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Così insegna il Catechismo Maggiore:

192. Chi è il Papa?
Il Papa, che noi chiamiamo pure il Sommo Pontefice, o anche il Romano Pontefice, è il successore di san Pietro nella Cattedra di Roma, il Vicario di Gesù Cristo sulla terra e il capo visibile della Chiesa.

193. Perché il Romano Pontefice è successore di san Pietro?
Il Romano Pontefice è successore di S. Pietro, perché S. Pietro nella sua persona riunì la dignità di Vescovo di Roma e di capo della Chiesa; stabilì in Roma per divina disposizione la sua sede e ivi morì, perciò chi viene eletto vescovo di Roma è anche l'erede di tutta la sua autorità.

194. Perché il Romano Pontefice è il Vicario di Gesù Cristo?
Il Romano Pontefice è il Vicario di Gesù Cristo, perché lo rappresenta sopra la terra e ne fa le veci nel governo della Chiesa.

195. Perché il Romano Pontefice è capo visibile della Chiesa?
Il Romano Pontefice è il capo visibile della Chiesa, perché egli la regge visibilmente coll'autorità medesima di Gesù Cristo, che ne è il capo invisibile.

196. Qual'è dunque la dignità del Papa?
La dignità del Papa è la massima fra tutte le dignità della terra, e gli dà potere supremo ed immediato sopra tutti e singoli i Pastori e i fedeli.

197. Può errare il Papa nell'ammaestrare la Chiesa?
Il Papa non può errare, ossia è infallibile nelle definizioni che riguardano la fede e i costumi.

198. Per qual motivo il Papa è infallibile?
Il Papa è infallibile per la promessa di Gesù Cristo e per la continua assistenza dello Spirito Santo.

199. Quando è che il Papa è infallibile?
Il Papa è infallibile allora soltanto che nella sua qualità di Pastore e Maestro di tutti i cristiani, in virtù della suprema sua apostolica autorità, definisce una dottrina intorno alla fede o ai costumi da tenersi da tutta la Chiesa.

200. Chi non credesse alle solenni definizioni del Papa, quali peccato commetterebbe?
Chi non credesse alle definizioni solenni del Papa, o anche solo ne dubitasse, peccherebbe contro la fede, e se rimanesse ostinato in questa incredulità, non sarebbe più cattolico, ma eretico.

201. Per qual fine Dio ha concesso al Papa il dono della infallibilità?
Dio ha concesso al Papa il dono della infallibilità affinché tutti siamo certi e sicuri della verità che la Chiesa insegna.

202. Quando fu definito che il Papa è infallibile?
Che il Papa è infallibile fu definito dalla Chiesa nel Concilio Vaticano, e se alcuno presumesse di contraddire a questa definizione sarebbe eretico e scomunicato.

203. La Chiesa nel definire che il Papa è infallibile ha forse stabilito una nuova verità di fede?
No, la Chiesa nel definire che il Papa è infallibile non ha stabilito una nuova verità di fede, ma solo, per opporsi a nuovi errori, ha definito che l'infallibilità del Papa, contenuta già nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, è una verità rivelata da Dio, e quindi da credersi come dogma o articolo di fede.

204. Come deve comportarsi ogni cattolico verso il Papa?
Ogni cattolico deve riconoscere il Papa, qual Padre, Pastore e Maestro universale e stare a lui unito di mente e di cuore.

205. Dopo il Papa, quali sono per divina istituzione i personaggi più venerandi nella Chiesa?
Dopo il Papa, per divina istituzione i personaggi più venerandi della Chiesa sono i Vescovi.

206. Chi sono i Vescovi?
I Vescovi sono i pastori dei fedeli, posti dallo Spirito Santo a reggere la Chiesa di Dio nelle sedi a loro affidate, sotto la dipendenza del Romano Pontefice.



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IL PAPA [SM=g27998]

Padre Stefano Maria Manelli Francescano dell’Immacolata


Casa Mariana Editrice – Castelpietroso - IS


PREFAZIONE

Conoscere il Papa per amarlo e seguirlo: è questo lo scopo del pre­sente volumetto scritto in stile sem­plice e agile, alla portata di tutti, perché da tutti sia compreso il contenuto e il valore di un bene così grande quale è il Papato.

