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Quanto segue prosegue da questo libro: Che cosa è la Messa? che trovate qui:
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LA SANTA MESSA E LE SUE PARTI

PRIMO SCHEMA


Nella Messa il popolo di Dio si raduna, sotto la presidenza del Sacerdote, che agisce "in persona di Cristo capo", per celebrare il memoriale del Signore, cioè il Sacrificio eucaristico.

Nella Messa Cristo è realmente presente: nell'assemblea riunita in suo nome, nel ministro, nella Parola, e in modo "sostanziale" e permanente nell'Eucaristia.

Le parti fondamentali della Messa sono due: "Liturgia della Parola" e "Liturgia Eucaristica", strettamente congiunte; due mense, da entrambe le quali riceviamo istruzione e nutrimento.

RITI DI INTRODUZIONE

Lo scopo è di far sì che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la Parola e a cele­brare degnamente l'Eucaristia.

"Dalla vita all'Eucaristia "

1. Canto d'ingresso

- Favorisce l'unione dei fedeli

- Introduce nello spirito del tempo liturgico o della festività

2. Segno di croce

Esprime il senso di tutto quello che si farà nella Messa:

- riconoscere in Cristo morto per noi il senso della nostra esi­stenza

- voler vivere in comunione con il Padre e il Figlio e lo Spirito

- accettare lo stile di vita della croce

3. Saluto al popolo radunato

- Annuncia alla comunità riunita la presenza del Signore

- manifesta la realtà sacra della Chiesa radunata

4. Atto penitenziale

Esprime la dimensione di peccatori che ognuno si porta dentro; riconoscendosi tali si invoca il perdono di Dio.

Il celebrante assicura il perdono di Dio (ciò non sostituisce la Riconciliazione sacramentale).

- "Togliti i sandali, perché il suolo sul quale stai è terra santa"

- "Signore, allontanati da me che sono un peccatore".

5. Gloria a Dio

Inno antichissimo (IV secolo), che esprime la gioia di essere sal­vati. La Chiesa radunata dallo Spirito glorifica e supplica Dio Padre e l'Agnello.

Si tralascia in Avvento (si canterà solennemente la notte di Natale) e in Quaresima (perché risalti di più la gioia pasquale).

6. Orazione (Colletta)

Il celebrante invita a pregare, poi lascia qualche istante di silen­zio, per prendere coscienza di essere alla presenza di Dio e per poter formulare nel cuore la preghiera personale.

La preghiera si dice "Colletta" perché "raccoglie" le preghiere di tutti. "Cosa chiedo a Dio in questa Messa?".

Essa esprime il carattere della celebrazione e a volte introduce il tema delle letture. Il popolo fa sua la preghiera con l'Amen.

A. LITURGIA DELLA PAROLA

In essa Dio stesso parla al suo popolo, manifestandogli i suoi desideri e il suo progetto d'amore, da lui rivelato nella storia della salvezza e in particolare in Cristo.

E' la "Mensa della Parola", dove la Parola viene ascoltata (lettu­re), masticata (omelia), assimilata (silenzio).

La Parola non viene letta, ma proclamata. Chi legge impresta la sua voce a Dio stesso per parlare agli uomini.

1. LETTURE BIBLICHE

Costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola. Nelle letture Dio:

- parla al suo popolo

- gli manifesta il mistero dell'amore che salva

- offre un nutrimento spirituale.

Cristo stesso è presente nella sua Parola.

a. Prima lettura

E' dall'Antico Testamento (nel Tempo di Pasqua dagli Atti degli Apostoli), ed è riferita al Vangelo: di esso fa vedere la preparazio­ne nella vita del popolo d'Israele.

b. Seconda lettura

E' tratta dalle lettere degli Apostoli, delle quali presenta brani successivi. Non dipende dal tema del Vangelo.

