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Articoli di Nico Dal Molin pub­blicati dal 1990 al 1992 su SE VUOI (Cammini di speranza)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 15:10
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03/09/2009 15:08

La Speranza mette radici nella Fedeltà

Scrivo queste note nell'ultimo giorno dell'anno; fa CP3 un effetto un po' strano ... perché in queste ore la gente è più che mai affaccendata nei preparativi del "veglione di fine anno" e si dispone a festeggiare il Nuovo Anno.

Eppure penso che questa è la serata giusta per un tema come quello che ci siamo proposti: la Speranza è legata profondamente alla Fedeltà.

Pensate per un momento all'anno che è trascorso: quanti fotogrammi come nel montaggio di un film, ci pos­sono scorrere davanti... Sono scene allegre e cariche di festosità, oppure momenti tristi, magari intrisi di malinco­nia e velati anche da un po' di angoscia e oppressione; la nostra bocca avrebbe motivi per aprirsi in uno schietto sorriso di compiacimento e insieme potrebbe stemperare questo sorriso in occhi che si velano di tristezza.



La Fedeltà ci interroga

Un anno è passato, eppure in esso noi troviamo tanti motivi per ripensare alla Fedeltà: anzi, sono degli interro­gativi che prendono voce e forse anche i contorni di qual­che figura o situazione.

Come ho vissuto la fedeltà a me stesso, alle scelte che ho cercato di rendere importanti per la mia vita; ad un'immagine, un'identità non vissuta come pura apparenza, ma come espressione di un desiderio genuino di essere me stesso, come ricerca di una trasparenza che mai potrà essere assoluta, ma che può rappresentare sempre una linea di orizzonte ideale a cui tendere?

Come ho vissuto la fedeltà alle mie relazioni signifi­cative? Anche da esse è partito un appello importante per non lasciarle sfilacciare, per non farle annacquare nella pura occasionalità del momento, per renderle sem­pre più profonde e durature.

Come ho vissuto la fedeltà a Dio? Qui i tasti della macchina da scrivere cominciano ad incepparsi... Ci sono tanti motivi di rammarico nel vedere come questa fedeltà poteva essere più sincera e coerente, ma ci sono altret­tanti motivi per rovesciare questa domanda: «Come ho vissuto io la Fedeltà di Dio nei miei confronti quest'an­no, ed anche per tutta la mia vita, lunga o corta che sia stata fino a questo momento?».

Su questa Fedeltà di Dio nei nostri confronti non pos­siamo fare un balzo da canguro ed andare in avanti; fer­miamoci un attimo con la mente e il cuore.



Fedeltà di Dio e fedeltà a Dio

Dio è fedele!

Quante volte abbiamo sentito rimbalzare nella nostra vita, e chissà anche da quanti pulpiti, questa asserzione; eppure ...eppure io credo che talvolta ne abbiamo un po' dubitato; è normale, è umano...

Ci sono dei fatti nella vita, e questo può essere credibi­le anche per i più giovani e non solo per il mondo degli adulti, che non hanno una spiegazione logica se analizzati con la nostra limitata e spesso miope ottica umana.

Penso a situazioni di violenza, a realtà di malattia, sof­ferenza e morte che vengono ad abbattersi sulle nostre famiglie e su quelle di amici carissimi; penso a bambini innocenti che spesso pagano le crudeltà e le atrocità del mondo degli adulti; penso alla non-pace, alla non-giusti­zia, alla non-solidarietà, al non-amore... che potrebbero chiudere in passivo il bilancio di un anno; e, per contra­sto, penso agli auguri che spesso sanno di effimero per­ché scambiati in un momento di ebbrezza o di puro for­malismo, come potranno risuonare questa sera: "Buon Anno... che sia un anno di tanta serenità... vedrai che le cose andranno benissimo, il tuo oroscopo lo dice...".

Non voglio vanificare l'augurio di un anno buono e sereno, tutt'altro. Vorrei che questo Augurio acquistasse il sapore della verità, uscisse dalle parole vuote e formali che spesso ci diciamo perché "tocca fare così".

E perché questi auguri siano veri bisogna tornare a "puntare" sulla Fedeltà di Dio; non c'è altra strada. Anche se Lui permette che ci siano delle cose incom­prensibili? Sì, anche se permette questo.

Anche se Lui permette che i desideri di bene talvolta vengano oscurati da fatti di male? Sì, anche se questo sembra accadere ai nostri occhi. Anche se Lui sembra lontano, nascosto, impenetrabile ai "sussurri e alle grida" di una parte di umanità dolente? Sì, perché Lui non si è allontanato da noi, anzi continua a camminare sulle stra­de della nostra vita, senza che magari noi ce ne accorgia­mo. In fondo, i semi di bene e di speranza sparsi per il mondo, altro non sono che il Suo "eterno sorriso" per­ché l'uomo, cioè ciascuno di noi, non abbia ad intristire.

Se abbiamo la pazienza di fermarci a ripensare a tutta la storia di Dio con l'uomo, come ci viene descritta dalla Sacra Scrittura, ebbene lì abbiamo la prova più limpida e chiara che quando il Signore fa una promessa non viene meno: è FEDELE, come nessuno potrebbe esserlo.