Chi è il Papa? Rispondiamo subito: il Papa è il Vicario di Cristo, è il Successore di San Pietro, è la «Pietra» di fondazione della Chiesa, è il Maestro infallibile, è il Santo Padre di tutte le genti.

Possiamo rispondere ancora meglio con S. Bernardo: «Il Papa è assertore della verità, difensore della fede, guida dei cri­stiani, ordinatore della Chiesa, pastore dei popoli, padre dei re, martello dei tiranni, sale della terra e luce del mondo».

Vogliamo anche far nostra, qui, la bre­ve pagina dallo stile scultoreo che il filosofo Guido Manacorda scrisse a suo tempo per una dedica al Papa Pio XI:

«Io ti confèsso, o Pietro, perché tu sei la Fede: E voi, chi dite che io sia? Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

Io ti confesso, o Pietro, perché tu. sei l'Autorità: 'Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu più di costoro? Sì, Signore, tu lo sai che io ti amo'. `Pasci i miei agnelli...'.

Io ti confesso, o Pietro perché tu sei la `Costruzione': 'Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa'.

Io ti confesso, o Pietro, perché tu sei il 'Magistero': Magistero indefettibile: 'Ho pregato per te, Pietro, perché non venga meno la tua fede'. Magistero universale: `Andate e ammaestrate tutte le genti'.

Io ti confesso, o Pietro, perché tu sei il `Giudizio': A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scio­glierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli'. Io ti confesso, o Pietro, perché tu sei la `Romanità': Roma, fulcro, luce, spirito del mondo; Roma, specchio terreno della divi­na eternità».



IL VICARIO DI CRISTO

Il Papa è il Vicario di Gesù Cristo sulla terra. Tra tutte le definizioni che sono state date, questa è certamente la più vera, la più santa, la più preziosa e bella, senza confronti.

Sul significato e valore spirituale del nome «Papa» è stata composta addirittura una sorta di litania secondo le lettere del­l'alfabeto, con la somma di circa 250 titoli e significati attribuiti al «Papa», specialmente da parte dei Santi.

Ad esempio, il Papa è stato definito «Angelo del gran Consiglio» da S. Ansel­mo, «Arcivescovo di tutto l'orbe» da S. Cirillo Alessandrino, «Pastore dei pastori» da S. Colombano, «Dottore e Capo di tutti» da S. Atanasio, «Firmamento della Chiesa» da S. Ambrogio, «Padre del popolo cristia­no» da S. Agostino, «Portinaio del Regno dei cieli» da S. Teodoro, «Pontefice dell'Altissimo» da S. Bernardo, «Vescovo di tutto il mondo e Padre delle nazioni» da S. Fran­cesco d'Assisi.

Questi sono soltanto alcuni dei titoli, tutti belli e significativi. Ma al di sopra di tutti resta il titolo che S. Girolamo per pri­mo attribuì al Papa chiamandolo «Vicario di Gesù Cristo».



Il «dolce Cristo in terra»

È difficile per noi pensare e capire la realtà di questa espressione, comprendere tutto il valore del contenuto di queste paro­le: Vicario di Gesù Cristo. Le pronunciamo con semplicità e con rispetto, ma senza ren­derci conto di quel che realmente esprimo­no.

Dire «Vicario di Gesù Cristo», infatti, significa dire qualcosa che trascende com­pletamente l'uomo nella sua umanità così limitata, così fragile e fallibile. Ha detto bene S. Vincenzo de' Paoli, scrivendo nelle sue «Conferenze» che «il Papa è come un'altra specie di uomo, tanto è al di sopra degli altri. Noi dobbiamo dunque riguardar­lo come Nostro Signore e Nostro Signore in lui».

