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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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La Parrocchia: è possibile aiutarla? (amare la Parrocchia lettera di un Parroco)

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2009 16:34
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Sesso: Femminile
07/09/2009 16:34

Un dono mariano


Miei carissimi figlioli, ho terminato.

Grazie per avere accolto e letto, con umiltà, questa Lettera Pastorale, senza aver badato all'ignoranza e all'indegnità di colui che l'ha scritta.

Vi prego di non buttarla via e di non smarrirla, per­ché in essa sono state scritte, con l'aiuto dello Spirito Santo e della Madonna, cose molte importanti per noi e la nostra parrocchia.

Consideratela come un «dono mariano», in quest'an­no Mariano. 1987-88

Fatela leggere ai sacerdoti e ai laici che incontrerete. Rileggetela con attenzione. E vogliate recitare una «AVE MARIA» affinché porti moltissimo frutto. Potrete ricordare gli argomenti trattati, pensando ad una... formula algebrica, praticata dal Santo Curato d'Ars per la conversione della sua parrocchia: S + 3 P + L + C, cioè: Santità, più preghiera, penitenza, predi­cazione, più lavoro e confessione.



Con Maria verso il 2000

Non dimentichiamo di fare un serio esame di coscien­za che abbia per oggetto la salvezza della nostra par­rocchia. Tanti, infatti, pur accettando la terapia (cioè la cura adatta a salvare la parrocchia), purtroppo non la useranno, perché molto impegnativa. E la parroc­chia continuerà a vivacchiare, ad agonizzare ed a per­dersi. E noi con essa!!!...

Tutti siamo responsabili dei nostri fratelli (cfr. Gen. 4,9). Beati noi se, alla fine della nostra vita, potremo presentarci a Cristo, «nostro prezzo e nostro premio», accompagnati da moltissime anime da noi salvate! Avanti sempre! Senza scoraggiamento, senza noia e senza disperazione! Anche se non vedremo i risultati del nostro lavoro. «Uno semina e uno miete» (Giov. 4,37).

«Dobbiamo convincerci, Sacerdoti e laici, che noi non siamo i padroni della pastorale, ma solo gli amministra­tori. Ed allora, perché scoraggiarci quando abbiamo fatto il nostro dovere? Questa è superbia! È Gesù, per mezzo di MARIA, che salva! ». «Noi siamo servi inu­tili! » (Lc. 17,10) (Mons. De Giorgi).

Con Maria, verso il 2000, per una parrocchia migliore e per un mondo migliore!

S. Giuseppe, Patrono della Chiesa universale, preghi per, noi, per la nostra parrocchia e per tutta la Santa Madre Chiesa!

S. Michele Arcangelo, principe della milizia celeste, scacci Satana e gli altri spiriti maligni da noi, dalla nostra Parrocchia e dal mondo intero!

-vi benedico con grande affetto.

Vostro Padre Abate



Castellana Sicula, lì 27/3/1988 (anno Mariano)


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CENNI DI STORIA DELLA RIVELAZIONE DIVINA

Creazione del mondo e dell'uomo

l. Al principio Dio era solo. Niente esisteva fuori di Lui. Infinitamente perfetto e felice in se stesso, Egli non aveva bisogno d'alcuno; per pura bontà volle creare, cioè fare dal nulla. Volle, e furono il cielo e la terra, le cose tutte visibili ed invisibili.

2. Con ordine meraviglioso le creature furono prodotte una dopo l'altra: luce, firmamento, astri, terra e mare, vegetali e animali: e ultimo, quasi corona della crea­zione, l'uomo. Fu fatto ad immagine e somiglianza di Dio, perchè nel corpo formato di terra, il Creatore infuse lo spirito immortale, e l'innalzò con la grazia allo stato soprannaturale perchè potesse goder Dio stesso nell'eternità.

3. Al primo uomo, che chiamò Adamo, Dio diede per compagna, traendola dal fianco di lui, Eva, la prima donna. Da essi è venuta l'intera famiglia umana.



Caduta dell'uomo e promessa dei Salvatore

4. L'uomo era stato fatto re della natura e messo in un delizioso giardino, il paradiso terrestre. Poteva go­der di tutto, ma perchè riconoscesse il pieno dominio del Creatore, Dio gli aveva proibito di gustare il frutto dell'albero detto della scienza del bene e del male. Il bene era l'ubbidienza e la grazia di Dio, il male la disubbidienza e la perdita dei doni, dei quali Dio l'aveva arricchito.