Abramo è a un passo dalla disperazione quando sta per sacrificare Isacco, il segno della sua discendenza; e Dio lo ferma da questo sacrificio. Mosè vede solo nero davanti a sé nell'impresa "impossibile" di liberare Israele dallo strapotere del Faraone; eppure questo avviene. Geremia vede lutti e deportazioni, ma poi scrive un "libro della Consolazione" che è un documento infiam­mato di speranza nel Dio fedele. Isaia vede il suo popolo "camminare" nelle tenebre, eppure ha il coraggio di annunciare la venuta di un "Emmanuele", sì, del Dio-con­noi in cui Maria, la Vergine di Nazareth, è chiamata a credere, perché sarà lei a donarlo al mondo.

Quante storie di promesse e di fedeltà ripetutamente "mantenute", nonostante il cuore duro e incredulo degli uomini; lo stesso cuore duro e incredulo che Gesù fa fati­ca a rendere morbido e credente nei suoi discepoli. La Fedeltà di Dio è tale perché "sopravvive" al tempo; porta in sé il tocco dell'esistenza.

La vita di Gesù è tutta vissuta in una promessa di Fedeltà "mantenuta". Una fedeltà fino alla morte, e quale morte!



Cos'è oggi una vita "fedele"?

Parlare di Fedeltà, ai nostri giorni, sembra portarci in un mondo un po' fumoso, astratto, generico, utopistico o patetico per noi che ci consideriamo gli "eterni realisti della vita": pensiamo a qualcosa di gonfiato dall'enfasi retorica e poetica o da una sottile insincerità che poi non può essere tradotta in pratica o che viene smentita dai fatti; oppure diviene una di quelle "realtà fittizie" che noi ci costruiamo per vivere un po' meglio, come direbbe lo psicologo Alfred Adler, anche se poi alla fin fine queste realtà non esistono.

Abbiamo bisogno di tornare a credere a ciò che i nostri occhi spesso non sanno vedere e capire: la fedeltà esiste! Esiste nell'amore di una coppia, quando tutto intorno dice loro: «Perché vi preoccupate di un amore fedele; perché non state insieme solo finché vi piace?».

Esiste nella dedizione totale di una madre che passa giorni e notti, per mesi interi, al capezzale del figlio, per­ché sa che solo il suo amore fedele lo può risvegliare dal sonno profondo, dal coma in cui è immerso.

Esiste nella coerenza di chi continua a credere e a combattere, fino a rischiare la propria vita, per la causa di una giustizia sempre più calpestata da chi ha potere e da chi pensa che la legge del più forte valga comunque e dappertutto; ma poi tanti fatti della nostra storia mostra­no come la logica dell'imposizione e della violenza sia destinata miseramente a crollare insieme alle statue e ai muri eretti per "sorreggerla" e per mostrare all'uomo un segno di imperitura forza...

Esiste anche nel nostro piccolo quando, pur di fronte al momento dello scoraggiamento, della prova, della voglia di mollare tutto, senti una voce dentro che ti dice: «Non mollare; vedrai che passa... vedrai che ce la fai!».

Ed è proprio in quei momenti che la Fedeltà di Dio si fa presente con l'aiuto di una mano insperata, di una per­sona amica che sa capire il tuo stato d'animo, la tua delu­sione e amarezza e che, nonostante tutto, ti dice:

«Coraggio, andiamo avanti insieme; finché posso ti aiu­terò su questo tratto di strada difficile; ce la faremo, non mollare!».



E la fedeltà si trasfigura in speranza

La fedeltà alle proprie scelte permette di ritrovare dentro di sé forze ed energie insperate e offre degli spi­ragli di luce che sembravano assolutamente impensabili.

Per questo la fedeltà può dare radici profonde alla spe­ranza, proprio perché permette di continuare a credere che il buio si trasforma in aurora, che nella notte piena si vedono meglio le stelle, che vicino ad una strada sbarrata trovi un sentiero che poi si rivela una scorciatoia per la meta alla quale tenevi tanto.

Non sono fisime o utopie, queste! Chi solo ha un po' di esperienza di vita e ha avuto il coraggio di credere alla fedeltà a se stesso e alle proprie scelte anche nei momen­ti difficili, lo può confermare.

Cento che la fedeltà non deve tramutarsi in angustia o ristrettezza di idee, o in rocciosa rigidità; questa sarebbe una forma di pericolosa cocciutaggine che nulla ha a che fare con la libertà della fedeltà: quella stessa libertà che ti permette di essere coerente, fermo e deciso nella decisio­ne ogni volta che essa minaccia di crollare.

La Fedeltà che dà Speranza è una "forza vitale" che vince il tempo, che sa crescere e creare; che ti aiuta a rimanere fermo sulla parola data, a lottare e a ritrovarne un beneficio inaspettato: la "convinzione", una sempre maggiore convinzione...

E c'è anche da aggiungere che essa non è solo frutto di un grande e forte carattere: ho visto persone "fragili", sensibili, emotivamente vulnerabili superare situazioni di difficoltà, di svantaggio, di tensione non in forza di un potere di resistenza dovuto al loro carattere o al loro tem­peramento da "duri"... tutt'altro; ma in forza del loro cre­dere fermamente che nella vita si vale tanto quanto sai rispondere agli appelli della realtà, con timore e insieme con coerenza, con una certa apprensione e insieme con responsabilità, con il cuore ferito ma insieme "gioioso" per il loro SÌ FEDELE.



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