Forse l'espressione equivalente più semplice e affettuosa è quella adoperata abi­tualmente da Santa Caterina da Siena, la mistica del fuoco e del sangue, la quale chiamava il Papa Dolce Cristo in terra. E un'altra santa più vicina a noi, Santa Sofia Barat, ha scritto che «Il Papa è la più per­fetta immagine di Colui del quale tiene il luogo su questa terra d'esilio».

Se S. Massimiliano M. Kolbe, con tutti gli altri Santi, sostiene che ogni superiore, rappre­sentante di Dio, è un mistero di fede simile al mistero eucaristico, nel quale dietro le apparen­ze del pane è presente Gesù stesso, quanto più ciò sarà vero per il Vicario di Cristo, per colui che si presenta anche esternamente come «l'Uomo bianco», somigliante davvero al «Pane bianco» dell'Eucaristia, e, possiamo anche aggiungere, alla «Donna bianca» che è l'Immacolata. Non può essere diversamente, del resto: se Gesù è presente in ogni autorità, tanto più sarà presente in colui che ha ricevuto da Lui stesso la somma autorità su questa terra.



«Sì, Papa», «Sì, Gesù»

San Pio X, il Papa dell'Eucaristia, con la sua sola presenza esercitava un fascino davvero straordinario su chi lo guardava con occhi di fede. Lo scrittore cattolico e accademico di Francia, Renè Bazin, così descrisse la sua impressione nel vedere il Papa San Pio X: «Nelle cerimonie pubbli­che Pio X aveva la solenne maestà del Vica­rio di Cristo; mentre i suoi occhi meravi­gliosi, sembravano penetrare nell'eternità». Un giorno il Papa San Pio X ricevette in udienza un bel gruppo di bambini di sette anni, ammessi alla Prima Comunione, grazie a quel decreto papale che concedeva la grazia di accostarsi alla mensa eucaristica già all'età di sette anni, senza più attendere i dodici anni.

Il Papa si intrattenne in affabile collo­quio con i bambini, gioiosissimi, che gli portarono i loro piccoli omaggi. Alla fine, il Papa, prima di benedirli e lasciarli andare, raccomandò a loro di fare la Santa Comu­nione almeno tutte le domeniche e le feste.

I bambini risposero tutti: «Sì, sì, sì ...». Alcuni risposero: «Sì, Papa». Qualcuno rispose: «Sì, Gesù». È la risposta dei cuori innocenti che arrivano d'intuito ai valori più alti della nostra Fede. Ed è questa Fede che dobbiamo alimentare in noi per comprende­re qualcosa della ricca messe di grazia e di luce, di forza e di sostegno che ogni Vicario di Cristo porta con sè per donarla agli uomi­ni nel loro difficile cammino.



La «Bocca di Gesù Cristo»

Il Papa, dunque, rappresenta al vivo Gesù in mezzo a noi, e lo rappresenta in maniera così speciale che nessun altro potrebbe farlo mai allo stesso modo. Se ogni cristiano, infatti, è prolungamento di Cristo, quale membro del Corpo mistico, il Papa è prolungamento di Cristo quale Capo del Corpo mistico. Gesù è il Capo del Cor­po mistico, che è la Chiesa celeste e terre­stre. Il Papa esercita anch'egli le funzioni di Capo della Chiesa con poteri sovrumani sul­la terra e nei cieli: infatti, ciò che lui scioglie o lega sulla terra, viene sciolto o legato anche nei cieli (cf Mt 16,19).

Per questo S. Alfonso dei Liguori dice­va che «la volontà del Papa è la Volontà di Dio». E San Giuseppe Cottolengo insegna­va, nelle sue catechesi, che «alla voce del Papa si deve prestare obbedienza come alla voce stessa di Dio. Riceviamo le parole del Santo Padre non altrimenti che quelle di Gesù Cristo, perché questi è che parla per la sua bocca».

E già ai primi tempi del Cristianesimo, S. Giovanni Crisostomo, con un'espressio­ne tanto breve quanto bella ed efficace dice­va che il Papa è la «Bocca di Gesù Cristo». Ed è proprio così, perché il Papa, «in virtù del suo ufficio di Vicario di Cristo e di Pastore di tutta la Chiesa», come dice il Concilio Vaticano II (LG 22), deve aver cura della salvezza di tutte le anime da por­tare nel Regno dei cieli.



