'attrattiva delle cose di questo mondo, le quali sono passeggere.
Sapere andare contro la corrente moderna, la quale porta all'indifferenza religiosa.
Essere grati a Dio, che ci ha data la Fede; lavorare ogni giorno per renderla operosa.
L'anima giusta vive di Fede.
Il secondo frutto dello scritto sia: Lavorare per salvare le anime, impedendo che vadano all'inferno.
È dovere di ogni battezzato il cooperare alla salvezza dei traviati. Oggi più che mai questo dovere è impellente, perché le anime corrono alla rovina con incoscienza terrificante.
I Santi, al pensiero della eterna dannazione dei peccatori, moltiplicavano le loro fatiche per salvarne più che fosse possibile.
Tra i Santi è da ricordare Don Bosco, giustamente denominato « pescatore di anime ». Quanto disse e fece per l'altrui salvezza eterna!
Pensava sempre alle anime, anche nei suoi misteriosi « sogni ». Conosciutane una bisognosa, non se la faceva scappare.
Un giorno d'inverno era caduta la neve e Don Bosco era per via. Un operaio, passandogli vicino, scivolò e stava per battere a terra.
Il Santo lo sostenne. L'operaio, riconoscente, disse: Se non fosse stato per lei, sarei caduto a terra! -
Don Bosco colse l'occasione per dirgli una buona parola: Oh, potessi aiutarla perché non abbia a cadere nell'inferno! -
L'operaio riflettè e rispose: Ho proprio bisogno del Sacerdote! E’ tanto che sto lontano da Dio! Verrò presto a trovarla per confessarmi. -
Don Bosco dopo qualche tempo ricevette la visita dell'operaio e così potè metterlo in carreggiata.
INTERESSAMENTO
Da Carmagnola ritornavo in macchina a Torino. Passai vicino alla « FIAT ». Quante macchine nuove, luccicanti sotto i raggi del sole, stavano sotto il mio sguardo!
Mi balenò in mente un pensiero: Le auto per ora sono qui; fra non molto saranno in circolazione. Quanti forse incontreranno la morte per mezzo di queste macchine! -
Il mio pensiero trova la ripercussione nei fatti. Ogni giorno avvengono infortunii automobilistici, con morti e feriti.
Pochi giorni addietro, da che stendo questa pagina, un uomo era in macchina da solo; ebbe un momento di smarrimento mentale, dovuto alla pressione del sangue, e andò a battere contro un muro. Rimase fuori di se e sanguinante sulla macchina frantumata.
Da lì a poco passò un'altra macchina con due viaggiatori, i quali portarono il ferito al prossimo ospedale.
Due giorni. dopo, trovandomi io in quell'ospedale per impegni sacerdotali, visitai l'infortunato. L'infelice faceva pena; era proprio ridotto in tristi condizioni. Si faceva di tutto per salvarlo.
La faccia era ricoperta di leucoplasto; teneva la boccheruola per l'ossigeno; alla vena di un braccio era applicato il tubetto della fleboclisi per l'alimentazione indiretta.
Forse si sarà riusciti a salvare una vita. Se, avvenuto l'infortunio, quell'uomo fosse rimasto solo lungo la via, si sarebbe dissanguato e sarebbe morto presto. Invece con le dovute cure, con i rimedi moderni della terapia e con un po' di tempo, un uomo già all'orlo della tomba, può riprendere le sue attività.
Per gli estremamente bisognosi è indispensabile l'interessamento altrui; senza di ciò ne consegue la morte.
Portando il caso nel campo spirituale, quelli che vivono in peccato mortale sono in peggiore condizione degli infortunati corporali; sono votati alla morte eterna, cioè all'inferno.
Hanno bisogno di ossigeno e di alimentazione spirituale. Occorrono anime pietose che supplichino la Divina Misericordia.
Se per un corpo bisognoso si fa cento, per un'anima peccatrice deve farsi mille. Nella Sacra Scrittura e precisamente nel Libro Quarto dei Re si legge:
Ad una donna Sunamite era morto l'unico figlio. Avendo molta fiducia nel Profeta Eliseo, andò a trovarlo al monte Carmelo e lo supplicò di andare a casa sua. Il Profeta l'accontentò.
Il morto era un fanciullo e stava ancora sul letto. Eliseo si distese sopra di lui, gli pose sulla bocca la sua bocca, sugli occhi i suoi occhi, sulle mani le sue mani; stette curvo sopra il morto.
La carne del fanciullo divenne calda e si aprì la bocca e pure gli occhi. Il morto ritornò in vita.
Il Profeta disse alla madre: Prendi il tuo figlio! -
La donna si gettò ai piedi dell'uomo di Dio, commossa e riconoscente.
Un Profeta, un uomo di Dio, con la preghiera potè far tornare la vita ad un morto.
Dio, onnipotente e misericordioso, pregato con fede e perseveranza dai buoni, può ridare la vita della grazia ai traviati per liberarli dalla dannazione eterna.
Dice Gesù: Io sono la risurrezione e la vità!
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