Ci pone nel "tempo della Chiesa", nel quale la Parola di Gesù è annunciata dagli apostoli.

c. Vangelo

E' la lettura più importante, come risalta da vari elementi:

- normalmente è proclamata dal Sacerdote

- in circostanze solenni il libro del Vangelo è incensato

- si portano candele attorno al Libro

- l'acclamazione finale è differente da quella delle altre letture, e dà lode a Cristo Signore

2. CANTI TRA LE LETTURE

a. Salmo responsoriale

E' connesso alla prima lettura, e la sviluppa in forma di preghie­ra.

b. Alleluia (o altro canto)

Esprime la gioia e la lode per il dono della Parola e in particola­re del Vangelo.

"Alleluia" è un'espressione ebraica che significa "lodate Dio!".

3. OMELIA

Spiega le letture, rendendole attuali, facendone comprendere il significato per l'oggi.

E' una parte importante, attraverso la quale, nonostante i limiti del ministro, Dio parla ancora al suo popolo.

E' bene sia seguita da un momento di silenzio, nel quale far scendere la Parola al profondo del cuore e della vita.

4. PROFESSIONE DI FEDE (CREDO)

- Suscita nell'assemblea una risposta di assenso

- richiama alla mente la "regola" della nostra Fede

- richiama il sì del Battesimo, dal momento che il Credo è in origine una professione di Fede battesimale.

5. PREGHIERA UNIVERSALE (O DEI FEDELI):

- Con essa il popolo esercita la sua funzione "sacerdotale" (= prega per tutti gli uomini)

- Trasforma in preghiera la Parola ascoltata. Le letture suscita­no la preghiera della comunità.

La successione delle intenzioni deve avere un carattere di uni­versalità; in genere:

a. per la Chiesa

b. per i governanti e tutto il mondo

c. per quelli in difficoltà

d. per la comunità locale

B. LITURGIA EUCARISTICA

In essa si compie ciò che fece Cristo nell'Ultima Cena, prean­nunciando e spiegando il significato di ciò che sarebbe successo all'indomani, il Venerdì Santo.

Nella Liturgia Eucaristica si celebra il "memoriale" della Pas­sione, Morte e Risurrezione di Cristo; ossia, quegli eventi sono "ricordati e resi attuali" ("memoriale"), perché quanti partecipano possano riceverne i frutti. La Messa è, quindi, il canale attraverso cui ci giungono i frutti della Morte e Risurrezione di Cristo.

1. PREPARAZIONE DEI DONI

Vengono preparati i doni che diverranno il Corpo e Sangue di Cristo.

a. Processione offertoriale

Si portano le offerte:

- anzitutto pane e vino, meglio se preparati dal lavoro dei fede­li stessi

- altri doni, per i poveri o per le necessità della Chiesa (raccol­ta delle offerte)

- l'offerta del pane e del vino richiama l'offerta di sé, delle gioie, speranze, timori, sofferenze, ecc., che ognuno è chiamato a deporre spiritualmente sull'altare. "Cosa presento al Signore in questa Messa?".

b. Presentazione del pane e del vino

La preghiera che il celebrante recita nel deporre pane e vino sul­l'altare ringrazia e dà lode a Dio, dal quale riceviamo tutto.

Al vino aggiunge qualche goccia d'acqua, segno "della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana".

c. "Lavabo "

Questo rito esprime il desiderio di purificazione interiore del celebrante e di tutti i fedeli presenti: "Lavami Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato".

d. Preghiera sulle offerte

Dopo l'invito alla preghiera, l'orazione riassume l'offerta dei doni a Dio e chiede che vengano trasformati nell'Eucaristia.

2. PREGHIERA EUCARISTICA

Siamo al momento centrale della Messa. E' una grande preghie­ra di ringraziamento e santificazione.

É pronunciata dal Sacerdote, che dice le parole della consacra­zione "in persona di Cristo". Tutta l'assemblea si unisce nella lode e nell'offerta del Sacrificio ("sacerdozio comune" del cristiano).

Le varie parti della Preghiera Eucaristica:

a. Prefazio

Glorifica Dio Padre e lo ringrazia per tutta l'opera della salvezza o per qualche suo aspetto particolare, a seconda del momento liturgi­co.

b. "Santo, Santo, Santo­

Tutta l'assemblea si unisce con questo canto, tratto dalla Bibbia: lodiamo Dio con le parole che lui stesso ci ha donato.

c. Invocazione dello Spirito Santo (Epìclesi)

Lo Spirito Santo viene invocato sui doni, perché divengano il Corpo offerto e il Sangue versato di Cristo.