Santi e Martiri, nobili e poveri

Se si può dire che il Papa quasi imper­sona Gesù, chi potrà mai separarli o divi­derli? Anche se un Papa lasciasse a desiderare nella sua condotta personale, l'essere «Vicario di Gesù Cristo» nel reggere la Chiesa di Dio, guidando il popolo dei redenti sulla via della salvezza, non potrà venire mai meno. E se è dolorosamente vero che alcuni Papi, nel corso di due millenni, sono stati più ombra che luce del mondo, è anche gioiosamente vero che sono davvero tanti i Papi che hanno meritato l'aureola della santità più alta, i Papi Martiri, i Papi Dottori della Chiesa, i Papi proclamati Bea­ti, i Papi Venerabili e Servi di Dio, i Papi morti in concetto di santità. Formerebbe davvero un libro stupendo la raccolta delle gesta eroiche di tanti Papi, fedeli e ardenti «Vicari di Gesù Cristo», guide illuminate e pastori santi per noi uomini in cammino verso l'eternità su questa terra di esilio.

È proprio vero, poi, che Dio non fa «eccezione di persone» (Ef 6,9), giacché da S. Pietro in poi sono stati eletti Vicari di Gesù Cristo uomini di ogni ceto sociale, di ogni popolo e nazione, di ogni formazione e livello, con pochi o molti talenti. Sono diventati Vicari di Gesù Cristo, infatti, uomini aristocratici come Papa Paolo V, Leone X, Clemente VII; uomini di ingegno eccezionale come S. Leone Magno, S. Gre­gorio Magno, Leone XIII, Pio XII; uomini figli del popolo come Sisto V, San Pio X, Giovanni XXIII. Il Signore è imprevedibile nei suoi disegni d'amore: sceglie chi vuole al sommo onore e al sommo onere del supremo pontificato.

E questa somma dignità di Vicario di Cristo non ha l'uguale nell'ordine sociale. Essa porta in sè, difatti, la presenza miste­riosa di Cristo Capo e Re dell'universo, che dona al Papa poteri divini sovratemporali ed eterni, collocandolo al di sopra di qualsiasi reame terreno. Per questo il Papa San Pio X, quando ci fu chi gli chiese quale titolo nobi­liare volesse dare alle sue tre sorelle, come era solito farsi nella corte Pontificia, rispose con la sua vivacità tutta veneta: «Che titoli e titoli! Sono le Sorelle del Papa. Vi pare poco? ...Quale titolo più onorifico di que­sto?».

E ricordiamo pure il significativo epi­sodio della lettera autografa del Sommo Pontefice Pio XII, ricevuta dalla mamma di Santa Maria Goretti, in occasione della canonizzazione di sua figlia, angelica vergi­ne e martire del nostro secolo. Sembrava incredibile una cosa del genere: una lettera autografa del Vicario di Cristo in casa di mamma Goretti !

Appena si sparse la notizia di questo fatto eccezionale, ci fu un noto collezionista di lettere autografe, il signor Hector Van Derys, miliardario olandese, il quale propo­se alla mamma di Santa Maria Goretti di accettare l'offerta di cento milioni in cambio della preziosa lettera del Vicario di Cristo.

Ma la mamma di Santa Maria Goretti, con la sua fede semplice e adamantina, rispose subito: «Mi togliereste piuttosto la pelle, ma non mi strappereste mai la lettera del Papa!».



Dodici Angeli Custodi

Santa Veronica Giuliani, la celebre mistica francescana della Passione, in una delle sue mirabili estasi vide e scrisse che il Vicario di Cristo è sempre circondato, rive­rito e assistito da uno stuolo di dodici Ange­li Custodi, quasi una sorta di Collegio Angelico che richiama quello apostolico e che gli fa costantemente da corte invisibile.

