Vedete, care sorelle, che noi abbiamo l'accesso a Gesù e tramite Gesù al Padre, solo se percorriamo la via semplice, umile di Maria, tramite la quale noi arriviamo a Gesù. Orbene, anche qui, nel primo prodigio di Gesù c'è l'intercessione di Maria, Maria onnipotente quanto alla sua intercessione presso Dio. C'è l'intercessione di Maria e c'è anche la guida di Maria che dice: "Tutto quello che Egli vi dirà, fatelo". Vedete Maria, ci dice sempre così, Maria è limpida, come si dice sempre nelle litanie, speculum iustitiae: mi piace tanto questa invocazione! Tutte queste espressioni delle litanie in onore della Vergine sono così belle e così mistiche, anche poetiche, proprio splendide. Speculum iustitiae, cioè lo specchio che rispecchia in sé per la sua limpidità, per la sua purezza, per la sua umiltà - perché lo specchio riceve la luce, quindi purezza ed umiltà, due virtù eccelse in Maria - questo specchio terso che è Maria, rispecchia perfettamente per la sua purezza, per la sua recettività, per la sua umiltà, rispecchia perfettamente i raggi di Colui che è il Sol iustitiae, il Sole di Giustizia, il Cristo. Maria rispecchia perfettamente l'immagine di suo figlio, l'immagine di Gesù, perciò non c'è altro modo di avvicinarsi a Gesù, se non proprio tramite l'intercessione e tramite la guida di Maria.
I protestanti ancora dicono - ma, capite, è un guaio, perché i protestanti non ci sono ormai solo in Svezia, Norvegia, Finlandia, in Germania dove il Santo Padre ha fatto tanta fatica per il suo ministero difficile, faticoso, ma proprio per questo benedetto dal Signore - i protestanti non stanno solo là vicino ai paesi nordici, no: i protestanti ahimé ormai si insinuano anche nella santa romana Chiesa, con questa mentalità di dire: "Ma, se noi onoriamo troppo Maria, non sottraiamo qualcosa a Gesù?".
San Bernardo non aveva dubbi, vedete, de Maria numquam satis, di Maria mai si dirà abbastanza. Perché? Chi loda Maria, chi prega Maria, chi medita Maria loda, prega, medita Gesù stesso. Perché? Perché Maria è speculum iustitiae, rispecchia la giustizia. Il primo miracolo di Gesù, è impetrato dall'intercessione insistente e difficile della sua Madre SS., perché per Gesù, di per sé, non è venuto il suo momento, non è venuta la sua ora e la madre sua accelera i tempi, fa venire l'ora, prima ancora che dovesse venire, certo intendiamoci bene, non che Maria possa qualcosa contro Dio, questo sicuramente no, ma può tutto in quanto Ella intercede per quello che Dio già vuole concedere, ma precisamente per la sua intercessione. Vedete care sorelle, senza la sua intercessione Dio non avrebbe concesso, ecco perché non è l'ora di Gesù; l'ora è venuta perché Maria ha pregato per quegli sposi. È così.
Allora subentra in qualche modo il mistero della predestinazione. Il fatto che Iddio stabilisce i momenti, i tempi e fissa l'ora, come l'ha fissata al nostro Salvatore e non toglie che ci sia un contributo umano di opere e di preghiera. Ci sono alcuni che dicono: "Ma, se Dio prevede già tutto, se Dio ha già predeterminato tutto, è inutile che io faccia delle opere buone, è inutile che io preghi". Invece no! Tutt'altro che inutile! Perché Dio ha previsto le nostre opere buone, ha previsto le preghiere per ottenere quella determinata grazia, e se non bastano, come non bastano generalmente le nostre povere preghiere personali, allora bisogna propiziare a nostro favore l'intercessione dei Santi, in particolare di Colei che di tutti i Santi è la regina, Maria Santissima, la Madre gloriosa del Signore.
San Tommaso, nel suo commento del Vangelo di san Giovanni, ci fa vedere tre aspetti che l'evangelista mette in rilievo e che sono molto importanti, per la nostra vita spirituale, nell'atteggiamento di Maria; anzitutto la sua pietà e la sua misericordia. Il che ci fa sperare bene, perché sapendo che Maria è piena di misericordia, noi ci facciamo coraggio perché sappiamo che Ella nutre dei sentimenti veramente materni nei nostri riguardi, conosce, comprende le nostre difficoltà e le nostre pene, e non solo, fa suoi i nostri dolori, come fece sua l'apprensione di quegli sposi nelle nozze di Cana. Infatti, spetta alla misericordia considerare i difetti, i mali, le necessità altrui, come se fossero dei mali propri. Voi capite come la misericordia e la pietà nascono dall'amore, da quella vis unitiva della quale abbiamo parlato. Un'anima che veramente ama il prossimo diventa un tutt'uno con il prossimo: quindi considera il bene del prossimo come il suo bene proprio, e ne gode; ma considera anche il male del prossimo come male suo proprio e se ne rattrista. Come uno quando è nella tristezza, quando è afflitto da un male, cerca di toglierlo di mezzo, così il misericordioso si muove subito a togliere di mezzo il male altrui, ad aiutare il prossimo.