5. L'uomo si ribellò, Eva credette al serpente-demonio, anzichè a Dio, e Adamo fu compiacente ad Eva. Di­sobbedirono. Per la loro colpa essi e i loro discen­denti furono spogliati della grazia e della felicità eterna in Dio, e degli altri doni che perfezionavano la natura umana. Stoltamente, si resero servi del de­monio, delle passioni, delle miserie, della morte. Ci esposero tutti alla perdizione eterna.

6. Dio però, condannandoli dalle delizie del paradiso terrestre al lavoro, al dolore e alla morte corporale, non tolse loro la speranza della salvezza dell'anima. Predisse che avrebbe distrutto la potenza del demo­nio per mezzo del Messia o Cristo, che sarebbe ve­nuto nella pienezza dei tempi. In questa fede l'uomo rivivrebbe, osservando la legge morale scolpitagli nel cuore.



Corruzione e diluvio - II popolo eletto

7. A cominciare da Caino che per invidia uccise suo fratello Abele, si moltiplicarono i peccati coi molti­plicarsi del genere umano che tutto si pervertì. Dio mandò il diluvio sulla terra, e tutti perirono nel ca­stigo, eccetto il giusto Noè e la sua famiglia. Dio li salvò in un'Arca o grande nave, fattagli apposita­mente costruire. Noè, scampato, offrì a Dio un sa­crificio in ringraziamento.

8. Anche le varie nazioni, venute da Sem, Cam e Jafet, figli di Noè, si corruppero. Col tempo dimenti­carono l'unico vero Dio, e invece di Lui, con peccato gravissimo, adorarono false divinità e creature. Per­ciò Dio scelse, tra i pochissimi della stirpe di Sem rimasti fedeli, Abramo Caldeo. Lo chiamò fuori della sua patria e gli promise che, se egli e i suoi posteri si conservassero credenti e religiosi, sarebbe stato il loro Dio, li avrebbe moltiplicati immensamente e fatti padroni della terra di Canaan o Palestina. Nella loro posterità sarebbero benedette tutte le genti. La medesima promessa la rinnovò Dio ad Isacco, figlio di Abramo, e a Giacobbe detto anche Israele, secondo­genito di Isacco.

9. Così la progenie di Abramo e d'Israele, cioè gli Ebrei, divennero il popolo eletto da Dio perché custo­disse la fede e la religione vera, e tramandasse la promessa del Salvatore.



Schiavitù d'Egitto - Liberazione per mezzo di Mosè

10. Giacobbe morì in Egitto. In tempo d'una gran ca­restia era andato con i suoi presso il prediletto figlio Giuseppe, che i fratelli invidiosi avevano venduto schiavo e che il Faraone, o Re, aveva innalzato alla più alta dignità del regno per il suo spirito profetico la sua fedeltà e previdenza. In Egitto gli ebrei crebbero di numero e prosperarono grandemente, tanto che, dopo secoli, Faraone crudele, ingelosito della loro po­tenza, tentò sterminarli. Li sottopose a durissima schia­vitù e comandando di gettare i loro nati maschi nelle acque del Nilo.

11. Ma Dio intervenne per il popolo suo. Mosè il fu­turo liberatore, venne salvato dalle acque e allevato dalla figlia stessa del Faraone; Dio per mezzo di lui intimò al Faraone di lasciar partire il popolo ebreo. Avendo il re ricusato, percossero successivamente il regno dieci flagelli detti piaghe d'Egitto. L'ultima fu lo sterminio di tutti i primogeniti egiziani. Fu compiuto in una notte dall'Angelo, che risparmiò le sole case degli Ebrei, segnate, secondo l'ordine di Dio, col sangue dell'agnello immolato.

12. Il re si piegò. Mosè partì subito col popolo e at­traversò il Mar Rosso, che mirabilmente si divise avanti agli Ebrei per lasciarli passare. Vollero entrar­vi anche gli Egiziani, che pentiti d'aver concesso agli ebrei la partenza, si erano messi ad inseguirli; ma le acque si riunirono e tutti furono sommersi.