Se pensassimo a quanti uomini, che pur si dicono cristiani, non hanno nessun rispet­to per il Vicario di Cristo e prendono anche apertamente posizione contro i suoi inse­gnamenti, possiamo ben capire come Dio stesso provveda a tutelare con i suoi Angeli i Vicari di suo Figlio, confortandoli nelle tribolazioni e sostenendoli nelle lotte da affrontare per la difesa della Fede e della Morale.

Vogliamo anche noi unirci alla corte angelica che circonda e segue il Papa. Vogliamo essere sempre con lui, a lui docili e obbedienti, a lui uniti con la preghiera quotidiana. Vogliamo condividere con lui le pene e i travagli, per lui offrire sacrifici pic­coli e grandi con amore di figli verso il Padre di tutte le anime, Vicario dell'amore universale di Cristo.

E questa presenza dei dodici Angeli Custodi serve a farci meglio comprendere il peso sovrumano della missione di Vicario di Cristo. Chi potrebbe mai misurarla infatti?

A volte risulta molto difficile l'elezione di un nuovo Papa, soprattutto per questo aspet­to di immensità della missione di Vicario di Cristo. Si sa, ad esempio, che per l'elezione del Papa Pio XI ci vollero quattordici scru­tini, e alla fine, avvenuta l'elezione, il Card. Gasparri fece questo rilievo: «Sono occorsi tanti scrutini, quante sono le stazioni della Via Crucis. Noi le abbiamo percorse sino al punto in cui abbiamo collocato il nuovo Papa sul Calvario...».

E pensando al Calvario, vien da ricor­dare anche quel che disse il professore medico del Policlinico Gemelli, quando il 13 maggio 1981 vide il Papa Giovanni Pao­lo II messo sul tavolo operatorio, qualche ora dopo aver subito il terribile attentato in Piazza San Pietro: «Quando l'ho visto sul tavolo operatorio - afferma il professore del Gemelli - insanguinato, con le due braccia immobilizzate dalla trasfusione e dalla fle­boclisi, mi è sembrato l'immagine stessa di Cristo in croce. Sì, credevo di vedere Cristo Crocifisso».

Ecco la realtà più vera e più profonda della missione di Vicario di Cristo. Forse pochi la conoscono, ed è anche vero che i Papi sanno ben portare questo immenso peso di travagli e sofferenze per l'umanità con animo forte e sereno. Lo manifestò una volta il Papa Giovanni XXIII, chiamato «Papa buono» soprattutto per quel suo sor­riso così amabile e paterno che sapeva donare a chiunque lo avvicinasse. Una vol­ta egli si confidò dicendo: «Sapeste quante volte, dietro i sorrisi, il Papa sta ingoiando tante lagrime!...».



Figlio prediletto di Maria

Se il Papa rappresenta Gesù e quasi lo impersona nella sua missione e nei suoi poteri divini, egli è certamente il «figlio prediletto della Madonna», si potrebbe dire che è il «primo figlio» tra tutti i figli di Maria Santissima. È impossibile non vedere questo legame speciale che unisce insepara­bilmente il Vicario di Cristo alla Madre di Gesù e Madre della Chiesa. Come non pen­sare alla Madonna presente e vicina soprat­tutto a San Pietro agli inizi della vita della Chiesa? Come non vederla accanto a lui e tra gli apostoli specialmente nei momenti di grandi travagli per le prime persecuzioni insorgenti contro i cristiani? Se era ancora viva sulla terra, come non immaginarla pre­sente al primo Concilio della Chiesa, il Concilio di Gerusalemme, quale Madre visibile e dolcissima, tutta sapienza radiosa di Spirito Santo?

E tutti i Papi, si può dirlo, hanno ben avvertito questo legame particolare che li unisce alla Madre di Gesù e Madre della Chiesa, ricorrendo a Lei, pregandola, affi­dandosi a Lei con la fiducia dei figli più bisognosi della sua potente mediazione di grazia, necessaria alla missione di salvezza universale che la Chiesa deve svolgere sui cinque continenti, tra tutti i popoli del pia­neta terra, per «illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i loro passi nella via della pace» (Lc 1,79).