L'amore diventa immediatamente misericordia. San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi dice: "Chi è debole che anche io non lo sia? Chi riceve scandalo, che anch'io non ne frema?". Vedete, san Paolo esprime questo atteggiamento di misericordia tutto in chiave apostolica: se un cristiano soffre, l'apostolo soffre ancora di più. Vedete, così similmente la beata Vergine ha avuto anzitutto sentimenti di misericordia. Poi per quanto concerne Gesù, Maria rivela tutta la sua riverenza verso di lui, proprio per la semplicità della sua preghiera.
Come già vi dissi, Maria gli espone una preghiera semplicissima, non dice a Gesù come deve esaudirla, quando deve esaudirla, in che modo deve esaudirla; gli dice solo: "Non hanno più vino". Tutto il resto lo lascia a Gesù, ricorre a Lui con una preghiera semplicissima, ma proprio per questo fu una preghiera estremamente pia e riverente.
Noi, care sorelle, veramente non meritiamo di essere ascoltati da Dio se non rispettiamo Dio. Bisogna rispettare Dio. È la pietà che rispetta, perché tratta Dio per quello che è, cioè Dio, il Signore e Sovrano di tutte le cose.
Spesso invece succede che le preghiere impetrative sono quasi dei comandi impartiti al Signore, questa è davvero una presunzione notevolissima. Ci sono delle povere anime che sono da trattare davvero con molta carità, bisogna fasciargli quelle ferite, cercare di cambiargli mentalità a quelle povere anime. Ci sono delle anime che si danno alla preghiera tanto per provare, perché provare non nuoce, potrebbe anche funzionare; queste si danno alla preghiera dicendo: "Se Dio mi esaudisce, io continuo a pregare, se non mi esaudisce, chi me lo fa fare?". Questa non è una preghiera pia, non è una preghiera devota, non è una preghiera riverente; queste sono esagerazioni. Ci sono delle irriverenze più sottili, quando uno dice: "Signore, dammi quella grazia, però io la vorrei in quel determinato modo... ". Invece proprio Maria, con questa sua semplicissima preghiera, "non hanno più vino", ha detto tutto. Cosi anche noi dobbiamo sì presentare le nostre necessità, ma dobbiamo sapere che prima ancora che gliele presentiamo, Lui le sa già, le conosce già. Non nuoce però presentargliele, perché ci sono anime che esagerano dall'altra parte. Ci sono anime angosciate che dicono: "Io prego sempre Dio per avere qualche grazia... ". Non c'è dubbio, la preghiera dell'adorazione è la preghiera suprema, però anche nell'impetrazione c'è tutta una fiducia riposta in Dio. Vedete, se non ci fidassimo di Dio, se non ci fidassimo nel Signore, certamente non ricorreremmo a Lui nelle nostre necessità; quindi è cosa buona e santa presentare a Dio le nostre necessità, come fece Maria: "Non hanno più vino". Però nel contempo farlo con semplicità e lasciando a Dio di esaudirci come lui vuole. Dice sant'Agostino: "Se Dio dovesse esaudirci come vogliamo noi, ci sarebbe un grande turbamento nel governo delle cose umane, proprio perché noi stessi, con la nostra sapienza davvero limitata, non riusciremmo a capire quello che veramente ci giova".
È interessante che persino gli antichi sapienti abbiano scoperto questo fatto. Dice infatti Socrate: "Ci sono alcune preghiere che è meglio non siano esaudite". È vero. Qualcuno chiede qualcosa e poi, a distanza di qualche anno, quello che ha chiesto gli appare una grande stoltezza e dice: "Signore, ti ringrazio che non mi hai esaudito in quel momento", questo succede molto spesso... Allora, in tutto, bisogna avere una grande, incondizionata fiducia in Dio, perché il Signore quella fiducia se la merita. Noi, allora, dobbiamo presentargli le nostre preghiere con semplicità, come fece Maria (dice il salmo: "Signore, davanti a te ogni mio desiderio ed ogni mio gemito a te non è nascosto"). Poi, in Maria, sorprende anche la sua premura, la sua sollecitudine e diligenza, che appare dal fatto che non ha aspettato che il vino venisse meno, ma prevedendone la ristrettezza, subito si rivolse a Gesù.
Essere attenti, essere solleciti, premurosi, prevenire quasi le situazioni, è importantissimo; notate bene, come la virtù della prudenza guida, non comanda, guida la virtù della carità. La carità è la suprema di tutte le virtù, però è guidata dalla prudenza: cosi anche la carità di Maria è stata interamente guidata dalla prudenza. Solo che la prudenza, contrariamente a quello che generalmente si pensa, non consiste nell'essere continuamente in esitazione, nel dubbio, nel non decidersi mai; oggi si ha l'idea del prudente come di una persona che è indecisa, una persona che mai agisce. Invece il prudente, nel vero senso della parola, significa una persona saggia, che certo è lenta nel deliberare, nel consultarsi, certo non agisce in modo spavaldo, però quando viene il momento di agire, dopo aver riflettuto sulle proprie azioni, sul da farsi, agisce con estrema decisione. Ecco perché la prudenza regola il nostro agire, illumina il nostro agire; ed ad essa spetta anche l'aspetto decisivo, che è quello della sollecitudine (o solerzia, la chiamavano anche gli antichi): la solerzia è una caratteristica propria della prudenza. Il prudente non è quello che subisce gli eventi, che è passivo di fronte agli eventi, il prudente è colui che si fa un'idea, un pensiero davanti agli eventi prossimi futuri, quasi anticipandoli. Così anche Maria Santissima è stata prudente, solerte, sollecita, non ha aspettato che il vino mancasse, ma ha per tempo avvertito Gesù.
continua.....