Il grande passaggio, o Pasqua era compiuto, e la me­moria della prodigiosa liberazione sarà poi celebrata ogni anno dagli Ebrei con la festa più solenne. Per la Pasqua di Cristo, l'umanità intera verrà per Lui li­berata dalla schiavitù, infinitamente più funesta, del peccato.



Gli Ebrei nel deserto - La Legge - Glosuè - La terra promessa

13. Agli Ebrei condotti nel deserto, Dio, con grande maestà, fra lampi e tuoni, diede, per mezzo di Mosè, sul monte Sinai, la legge morale dei Decalogo o dei dieci comandamenti, incisi su due tavole di pietra. Diede poi altre leggi rituali e sociali con cui il popolo doveva governarsi fino alla venuta del Messia, se vo­leva conseguire le divine promesse, essere vittorioso e felice.

14. Fu questo il Vecchio Testamento o patto di Dio, col popolo eletto. Questa era la Legge, ossia la legge antica, mosaica, tutta rivolta, nella sua minuziosa gra­vezza, a mantener viva la fede e il culto dell'unico vero Dio, misconosciuto da per tutto, e a preparare il Nuovo Testamento, ossia la Nuova Legge di Cristo, in­finitamente superiore.

15. Gli Ebrei, sebbene favoriti da un tal petto da Dio e da Lui prodigiosamente sostentati nel deserto per tanti anni con la manna cadente quale rugiada e con acque cavate dalla roccia dalla verga di Mosè, si ritar­darono per le proprie colpe l'entrata nella terra pro­messa. Mosè morì sui confini di essa lasciando per successore Giosuè. Egli finalmente, dopo quaranta anni di peregrinazioni, conquistò la Palestina e la di­vise tra le dodici tribù, discendenti da dodici figli di Giacobbe.



I Giudici - I Re - David - Salomone – Il Tempio - Regno di Giuda
16. Dopo Giosuè, ressero il popolo i Giudici, susci­tati da Dio quando sorgeva qualche più grave neces­sità; quindi i Re, il primo dei quali, Saulle, fu poi riget­tato da Dio e sostituito col valoroso e fedele David della tribù di Giuda. Nella sua famiglia resterà eredi­tario il regno e nascerà il Messia, che avrà regno senza fine.

17. Salomone, figlio di David, sapientissimo e felicis­simo, edifica in Gerusalemme un magnifico tempio al Signore. Da vecchio cade nella lussuria e nell'idola­tria. Per questo delitto e per la stolta durezza del figlio e successore, Roboamo, furono tolte alla casa di David dieci tribù, che costituirono sotto Geroboamo, capo della ribellione, il regno d'Israele. Tale regno presto caduto nell'idolatria, riprovato da Dio fu distrutto per sempre dagli Assiri.

18. Anche le tribù di Giuda e di Beniamino, discen­denti di David, ossia il regno di Giuda, prevaricarono spesso, nonostante i rimproveri dei Profeti, special­mente sotto alcuni re empi, come Acaz e Manasse. Sopravvenne Nabucodonosor, re di Babilonia, che assediò e distrusse Gerusalemme col tempo e menò schiavi re e popolo.



Cattività di Babilonia - Il ritorno - Il nuovo tempio - I profeti -

Le profezie avverate

19. Nelle angustie della cattività di Babilonia, alle pa­role ammonitrici e consolanti dei Profeti, il popolo si emendò e ravvivò la sua fede in Dio e nella risurre­zione d'Israele per mezzo del Messia.

20. Quando, dopo settant'anni, Ciro, re dei Persiani, si impadronì di Babilonia, concesse, secondo la predi­zione d'Isaia, il ritorno in patria. Con grande zelo, sotto Zorobabele e Neemia, fu riedificata Gerusa­lemme, cominciando dal tempio. Sebbene non così splendido come l'antico, doveva essere onorato della presenza del «Dominatore» e dell'Angelo dei Testa­mento» nuovo. Fu ristabilito il pubblico culto di Dio e, per cura di Esdra, l'osservanza della legge, che veniva letta al popolo e interpretata.

21. Nei secoli seguenti, si accrebbe, nonostante il per­vertimento di molti, lo zelo per la Legge e l'aspetta­zione del Redentore annunziato con tratti sempre più particolari e distinti. I Profeti ne avevano predette nelle più minute circostanze la venuta e la vita, la predicazione, i patimenti, la gloria e il regno perpetuo; apparve Gesù di Nazaret, nel quale tutte insieme si verificarono e compirono le profezie divine.