Lo Spirito viene invocato anche sui presenti, perché nella parte­cipazione al convito siano anch'essi trasformati nell'unico Corpo di Cristo che è la Chiesa.

d. Racconto dell'istituzione e consacrazione

Si attualizza e si compie il Sacrificio della croce, che Cristo stes­so istituì nell'Ultima Cena.

Le parole di Cristo sono pronunciate dal Sacerdote in persona di ("a nome e con la potenza e 1'autorità') Cristo stesso; ciò in forza del mandato che Cristo diede agli Apostoli di perpetuare questo mistero d'amore attraverso la celebrazione dell'Eucaristia.

e. Memoria della Pasqua di Cristo (Anàmnesi)

Vengono ricordati i momenti della Pasqua di Cristo: Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione al cielo, Dono dello Spirito. Essi tutti sono resi attuali nell'Eucaristia.

f. Offerta

La Chiesa offre al Padre nello Spirito Santo, Cristo che si fece vittima per noi.

Qui tutti i presenti sono chiamati a offrire sé stessi e tutto ciò che alla presentazione dei doni hanno deposto sull'altare.

g. Intercessioni

L'offerta del Sacrificio di Cristo è fatta per tutta la Chiesa, in comunione gerarchica con il Papa e il proprio Vescovo.

Si prega per tutti i membri della Chiesa, vivi e defunti.

h. Lode conclusiva (dossologia)

- Esprime la glorificazione di Dio.

- A tutta l'opera di salvezza, donata da Dio agli uomini, corri­sponde qui la glorificazione del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito. Il movimento discendente dei doni ritoma a Dio nel movimento ascendente della lode.

- Si prepara così la glorificazione totale di Dio della fine dei tempi, quando Cristo consegnerà al Padre ogni cosa e Dio sarà "tutto in tutti".

L'assemblea risponde con l'acclamazione dell'Amen (grande Amen): attraverso esso esprime la sua partecipazione attiva alla Preghiera Eucaristica.

3. RITI DI COMUNIONE

Poiché la Messa è un convito pasquale, la partecipazione piena si ha facendo la Comunione (chi ne ha le disposizioni, cioè, non in peccato mortale), ricevendo il Corpo e Sangue di Cristo come cibo spirituale.

a. Padre Nostro

Con esso chiediamo il pane quotidiano (riferimento anche al Pane Eucaristico) e la purificazione dei peccati, in modo che "i santi doni vengano dati ai santi".

Non è tanto la preghiera della fraternità, quanto dell'invocazio­ne forte al Padre perché compia il suo disegno di amore. Per questo i fedeli sono invitati a recitarlo con le mani alzate, in atteggiamen­to di richiesta.

Si conclude con una preghiera: essa sviluppa l'ultima domanda del Padre Nostro.

b. Rito della Pace

Implora la pace e l'unità per la Chiesa e il mondo.

Lo scambio di pace vuole far esprimere ai partecipanti l'amore vicendevole e il perdono reciproco: "Se ti presenti all'altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te ...".

c. Frazione del Pane e "Agnello di Dio"

L'unico Pane viene spezzato perché se ne possa mangiare tutti.

Significa che attraverso la Comunione noi, pur essendo molti, diventiamo un corpo solo in Cristo.

Mentre viene spezzato il Pane si canta l'Agnello di Dio: è un'ul­teriore invocazione di tipo "penitenziale", che viene rivolta a Dio subito prima di ricevere l'Eucaristia.

d. "Immixtio "

Un frammento di Pane viene posto nel calice.