Per questo i Sommi Pontefici non han­no certamente lesinato impegno e sforzi sia nel difendere le verità di fede nel mistero di Maria, sia nel promuovere, tra i fedeli, il culto e la devozione alla Madre di Dio e Madre nostra. Basterebbe qui ricordare, in particolare, tra i Papi più vicini a noi, il Papa Pio IX, passato alla storia come il «Papa dell'Immacolata» con la Bolla dog­matica «Ineffabilis Deus», il Papa Pio XII, passato alla storia come il «Papa dell'As­sunta» con la Bolla dogmatica «Munificen­tissimus Deus», il Papa Paolo VI, passato alla storia come il «Papa della Madre della Chiesa» con l'Enciclica mariana «Marialis cultus». E il diadema della «marianità» è certamente il diadema più delicato e prezio­so che un Vicario di Cristo può portare con sè nel Regno dei cieli.



«Prega Dio per noi...»

Dagli annali della storia ecclesiastica del VI secolo riportiamo questo episodio straor­dinario della vita di S. Gregorio Magno.

«Sotto il pontificato di San Gregorio Magno, la peste infieriva a Roma, spavento­samente. Il Papa indisse una solenne pro­cessione da Santa Maria Maggiore a San Pietro; ma anche in quel tragitto, e in una sola ora, perirono ancora ottanta persone. Il Papa, mosso da pietà e da viva fede, pre­se allora tra le mani l'immagine miracolosa del­la Madonna, attribuita a San Luca; e, a piedi scal­zi, con un sacco di penitenza sulle spalle, traver­sò il resto della città per raggiungere San Pietro. Giunto il Papa sul ponte che ora si chia­ma Sant'Angelo, tutti intesero per l'aria un canto angelico: Regina cali, lcetare... Regi­na del cielo, rallegrati...

Il popolo cadde in ginocchio, ascoltan­do commosso le melodie celesti. San Gre­gorio aggiunse: Ora pro nobis Deum. Alle­luia... Prega Dio per noi. Alleluja.

In quel momento, in cima al mausoleo di Adriano, apparve un Angelo, che rimette­va una spada nel fodero.

Da quel momento la peste non fece più una sola vittima».



Incoronato dall'Immacolata

Un altro episodio significativo e straor­dinario si legge riguardo al Ven.le Pio IX, il Papa che l'8 dicembre 1854 aveva procla­mato dogma di fede la verità dell'Immaco­lata Concezione, e perciò chiamato il «Papa dell'Immacolata».

Avvenne, dunque, che il giorno della morte del Ven.le Pio IX, un bambino grave­mente ammalato, in Belgio, si sollevò d'im­provviso sul letto e gridò: «È morto il Papa! Ho visto l'Immacolata togliersi la corona, e metterla sul capo del Papa.

Possiamo immaginare l'impressione dei genitori del bambino, i quali, sulle pri­me, credono che il bambino sia impazzito; ma, nello stesso tempo, vedono che il bam­bino è improvvisamente guarito. E subito dopo, arrivò infatti la notizia che realmente il Papa Pio IX era morto proprio allora. Quale non fu allora la commozione di tutti...



Il Papa «Totus tuus»

Il nostro Santo Padre, il Papa Giovanni Paolo II, si è presentato a noi, fin dall'ini­zio, come il Papa della consacrazione totale a Maria Santissima, il Papa «Totus tuus» della Madonna. L'esperienza giovanile del­la lettura e meditazione del libro di S. Luigi Grignon Maria di Montfort - il «Trattato della vera devozione a Maria» -; la cono­scenza della vita e della spiritualità del suo grande conterraneo, San Massimiliano Maria Kolbe, chiamato il «Folle dell'Imma­colata», il Santo della «consacrazione illi­mitata all'Immacolata», hanno portato il Papa Giovanni Paolo II, fin dalla giovinez­za, a quella donazione totale a Maria SS., scolpita, potremmo dire, nell'espressivo motto «Totus tuus».