Gesù Cristo: sua vita e predicazione; sua morte, risurrezione e ascensione al Cielo

22. Gesù nacque in Betlemme da Maria Vergine, sposa a Giuseppe della famiglia di David. Come l'Angelo Ga­briele le aveva annunziato, lo Spirito Santo era disceso sopra di Lei, ed Ella, rimanendo Vergine, era divenuta madre del Verbo divino.

23. Circonciso, secondo la Legge, fu chiamato Gesù o Salvatore. Dopo la fuga in Egitto per sottrarsi alle insidie di Erode, visse a Nazaret in umile ubbidienza a Maria e a Giuseppe.

Avanzava «in sapienza, in età e in grazia innanzi a Dio e agli uomini». A trent'anni circa, ricevette il battesimo di penitenza nel fiume Giordano da Giovanni il Battista (Battezzatore). Cominciò a predicare nella Giudea e nella Galilea il Vangelo, ossia la buona novella della remissione dei peccati e della vita eterna per quelli che credessero in lui e ne osservassero gl'insegnamenti. Gesù confermava coi più stupendi pro­digi la sua divina missione e la sua dottrina.

24. Molti credettero, e tra i primi quei dodici chiamati Apostoli. Egli li scelse per fondare la sua Chiesa, di cui volle capo e fondamento Pietro. Gli si scatenò contro implacabile l'odio dei pontefici, dei farisei e dei dottori della Legge, invidiosi dei suo potere e of­fesi dai suoi rimproveri. Quest'odio finì per farlo con­dannare dal Sinedrio. Lui, l'aspettato, il Redentore, fu proposto al ladrone Barabba, quando il Pauroso Pilato, preside romano, tentò graziarlo per la Pasqua e sal­varlo da morte.

25. Dopo gli strazi più acerbi, crocifisso sul Calvario, non lungi da Gerusalemme, tra due malfattori, Gesù compì in Croce la redenzione dell'umanità peccatrice. Soddisfece per essa all'Eterno Padre col sacrificio di se stesso. Morì perdonando e pregando per i nemici che non cessavano d'insultarlo. Fu sciolto allora il Vecchio Testamento o patto con la nazione ingrata che aveva ripudiato e ucciso Dio Redentore. Il sangue di­vino, consacrò il Nuovo ed eterno Testamento.

26. Sepolto il corpo, Gesù coll'anima santissima di­scese al Limbo per liberare le anime dei giusti tratte­nute in attesa della redenzione. Il terzo giorno risu­scitò da morte, come più volte aveva annunziato. Apparve alle pie donne, a Pietro, a due discepoli sulla via di Emmaus e agli altri Apostoli ancora increduli. Alla vista delle sue piaghe gloriose non dubitarono della risurrezione. Dopo averli ammaestrati sul regno di Dio e mandati ad evangelizzare tutte le genti e a battezzare, con potestà di sciogliere e di ritenere i peccati, e con la promessa dello Spirito Santo e della assistenza propria fino alla consumazione dei secoli, nel quarantesimo giorno, in loro presenza, salì al cielo. Siede alla destra di Dio Padre, investito d'ogni potere sul cielo e sulla terra.



Discesa dello Spirito Santo - Chiesa cattolica

27. Nella Pentecoste, lo Spirito Santo, promesso da Cristo, visibilmente sugli Apostoli e sulla Chiesa na­scente. Da essa non doveva staccarsi mai più. Il re­gno di Dio, con gli Apostoli suoi propagatori e con le potenze spirituali della parola divina predicata e poi anche scritta, dei sacramenti (tra cui principale l'Eu­caristia, per la quale Gesù rimane sempre coi suoi) e dei doni dello Spirito Santo, era ormai confermato e perfetto. Cominciava la propria vita indipendente dalla Sinagoga e la propria missione di salvatore tra i pagani. A poco a poco, nonostante le sanguinose per­secuzioni del potentissimo impero romano, li trasse dal profondo dell'idolatria e della corruzione, convertì moltissimi in testimoni di fede e di virtù.

