00 19/10/2012 12:45
LE LETTERE

di Santa Caterina da Siena Dottore della Chiesa

l'Opera mantiene la numerazione originale, le Lettere sono 383 e saranno inserite in diversi thread per una lettura più agevole e continuata....

Parte Prima


1 A monna Lapa.

2 A uno prete detto ser Andrea da Vincione.

3 Al proposto di Casole e a Giacomo di Mancio dal detto luogo.

4 Ad un monaco di Certosa essendo in carcere.

5 A messer Francesco da Monte Alcino dottore in lege civile.

6 A monna Lapa sua madre.

7 A messer Pietro cardinale d'Ostia.

8 A frate Giusto da Volterra, priore del monastero principale dell'ordine di Monte Oliveto presso a Chisure del contado di Siena.

9 A una donna che non si nomina.

10 A Benincasa suo fratello.

11 A missere Pietro cardinale d'Ostia.

12 All'abate di santo Antimo.

13 A Marco Bindi mercatante.

14 AI tre suoi fratelli in Firenze.

15 A Consiglio giudeo.

16 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

17 Al venerabile religioso frate Antonio da Nizza dell'ordine dei Frati Eremitani di santo Augustino a Selva di Lago.

18 A Benincasa suo fratello, essendo in Firenze molto tribolato.

19 A Nicolaccio di Caterino dei Petroni.

20 Questa è una lettera la quale manda santa Caterina detta a Benincasa suo fratello, ed essendo egli tribolato, sendo egli a Firenze.

21 A uno lo nome del quale per lo meglio non si scrive per alcune parole usate in essa lettera.

22 All'abbate Martino di Passignano dell'ordine di Valle Ombrosa.

23 A Nanna figlia di Benincasa in Firenze, sua nipote verginella.

24 A missere Biringhieri degli Arzocchi piovano d'Asciano.

25 A lo soprascritto Tommaso dalla Fonte dei frati Predicatori.

26 A sorella Eugenia sua nipote nel monasterio di Sancta Agnesa a Montepulciano.

27 A missere Martino abbate di Pasignano dell'ordine di Valle Ombrosa.

28 A messer Bernabò signore di Milano,

29 A madonna la Regina, donna dello soprascritto signore di Milano, per li detti ambasciadori.

30 Alla badessa del monasterio di santa Marta da Siena e a sorella Nicolosa del detto monasterio.

31 A madonna Mitarella donna di Vico da Mogliano, senatore che fu a Siena nel 1373.

32 A frate Giacomo da Padova priore del monasterio di Monte Oliveto di Firenze.

33 All'abbate di Monte Oliveto volendogli rimettere nelle mani uno frate uscito dell'Ordine suo.

34 Al Priore dei frati di Monte Oliveto presso Siena

35 A frate Nicolò di Ghida e a frate Giovanni Zerri e a frate Nicolò di Giacomo di Vannuccio di Monte Oliveto.

..... l'elenco continua in basso con il collegamento al nuovo thread


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1. A monna Lapa (la mamma di Caterina)

Nel nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissima madre in Cristo dolce Gesù, io Caterina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi con vero cognoscimento di voi medesima e de la bontà di Dio in voi - ché senza questo vero cognoscimento non potreste participare la vita de la grazia -; e però dovete con vera e santa sollicitudine studiare di conoscere voi non essere, e l'essere vostro riconoscerlo da Dio, e tanti doni e grazie quante avete ricevute da lui e ricevete tutto dì.

A questo modo sarete grata e conoscente, e verrete a vera e santa pazienza, e non vederete le picciole cose per grandi, ma le grandi vi parranno picciole a sostenere per Cristo crocifisso. Non è buono lo cavaliere se non si pruova in sul campo de la battaglia; così l'anima nostra si debba provare a la battaglia de le molte tribulazioni, e quando allora si vede fare prova buona di pazienza - e non volta lo capo indietro per impazienzia scandalizzandosi di quello che Dio permette - può godere ed essultare, e con perfetta allegrezza aspettare la vita durabile, poiché s'è riposata ne la croce; e confortasi con le pene e con gli obbrobrii di Cristo crocifisso, e ragionevolmente può aspettare l'eterna visione di Dio. Poiché Cristo la promette a loro, ché coloro che sono perseguitati e tribolati in questa vita, sono poi saziati (Mt 5,6 Lc 6,21) e consolati (Mt 5,5) e alluminati nell'eterna visione di Dio, gustando pienamente e senza mezzo la dolcezza sua; ed eziandio in questa vita comincia Dio a consolare coloro che s'affaticano per lui.

Ma senza lo cognoscimento e di noi e di Dio, non potremmo venire a tanto bene: Perciò vi prego, quanto so e posso, che v'ingegniate d'averlo, affinché noi non perdiamo lo frutto de le nostre fatiche. Altro non dico.

Rimanete ne la santa e dolce carità di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.

[Modificato da Caterina63 19/10/2012 14:43]