VENERDI` SANTO
Da quando si cominciò a celebrare la Pasqua in giorno di domenica, il Venerdí Santo diventò il giorno della commemorazione della morte del Signore. A Gerusalemme verso la fine del IV secolo, prima del mezzogiorno si esponevano nella chiesa della Santa Croce sul Golgota le reliquie della Croce del Signore, che erano venerate dai fedeli. A mezzogiorno, il popolo si radunava di nuovo davanti alla stessa chiesa: dalle 12 fino alle 15, si leggeva la Sacra Scrittura e si cantavano i salmi. Sia in Oriente che in Occidente, in questo giorno non si celebrava l`Eucaristia. A Roma, si celebrava una funzione sacra la sera: si leggevano due brani dal Vecchio Testamento e la Passione del Signore secondo Giovanni. La liturgia si concludeva con le solenni preghiere di origine antica, per i rispettivi ceti della Chiesa. L`adorazione della Croce, sull`esempio dell`adorazione di Gerusalemme, venne introdotta nel secolo VII. Roma era in possesso nientemeno che delle reliquie della santa Croce. Il papa si recava dal Laterano alla chiesa di Santa Croce in Gerusalemme insieme con alcuni diaconi, che portavano le reliquie. Queste venivano poste sull`altare e in grande semplicità si iniziava l`adorazione. In Spagna e in Gallia si arriva alla drammatizzazione della liturgia: si svelava ed esponeva la Croce, ci si prostrava per tre volte davanti al Legno sacro, si cantavano gli improperi «Popolo mio» e altri inni. Questi elementi saranno introdotti nella liturgia romana nel IX-X secolo. La santa Comunione delle specie consacrate il Giovedi Santo compare a Roma sotto l`influsso della liturgia orientale nel VII-VIII secolo, però nel XIII secolo verrà limitata al solo celebrante.
Nei paesi nordici, c`è un rito simile alla reposizione del Santissimo Sacramento il Giovedí Santo, che viene chiamato «la deposizione della Croce e dell`Ostia». Ben presto, il rito viene accolto in molte chiese eccetto la romana. Alcuni deponevano nel sepolcro il Santissimo Sacramento (Augsburg), altri invece la Croce (Inghilterra, Francia). I fedeli adoravano l`Ostia e la Croce fino al mattino di Pasqua.
La Chiesa rimane oggi con il Signore che affronta la Passione per la salvezza del mondo. Sta insieme con Gesú nel Giardino degli Olivi, vive insieme con Lui l`arresto e il giudizio, cammina col Salvatore lungo la Via della Croce, resta con lui sul Calvario e sperimenta il silenzio del sepolcro. La liturgia della parola ci introduce nel mistero della Passione del Signore. Il sofferente Servo di Dio, disprezzato e respinto dagli uomini, viene condotto come agnello al macello. Dio pose su di lui le colpe di noi tutti. Cristo muore nel momento in cui nel tempio vengono sacrificati gli agnelli necessari alla celebrazione della cena pasquale. E` Lui il vero Agnello, che toglie i peccati del mondo. Egli viene offerto come nostra Pasqua. Cristo morí per tutti gli uomini e perciò in questo giorno la Chiesa, secondo la sua piú antica tradizione, rivolge a Dio una grande preghiera. Prega per tutta la Chiesa nel mondo, chiede l`unificazione di tutti i credenti in Cristo, intercede per il Popolo Eletto. Ricorda tutti i credenti delle altre religioni come anche chi non crede, prega per i governanti e per gli afflitti.
Come non ringraziare Dio in questo giorno? Lodiamo Gesú e rendiamogli grazie, adorando la Croce su cui si compí la salvezza del mondo. Non solo glorifichiamo il Signore, ma ricevendo la santa Comunione dai doni consacrati ieri ci uniamo a Cristo: ogni volta che mangiamo di questo Pane annunziamo la morte del Signore, nell`attesa della sua venuta.
Oggi viene messo in croce colui che mise la terra sopra le acque: con una corona di spine viene cinto il capo del re degli angeli, con falsa porpora viene coperto colui che copre il cielo di nubi; riceve uno schiaffo colui che nel Giordano diede la libertà ad Adamo: lo sposo della Chiesa viene confitto in croce: il figlio della Vergine viene trafitto con una lancia. Adoriamo la tua passione, o Cristo; e tu mostraci anche la tua gloriosa risurrezione.
(Antiphona ad nonam, EE, n. 3123)
1. La cena e le tappe della Passione
Il salvifico mistero della Croce,
Quella sera hai mostrato e rivelato;
Nel tuo Corpo, fonte della vita,
Al pari della Coppa, l`hai distribuito e dato.
Degnati con la santa Assemblea
Di render anche me partecipe alla Mensa,
Del Pane tuo di vita di cui ho fame
E della tua Bevanda cui assetato anelo.
Lavanda dei piedi (Gv 13,1-20)
Tu hai lavato in una bacinella
Con le tue mani pure i loro piedi
Ed hai insegnato loro l`umiltà
Dianzi in parole, ed in quel punto a fatti.
Lava del pari il fango delle mie miserie
Per le suppliche della santa Comitiva
E indirizza il cammino dei miei passi
Sulla via dell`umiltà verso il tuo cielo.
L`agonia (Mt 26,36-46)
Nelle oscure ore della notte
Hai mostrato la tua natura umana:
Nel terrore Tu fosti in agonia,
Ed hai pregato il Padre che è nei cieli.