28. Cadde poco dopo, per sempre, con la sua capitale e col suo tempio, la nazione giudaica. Gli Ebrei furono dispersi sulla terra; cadde con le sue glorie di lette­ratura, di arte e di scienza il mondo antico, consumato dai vizi. Caddero altri imperi. La Chiesa, con la civiltà cristiana, perdura e s'estenderà sempre per il bene dell'umanità malgrado i figli degeneri, malgrado i dis­sensi che trassero fuori del regno di Dio, nello scisma e nell'eresia, nazioni potenti anche malgrado la più insidiosa guerra dei nemici della rivelazione sopran­naturale, della morale cristiana e dell'idea stessa di Dio. «Le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei». Il cristiano, tranquillo su questa promessa divina, non si turba, ma con la sua madre, la Chiesa, prega, lavora e soffre. Aspetta la risurrezione finale e il ri­torno glorioso di Gesù Cristo giudice. Gesù ci pre­annunziò gli odi, le persecuzioni, le apostasie, ma in­sieme ci rincuorò dicendo: «Se il mondo vi odia, sap­piate che prima di voi ha odiato me... Se hanno per­seguitato me, perseguiteranno anche voi... ma fatevi coraggio io ho vinto il mondo» (S. Giov. XV, 18-20 XVI, 33).



LA GRANDE PROMESSA DELLA MADONNA

«Io prometto di assistere nell'ora della mor­te, con le grazie necessarie alla salvezza, coloro che nel 1° sabato di cinque mesi consecutivi:

- Si confesseranno.

- Riceveranno la S. Comunione.

- Diranno una corona dei Rosario. e Mi faranno compagnia per un quarto d'ora, meditando i misteri del Rosario al fine di offrirmi riparazione».

(La Madonna a Lucia dl Fatima)



AI GENITORI E AGLI EDUCATORI CRISTIANI

1. Fare catechismo è istruire nella fede e nella morale di Gesù Cristo. E' dare ai figli di Dio la coscienza della propria origine, dignità e destino, e dei propri doveri. E' deporre nei loro intelletti i principi della religione, della virtù e della santità in terra, della fe­licità in cielo.

2. L'insegnamento del catechismo è quindi il necessa­rio e benefico per gli individui, per la Chiesa e per la società. E' l'insegnamento fondamentale che sta alla base della vita cristiana. Dove esso manca o male impartito la vita cristiana è debole, vacillante, facil­mente vien meno.

3. I genitori cristiani sono i primi educatori dei loro figli. Debbono essere i primi catechisti. Debbono istil­lare quasi coi latte la dottrina ricevuta dalla Chiesa; tocca ad essi far imparare in famiglia le verità princi­pali della Fede, le prime preghiere; farle ripetere in modo che a poco a poco penetrino nell'animo dei figli. Se essi, come a volte avviene, sono costretti a farsi supplire nell'educazione, hanno l'obbligo di sce­gliere istituti e persone che sappiano e vogliano co­scienziosamente compiere per loro un dovere santo importante. L'indifferenza è stata la perdita irrepara­bile di tanti figli.

Per insegnare bisogna conoscere la dottrina cri­stiana, esporla e spiegarla in maniera adatta. Soprattutto, trattandosi di dottrina pratica, bisogna viverla.

• Conoscere la dottrina cristiana. Come si può istruire senza essere istruiti? I genitori e gli educatori hanno il dovere di conoscere il catechismo e di penetrarne le verità.

• Esporre in maniera adatta la dottrina cristiana. Con intelligenza e amore, in modo che i fanciulli non siano annoiati dei maestro e della dottrina. Conviene met­tersi alla loro portata, usare parole semplici, con op­portune similitudini ed esempi, muovere i sentimenti del cuore: non stancare, progredire a poco a poco, con pazienza ed affetto.

• Bisogna vivere la fede e la morale che s'insegna. Co­me si avrà il coraggio d'insegnare ai figli la religione che non si pratica, i comandamenti e i precetti che si trascurano sotto i loro occhi?

• Oggi si è creato un'atmosfera d'incredulità funestis­sima alla vita spirituale, con la guerra a ogni idea di autorità, di Dio, di rivelazione, di vita futura, di sacrificio. I genitori e gli educatori con la maggior cura, devono ispirare il concetto cristiano della vita, il senso della responsabilità di ogni atto presso Dio. Egli è da per tutto, tutto sa e tutto vede. Solo così l'educazione dei figli sarà fondata non sull'arena di mutevoli idee e del rispetto umano, ma sulla roccia di convinzioni soprannaturali, che non saranno scosse da nessuna tempesta.

