00 06/08/2012 16:35
SCARICA QUI LA VITA DI GESU' CRISTO DI DOM RICCIOTTI

[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]

PREFAZIONE

PREFAZIONE

La prima vaga idea di scrivere questo libro mi venne molti anni fa in circostanze straordinarie. Ero stato trasportato in un ospedaletto da campo, che stava rimpiattato sotto un bosco d'abeti in un vallone delle Alpi: per qualche tempo rimasi là tra la vita e la morte, più vicino a questa che a quella; notte e giorno il vallone rintronava dello schianto delle granate, attorno a me gridavano feriti e rantolavano moribondi, il lezzo delle cancrene che ammorbava Varia sembrava un preannunzio del cimitero. Aspettando la mia sorte a un certo momento pensai che, se fossi sopravvissuto, avrei potuto scrivere una Vita di Gesù Cristo; il vangelo di lui, infatti, stava là sul mio pagliericcio, e le sue pagine ove le macchie di sangue si erano sovrapposte a guisa di rubriche alle lettere greche mi parevano un simbolico intreccio di vita e di morte.

Guarito che fui e tornato alla vita normale, quell'idea della Vita di Gesù Cristo invece di attirarmi mi sgomentava, e ogni volta che vi ripensavo ne avevo sempre più paura: eppure non solo non mi abbandonava giammai, ma piuttosto diventava per il mio spirito una specie di necessità. Come si fa istintivamente di fronte alle necessità paurose, cominciai con girarle dattorno, quasi per illudere me stesso: mi detti a pubblicare studi su testi ebraici e siriaci, quindi una Storia d'Israèle e poi ancora la Guerra giudaica di Flavio Giuseppe, ma la vera roccaforte restava ancora là intatta nel bel mezzo dei miei giri, risparmiata dalla mia paura. Ben poco mi scossero esortazioni d'amici e inviti d'autorevolissime persone: risposi immutabilmente per molti anni che le mie forze non reggevano davanti a una Vita di Gesù Cristo.

Invece più tardi, contro ogni previsione, ho ceduto. Ma ciò è av­venuto appunto perché l'agonia dell'ospedaletto da campo, dopo tanti anni, si è rinnovata e in circostanze assai peggiori: quando cioè vidi che la tempesta di una nuova guerra s'addensava sull'umanità, e che l'Europa secondo ogni più facile previsione sarebbe stata nuovamente allagata di sangue, allora mi parve che non la mia persona ma tutta intera l'umanità, quella cosiddetta civile, giacesse moribonda con un vangelo macchiato di sangue sul suo pagliericcio.

Quest'immagine divenne allora così imperiosa su di me che fui costretto a obbedire: essendo tornato il sangue sul mondo, bisognava pure che tornasse il vangelo. E così il presente libro è stato scritto mentre l'Europa era in preda alla guerra, ossia a ciò ch'è la negazione più integrale del vangelo.

* * *

Se faccio queste confidenze al lettore non è per parlare della mia insignificante persona: è invece per avvertire in quale stato d'animo è stato scritto questo libro. La quale avvertenza è, a parer mio, impor­tantissima per giudicare ogni biografia di Gesù: il lettore che avrà la pazienza di scorrere l'ultimo capitolo dell'Introduzione si convincerà facilmente che le biografie di Gesù scritte dallo Strauss, dal Renan, dal Loisy e da tanti altri ricevettero le loro particolari coloriture so­prattutto dallo stato d'animo del rispettivo autore. Altrettanto è avve­nuto a me e lo confesso onestamente giacché lo stato d'animo con cui ho scritto è stato quello di uscire dal presente e raccogliermi nel passato, uscire dal sangue e raccogliermi nel vangelo.

Ma appunto per questa ragione ho voluto fare opera esclusiva­mente storico-documentaria: ho ricercato cioè il fatto antico e non la teoria moderna, la sodezza del documento e non la friabilità d'una sua interpretazione in voga; ho perfino osato imitare la nota «impas­sibilità» degli evangelisti canonici, i quali non hanno né una esclama­zione di letizia quando Gesù nasce né un accento di lamento quando egli muore. Ho mirato, dunque, a far opera di critica.

So benissimo che quest'ultima parola, comparsa già nel titolo, sarà giudicata usurpata da coloro per i quali la scienza critica è soltanto demolitrice e la sua ultima conclusione deve essere un «No»; ma non è affatto dimostrato che cotesti valent’uomini abbiano ragione, e tanto meno che la loro intenzione demolitrice sia risultata realmente efficace sui documenti presi di mira: anche su questo punto l'ultimo capitolo dell'Introduzione convincerà facilmente il lettore spassionato e imparziale. Del resto cotesti demolitori sono oramai quasi «supe­rati»: naturalmente essi, dopo aver imperato per parecchi anni, rifiu­tano di abdicare e rimangono tenacemente attaccati ai loro metodi; ma, come è già avvenuto per l'Antico Testamento, anche per il Nuovo la critica programmaticamente demolitrice è in decadenza e fra non molto rimarrà prerogativa non invidiata dei «vecchi». Oggi, in forza sia delle recentissime scoperte documentarie sia di tante altre ragioni, la saggia critica mira ad essere costruttrice e la sua ultima conclusione vuole essere un «». Compito difficile, senza dubbio: ma la rilut­tanza che provavo a scrivere questo libro era causata specialmente da questa difficoltà, di essere nello stesso tempo critico e costruttivo.