È stato detto, giustamente, che mai nel­la storia degli stemmi pontifici c'è stato uno stemma come quello del Papa Giovanni Paolo II, nel quale campeggia una grande «M» (= Maria) sotto l'ala della Croce. E sul lato destro del palazzo vaticano, in alto, a vista dalla Piazza S. Pietro, tutti possono vedere l'edicola dell'immagine di Maria SS. e Gesù Bambino, con la scritta del mot­to mariano del nostro Papa, «Totus tuus». E quel Gesù Bambino in braccio alla Madon­na serve bene a ricordarci che Gesù fu «tut­to di Maria», anzi fu esclusivamente e sublimemente «tutto di Maria», e ancora più, fu «tutto Maria», per il mistero ineffabile della concezione verginale che lo rese anche geneticamente tutto e solo «Maria», perché frutto esclusivo della verginità immacolata di Maria.

Numerosissimi sono stati gli atti del pontificato di Papa Giovanni Paolo II in onore di Maria Santissima, segnati dalla presenza di Maria o almeno arricchiti della delicata e preziosa sfumatura mariana. Si potrebbe anzi dire che tutto il Pontificato di Giovanni Paolo II ci appare già tutto costel­lato dalla presenza viva di Maria Santissi­ma. È impossibile riferire tutto. Qui possia­mo soltanto accennare poche cose, a rapido volo di uccello.



Il «Papa della Corredentrice»

Pensiamo ai pellegrinaggi apostolici del Papa Giovanni Paolo II nei santuari mariani più famosi nel mondo, quali, ad esempio, Loreto e Pompei in Italia, Lourdes in Francia, Fatima in Portogallo, Saragoza in Spagna, Guadalupe nel Messico, Czesto­chowa in Polonia, Aparegida in Brasile... Pensiamo alla canonizzazione di San Mas­similiano Maria Kolbe, il 10 ottobre del 1982, ossia del santo e dell'apostolo maria­no più grande nei nostri tempi, dal Papa proclamato anche «Patrono del nostro diffi­cile secolo».

Pensiamo all'Anno mariano del 1987­-1988, celebrato in tutto il mondo, e ai circa sessanta «Atti di consacrazione o di affida­mento» fatti dal nostro Papa alla Madonna pressochè in ogni parte della terra. Pensia­mo alla sua preghiera mariana «prediletta»: la preghiera del Santo Rosario. È veramen­te bello vedere il Papa con il Rosario in mano nella Cappella pontificia, nei giardini vaticani, e persino nel Palazzo dell'ONU! E il suo dono preferito a quanti lo avvicinano, di solito è una bella coroncina bianca in bustina marrò di plastica. Quante coroncine non ha egli distribuito? Forse, già per que­sto è egli un grande apostolo del Rosario. E anch'egli, forse, può ben passare alla storia come il «Papa del Rosario», a somiglianza del Papa San Pio V e del Papa Leone XIII.

Ma soprattutto, il Papa Giovanni Paolo II passerà alla storia come il Papa della grande Enciclica mariana «Redemptoris Mater», e più specificamente come il Papa della «Mediazione Materna» di Maria, che nel suo sviluppo e coronamento significa la «Corredenzione universale» operata da Maria SS. in unione strettissima e indissolu­bile con il suo Figlio Redentore universale.

Noi crediamo sinceramente che, per la storia futura, il Papa Giovanni Paolo II sarà in particolare il «Papa della Corredentri­ce», perché egli stesso è stato vicinissimo e legatissimo alla «Corredentrice» quale «martire vivente», da Lei salvato nell'atten­tato del 13 maggio 1981 in Piazza San Pie­tro. Che il Papa Giovanni Paolo II, «figlio prediletto della Corredentrice», porti alla definizione dogmatica la verità di fede del­la «Corredenzione mariana», è un «voto» del cuore di tanta parte della Chiesa univer­sale, è un «voto» del cuore di noi figli della Chiesa nata sul Calvario dal Cuore trafitto di Cristo e dal Cuore trapassato di Maria.