Occorre viva fede, profonda stima dei valore delle anime e dei beni spirituali. Occorre anche una grazia speciale per capire l'indole dei figli e trovare la via della mente e del cuore. I genitori cristiani, in forza dei sacramento del Matrimonio hanno diritto alle gra­zie del proprio stato, a quelle necessarie per educare cristianamente i figli.

Possono, con la preghiera, ottenere più abbondante grazia.

Lo facciano a costo di ogni sacrificio. Si tratta della salute eterna delle anime dei figli e della propria. Dio benedirà la loro fede e il loro amore in questa opera così importante e li ricompenserà coi premio più desiderabile, di figli santi, eternamente beati, con loro, in cielo.



Il rosario quotidiano

Recitare il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace al mondo e la fine della guerra (ap­parizione 13 maggio 1917).

Tutte le anime di buona volontà possono e devono recitare il Rosario tutti i giorni. Lo possono recitare in chiesa davanti al SS. Sacramento solennemente esposto o rinchiu­so nel tabernacolo; tanto in famiglia come individualmente, per strada o in viaggio. La preghiera del Rosario è la più accessibile a tutti, ricchi e poveri, sapienti e ignoranti. Deve essere come il pane spirituale di tutti per sostenere e aumentare nelle anime la fede, la speranza e la carità attraverso i misteri ricordati in ogni decina,



I due misteri principali della Fede

1. Unità e Trinità di Dio.

2. Incarnazione. Passione e Morte e Risurrezione dei Nostro Signore Gesù Cristo.



I due comandamenti della carità

1. Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.



I dieci comandamenti di Dio o Decalogo

Io sono il Signore Dio tuo:

1. Non avrai altro Dio fuori che me.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

3. Ricordati di santificare le feste.

4. Onora il padre e la madre.

5. Non ammazzare.

6. Non commettere atti impuri.

7. Non rubare.

8. Non dire falsa testimonianza.

9. Non desiderare la donna d'altri.

10. Non desiderare la roba d'altri.



I cinque precetti generali della Chiesa

1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate.

2. Non mangiar carne nei giorni di astinenza e digiu­nare nei giorni prescritti.

3. Confessarsi almeno una volta all'anno, e comuni­carsi almeno a Pasqua.

4. Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi o le usanze.

5. Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti.



I sette sacramenti

1. Battesimo; 2. Cresima; 3. Eucaristia; 4. Confessione; 5. Unzione degli Infermi; 6. Ordine; 7. Matrimonio.



I sette doni dello Spirito Santo

1. Sapienza; 2. Intelletto; 3. Consiglio; 4. Fortezza; 5. Scienza; 6. Pietà; 7. Timor di Dio.



Le tre virtù teologali

1. Fede: 2. Speranza; 3. Carità.



Le quattro virtù cardinali

1. Prudenza; 2. Giustizia; 3. Fortezza; 4. Temperanza.



Le sette opere di misericordia corporale

1. Dar da mangiare agli affamati; 2. dar da bere agli assetati; 3. vestire gl'ignudi; 4. alloggiare i pellegrini; 5. visitare gl'infermi; 6. visitare i carcerati; 7. seppel­lire i morti.



Le sette opere di misericordia spirituale

1. Consigliare i dubbiosi; 2. insegnare agli ingnoranti: 3. ammonire i peccatori; 4. consolare gli afflitti; 5. per­donare le offese; 6. sopportare pazientemente le per­sone moleste; 7. pregare Dio per i vivi e per i morti.



I sette vizi capitali

1. Superbia; 2. avarizia; 3. lussuria; 4. ira; 5. gola; 6. invidia; 7. accidia.



I sei peccati contro lo Spirito Santo

1. Disperazione della salute; 2. presunzione di salvarsi senza merito; 3. impugnare la verità conosciuta; 4. in­vidia della grazia altrui; 5. ostinazione nei peccati; 6. impenitenza finale.



I quattro peccati che gridano vendetta ai cospetto di Dio

1. Omicidio volontario; 2. peccato impuro contro na­tura; 3. oppressione dei poveri; 4. frode nella mercede agli operai.



I quattro Novissimi

1. Morte; 2. giudizio; 3. inferno; 4. paradiso.



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