Questo rito nasce nella Chiesa romana nel primo millennio: il Papa mandava a chi celebrava l'Eucaristia nelle parrocchie un fram­mento dell'Eucaristia, come segno di comunione con lui, e il rice­vente, ponendolo nel calice, si comunicava anche alla stessa Eucaristia del Papa. E' quindi un gesto che esprime la comunione con il proprio Vescovo e con il Papa.

e. Presentazione dell'Eucaristia ai fedeli

"O Signore, non sono degno... ": un ultimo gesto di umiltà, e al tempo stesso esprime la Fede in Cristo che ha il potere di liberarci dal male con la sua potenza.

f. Comunione

Mangiare il Corpo e bevendo il Sangue di Cristo ha un signifi­cato molto ricco:

- riceviamo nuovamente, trasformati dallo Spirito, i doni che avevamo offerto: la nostra vita ci viene ridonata trasfigurata attra­verso la Croce e la Risurrezione di Cristo

- accettiamo in noi e come Signore della nostra vita Gesù, che si è offerto per noi

- accettiamo quindi il suo stile di vita, di donazione totale a Dio e ai fratelli, come nostro

- l'Eucaristia ci dà la forza di vincere il male che rattrista la nostra vita

- diciamo a Dio la nostra Fede che è Lui la forza per vincere il nostro peccato

- veniamo edificati come Chiesa-Corpo-di-Cristo, veniamo resi una cosa sola da Dio

- esprimiamo la nostra disponibilità a essere un solo corpo con i fratelli che con noi celebrano l'Eucaristia

- non solo con loro ma con tutta la Chiesa

- in particolare con il nostro Vescovo e con il Papa

- veniamo nutriti da Cristo stesso, la linfa vitale dello Spirito scorre in noi (cf la vite e i tralci)

- l'Eucaristia che mangiamo è una "caparra" che Dio ci dà per la vita eterna che riceveremo attraverso la nostra morte.

Cristo ha detto nell'Ultima Cena: "Prendete e mangiatene tutti":

- chi è in comunione con Cristo non solo può, ma è invitato caldamente da Cristo stesso a mangiare l'Eucaristia

- chi ha rotto la comunione con Cristo a causa di un peccato mortale, non può fare la Comunione eucaristica: porrebbe un gesto che non corrisponde a verità. "Chi mangia il corpo del Signore senza esserne degno mangia e beve la sua condanna" (S. Paolo)

- chi, pur non avendo rotto la comunione con Cristo, si sente "freddo" nei suoi confronti, chieda anche con la Comunione Euca­ristica la Grazia di riprendere con entusiasmo il cammino di Fede

- chi vive situazioni che non sono di peccato grave, ma che rap­presentano compromessi con Cristo, faccia la Comunione Eucari­stica se vuole iniziare un cammino di superamento di quei compro­messi.

g. Silenzio di ringraziamento

Ognuno nel silenzio del suo cuore "fa festa" a Cristo che è venu­to in lui, lo adora come proprio Dio e si intrattiene a dialogare con Lui.

Un canto può esprimere la gioia di essere uniti e il ringrazia­mento per quanto ricevuto.

h. Preghiera dopo la Comunione

Chiede che maturino nella vita i frutti del mistero celebrato.

RITI DI CONCLUSIONE

"Dall'Eucaristia alla vita"

1. Saluto del celebrante

Il saluto annuncia la presenza di Cristo nell'assemblea che si dis­perde per le vie del mondo.

2. Benedizione

Nell'Antico Testamento "benedire" significa "rendere fecondo". Viene chiesto a Dio di donare la sua fecondità nella nostra vita di cristiani. Ciò è espresso esplicitamente nelle Benedizioni solenni.

3. Congedo

Si scioglie l'assemblea, non perché sia finito tutto, ma perché viene l'ora di portare frutto nel mondo attraverso una presenza santa, come testimoni e annunciatori di Cristo risorto.

Terminata la Santa Messa dell'altare, ognuno è chiamato a prati­care quello che è avvenuto nella Santa Messa. Chiamato a vivere ciò che è avvenuto sull'altare, chiamato a praticare le virtù come le ha praticate Gesù Cristo, in gesto di obbedienza, adorazione e ricono­scenza verso Dio incarnato, verso il Figlio di Maria Santissima. A Lei chiediamo di aiutarci a capire meglio e a vivere in ogni momen­to della nostra vita la Santa Messa, per diventare come desidera il Signore e realizzare tutti i disegni che Lui ha su ognuno di noi.