Libera anche me dai segreti strali
E dal terrore opprimente della notte;
Le facoltà dell`anima e del corpo
Siano fisse nel santo tuo timore.
L`arresto (Mt 26,47-56)
Sei stato legato per quei che si è legato;
Tu hai disciolto il nodo del legame;
Svincolami dai lacci volontari:
Dai viluppi infernali dei peccati.
Davanti al Sinedrio (Mt 26,59-68)
Pel condannato a motivo del peccato,
Sei comparso, Innocente, in tribunale;
Quando nella gloria del Padre tornerai,
Con lui non giudicarmi.
Sacrileghi sputi T`hanno offeso,
Per l`onta della prima creatura;
Dell`Impudente, l`onta cancella dei peccati
Con la quale ho coperto il mio sembiante.
Hai permesso al cattivo servitore,
D`imprimerti lo schiaffo schernitore;
Colpisci con fermezza la faccia del Cattivo,
Come con par durezza ha schiaffeggiato lui.
Il rinnegamento di Pietro (Mt 26,69-75)
Non hai lasciato che la Pietra rotolasse
Fin negli abissi profondi del peccato,
Ma, per le lacrime amare del suo cuore,
Hai perdonato chi Ti ha rinnegato.
Anche me, come lui rialza
Dalla caduta dove sono incorso,
Dando ai miei occhi lacrime copiose
Ed al mio capo acqua come al mare.
Oltraggi (Mt 27,27-31)
Ti sei rivestito di porpora,
La clamide rossa hai posto sulla tua persona;
Simile ignominia potevano pensarla
Solo i soldati di Ponzio Pilato.
Allontana da me il cilicio del peccato
La rossa porpora dal color del sangue;
E rivestimi dell`abito gioioso
Che al primo uomo indosso Tu ponesti.
Piegando il ginocchio, si fanno burle;
Giocando, si fanno beffe;
Le celesti schiere, ciò considerando
Con timore adorano.
[Tutto hai subito] per togliere dalla natura di Adamo
Tu rilevi l`onta dell`amico del peccato,
Dall`anima mia, dalla mia coscienza,
Leva via la vergogna, piena di tristezza.
La tua celeste testa -
Davanti a cui sta in tremito di spavento il Serafino -,
Copertala d`un velo, vi si davan pugni,
E colpi di nodosa canna.
Per causa della testa [dell`uomo] tratta dalla terra
Che inchinata s`era ai piedi della donna,
Perché in modo piú sublime del celeste Coro,
Tu potessi congiungerla al tuo Corpo.
E la mia [testa] caduta sino al suolo
E inchinata ai piedi del Maligno,
Per le opere tutte dell`Iniquo
Che mi piombarono a terra,
Non permettere di giocar con essa,
Come i bambini giocano alla palla,
Voglia Tu invece liberarla dal Nemico,
Per unirla di nuovo alla tua Testa.
La flagellazione (Mt 27,26)
Per l`intero tuo corpo
E su tutte le parti di tue membra
I colpi del terribile flagello
Ha ricevuto per verdetto iniquo.
Io che dai piedi al capo
Soffro di dolori intollerabili,
Guariscimi di nuovo, una seconda volta,
Come con grazia di Fontana sacra.
La corona di spine (Mt 27,29)
In cambio delle spine della colpa,
Che ha fatto crescere per noi la maledizione,
Sul tuo capo è stata posta una corona [di spine]
Dagli operai della Vigna d`Israele.
Strappa da le spine della colpa
Che in me ha piantato il mio Nemico;
Guarisci la morsura della piaga,
Sian soppresse le stimmate del male.
La crocifissione (Mt 27,32-43)
In cambio del frutto soavissimo
Dell`amaro [albero], mortifero,
Hai gustato il fiele mescolato
All`aceto, durante la tua sete.
L`amarezza della [bestia] velenosa,
Inoculata nelle facoltà dell`anima,
Lungi da me rigettala con essa,
E l`amor tuo diventi in me soave.
In cambio dell`albero di morte,
Cresciuto in mezzo al Paradiso,
Sulle tue spalle hai portato il legno della Croce,
L`hai portato al luogo detto Golgota.
L`anima mia caduta nella colpa
Carica d`un fardello sí pesante,
Alleviala in grazia del soave giogo
E al carico leggero della Croce.
Il Venerdí, attorno all`ora terza,
Nel giorno in cui fu sedotto il primo uomo,
Signor, sei stato affisso al legno
In una con il ladro malfattore.
Le mani creatrici della terra,
Le hai Tu distese sulla Croce,
In cambio delle mani lor [di Adamo ed Eva] che tese
S`eran e dall`albero colto avean la morte!
Per me che, come loro, ho trasgredito
E forse li ho persino superati,
Piantando di mia mano il seme di Gomorra,
E il frutto di Sodoma gustando,
Non misurar la pena al mal commesso
Non esiger da me l`intero debito
Ma elargisci il perdono al mio delitto
[...].
Tu sei salito sulla Croce santa,
La trasgression degli uomini hai scostato;
E il nemico della nostra specie,
Su [la Croce] Tu l`hai inchiodato.
Fortificami nella protezione
Del santo Segno sempre vincitore,
E quando in cielo apparirà d`Oriente,
Ch`io di sua luce venga illuminato.
CONTINUA