Per amore di chiarezza, e per non costringere il lettore a ricorrere ad altri libri, ho dovuto riassumere nell'Introduzione alcune poche pa­gine del volume secondo della mia Storia d'Israele: trattavano infatti argomenti che ero costretto a trattare anche qui. Non si cerchino in­vece in questo libro moltissime altre cose che esso, già troppo ampio, non doveva né poteva trattare: tale è il caso, ad esempio, della biblio­grafia, che per il Nuovo Testamento forma quasi una scienza a sé e richiederebbe un volume a parte; solo eccezionalmente mi sono indotto a citare qua e là alcuni pochi lavori particolari, mentre per uno sguardo generale valgono e sono anche troppi gli autori citati nell'ul­timo capitolo dell'Introduzione.

Cordialmente ringrazio il R.mo P. Mariano Cordovani, O. P., Maestro del S. Palazzo, per avere amichevolmente riveduto il mano­scritto, suggerendomi preziosi miglioramenti.

Giuseppe Ricciotti

Roma, Regia Università, gennaio 1941.

AVVERTENZA ALLA 2a EDIZIONE

La 1a edizione di questo libro, apparsa per la Pasqua del 1941, si esaurì in circa un mese, sebbene tirata a 5000 copie. Questa 2a edizione, preparata con somma ur­genza, è stata totalmente ricomposta ma senza alcun cambiamento dalla 1a edizione non essendo state ancora fatte osservazioni di sorta da competenti recensori o lettori: soltanto vi è stato aggiunto in fondo l'Indice Analitico, di cui difettava la 1a edizione.

maggio 1941.

G. R.

AVVERTENZA ALLA 3a EDIZIONE

Anche la 2a edizione si esaurì rapidamente. Questa 3a è uguale alla 2a quasi in tutto, essendovi stati corretti soltanto errori tipografici e alcune poche affermazioni isolate.

agosto 1941.

G. R.

AVVERTENZA ALLA 4a EDIZIONE

Per la 4a edizione devo ripetere quanto dissi per la 2a, alla quale è uguale in tutto. Temo soltanto che sia l'ultima edizione che per ora possa uscire in questa veste tipo­grafica, giacché i tempi di guerra non permetteranno forse di avere ancora carta e altro materiale uguali a questi. Si prolunga, insomma, l'agonia dell'ospedaletto da campo per l'umanità intera.

dicembre 1941.

G. R.

 AVVERTENZA ALLA 5a EDIZIONE

Anche per la 5a edizione, a cui con difficoltà si è potuto far fronte, sono costretto a ripetere con mesta monotonia ciò che dissi per la 4a edizione. L'agonia si prolunga ancora.

Pasqua 1942.

G. R.

AVVERTENZA ALLA 6a EDIZIONE

Questa 6a edizione appare mentre all'estero si preparano varie traduzioni del libro; essa è uguale alla precedente, salvo la correzione di pochi errori di stampa. E intanto l'agonia dell'umanità si prolunga.

dicembre 1942.

 

G. R. AVVERTENZA ALLA 7a EDIZIONE

Il movimento, invece di rallentarsi, s'accresce, perché la 6a edizione si è esaurita in un paio di mesi. Purtroppo non si esaurisce la furia sanguinaria dell'umanità. In questa 7a edizione sono stati corretti due o tre punti.

Pasqua 1943.

 

G. R. AVVERTENZA ALLA 9a EDIZIONE

L'8a edizione è apparsa e si è esaurita senza che io abbia potuto vederla per la nota divisione dell'Italia in due campi di battaglia; e per molti mesi il libro non è stato più in commercio. Adesso a guerra finita, se non a pace ritornata, esce questa 9a edizione che riproduce semplicemente l'8a; altro non si è potuto fare.

marzo 1946.

G. R.

AVVERTENZA ALLA 10a EDIZIONE

Questa 10a edizione, stampata a Roma, è stata interamente rifusa e le illustrazioni sono state tutte rinnovate: e ciò, insieme col miglior tipo di carta impiegato, contri­buirà a restituire al libro quel decoro tipografico che ebbe nelle prime quattro edizioni. Nel frattempo sono apparse o stanno preparandosi traduzioni in tredici lingue (spa-gnuolo, danese, francese, inglese, olandese, tedesco, portoghese, ceco, polacco, serbo, croato, arabo, cinese). Tuttavia, per la difficoltà delle relazioni internazionali, le re­censioni scientifiche straniere sono state pochissime: non ho potuto, quindi, usufruire dell'esperienza altrui per apportare modificazioni notevoli.

1947.

G. R.

 

AVVERTENZA ALLA  11a EDIZIONE

Anche questa edizione è stata migliorata sotto l'aspetto tipografico. Alle traduzioni si è aggiunta quella giapponese.

aprile 1948.